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Valutazione e certificazione di qualità secondo i criteri dell'architettura Bioecologica.

Fino a oggi in Italia di bioedilizia si è soprattutto "parlato" a differenza di quanto è avvenuto nel centro e nei nord Europa dove si è soprattutto "fatto", e dove, quindi, sono ormai numerose le esperienze concrete realizzate e il settore produttivo si è da tempo adeguato a una richiesta crescente, mettendo a disposizione del cantiere numerosi materiali coerentemente ecologici.
Molte amministrazioni pubbliche in Svizzera, Germania e Austria stanno elaborando normative ed indirizzi per la valutazione della qualità ecologica dei materiali edili e per la loro applicazione.
Seppure in modo molto parziale anche l'Unione Europea si è mossa per riconoscere l'importanza di una trasformazione ecologica della produzione edilizia, prima con la direttiva 89/106 sulla qualità, anche ambientale, dei materiali da costruzione e poi con il regolamento 880/92 che prevede la costituzione di un marchio europeo denominato "ecolabel" per la certificazione della ecocompatibilitá dei prodotti non solo per l'edilizia.
Ma su quali basi si può definire un materiale ecologico o meglio ambientalmente sostenibile?
In estrema sintesi la sostenibilità di un materiale si definisce in relazione alla riduzione ai minimi termini del suo impatto ambientale riferito all'intero ciclo della sua vita. In alte parole, un materiale è tanto più sostenibile quanto minore è l'energia, da un lato, e la produzione di rifiuti, dall'altro, necessarie per l'estrazione delle materie prime di cui è fatto, per i cicli intermedi di lavorazione,per l'imballaggio, il trasporto e la distribuzione, per l'applicazione, l'uso e il consumo e per l'eventuale riutilizzo o riciclo, ed infine per la sua dismissione o smaltimento finale.
La sostenibilità di un materiale va volutato quindi "dalla culla alla tomba" attraverso un'attenta analisi della sua 'biografia'.
La complessità e la grande articolazione del settore produttivo rendono particolarmente arduo il compito di valutare la qualità ecologica dei materiali edili e la stesura quindi di corretti "ecobilanci"; il sempre più diffuso riconoscimento del valore economico del "capitale ambientale" fa sì che questo strumento di analisi venga sempre più di frequente applicato nella parte economicamente più avanzata d'Europa, ancora molto poco in Italia, per indirizzare nel senso della sostenibilità le scelte produttive e di sviluppo.

 

 

 

PRINCIPI GUIDA PER LA SELEZIONE DEI MATERIALI IN EDILIZIA 
SECONDO I CRITERI DELLA SOSTENIBILITA'

 

Quella che segue è una prima stesura, sulla base delle attuali conoscenze, di una sorta di decalogo
che può indirizzare la selezione dei materiali da utilizzare.

 

1. Basarsi su quanto è già stato sperimentato - ecobilancio del materiale
2. Mantenere cicli chiusi - imparare dalla natura, progettare il riciclaggio globale
3. Usare materie prime rinnovabili - garantire la continuità dello sviluppo
4. Risparmiare energia - nelle fasi di estrazione, produzione, distribuzione
5. Risparmiare risorse - valutare le materie prime
6. Preferire la molteplicità all'unicità - materiali diversi per funzioni diverse
7. Favorire il regionalismo - materiali locali geograficamente e culturalmente
8. Esercitare il principio dei limite - valutare le necessità, tralasciare il superfluo
9. Usare le energie e i ritmi della natura - non contrastare ma assecondare

 

ELEMENTI DI VALUTAZIONE DELLA QUALITA' BIOLOGICA DEI MATERIALI

1. Accumulazione: capacità di trattenere il colore prodotto
2. Coibenza: capacità di non disperdere il colore accumulato
3. Temperatura: temperatura misurabile sulla superficie di un materiale
4. Igroscopicità: capacità di assumere vapore acqueo dall’aria e di cederlo
5. Diffusione: passaggio non, convettivo di gas e fluidi
6. Assorbimento: capacità di filtrazione, accumulazione e rigenerazione delle sostanze volatili
7. Ventilazione: movimento d’aria in dipendenza di differenza di temperatura, pressione e densità del       materiale

