APPENDICE 2

IL BATTESIMO PER I MORTI
(1 Cor 15, 29)

Introduzione

a) È un passo difficile per il quale sono state formulate numerose interpretazioni (almeno 36) diverse fra loro.

b) Lutero: era un battesimo compiuto sulla tomba dei morti.

c) Calvino: i morti sarebbero dei cristiani moribondi che venivano battezzati come se fossero già morti.

d) L’immersione rende difficile tali pratiche, ammesso che siano mai state attuate al tempo di Paolo.

e) Il testo: « . . . Altrimenti che faranno quelli che sono battezzati per u(pe/r (a favore) i morti? Se i morti non risuscitano affatto, perché dunque sono essi battezzati per u(pe/r i morti?».

f) Dal punto di vista testuale non esistono problemi.


A. Interpretazioni

1. Battesimo vicario per i morti
a) A Corinto sarebbe esistito l’uso di battezzare dei vivi al posto dei defunti che non avevano fatto in tempo perché sorpresi dalla morte.

b) Paolo non approva, ma neppure disapprova, usa solo l’argomento a favore della resurrezione.

c) Nel II secolo questa pratica esisteva presso alcune sette eretiche: Montanisti, Marcioniti, Cerintiani.
« Quando moriva un catecumeno (marcionita), si nascondeva sotto il letto del morto un uomo vivo. Accostandosi essi al letto del defunto, si mettevano a parlare con lui e gli chiedevano se era disposto a ricevere il battesimo. Al posto del morto, che stava zitto, rispondeva il vivo nascosto sotto il letto che si battezzava poi al posto del defunto » [G. Crisostomo (+407), in 1 Cor hom. 40].

d) Sembra che sia stato praticato nelle chiese africane fino al tempo di Agostino (+430) e di Fulgenzio (+533) che lo biasimano.

e) Fu condannato dal 3° Concilio di Cartagine nel 397 d.C.

f) Persiste in Germania fino all’epoca di Burcardo di Worms (+1025) che lo combatte.

g) Nel N.T. non c’è nulla che possa sostenere il battesimo vicario: chi crede può essere battezzato e nessun altro.

h) È perlomeno strano che Paolo, che corregge tanti errori dei Corinzi, non abbia neanche una parola di biasimo per una pratica superstiziosa e contraria allo spirito del Vangelo.

i) Perché il plurale? «Altrimenti che faranno? . . . ».

2. In vista della resurrezione
a) I commentatori greci hanno interpretato il passo come un’ellissi in cui sarebbe stata omessa la parola resurrezione.
« . . . che faranno coloro che si battezzano in vista della resurrezione dei morti (o per ottenere la resurrezione dei morti?) »

b) I morti cristiani sono un’ "elite" di cui Cristo è il capo e anche il primogenito già risorto.
Ci uniamo a questo gruppo con il battesimo ed esprimiamo la speranza di risorgere con Cristo. Se non vi è resurrezione, anche il battesimo che lo simboleggia (Rm 6, 3-11) è privo di valore (J.W. Mc Garvey, The Standard Commentary; A. Clarke, Commentary; R. Erdman, First Epistle of Paul to the Corinthians).

c) Perché dall’ellissi sarebbe stata eliminata la parola resurrezione?
Può accadere che si sottintenda dei morti, ma non la resurrezione.

d) uper non ha il senso di in vista di, o, per ottenere (eiV), ma piuttosto in favore di.

e) Resta incomprensibile anche il futuro «faranno» dato che il battesimo si effettua di continuo nella chiesa.

3. Battesimo in senso metaforico (Godet, Bellarmino)
a) Paolo qui parlerebbe di un battesimo figurato, come pure il contesto menziona dei pericoli (che sono figurati).
« Perché siamo anche noi in pericolo?
io muoio ogni giorno . . .
ho combattuto con le fiere . . . » (1 Cor 15, 30-32).

b) Si dovrebbe tradurre: «che faranno coloro che sono immersi (nel martirio) per diventare dei morti? (per entrare con il martirio nel regno dei morti)».

c) Questa interpretazione spiegherebbe il futuro.

d) Di solito quanto il Battesimo è riferito al martirio si usa Battesimo di sangue, battesimo di fuoco e viene unito al simbolo dei calice (Mc 10, 38 ss; Lc 12, 50).

e) Inoltre questa spiegazione non salvaguarda il significato di uper che significa a favore dei morti e non per diventare dei morti.

B. Correzioni

A causa di queste difficoltà, alcuni esegeti moderni hanno pensato di introdurre alcune correzioni al testo, modificando la punteggiatura (che manca nei codici più antichi).

1. Interrogazione retorica
a) Spezzare la frase in una serie di domande retoriche dando al verbo fare il senso di ottenere.
« Che otterranno coloro che sono battezzati?
Per essere solo dei morti?
Se i morti non risuscitano, perché battezzarsi?
Per essere uno di loro? (i morti)».
b) Pur possibile (a causa della mancanza dei segni di interpunzione negli antichi MMSS), anche questa soluzione crea delle difficoltà: uper in senso di verso ( ei)j ) per diventare uno dei morti . . . , significato escluso per questa parola.
2. Ipotesi di G. Nolli (cattolico)
a) Così traduce: «Quelli che si fanno battezzare in che cosa supereranno i morti? Perché allora si fanno battezzare?
Riguardo a noi stessi (u(pe\r au)tw=n ) perché ci esponiamo ogni istante ai pericoli? » (v. 30).
1) u(pe\r-poie/w (fare) congiunge questi termini dando il significato di superare.

2) Il secondo uper viene congiunto come inizio della frase del v. 30 dando il significato di noi stessi al pronome au)tw=n (loro).

b) Ipotesi abbastanza complicata, anche se spiega il futuro – supereranno – ; riguarda il tempo futuro della morte e non il momento del battesimo.

c) Inoltre lo spostamento delle parola uper autwn al v. 30 (possibile data l’assenza di punteggiatura negli antichi manoscritti), dando il senso di riguardo a noi stessi, presuppone un cambiamento di oggetto dai morti al noi (majestatico) di Paolo.
d) Infine il verbo poie/w non può mai avere il significato di superare.

C. Ipotesi Salvoni
1. Battesimo dei "viventi" per quando saranno "morti"
a) «Che cosa si procureranno a favore dei morti (a favore di quando saranno morti) quelli che si fanno battezzare? In loro favore?
E anche noi, perché corriamo pericoli in ogni momento?
Io muoio ogni giorno . . . » (v. 30, 31).

b) Che cosa si procureranno è al futuro in quanto riferito ai morti che ora sono ancora vivi: i vivi si battezzano per ottenere la resurrezione dopo che saranno morti.

c)  Il battesimo è simbolo di morte e di resurrezione (Rm 6, 5; Cl 2, 12).

d) Se non è possibile la resurrezione, il battesimo non servirebbe a nulla.

e) Poiché il battesimo si attua di continuo nella Chiesa, Paolo usa il presente: si battezzano.

f) il verbo fare poie/w , invece è al futuro perché riferito alla situazione finale: se non esiste la resurrezione, che faranno quelli che ora si battezzano proprio per partecipare alla resurrezione?

g) In questo modo il v. 29 è in perfetto parallelismo col v. 30 e seguenti (le fatiche ed i pericoli corsi da Paolo).

Si tratta, quindi, solamente di un argomento a favore della fede nella resurrezione, testimoniata anche dalla pratica del battesimo.