Una Festa Diversa
 
Era da tempi ormai immemori che il vecchio balcone, il vecchio letto, le vecchie pietre natali, non vedevano nel giorno della Festa del Monte Castello il nostro eroe. Si, gli ultimi anni erano passati nel pellegrinaggio continuo di luoghi, di alte terrazze e terre lontane, nella grande allegria che può dare lo stare insieme con i vecchi amici, ancora più grande quando non ci si può vedere più spesso come un tempo.
Quest’anno era giusto tornare a casa, o meglio restarci, con i propri parenti, per un abbraccio dolce col passato.
Una serata all’insegna dei ricordi, alcuni così belli e dolci, altri così dolorosi. Il nostro eroe combatteva ad ogni morso di pastiera, di pane appena inzuppato, di soppressata e capicollo, di milza di formaggio e caciocavallo e ad ogni sorso di vino rosso, con i sapori e gli odori del passato, con la presenza, ed assenza, di tutti coloro che se ne erano andati, o erano arrivati, lungo quel cammino, con le loro voci, le loro risa, le loro storie, i loro occhi sempre presenti, ma che ora uscivano, uno per volta o a gruppi dalle ombre sui muri create dalle candele poste sul tavolo dove stavano cenando.
Difficile ingoiare alcuni bocconi, a volte amari. Il vino aiutava, ma non più di tanto. Solo i fuochi, alla fine. Solo quella miriade di luci, quei tuoni lontani che esplodevano i mille svariate forme e colori ci riuscirono.
La realtà si mischiò per l’ultima volta con la fantasia, quella sera, e con essa andò giù, nel più profondo del cuore: l’ultimo boccone e la cena era terminata. Ora lampi di luce illuminavano la vallata, ricordando ai cavesi il loro amore per il Santissimo Sacramento, ricordando ai cavesi di essere tali.
Ricordando al nostro eroe che una vecchia quercia non può più vivere e lasciare vivere tutti gli altri intorno, se non affonda sempre più le radici nel terreno del passato in cerca della vitale acqua, anche se ciò porta con se dolore e fatica.
Antico Sapore Ritrovato
mercoledì 28 giugno 2006