 

INFLUENZA DEI MATERIALI DA COSTRUZIONE SULLA QUALITA' DELL'ABITARE

1. Microclima: umidità relativa / temperatura / movimenti dell'aria

2. Clima elettrico: elettromagnetismo /ionizzazione / elettrostaticità

3. Clima energetico: onde terrestri / onde cosmiche

4. Qualità dell'aria: tossicità / odori / radioattività / cariche batteriche

5. Clima profisico: luce / colore / acustica

 

 

 

Sulla base delle tabelle precedenti e sulla base della disponibilità sul nostro mercato di materiali provenienti dalla ricchissima tradizione italiana del buon costruire, purtroppo oggi molto appannata, ma anche di alcuni prodotti innovativi che un numero crescente di aziende mette coraggiosamente in produzione è possibile, anche in Italia, tracciare un primo schematico elenco di malteriali "consigliabili" per la realizzazione di edifici che rispondano a requisiti di bioecologicità.
Occorre poi accompagnare i materiali individuati con indicazioni sulla scelta corretta e sui criteri di applicazione.
Questo elenco non vuole avere nessuna pretesa di sistematicità ma anzi riguarda essenzialmente i materiali base, in genere presenti in un cantiere edile, cercando di contribuire al superamento della genericità e dell'approssimazione degli ormai numerosi messaggi presenti sulla stampa sul tema della bioedilizia.

 

I materiali per fondazioni e opere strutturali
Il cemento


In bioedilizia si consiglia di ridurre ai minimi termini l'uso di questo materiale per le sue specifiche caratteristiche fisico tecniche: mantiene a lungo l'umidità, ha scarsa traspirabilità, elevata conducibilità ed è inoltre facilmente aggredibile dagli agenti atmosferici, richiede quindi complesse opere di isolamento termoacustico e l'utilizzo di additivi chimici specifici di forte impatto ambientale.
Il calcestruzzo armato, d'altro canto, è sia per motivi normativi che pratici la soluzione piò consigliata per realizzare fondazioni e alcuni elementi strutturali.
In bioedilizia si consiglia quindi l'utilizzo di cemento puro, in cui sia certificata l'assenza di radioattività e la non addittivazione in fase di produzione con materie seconde spesso provenienti da scarti di altre lavorazioni industriali o in fase di confezionamento del calcestruzzo con prodotti chimici di sintesi. Questi requisiti si trovano più facilmente nel cemento bianco che è quindi da preferire.

 

Il ferro

 

Anche per l'altra componente del calcestruzzo armato, il ferro, esistono motivi per consigliare un uso moòto limitato. La forte presenza di componenti metalliche in un edificio, soprattutto se in forma reticolare, ha infatti due potenziali effetti negativi: effetto Faraday, ovvero squilibrio fino all'annullamento del campo elettromagnetico naturale proveniente dal suolo e dal cosmo ed effetto antenna nei confronti del sempre più massiccio inquinamento elettromagnetico artificiale presente oggi nelle aree urbanizzate e prodotto da linee ad alta tensione, trasmettitori radio e tv, installazioni radar, ponti radio, satelliti, ecc.

Secondo alcuni studi le alterazioni del campo elettromagnetico naturale e l'aumento dello stress elettromagnetico prodotto da fonti artificiali determinano interferenze con il funzionamento cellulare degli organismi viventi fino ad innescare processi di degenerazione cellulare.

In bioedilizia si consiglia quindi che l'acciaio tondo ad aderenza migliorata sia ad alta resistenza per limitarne la quantità o meglio ancora realizzato in acciaio inox che, per la sua particolare microstruttura, ha valori particolarmente bassi di permeabilità magnetica e consente quindi di eliminare le azioni di disturbo al campo elettromagnetico naturale proprie degli elementi metallici in particolare se reticolari.

