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Extremely low frequency

 

FREQUENZE EM POTENZIALMENTE DANNOSE 


Lo spettro elettromagnetico (em) comprende numerose componenti, con caratteristiche anche molto diverse a seconda della frequenza d’onda, variabile da 0 a 300 GHz (1 GHz = 1 milardo di Hz); si va dalle onde a radiofrequenza, su cui si basano le telecomunicazioni, alle radiazioni X e gamma, estremamente penetranti e dotate di potere ionizzante, passando attraverso le microonde, gli infrarossi, il visibile e gli ultravioletti.

Le componenti dello spettro a cui si allude quando si parla di inquinamento elettromagnetico sono quelle classificate ELF (Extremely low frequency) e RF (Radio Frequency); le prime sono le onde di frequenza inferiore a 300 Hz, come quelle dei campi generati dalle linee di trasmissione dell’energia elettrica (in Europa le linee dell’alta tensione hanno una frequenza di 50 Hz, in America di 60Hz); le seconde sono onde di frequenza compresa tra 10 MHz e 300 GHz, vale a dire quelle associate ai campi generati da telefoni mobili, radar, trasmettitori per telecomunicazioni e forni a microonde.



EFFETTI SUI SISTEMI VIVENTI 


Le onde dei due intervalli di frequenze specificati hanno effetti diversi sui sistemi viventi. Per il primo – quello delle basse frequenze, ELF – sono stati compiuti studi scientifici che permettono di fare considerazioni piuttosto precise a riguardo; per il secondo, delle RF, mancano risultati scientifici attendibili.

Gli studi condotti sugli effetti prodotti dalle onde a basse frequenze (ELF) sugli organismi viventi sono sia di carattere epidemiologico che di laboratorio. I risultati, riconosciuti anche dall’Istituto superiore di sanità, sembrerebbero confermare il sospetto che esista una qualche correlazione tra la vicinanza a sorgenti di onde elettromagnetiche a bassa frequenza e l’insorgenza di alcune forme di tumore, come la leucemia infantile. Per quanto riguarda i risultati degli studi di laboratorio, inoltre, sembrerebbe che tali radiazioni, somministrate a un’intensità di almeno 1 decimo di microtesla (0,1 mT), condizionino le funzioni delle cellule e favoriscano la proliferazione cellulare.

Per quanto riguarda le radiofrequenze, la situazione è meno chiara: non si conoscono gli effetti di un’esposizione prolungata. Va comunque operata una distinzione tra le due principali sorgenti di onde a radiofrequenza: gli impianti per la telefonia cellulare e quelli per la diffusione radiofonica. I primi sono antenne altamente direzionali e a bassa potenza; per quanto siano molto numerosi sul territorio, sembrano incidere poco sul fondo naturalmente presente nell’ambiente. I secondi, invece, irradiano con potenze di gran lunga maggiori (dell’ordine delle centinaia di kiloWatt) e potrebbero risultare più dannose. Quanto ai telefoni cellulari, sembra che le loro emissioni producano un riscaldamento dei tessuti biologici, che a lungo andare potrebbe risultare nocivo.



NORMATIVE 


In Italia, il 14 febbraio 2001 è entrata in vigore la legge sull’elettrosmog. In accordo con le normative della Comunità Europea del 1999, la legge conferma i limiti di intensità indicati nel precedente decreto ministeriale (n.381/98) e riporta la mappa dei siti non a norma distribuiti sul suolo nazionale. Tali limiti sono, per i campi di bassa frequenza (ELF, 50 Hz), di 5 KV/m per il campo elettrico e di 0,1 mT per il campo magnetico; in termini di distanza dalle fonti emissive, la legge raccomanda che non vengano costruiti edifici abitativi a meno di 10 m da linee con potenza inferiore a 150 KV, a meno di 18 m da linee a 220 KV e a meno di 28 m da linee a 380 KV.

Per quanto riguarda le alte frequenze (RF), per le quali non si conoscono ancora con certezza gli effetti sulla salute, sono stati fissati dei limiti a scopo cautelativo: per le onde di frequenza comprese tra 0,1 e 3 MHz, un’intensità di 60 V/m (volt/metro) per il campo elettrico e di 0,2 A/m (ampere/metro) per il campo magnetico; di 20 V/m e 0,05 A/m per le frequenze comprese tra 3 e 3000 MHz e, infine, di 40 V/m e 0,1 A/m per le frequenze comprese tra 3 e 300 GHz.


 

 
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Copyright © 2008 La casa di Adri                         Aggiornato il: 13 aprile 2008