BATTESIMO
di Fausto Salvoni

CAPITOLO PRIMO
IL BATTESIMO NEL CORSO DEI SECOLI

Indice

1) Storia del rito battesimale

a) Immersione dei credenti
b) Catecumenato, immersione, battisteri (sec. II e III)
c) Liturgia battesimale organizzata (sec. IV e V)
d) Battesimo dei bambini senza immersione (VI-XIX)

2) Il nuovo rito battesimale

a) Riti preparatori
b) Parte centrale
c) Riti conclusivi

3) Il rituale del battesimo per gli adulti


Battezza Pietro, è Cristo che battezza; battezza Paolo, è Cristo che battezza; battezza Giuda, è Cristo che battezza... Coloro che hanno battezzato un ubriacone, coloro che hanno battezzato un omicida, coloro che hanno battezzato un adultero, se si tratta del Battesimo di Cristo, Cristo in realtà li ha battezzati (Agostino, In Ioannis evang. 6, 7; 5, 18 PL 35, 1428. 1424).

Essendo impossibile descrivere in poche pagine le tappe percorse dal battesimo nel corso dei secoli, cercherò di sintetizzare il tutto a larghi tratti, rimandando ad un'apposita sezione ciò che riguarda il battesimo dei bambini.

1) Storia del rito battesimale

a) Immersione dei credenti

Nel primo secolo dopo Cristo si mantenne l'uso biblico di immergere (battezzare) nell'acqua solo gli adulti, che personalmente avevano accettato il Cristo e professato la propria fede (At 2, 41; 8, 37 ecc.). Sembra che presso i giudeo-cristiani, i quali già conoscevano l'unico Dio Padre e lo Spirito Santo (At 2, 14-41), il battesimo fosse amministrato nel « nome di Gesù », come si deduce dai dati del Nuovo Testamento, dove si parla di immersione (battezzare) « nel » nome, avele a dire per l'autorità di Gesù, o « verso il nome », ossia per entrare in comunione con la persona di Gesù. Anche la lettera di Giacomo può parlare del « bel nome... che è stato invocato sopra di voi » (Gc 2, 7). Ancora verso la metà del II secolo, Erma, parlando di coloro che durante le persecuzioni avevano apostatato dal cristianesimo, dice che essi « si erano vergognati del nome invocato sopra di loro».

Sembra, invece, che presso i pagani si usasse la formula «Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» per meglio esplicitare ciò che i Giudei già conoscevano (Mt 28, 19), già nota all'inizio del II secolo come appare dalla Didaché. Un esempio di professione di fede, con domanda e risposta, si ha nel passo interpolato, ma assai antico, del libro degli Atti, dove Filippo, alla richiesta del battesimo da parte dell'etiope, risponde:

« Se credi di cuore si può fare. Egli rispose: Io credo che Gesù Cristo è il figlio di Dio » (At 8, 37).

Il battesimo – come indica l'etimologia – si attuava per immersione, in modo da simboleggiare con lo stesso rito la partecipazione del battezzando alla morte e resurrezione del Cristo. La Didaché, testimoniando l'antica prassi, così scrive:

Quanto alla immersione (battesimo), così immergete: avendo prima parlato di tutte queste cose: immergete nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, in acqua viva (= corrente) (Didaché 7, 1).
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b) Catecumenato, immersione, battisteri (sec. II e III)

Nel secondo e terzo secolo si stabilì un periodo prebattesimale dedicato alla preparazione dei battezzandi, detto catecumenato . Benché il nome appaia per la prima volta in Tertulliano, tale uso era già noto anche prima come appare da un passo di Giustino. Secondo la testimonianza di Ippolito verso il 220 esisteva a Roma un catecumenato ben organizzato che durava da due o tre anni. Il battesimo, salvo casi di urgenza, veniva amministrato dal vescovo due volte l'anno, nelle vigilie di Pasqua e di pentecoste. Sullo scorcio del II secolo in Occidente e specialmente a Roma, se ne fissò la formula. Il vescovo domandava:

« Credi in Dio, Padre onnipotente?... credi in Gesù Cristo, Figlio di Dio, nato per opera dello Spirito Santo dalla Vergine Maria, crocifisso sotto Ponzio Pilato, morto e seppellito, risorto dai morti il terzo giorno, che salì al cielo, siede alla destra del Padre e verrà a giudicare i vivi e i morti?... Credi nello Spirito Santo, nella Chiesa Santa e nella resurrezione della carne? »

