Circolare n° 5
Non c’è amore senza Verità
II Sentiero
Già nel Mistero della Trinità è chiaro quanto l’amore debba essere giudicato dalla verità.
Se così non è, l’amore può diventare anche il sentimento più pericoloso...
come i nostri tempi dimostrano ampiamente.

 

Prendiamo spunto dalla preziosissima enciclica Deus Caritas est.

Enciclica con cui papa Benedetto XVI ci ha voluto parlare di quanto Dio sia costitutivamente Amore, come tutto muova dall’Amore e come ognuno di noi sarà giudicato sull’amore.

In un mondo che ha dimenticato cosa sia veramente l’Amore, il Papa ha voluto ribadire quanto tutti gli amori possibili (eros, philia, ecc.) debbano esprimersi nella dinamica del dono e del sacrificio di sé (agape) per diventare umanamente veri.

In questi giorni, però, si è avvertito che i mezzi di comunicazione, parlando di questa Enciclica, non hanno saputo evidenziarne il dato saliente, ovvero che l’Amore divino (ragion d’essere di ogni tipo di amore) è un Amore che deve essere “giudicato” dalla Verità.

Per questo motivo, indegnamente, ci permettiamo di fornire un contributo per cogliere il vero significato di questa preziosa Enciclica.

Il mistero della Santissima Trinità è un mistero e come tale non può essere compreso, ma non per questo è qualcosa d’irragionevole. Nella dottrina cattolica ciò che è mistero è sì indimostrabile con la ragione, ma non è irrazionale, cioè non è in contraddizione con la ragione.

A proposito della Trinità si afferma che è costituita dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Non si dice: dallo Spirito Santo, dal Figlio e dal Padre o dal Figlio, dal Padre e dallo Spirito Santo, ma: dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo. Il tutto in una successione logica e non cronologica.

Cosa vuol dire?

Vuol dire che senza il Figlio non ci sarebbe lo Spirito Santo e senza il Padre non ci sarebbe il Figlio. Ma non che il Padre abbia creato il Figlio e il Figlio abbia creato lo Spirito Santo. Perché, se così fosse, il Figlio e lo Spirito Santo sarebbero delle creature e ciò non è.

Dunque, una successione logica ma non nel tempo (cronologica).

Il Cristianesimo ortodosso (per intenderci: quello dei Russi, dei Serbi, dei Greci) è lontano dal Cattolicesimo non solo perché non riconosce il Primato del Vescovo di Roma (il Papa) ma anche perché, a proposito della Trinità, non riconosce la dottrina cosiddetta del Filioque, cioè che lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio.

Lo Spirito Santo –dicono gli ortodossi- procede solo dal Padre.

Questione di lana caprina, direbbe qualcuno. Inutili pignolerie, direbbero altri. E invece no, la questione è importante, per non dire importantissima.

Metodologicamente si attribuisce al Padre l’azione della Creazione, al Figlio quella della Redenzione, allo Spirito Santo quella della Santificazione. Questo non vuol dire che nel momento della Creazione il Padre agiva e il Figlio e lo Spirito Santo non partecipavano, oppure nella Redenzione il Figlio agiva e il Padre e lo Spirito Santo erano assenti...Nella creazione ha agito tanto il Padre, quanto il Figlio, quanto lo Spirito Santo e così nella Redenzione...ma metodologicamente diciamo così: il Padre crea, il Figlio redime, lo Spirito Santo santifica.

Il Figlio lo chiamiamo anche Verbo (Parola) per indicare il fatto che è il Dio che si manifesta. Il Figlio è anche il Logos, la Verità, mentre lo Spirito Santo è l’Amore.

Ed ecco il punto nodale. Già in Dio è pienamente rispettata la processione logica verità-amore. L’amore deve essere sempre giudicato dalla verità, altrimenti può diventare anche la cosa più terribile di questo mondo.

Facciamo un esempio. Un padre di figli che lascia la famiglia perché “s’innamora” di un’altra donna, fa bene? Oggi molti risponderebbero di sì; direbbero: se lo ha fatto per amore...

Ma questo è il punto. L’amore, se non è giudicato dalla verità, può diventare molto pericoloso.

Facciamo altri esempi.

Perché Hitler e i suoi decisero di perseguitare gli Ebrei? La risposta può sembrare paradossale ma non lo è: per troppo “amore” nei confronti della razza ariana.

Perché Stalin decise di sterminare milioni e milioni di piccoli proprietari? Per troppo “amore” nei confronti dello Stato socialista.

Perché Robespierre decise di tagliare teste su teste? Per troppo amore nei confronti della Rivoluzione che lui sentiva minacciata.

Ecco cosa diventa l’amore sganciato dalla verità.

Se si riflette, è questo uno degli errori più tipici dei nostri tempi.

C’è chi si lamenta che oggi c’è poco amore. Verrebbe voglia di dire: no, non è così, ciò che oggi manca non è l’amore, ma la consapevolezza della Verità, che è un’altra cosa! O meglio: c’è troppo sedicente amore, perché un amore, sganciato dalla Verità, non è amore!

Bisognerebbe ritornare a meditare sulla natura di Dio –come ci ha invitato il Papa- per capire come già nella Sua intima natura è presente questa verità, e cioè che l’amore è vero se è conforme al Vero.

E così si potrà anche capire perché mai la Chiesa Cattolica ha tenuto fermo sul punto del Filioque.

 

 

 

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