 

I materiali per le murature e opere strutturali

L'argilla


Per i motivi addotti parlando di cemento e ferro si deduce che le murature portanti siano la soluzione tendenzialmente preferita per gli edifici fino a tre piani. D’altra parte, per diversi motivi, sono ecologicamente poco consigliabili edifici molto sviluppati in altezza.
Dal punto di vista bioecologico la preferenza nella scelta di elementi per muratura deve andare all’argilla materiale presente nel nostro ambiente in quantità consistenti in modo molto diffuso. I manufatti in argilla sono dotati di grandi capacità di traspirazione e di isolamento acustico; l'argilla costituisce, per le sue caratteristiche di assorbenza e di inerzia termica, un ottimo volano termoigrometrico in grado di creare un clima abitativo ideale: se correttamente dimensionato, accumula e irraggia nuovamente il calore radiante prodotto all'interno delle abitazioni e tende ad equilibrare l'umidità relativa dell'aria interna. Queste caratteristiche sono maggiormente presenti nell'argilla cruda e cioè nel materiale semplicemente essiccato e non cotto in fornace a temperature molto alte. Blocchi argilla cruda, per murature ovviamente non portanti, vengono oggi riproposti anche in Italia e rappresentano una soluzione ideale quando si possono realizzare strutture portanti i legno.Il laterizio è invece indicato, anche in zona sismica, per le murature portanti che dovranno essere, per ottimizzare le loro proprietà, monolitiche e di forte spessore.
L'argilla per essere biologicamente compatibile non deve essere addittivata con materie seconde, come invece spesso avviene, e, in caso di porizzazione finalizzata ai miglioramento delle prestazioni termocoibenti dei laterizio, i materiali aggiunti all'argilla dovranno essere di origine vegetale o minerale come nel caso della polvere di legno, della perlite o di prodotti di scarto della produzione agricola come la pula di riso, mentre si dovranno escludere i materiali derivati dalla sintesi petrolchimica come il polistirolo, materiale privo di sostenibilità ambientale.

 

Il legno


E’ insieme all’argilla il materiale base per la costruzione bioecologica.
E’ infatti in assoluto in edilizia la materia prima più rinnovabile oggi disponibile anche se soprattutto in Italia, il suo uso si è fortemente ridotto negli ultimi decenni a seguito di interventi di impoverimento del patrimonio forestale nazionale molto precedenti a quelli, tanto condannati, in corso nel terzo mondo. Ha caratteristiche fisico tecniche che ne fanno un materiale perfettamente idoneo a creare luoghi di abitazione vitali ed equilibrati. Ha ottima resistenza meccanica, forte potere termocoibente, grande igroscopicità e quindi capacità di regolare l'umidità relativa degli ambienti, elevata temperatura superficiale. Non è un caso che il legno, anche se spesso usato in modo poco corretto, sia il principale materiale da costruzione nei paesi più avanzati del mondo come gli Stati Uniti, il Canada, il Giappone e tutto il centro e nord Europa.
Per tornare ad essere un materiale primario anche in Italia, sarebbe ovviamente necessaria una seria politica di forestazione produttiva in un territorio come il nostro per altro fisicamente ideale per questo orientamento produttivo. Ciò non toglie che, soprattutto nel nord Italia, vista la relativa vicinanza a paesi produttori ed esportatori di legname come l'Austria, il legno possa tornare ad essere usato in maniera sostanziale e non solo in. maniera formale e nostalgica.
Sono in questo caso necessari chiarimenti essenziali sul suo approvvigionamento e sul suo uso. Il legno da usare in un'ottica di rispetto dei criteri della sostenibilità ambientale deve essere preferibilmente di produzione locale, scelto favorendo le specie a rapido accrescimento come il pino, l’abete, il pioppo, l’ontano, la robinia, ecc. deve provenire da taglio selettivo e quindi da forestazione produttiva o da attività di riciclaggio.
Vanno quindi evitati innanzitutto i legnami esotici che in genere provengono da deforestazione ma che nella migliore delle ipotesi hanno richiesto per il trasporto per mare sprechi energetici inaccettabili e trattamenti con antiparassitari fortemente tossici in fase di lavorazione e di uso.
Per l'incidenza dei trasporti e per il rischio dei trattamenti antiparassitari sono poco consigliabili in genere i legnami di produzione extraeuropea.
Le migliori prestazioni di questo materiale si ottengono rispettando i tempi di taglio (luna piena), di stagionatura secondo criteri naturali e di controllo della sua umidità che per evitare le deformazioni e lo sviluppo di funghi deve essere inferiore ai 15/18%.