Ad ogni domanda il battezzando rispondeva «Credo» e veniva immerso in acqua corrente dal vescovo, oppure per suo incarico, dai presbiteri o dai diaconi, e in caso di bisogno anche dai laici. Quando il battezzando era ammalato e non poteva venire immerso, si cercava di versare un po' di acqua su tutto il suo corpo (in modo da imitare in qualche modo l'immersione) e, in seguito, anche solo sul capo.
 All'inizio del III secolo Tertulliano e Ippolito ricordano diverse cerimonie suppletive, come imposizione del segno di croce, rinuncia al demonio, esorcismo, unzioni con olio, promessa di fedeltà al Cristo, partecipazione alla cena del Signore (eucarestia). Dopo la cerimonia si porgeva ai neofiti una miscela di latte e miele, allora usata come cibo per i neonati.

Durante gli otto giorni delle solennità battesimali i neo battezzati portavano l'abito bianco da loro indossato dopo il battesimo, che poi deponevano la domenica successiva alla Pasqua, che fu appunto chiamata in albis depositis . Erano pure richiese gli sponsores (padrini) a garanzia della serietà dei battezzandi, come attesta Tertulliano. L'imposizione di nomi nuovi divenne sempre più frequente dalla metà del II secolo.

Oltre al simbolismo biblico visibile nel battesimo: morte al peccato (immersione, rinascita a novità di vita (emersione), i vescovi d'allora vollero simboleggiare anche la discesa dello Spirito Santo con «l'unzione» postbattesimale (chrismatio) e con l'imposizione delle mani da parte del vescovo. Tale rito oltre a mostrare esteriormente l'idea che il battesimo è una « unzione » (chrismatio) ad opera dello Spirito Santo, voleva pure ripetere l'imposizione delle mani che, per due volte, gli apostoli fecero per conferire lo Spirito Santo (At 8, 17 s; 19, 6). Tale uso, riservato esclusivamente la vescovo, come ci attesta Ippolito nella sua Tradizione apostolica , era già praticato dal II secolo.

Dopo essere risalito (dall'acqua) sia unto da un presbitero con olio santificato, unitamente a queste parole: «Io ti ungo di olio santo nel nome di Gesù Cristo». Poi il battezzato veniva rivestito e fatto entrare nel tempio dove il vescovo, imponendogli le mani così pregava:
Signore che hai reso costoro degni di meritare la remissione dei peccati... con il bagno della rigenerazione dello Spirito Santo, invia la tua grazia, affinché ti servano secondo la tua volontà, poiché a te è la gloria: al Padre e al Figlio con lo Spirito Santo nella santa Chiesa, ora, e nei secoli. Amen. Poi, versandogli sul corpo l'olio santificato e imponendogli la mano dica: Ti ungo con l'olio santo del Signore, il Padre Onnipotente, e di Cristo Gesù e dello Spirito Santo. E lo segni sulla fronte (consignans in frontem) lo baci e dica: il Signore sia con te; e colui che è segnato risponda: E con lo Spirito tuo. Così il vescovo faccia a tutti, uno per uno.

In questa epoca sorsero i battisteri, spesso ottagonali, simbolo della resurrezione, di cui è un esempio quello scoperto di recente a Milano sotto l'atrio del Duomo; più noti, anche se meno antichi, sono quelli di S. Giovanni in Laterano (Roma), di S. Giovanni in Fonte e S. Vitale (Ravenna), di S. Giovanni (Firenze).n Essi sorgevano generalmente presso i templi con i quali erano spesso congiunti mediante un corridoio aperto. Il bacino per immersione (kolumbètra, piscina, fons) era collocato nel mezzo dell'edificio, fornito di gradini perché vi si potesse scendere. Nei primi tempi i battezzandi entravano nell'acqua (almeno in Occidente) completamente nudi secondo l'uso delle piscine pubbliche – i maschi però separati, a quel che sembra, dalle femmine.

Si amministrava (il battesimo) in un battistero, edificio a se stante, composto di una vasca con le forme più svariate, rettangolare, esagonale, ottagonale, cruciforme o anche a barca. Di solito il labbro superiore era a livello del pavimento, profondità non superiore a 75 centimetri. Vi si scendeva per due o tre gradini al massimo. In tutte vi era un foro per l'emissione delle acque; in alcune anche quello di immissione (spesso nei battisteri monumentali l'acqua vi era versata da cerci, agnelli, ecc.). Le pareti della vasca erano rivestiti da lastre marmoree o da mosaici.. Tali le vasche battesimali antiche rinvenute a Roma (S. Marcello e S. Crisogono), a Grado, a Butrinto in Albania e quelle assai numerose dell'Africa romana, come quella recentemente rivenuta a el ha  Mudijjeh ad ovest di Ebron (G. Ronci, Fonte battesimale in «Enc. Catt. 5 p. 1948 ss.).

