BATTESIMO
di Fausto Salvoni

CAPITOLO SECONDO
IL BATTESIMO BIBLICO

Indice

1) Il cristiano è un convertito

2) Esperienza di fede

3) La conversione cristiana è dono di Dio

4) Il battesimo esprime la conversione cristiana

  1. Il battesimo biblico era un'immersione totale nell'acqua

  2. L'immersione battesimale simboleggia l'innesto del battezzando nella morte e resurrezione del Cristo, che si ha per fede

  3. Il battesimo è una professione di fede fatta non solo con l'azione, ma anche a parole

  4. Il battesimo manifesta esteriormente l'invisibile trasformazione interiore avveratasi nel battezzando con la sua conversione

  5. Se il battesimo è espressione della fede

5) Battesimo e salvezza

6) Caratteristiche battesimali

7) Novità di vita

8) Conclusione


Fin dall'inizio del cristianesimo i cristiani venivano accolti nella Chiesa con il battesimo. Nessuno si immaginava di poter far parte della famiglia cristiana senza di esso. Tale rito, che ne indicava l'aderenza personale, costituiva la nascita del nuovo popolo di Dio. Circa tremila persone furono battezzate il giorno di Pentecoste; uomini e donne di Samaria furono immerse nell'acqua da Filippo perché divenissero cristiani; fu battezzato Paolo dopo la sua conversione, lo furono i singoli cristiani che accolsero la buona parola della salvezza, come Cornelio, Lidia e i dodici discepoli di Giovanni il Battista (At 2, 38-41; 8, 12-36; 9, 18; 10, 44 ss; 16, 15-33; 19, 5 ecc.). Dal momento che, al dire di Paolo, vi è « un unico battesimo » (Ef 4, 5), ne segue che questo non si può scindere in due battesimi distinti, uno d'acqua e l'altro di spirito, come pretendono i pentecostali. Vi è un unico battesimo attuato nell'acqua e nello spirito, che conduce alla nuova nascita in Cristo. Come può avvenire ciò ? Che è mai il battesimo biblico? E' quanto cercherò di esporre in modo sintetico nelle poche pagine che seguono.

1) Il cristiano è un convertito

Ogni uomo vive per un ideale più o meno nobile. Nessuno può trascorrere un'esistenza priva di scopo, sia pure infimo. Chi si converte a un ideale cambia i principi che regolano e orientano la propria vita; ci si può convertire a differenti credi religiosi – oggi alcuni cristiani si convertono perfino all'ebraismo e al musulmanesimo – oppure a diverse ideologie politiche, come comunismo, socialismo, filantropia, anarchismo ecc. La conversione ad un ideale nuovo è paragonabile a una nuova nascita che orienta tutta la vita in modo diverso dal precedente. Più che effetto di ragionamento o di conversione speculativa, essa è frutto di una forte esperienza personale.

Anche il cristiano è un convertito. Egli capisce d'essere un uomo destinato alla morte per i suoi peccati, che però può trovare salvezza e liberazione in Gesù. Egli prende sul serio le parole di Cristo: « A meno che non vi convertiate, anche voi tutti finirete con il perire » (Lc 13, 3-5). Al tempo di Gesù molti uomini, consacrati all'imperatore, confessavano: « Cesare è il Signore (Kyrios)». Per lui morivano in guerra, per lui mettevano a repentaglio la propria vita nell'arena, combattendo con le belve o con altri gladiatori; per lui offrivano sacrifici nel culto sacro. Il cristiano, al contrario, affermava: « Cristo è il mio unico Signore (Kyrios) e a lui intendo dare testimonianza per tutta la mia vita ».

Benché vi siano pretesi dèi e signori – vi sono infatti molti dèi e signori – tuttavia per voi (cristiani) vi è un solo Dio, il Padre, dal quale tutto proviene e per il quale noi esistiamo, e un solo Signore, Gesù Cristo, per opera del quale tutto esiste e noi pure siamo (1 Co 8, 5).

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2) Esperienza di fede

La conversione cristiana è un'esperienza di fede trasformante . Paolo, il persecutore dei cristiani, conquistato dal Cristo che gli apparve sulla via di Damasco, cambiò la vita e la pose al servizio del suo Signore. In una lettera confidenziale agli amati Filippesi egli esprime la fede e l'orientamento nuovo da cui era animato con parole toccanti:

Per me vivere è il Cristo e morire guadagno. Dal momento però che vivere in questo corpo significa per me lavorare fruttuosamente, non so che cosa scegliere, sono stretto da questo dilemma: da una parte ho il desiderio di andarmene per essere con il Cristo, il che sarebbe di gran lunga migliore, ma per voi è più necessario che rimanga in questo corpo (Fl 1, 21-24).

Per questo egli visse esclusivamente per l'ideale che l'aveva avvinto: annunziare il Cristo a tutte le creature che riuscisse ad accostare:

Sebbene io sia libero da tutti, mi sono fatto schiavo di tutti per guadagnare il maggior numero possibile. Con i giudei mi son fatto giudeo. Infatti con quelli che sono sotto la legge mi sono comportato come uno sottoposto alla legge pur di guadagnare coloro che vi sono sottoposti, anche se io non vi sono obbligato. Con quelli che non hanno la legge (mosaica) ho agito come uno che è libero dalla legge mosaica, pur di guadagnare quelli che sono senza la legge mosaica, benché io stesso sia sottoposto alla legge di Cristo e quindi non privo di legge divina. Con i deboli mi son fatto debole pur di guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti pur di salvare qualcuno (1 Co 9, 19-22).