Va ovviamente molto esplicitamente chiarito che il legno perde le sue principali caratteristiche e può addirittura trasformarsi in un materiale pericoloso per l’ambiente e per la salute umana se viene trattato con prodotti derivati dalla sintesi petrolchimica come impregnanti per l’uso all'esterno, collanti e vernici protettive ricchi di formaldeide, solventi e alti prodotti di provata tossicità. Questi prodotti, oltre a determinare un pericolo in fase di produzione e di applicazione per gli addetti, tendono a rilasciare composti volatili nei primi mesi dopo la posa ma soprattutto modificano le prestazioni proprie del legno come nel caso delle vernici poliuretaniche per i pavimenti che inevitabilmente annullano le doti di igroscopicità del legno stesso. Se necessario, i trattamenti per la protezione e la cura del legno possono essere realizzati con prodotti di derivazione vegetale o animale come l'olio di lino, le resine di conifera, le essenze di agrumi, la cera d'api e molti altri.
I semilavorati (i compensati, listellari, multistrati ecc) richiedono sempre l’uso di collanti più o meno dipendenti dall’industria petrolchimica ed in particolare dalla formaldeide prodotto di riconosciuta pericolosità onnipresente nei lavori di protezione ed incollaggio del legno. L’uso di questi prodotti non è normato in Italia , ma esiste una classificazione tedesca che consente di riconoscere con la sigla "E1" quei semilavorati in cui il contenuto di formaldeide è stato ridotto ai minimi termini.

 

Il cemento


Il cemento viene utilizzato anche per la realizzazione di blocchi per muratura che hanno ovviamente tuffi i limiti della materia prima con cui sono realizzati e l’unico pregio del basso costo. Più interessanti dal punto di vista bioedile sono i blocchi per muratura realizzati con cemento unito a elementi diversi come le fibre di legno mineralizzate, l'argilla espansa, la polvere di alluminio. Quando la qualità del cemento è certificata questi blocchi, pur non raggiungendo nei complesso le qualità dell'argilla, hanno buone prestazioni dal punto di vista dell’accumulo termico, della coibenza, della traspirabilità, della resistenza al fuoco.

 

La pietra


Anche Io pietra è un materiale storicamente utilizzato in modo molto diffuso ma, per motivi principalmente legati al notevole impatto ambientale derivante dalla cavazione, il suo uso è tollerabile solo per limitati interventi decorativi, per interventi di recupero o quando il materiale provenga da riuso di elementi provenienti dalle demolizioni. E’ in ogni caso poco consigliabile utilizzare questo materiale quando ha un forte contenuto di radioattività naturale come nel caso della maggior parte dei graniti o delle pietre di origine vulcanica come il tufo.