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c) Liturgia battesimale organizzata (secoli IV e V)

Con l'avvento della Chiesa popolare (a partire da Costantino) o statale (da Teodosio) l'incorporazione alla chiesa fu semplificata, ma anche oscurata. Fin dal IV secolo in Occidente le divisioni territoriali cristiane si identificavano con quelle civili; la parrocchia rurale copriva lo stesso territorio del municipio e la diocesi coincideva con i confini della provincia. Il battesimo si ridusse come tuttora in Grecia a una specie di imprimatur ecclesiastico di cittadinanza di una nazione supposta cristiana. Il battesimo diviene un movimento di massa, in quanto i pagani, per spinta civile, dovevano divenire cristiani, per cui anche il catecumenato si trasformò in una istituzione sempre più organizzata. La vera preparazione battesimale aveva inizio la vigilia di quaresima nella quale un diacono raccoglieva i nomi di tutti i candidati. Dopo uno scrutinio o esame delle disposizioni, che il vescovo attuava sul candidato – il quale in Siria stava sedu to su di un ruvido tappeto – chiunque superava la prova veniva iscritto ufficialmente nell'albo dei battezzandi per la Pasqua successiva. Da allora passava nel gruppo dei fotizòmenoi (illuminati), poi dei baptizòmenoi (battezzandi), competentes baptismum (chiedenti il battesimo), electi (scelti) che si preparavano al battesimo ormai imminente. Gregorio di Nissa così esortava i catecumeni: « Datemi i vostri nomi perché li scriva con inchiostro. Il Signore, da parte sua, li inciderà su tavole incorruttibili, scrivendoli di sua mano come già fece per la Legge degli Ebrei ». Siccome tutta la quaresima seguente doveva essere per i battezzandi un periodo di condotta integerrima e di vittoria sulle tentazioni, il vangelo del primo giorno di quaresima presentava, com'è ancora in uso, nella Chiesa latina, la vittoria di Gesù sulle tentazioni sataniche. Nei quaranta giorni seguenti i battezzandi ( fotizòmenoi ) si recavano quotidianamente nel tempio per partecipare alle riunioni loro riservate per esservi esorcizzati, per leggere un buon libro, cantare salmi, e udire l'insegnamento ( catechesi ), nella quale si gettavano le basi della fede. In quel tempo furono create le varie professioni di fede ( symbola fidei ), basate sia sulle regole dottrinali catechistiche sia sulle domande battesimali. Tre settimane prima del battesimo il vescovo, capo e rappresentante della Chiesa locale, comunicava ufficialmente ai catecumeni riuniti la dottrina della Chiesa ( traditio symboli ), che per due settimane veniva spiegata perché fosse alla fine ripetuta a memoria ( redditio symboli ). Si tratta del cosiddetto simbolo apostolico (Credo) in Occidente, che nella sua formulazione più antica sta alla base di tutti gli altri simboli occidentali. In Oriente consisteva nel simbolo Niceno-Costantinopolitano e nel Pater noster.

Oltre agli esorcismi, i catecumeni aggiungevano la confessione pubblica dei propri peccati, digiuni, preghiere e altre penitenze, che si chiamavano scrutinia , in quanto servivano a dimostrare che essi erano pronti per il battesimo. Al sabato santo, vigilia della Pasqua, il battezzando rinunciava a Satana, ossia all'idolatria per aderire a Cristo. Cirillo di Gerusalemme così ne descriveva il rito:

Dapprima siete entrati nel vestibolo del battistero e in piedi, volti a Occidente, avete ricevuto l'ordine di tendere la mano. Avete quindi rinunciato a Satana, come se egli fosse presente, dicendo: Io rinunzio a Satana, a tutto il suo sfarzo e a tutto il suo culto.

Seguiva poi l'adesione a Cristo rivolti ad Oriente:

Quando avrai rinunciato a Satana... allora il paradiso di Dio si aprirà davanti a te: quello stesso paradiso che Dio aveva creato a oriente.. Ne è simbolo il volgerti da occidente a oriente, dove sta la regione della luce. Allora ti è stato insegnato a dire: Io credo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo e nell'unico Battesimo di ravvedimento.