 

I materiali per le finiture superficiali

La calce


Anche la calce appartiene ai gruppo dei materiali 'base' della bioedilizia. Possiede infatti ottime qualità biologiche, diffusa reperibilità, basso contenuto energetico in fase produttiva. Viene usata come legante per malte e intonaci e come componente per pitture. In entrambi i casi garantisce alle murature trattate ottime doti di traspirabilità.
La calce eminentemente idraulica (silicato di calcio, silicato bicalcico), quando non è frutto di trasformazioni industriali del cemento ma è di origine naturale così come la conoscevano i romani ai tempi delle loro grandi opere di ingegneria, può molto spesso sostituire il cemento nei massetti, nei sottofondi, negli intonaci rustici garantendo a queste opere maggiore traspirabilità, assorbenza, coibenza, doti fondamentali soprattutto negli intonaci per garantire regolazione termoigrometrica e quindi condizioni microclimatiche interne positive ed equilibrate.
Il grassello di calce o calce spenta (idrato di calcio) è invece il materiale base per i lavori di finitura e soprattutto per gli intonaci dove garantisce in modo coerente il completamento del pacchetto di muratura secondo i criteri già esposti ovvero quelli della regolazione termoigrometrica e della traspirabilità e insieme risultati estetici, nelle innumerevoli varianti di grande pregio offerte dalla tradizione costruttiva regionale italiana.

 

Il gesso

 

Il gesso naturale, da non confondere con il gesso chimico che l’ha progressivamente sostituito nei cantieri, ha buone caratteristiche dal punto di vista bioedile ed è quindi consigliabile per interventi di alto valore decorativo nelle finiture d’interni.

 

I materiali da copertura

L'argilla


La bioedilizia propone un'immagine della casa assimilabile a quella di un organismo vivente che deve necessariamente essere protetto da una pelle impermeabile ma traspirante che gli consenta uno scambio continuo tra interno e esterno. La nostra pelle da questo punto di vista è un prodotto eccezionale. Imparare dalla natura quindi e preferire per le coperture quei materiali che hanno queste caratteristiche ovvero in particolare quindi di nuovo l'argilla cotta che, per le sue ottime proprietà, se viene garantito il rispetto delle attenzioni esposte precedentemente, è da consigliare anche per la realizzazione di tegole.

 

Il metallo e il cemento

 

Le coperture metalliche o quelle in cemento sono meno consigliabili per i motivi già esposti.

 

I materiali da pavimentazione e da rivestimento.

Il legno e l'argilla.

 

In questo campo la tradizione produttiva italiana è veramente di grande qualità e ricchezza tecnica e formale. Escludendo ovviamente i materiali sintetici, i materiali per la pavimentazione ed il rivestimento sono in bioedilizia sempre principalmentete quelli già più volte ricordati che per questo possono essere considerati dei veri archetipi del costruire nonostante i numerosi tentativi di sostituirli. Il legno e l'argilla sono infatti onnipresenti in questo settore in forma di parquet e di piastrelle in cotto, gres, klinker, ceramica. Uno spazio marginale occupano invece i pavimenti tessili in fibre vegetali (cocco, sisal ecc.) o animali (lana) che per i problemi igienici legati all’accumulo di polvere, acari e altri microrganismi vanno usati con molta parsimonia. Per quanto riguarda il legno valgono ovviamente le considerazioni già fatte sul suo trattamento. Un parquet verniciato con una vernice poliuretanica perde molte caratteristiche proprie dei legno e diventa oggettivamente un pavimento 'sintetico'. Per quanto riguarda la ceramica va ricordato che le altissime temperature di cottura a cui l’argilla è sottoposta determinano una vetrificazione del materiale che gli fa perdere le sue doti di assorbenza e traspirabità in cambio di una, a volte necessaria, impermeabilità. Piccole superfici impermeabili all'interno di una costruzione non alterano ovviamente le sue caratteristiche complessive. Va ricordato comunque che l'industria ceramica italiana ha un forte impatto ambientale determinato soprattutto dai prodotti utilizzati per la decorazione, spesso coloranti sintetici o a base di metalli pesanti pericolosi. Una scelta di sobrietà può quindi aiutare i fiumi e i suoli delle zone di produzione.

I materiali coibenti

Il consistente impiego di materiali non rinnovabili, il costo energetico della produzione, l'elevato impatto ambientale, la tossicità dei composti chimici contenuti, questi e altri motivi concorrono a determinare un bilancio ecologico molto negativo per i materiali per la coibentazione termoacustica di origine petrolchimica.
Le doti richieste dalla bioedilizia ad un materiale per la coibentazione termoacustica sono: la traspirabilità, l’igroscopicità, la resistenza al fuoco, a muffe, funghi, insetti, roditori senza l’utilizzo di prodotti sintetici, l’assenza di odore, l’assenza di radioattività, la capacità di essere elettricamente neutro, la sostenibilità ambientale.

 

Materiali coibenti vegetali

Il sughero 

 

Il sughero viene prodotto dalla corteccia di una pianta mediterranea, la quercia da sughero (quercus suber) Questa pianta ha la particolarità di produrre una corteccia composta da un tessuto cellulare spugnoso, morbido e resinoso costituito da milioni di alveoli che si stratificano lentamente, la corteccia, una volta asportata, si riproduce nell'arco di 10 anni. Dalla polpa pulita della corteccia si ricava un granulato che, con diverse sezioni, può essere utilizzato senza ulteriori lavorazioni come ottimo materiale coibente in intercapedini di murature, pavimenti e coperture oppure, legato con calce o vetrificanti minerali specifici, nei massetti sottopavimento. Il granulato di sughero può altresì essere agglomerato in pannelli per l’effetto combinato del calore e della compressione. Per essere di buona qualità il sughero granulare deve essere privo di residui legnosi, di terra e di polvere, elementi questi che favorirebbero l'insorgere di muffe. Il sughero in pannelli non deve essere legato con colle sintetiche che oltre alla loro pericolosità (cessione di formaldeide) riducono fortemente le qualità principali del materiale ma dalle capacità autocollanti della suberina, la parte resinosa del materiale, che sottoposta a colore si scioglie legando naturalmente i granuli a raffreddamento avvenuto. I pannelli di sughero tostato o espanso hanno ottime capacità coibenti, non impiegano colle sintetiche che ma l'alta temperatura a cui la materia prima viene sottoposta brucia la suberina e il tannino liberando benzopirene prodotto naturale ma tossico e dall'odore sgradevole . Anche nel caso del sughero sono quindi fondamentali le certificazioni e il control lo di qualità sul prodotto. In sintesi il sughero è un ottimo materiale coibente per la bioedilizia solo se proviene da pura polpa di corteccia di sughero priva di ogni elemento estraneo, ventilata ed eventualmente aggregata in pannelli per effetto combinato di solo calore e compressione, In questo caso le sue caratteristiche sono l’ottimo potere coibente termico e acustico, la grande traspirabilità, l'impermeabilità, l'inattaccabilità da insetti e roditori.

 

I pannelli di legno mineralizzato


Con le fibre di legno (in genere di pioppo, pianta a rapido accrescimento vengono realizzati pannelli con ottime qualità bioedili, Il processo produttivo si basa sull'utilizzo di ossisolfato di magnesio (magnesite caustica e solfato di magnesio) sostanza che impregna, lega e mineralizza le fibre del legno. Un impasto di fibre di legno e ossisolfato di magnesio viene sottoposto ad alta temperatura e compressione e quindi formato in pannelli. In questo modo il legno perde le parti organiche deperibili e si mineralizza assumendo oltre alle sue già note proprietà di coibentazione termica e acustica, di traspirabiiità, di igroscopicità e di inattaccabilità da insetti e roditori, un ottima resistenza al fuoco.

 

I pannelli in fibra di legno

Dagli scarti delle segherie (riciclaggio di cortecce e rami di conifere non trattate chimicamente) proviene la fibra di legno, materia prima per la produzione di pannelli coibenti, le fibre di legno vengono aggregate senza compressione per effetto del potere collante della lignina resina naturale presente nella fibra stessa. ]I prodotto ottenuto è completamente biodegradabile e riciclabile e si presta ottimamente a diversi impieghi nella coibentazione termica e acustica di pavimenti, pareti e coperture.

 

 

 

 

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Copyright © 2008 La casa di Adri                         Aggiornato il: 13 aprile 2008