Il giorno di Pasqua, prima del battesimo, il catecumeno si spogliava totalmente dei suoi abiti.

Appena entrati nel battistero – scrive Cirillo di Gerusalemme – avete deposto la tunica... Spogliati, voi eravate nudi, imitando il Cristo nudo sulla croce, che con la sua nudità ha spogliato i principati e le potenze... O meraviglia! eravate nudi al cospetto di tutti e non ve ne vergognavate. In verità recate in voi l'immagine del primo Adamo, nudo nel paradiso senza provarne vergogna. Il cristiano tornando allo stato originale, trova la confidenza, la forza e la parresìa – come diceva Gregorio di Nissa – e si mostra ormai alla luce del sole.

Seguiva l'unzione totale del corpo con olio esorcizzato, ad indicare la forza necessaria al battezzando per le lotte che lo attendevano: « Spogliati delle vesti, foste unti d'olio esorcizzato dall'estremità dei capelli sino alla punta dei piedi e foste resi partecipi del vero ulivo, che è Gesù Cristo. Egli scaccia le potenze invisibili dei maligni ».

Si consacrava poi l'acqua battesimale perché «l'acqua è lo strumento; chi agisce è lo Spirito Santo. L'acqua non guarisce, se lo Spirito Santo non interviene a consacrarla ». Si svolgeva alfine il rito essenziale dell' immersione completa del catecumeno nell'acqua della piscina e della sua emersione, preceduta da un'interrogazione sulla fede alla quale il battezzando rispondeva «Credo».

Ti è stato chiesto: Credi tu in Gesù Cristo e nella croce? Hai risposto «Credo», e sei stato immerso nell'acqua. Sei stato sepolto con Cristo, e chi è sepolto con Cristo, risorge con lui.

A Gerusalemme si usava una triplice immersione, ma in Spagna per contrapporsi agli ariani si battezzava il catecumeno con una immersione unica, la quale rispecchiava l'uso antico. Anche alcune sette ariane, come gli eunomiani e gli egiziani, adoperavano un'unica immersione a sostegno della loro dottrina. L'amministrazione del battesimo oltre che a Pasqua e poi a Pentecoste, si estese pure alle altre feste, specialmente all'Epifania, mentre a Roma si conservò l'uso antico.

Uscito dall'acqua il neofita indossava una tunica bianca, che portava per una settimana:

Dopo il battesimo – scrive Ambrogio – hai ricevuto le vesti candide, perché siano il segno che hai deposto l'abito del peccato e indossato le pure vesti dell'innocenza... chi è battezzato è puro, secondo il Vangelo, perché le vesti di Cristo erano candide come la neve, allorché nel Vangelo stesso, egli manifestava la gloria della resurrezione.

Il battezzato veniva poi unto con crisma profumato, appositamente benedetto, sulla fronte, sulle orecchie, alle narici e sul petto, affinché il battezzato divenisse un «Cristo», ossia un unto appartenente a Gesù Cristo, meritasse il nome di cristiano e fosse armato contro Satana. Ik profumo del crisma ( myron ) simboleggiava il profumo di cristo e ricordava al battezzato l'obbligo di « rimanere saldo (bèbaios) e persistente » nella vita cristiana: « Sei stato unto alle narici insegnava Cirillo di Gerusalemme affinché, percepito il profumo di Cristo, tu possa dire: Noi siamo il profumo di Cristo ». Da ultimo il neofita veniva ammesso alla comunione eucaristica.

In questo periodo ebbe pure inizio lo studio dei vari effetti prodotti dal battesimo : il primo e fondamentale effetto di questo di questo sacramento è il perdono dei peccati come appare dalla iscrizione di Sisto III (a. 440) posta sul cornicione del battistero di S. Giovanni in Laterano, dove si legge che l'effetto principale del battesimo consiste nel cancellare i peccati.

Qui nascono di nascita sublime
coloro che sono destinati a possedere il cielo,
nascono dal seno delle acque fecondate dallo Spirito di Dio.
Immergiti in queste acque, o peccatore che vuoi purificarti:
vi entrerai con l'impurità dell'uomo antico,
ma ne uscirai rinnovato-
Non importa se la colpa che ti macchia
sia del progenitore o tua.
Questa fonte è sorgente di vita,
che purifica tutto il mondo;
essa è scaturita dal costato di Gesù.
Voi tutti, che rinascete in quest'acqua,
avete diritto al regno dei cieli;
ma la beatitudine eterna non è per colui,
che qui non cerca una seconda vita,
nessuno si spaventi né del numero,
né della qualità delle sue colpe;
chiunque si bagnerà in questo fiume sarà purificato!

Non mancano allusioni ad altri effetti come il dono dello Spirito Santo , che però nel IV secolo, con lo sviluppo delle parrocchie rurali (pagus), fu ricollegato alla imposizione delle mani compiuta dal vescovo quando le poteva visitare, mentre il battesimo era compiuto prima dai presbiteri, i quali in questo periodo andarono assumendo un'importanza sempre maggiore. Agostino per primo cominciò ad attribuire al battesimo il conferimento del carattere cristiano che non si può perdere mai e che di conseguenza impedisce la ripetizione del battesimo: « Voi siete le pecore di Cristo, perché portate il carattere di Cristo avuto tramite il sacramento (del battesimo) da voi ricevuto ».

Accanto al battesimo di acqua la Chiesa riconobbe pure la validità del battesimo di sangue , vale a dire del martirio vero e proprio, unico surrogato del battesimo per la Chiesa greca. La Chiesa latina vi aggiunse anche il battesimo di desiderio : Ambrogio, nel suo famoso necrologio per l'imperatore Valentiniano II, assassinato nel 392, rivela espressamente che la sua pietà e il sui desiderio di ricevere il battesimo lo avevano « lavato » ( hunc sua pietas abluit et voluntas )..

Sento che voi vi dolete perché egli non ricevette il sacramento del Battesimo. Ma ditemi, qual cosa è in nostro potere oltre al desiderio e alla richiesta? E il desiderio di essere battezzato egli lo aveva concepito da tempo, tanto che anche prima di venire in Italia vi si era fatto iniziare, e poco fa mi aveva detto di voler ricevere da me il sacramento rigeneratore; anzi per questo scopo, più che per ogni altro motivo, aveva voluto chiamarmi a sé. Dobbiamo dunque dire che non ottenne la grazia colui che la desiderava e la invocava? Certo! dal momento che la chiese, l'ottenne.

Ad ogni modo la chiesa orientale non ha accettato come valido tale desiderio, come risulta dal caso del catecumeno Archia, il quale, ucciso da una freccia scita durante il saccheggio di Comanes, prima di spirare così gridava: « Montagne e foreste battezzatemi, alberi, rocce e fonti d'acqua datemi la grazia. I cittadini piansero più per tale fatto che per ogni altra disgrazia ».

Gregorio di Nazianzo scrive che colui il quale nella sua vita si è accontentato del battesimo di desiderio deve accontentarsi anche nell'altra di desiderare la felicità eterna. La scolastica, con Tommaso d'Aquino, ritenne valido il baptismus flaminis, come Lorenzo Ispano aveva chiamato il battesimo di desiderio. Tale dottrina fu sancita anche dal Concilio di Trento, dal quale risulta che la rigenerazione si attua « con il lavacro di rigenerazione o con il suo desiderio ». Nonostante fosse ritardato, sempre il battesimo (almeno in voto) fu ritenuto necessario alla salvezza, perché solo con esso ci si può purificare dalle colpe come scriveva tanto bene Cipriano nel narrare la propria esperienza religiosa:

Io erravo alla cieca nelle tenebre della notte, sballottato a caso sul mare agitato del mondo; andavo alla deriva, ignorante della mia vita, estraneo alla verità e alla luce. Dati i miei costumi di allora, giudicavo assai difficile la promessa della salvezza offertami dalla bontà divina. Come poteva un uomo rinascere a nuova vita?... Ecco quel che mi chiedevo spesso; preso com'ero dai mille errori della mia vita passata non chiedevo che di liberarmene, tanto ero schiavo dei miei vizi... Tanta era la compiacenza che provavo per i miei mali, da ritenerli miei compagni abituali. Ma l'acqua rigeneratrice lavò in me le colpe della vita passata e una luce venuta dall'alto si diffuse nel mio cuore purificato dalle sue macchie; lo Spirito venuto dal cielo mi cambiò in un uomo nuovo con una seconda nascita. Subito, in modo meraviglioso, vidi la certezza succedere al dubbio; vidi aprirsi le porte chiuse e le tenebre illuminarsi, trovai facile quel che prima mi sembrava difficile e possibile quel che prima ritenevo impossibile.

In questo periodo sorse pure una controversia circa la validità del battesimo amministrato dagli eretici, che veniva negata dai cristiano d'Africa (Cipriano) e Asia Minore (Firmiliano) con la scusa che gli eretici, non possedendo lo Spirito Santo, non potevano conferirlo. A Roma invece il vescovo Stefano riteneva valido ogni battesimo, compiuto nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, accontentandosi di imporre le mani al battezzando che si convertiva dal proprio errore, come segno di ammissione nella Chiesa. Nonostante gli sforzi di Stefano per eliminare il ribattesimo degli eretici, tale pratica persistette ancora a lungo. Ad ogni modo il trionfo finale della semplice imposizione delle mani da parte del vescovo della comunità dove una persona voleva entrare a far parte, contribuì a separare sempre più il battesimo dal rito della confermazione, che si trasformò così nel nuovo sacramento della « Cresima ». Proprio con tale rito episcopale secondo la teologia di allora si donava lo Spirito Santo, che gli eretici non potevano trasmettere in quanto ne erano privi. Gli eretici, che già erano stati immersi nell'acqua nel nome di Gesù Cristo, dovevano venire battezzati solo nello Spirito Santo, tramite l'imposizione delle mani episcopali.
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d) Battesimo dei bambini senza immersione (VI.XIX)

Mentre dal III al V secolo si andò creando un'intensa liturgia battesimale, che si aggiunse al forte simbolismo biblico immersione-emersione, nei secoli successivi fu solo un ripensamento di ciò che si era formato in antecedenza. Con il generalizzarsi del battesimo dei bambini e conseguentemente con il successivo rito dell'infusione, si eliminò la piscina divenuta ormai non più necessaria. Infatti, tra l' XI e il XII secolo, sorgono i più antichi fonti battesimali propriamente detti, collocati all'interno sia dei battisteri sia delle chiese parrocchiali. Per un certo periodo però, le due forme del battesimo sia ad immersione o per infusione continuarono a coesistere, per cui si spiega anche la forma dei primi fonti esemplificati sulla fontana medioevale, con grande vasca poligonale o circolare, al cui centro si elevava spesso il pilastrino con la riserva dell'acqua, o la statuetta del Battista, i quali potevano servire sia per l'immersione che per il battesimo ad infusione. Un esempio di questo tipo è il fonte battesimale di Verona (c.a. 1200).

Una prova che il battesimo per immersione continuasse ad essere usato ancora nel XII secolo appare da un brano di Dante che narra di aver lui stesso rotto un pozzetto posto agli angoli del battistero del suo bel S. Giovanni per farne uscire l'acqua e così salvare un tale che vi stava annegando:

l'un delle quali, ancor non è molti anni
ruppi io per un che dentro s'annegava
e questo sia suggel che ogni uomo sganni

Nel XIII secolo, nonostante i dubbi iniziali, si ritenne possibile usare il rito dell'infusione, anziché dell'immersione, anche senza pericolo di morte del battezzando, come già si attuava anche prima, ma solo in caso di morte. Il primo teologo che ne difese la validità fu Alessandro di Hales (m. 1245).

Tommaso d'Aquino, pur riconoscendo più sicuro il battesimo per immersione, diceva possibile, specialmente in caso urgente, anche l'infusione:

Infatti l'acqua usata per lavare il corpo significa (nel Battesimo) l'interiore lavamento dei peccati. Ora ci si può lavare non solo con l'immersione, ma anche versando acqua e aspergendosi il corpo.

Fu quindi spostato come vedremo il simbolismo biblico di « morte e sepoltura con Cristo» a quello di « lavacro» già iniziatosi con alcuni testi biblici. Con la diffusione di questo uso nel IV secolo la costruzione di battisteri a parte. La vasca si eleva dal suolo e si riduce, per cui entra nella chiesa e prende il posto delle cappelle laterali (generalmente la prima a sinistra) dopo che queste si diffusero. Di solito è un luogo vicino all'ingresso della chiesa. In alcuni battisteri antichi vi si aggiunse in epoca rinascimentale il fonte battesimale, lasciando intatta l'antica vasca.

Con il Concilio di Trento si impose a quasi tutta la Chiesa latina il rituale del battesimo approvato da Paolo V nel 1614 che riproduceva sostanzialmente l'antico complicato battesimo degli adulti, sia pure con alcune semplificazioni, dando luogo a un rito misto del tutto inadatto ai bambini. Solo nei secoli XVII e XVIII il battesimo per immersione scomparve completamente dalla Chiesa latina, mentre la Chiesa greca ne conserva tutt'ora l'uso, che fu in parte mantenuto anche dalla Chiesa anglicana e da alcuni gruppi protestanti. L'osservanza degli antichi tempi battesimali (Pasqua e Pentecoste) andò quasi completamente in disuso sino dal XIII secolo, nonostante i ripetuti richiami per il loro ripristino. Anzi, con il XIV secolo si iniziò a prescrivere che il battesimo fosse amministrato al più presto dopo la nascita: « quam primum». Tale battesimo si ridusse così a una festa familiare nella quale assunsero un ruolo sempre più importante i « padrini » che fungevano da garanti per la futura educazione cattolica dei piccini. Per il bimbo divenne più che tutto un rito magico, compiuto senza la sua partecipazione. La fede, prima professata pubblicamente, e lo stesso segno simbolico (immersione), che riproduceva la morte e la resurrezione di Gesù, passarono così in secondo ordine.
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2) Il nuovo rito battesimale

Dal momento che molti riti battesimali erano del tutto incomprensibili per non dire ridicoli alla mentalità odierna, la Costituzione della Liturgia (CL) del Vaticano II decise che: « Si deve rivedere il rito per il battesimo dei fanciulli per adattarlo alle reali condizioni dei bambini » (n. 67). Difatti nel 1969 apparve il Nuovo rituale del battesimo , che divenne operante il 29 maggio 1970.

Il nuovo rito ha soppresso alcuni gesti non più comprensibili come l'insalivazione, l'uso dell'insufflazione, ma ha conservato un linguaggio troppo pesante e di difficile comprensione, avendo voluto condensare nello spazio di pochi minuti tutta la ricchezza del battesimo cristiano. Il nuovo rito si riduce a tre parti essenziali: l'immersione battesimale preceduta da riti introduttivi a coronata da altri conclusivi.
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a) Riti preparatori

E' qui che appare una sostanziale con l'antico rituale romano; mentre prima i genitori e i parenti fungevano solo da porta-parola di un candidato responsabile ma incapace di parlare, ora essi rispondono della loro fede personale e con essi il ministro e l'assemblea aggiungono la propria professione di fede: « Tale è la nostra fede, tale è la fede della Chiesa ». Essi si assumono il compito di educare i bambini battezzati nella fede e nell'osservanza dei comandamenti divini. Mentre nell'antico rituale – fatto per gli adulti e poi adattato ai bambini – si supponeva una fede già esistente, ora il bambino viene battezzato in forza delle fede dei genitori, dei padrini e della Chiesa (fides aliena). Nei riti preparatori ha grande rilievo la liturgia della parola, con la lettura di qualche brano biblico, scelto tra i ventuno presentati, o di qualche testo patristico, seguito da una preghiera che mostra come il battezzato partecipi alla morte e alla resurrezione di Cristo. Segue un esorcismo presentato come preghiera a Dio e non più come comando a Satana di abbandonare il bambino, quasi che questo ne fosse fisicamente posseduto; esso mette in risalto l'opposizione a Dio con cui ogni persona viene a trovarsi fin dalla nascita. Conclude il rito prebattesimale l'unzione con l'olio dei catecumeni, che viene compiuta sul petto, come segno che solo la forza di Cristo rende possibile al neofita di conservare in se stesso lo Spirito Santo.

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b) Parte centrale

Consiste nella benedizione dell'acqua battesimale che prima si attuava solo nel tempo pasquale. La preghiera al riguardo presenta i vari interventi di Dio nella storia della salvezza tramite il « mistero » dell'acqua. L'acqua strumento di creazione e poi mezzo di purificazione mediante il diluvio e di liberazione con il passaggio del mar Rosso, riceve il suo valore dalla potenza di Dio che vi si palesa, e non dal suo valore naturale di detergente. Seguono la rinuncia a Satana e la professione di fede, che esprimono assai bene la « metanoia » o « cambiamento di mente », insita nel battesimo. L'una e l'altra sono precedute da un ammonimento del sacerdote che richiama i presenti alle proprie responsabilità:

Genitori e padrini, per mezzo del sacramento del Battesimo, i bambini da voi presentati tra poco riceveranno dalla carità di Dio una nuova vita, per mezzo dell'acqua e dello Spirito Santo. Cercate di educarli nella fede, perché questa vita divina sia preservata dal contagio del peccato, e di giorno in giorno cresca in essi e si consolidi.

Il battesimo propriamente detto può essere attuato sia per abluzione sia per immersione, anzi quest'ultimo antico rito, ora ripristinato, è suggerito addirittura come preferenziale e meglio corrispondente all'insegnamento paolino (Rm 6; Cl 2, 12).

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c) Riti conclusivi

Seguono i noti riti complementari che hanno lo scopo di sottolineare gli effetti del battesimo. Essi sono: l'unzione con il sacro crisma, l'imposizione della veste candida e la consegna del cero acceso, i quali indicano che il neofita, divenuto ormai partecipe del sacerdozio profetico e regale di Cristo, deve conservare intatta sino alla morte la nuova vita ricevuta e illuminare, come figlio di Dio, l'ambiente in cui vive. Il rito dell' effeta , nel quale il sacerdote tocca le orecchie e la bocca di ogni bambino ad imitazione del gesto di Gesù, richiama la necessità di dare ascolto alla parola di Dio e di professare le lodi di colui che lo ha chiamato dalle tenebre alla sua luce meravigliosa. Il rito si conclude con un piccolo corteo che si accosta all'altare, quasi a prefigurare la futura partecipazione dei battezzati all'eucarestia.

La benedizione finale del sacerdote si rivolge primariamente alle madri, per le quali sostituisce il rito della purificazione che prima si attuava a parte, poi ai padri, infine ai nuovi battezzati e a tutti i presenti. In pericolo di morte, il battesimo può essere amministrato da chiunque, ma, se il bambino guarisce, il battezzato deve essere portato al tempio, perché il sacerdote o il diacono ne completi il rito con le altre cerimonie suppletive.

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3) Il rituale del battesimo per gli adulti

Nella sua Costituzione Liturgica il Vaticano II prevedeva una revisione più completa del rituale per il battesimo degli adulti (nn. 64.66), da attuarsi non solo, com'è naturale, in terra di missione, ma anche quando si convertono delle famiglie non credenti. Il che poi non dovrebbe essere tanto difficile con l'incredulità sempre più diffusa anche nelle regioni cattoliche.

Potrebbe darsi – scriveva il benedettino Dom Cabrol – che in seguito all'apostasia così frequente nei cristiani dei nostri giorni, la Chiesa giunga a riservare il Battesimo solo ai bambini la cui famiglia veramente cristiana, presenti serie probabilità di una educazione religiosa, mentre riprenderebbe, per gli altri, l'uso del battesimo per gli adulti, ridonando così al sacramento, per quelli che lo riceveranno in età matura, tutto il suo profondo significato.

Che il battesimo degli adulti avesse bisogno di modifiche rituali era ammesso da tutti in un passato non lontano. Già dal 1962 era stata autorizzata la distribuzione per tappe del rito battesimale riguardante gli adulti. Una forma sperimentale del rito solenne per battezzare gli adulti fu autorizzata fin dal 1965. Il rito definitivo edito nel 1972 comporta un catecumenato con riti diversi e insegnamenti vari che si estendono per un periodo più o meno lungo di preparazione al battesimo. Normalmente il battesimo propriamente detto è seguito dalla cresima e dalla prima partecipazione eucaristica. A tale rito battesimale segue un periodo di « mistagogia» durante il quale il neofita è indotto a « raccogliere l'esperienza e i frutti dei sacramenti ricevuti », a « entrare in maggior relazione con la comunità dei fedeli » e ad applicare sempre più tale rinascita alla propria esistenza. Il tempo normale del battesimo è la vigilia di Pasqua preceduta dalla preparazione quaresimale e seguita dai cinquanta giorni che conducono alla Pentecoste. In tal modo il cristiano rivive e fa proprio il messaggio storico del Cristo; il battesimo è quindi una separazione dal passato e un innesto alla vita muova di Dio.

Come si vede molta strada è stata compiuta dai primi secoli della Chiesa per giungere al battesimo attuale. La riforma odierna vorrebbe costituire un ritorno alla simbologia biblica, pur innestandovi, almeno in parte, elementi tradizionali. E' quindi necessario vedere quale verdetto possa dare la parola di Dio al battesimo cattolico attuale e ricercare in che cosa consiste il battesimo per i cristiani del tempo apostolico.