E al termine della propria esistenza, dando uno sguardo alla sua vita tutta consacrata al servizio delle fede in un attimo di esultanza, poté esclamare:

Quanto a me sono già offerto in sacrificio e il momento della mia liberazione è giunto. Ho disputato la buona gara, ho portato a termine la mia corsa, sono stato fedele. Già è tenuta in serbo per me la giusta corona che il Signore, giusto giudice, darà a me in quel giorno e non solo a me, ma anche a tutti coloro che con amore attenderanno la sua manifestazione (2 Ti 4, 6-8).

Se uno pensa di poter confidare nei valori terreni, tanto più lo posso io; io che fui circonciso l'ottavo giorno, che sono della stirpe di Israele della tribù di Beniamino, ebreo di pura razza ebraica. Io che quanto alla legge sono fariseo, quanto a zelo persecutore della comunità cristiana, e quanto all'osservanza delle legge irreprensibile nella giustizia da essa derivante. Ma tutte queste qualità che prima mi servivano di vanto le ho ritenute un danno a paragone del Cristo. Anzi tutto io reputo un danno di fronte alla sovrabbondante conoscenza di Gesù Cristo, mio Signore, per il quale mi sono sbarazzato di ogni altra cosa e tutto ritengo una lordura di fronte al possesso di Cristo. In lui voglio infatti essere trovato detentore di una giustizia non proveniente dalla legge, ma dalla fede in Cristo, di una giustizia che proviene da Dio e che poggia sulla fede. In tal modo cerco di conoscere esistenzialmente lui e la potenza della sua resurrezione; partecipo alle sue sofferenze per divenire simile a lui nella morte e poter così giungere, se possibile, alla resurrezione dei morti (Fl 3, 4-11).

Anche il cristiano di oggi deve rimpiazzare con il Cristo tutti i moderni isoli umani: denaro, sessualità, potere, bellezza, scienza, benessere, posizione. Il cristiano, che si converte, deve sostituire a tutti questi idoli l'amore verso Gesù e verso i fratelli che si trovano in qualche bisogno particolare. Anche il cristiano di oggi tutto reputa « spazzatura » a paragone dell'amore di Dio. Una tale conversione non è effetto di eroismo personale; ma è piuttosto frutto della fede che gli addita in Gesù la radice di ogni vittoria futura.

So vivere in povertà e so abbondare. Sono allenato per ogni evenienza: ad essere sazio e ad essere in povertà. Di tutto sono capace per mezzo di colui che mi rende forte (Fl 4, 12 s).

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3) La conversione cristiana è dono di Dio

L'uomo è un ammalato, ma questo ammalato può stare apparentemente assai bene, può essere un uomo onesto, irreprensibile di fronte alla legge. Gli occorre quindi la potenza dello Spirito Santo e la rivelazione dell'amore di Dio perché sia convinto di peccato. Si illudeva di essere buono il giovane ricco che con entusiasmo disse a Gesù di aver osservato tutti i comandamenti della legge sin dalla sua fanciullezza, ma pure lui aveva bisogno di conversione, perché attaccato, senza saperlo, alle proprie ricchezze. Di fatto egli non ebbe il coraggio di abbandonarle per seguire Gesù:

Ti manca ancora una cosa, vendi i possedimenti che hai, distribuiscili ai poveri e avrai un tesoro nei cieli. Poi vieni e seguimi! Egli all'udire ciò, divenne assai triste, perché era ricchissimo (Lc 18, 18-23).

Tutti hanno un posto nel proprio cuore dal quale devono scacciare un particolare idolo e sostituirlo con Gesù.

La conversione non è un puro dato negativo, consistente nel piangere il passato più o meno peccaminoso; essa è piuttosto una spinta positiva che induce l'uomo a donarsi a Dio nell'imitazione di Gesù.

Questa conversione a Cristo è dono di Dio: «Nessuno può venire a me, se il Padre che mi ha mandato non lo attiri... Sta infatti scritto nei profeti: Saranno tutti ammaestrati da Dio » (Gv 6, 43-45). Vari sono i modi con cui Dio ci attira; ma è soprattutto con l'amore che egli ci attrae. Un amore che, purtroppo, non tutti vogliono accettare: «Disprezzi tu forse le ricchezze della sua bontà, della sua pazienza e della sua magnanimità, non riconoscendo che la bontà di Dio ti spinge al pentimento?» (Rm 2, 4).

Questa trasformazione interiore è opera dello Spirito Santo, che viene diffuso dal Gesù glorificato. Tale effusione dello Spirito divino sarebbe dovuta essere una prerogativa del tempo messianico, secondo le profezie antiche. In tale epoca « lo Spirito ci verrà dall'alto » (Is 32, 15), perché Dio ce lo ha assicurato: « Riverserò il mio Spirito sopra ogni essere umano » (Gl 2, 28 s).

Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati. Vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; vi darò un cuore nuovo, metterò in voi uno spirito nuovo, toglierò il vostro cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio Spirito dentro di voi (Ez 36, 25 s; cf Gr 31, 31 s).

Il gruppo degli Esseni, una setta giudaica del tempo di cristo, che viveva in una comunità nella valle di Qumr ân presso il mar Morto, attendeva tale rinascita spirituale, come risulta dal libro dei Giubilei :

Dopo di questo essi si rivolgeranno a me con tutta dirittura, con tutto il loro cuore e con tutta l'anima loro... Io creerò in essi lo Spirito Santo e li purificherò in modo tale che essi non si allontaneranno da me. Le loro anime si uniranno a me osservando tutti i comandamenti; li adempiranno tutti. Io sarò loro padre ed essi mi saranno figli. Si! essi saranno chiamati: Figli del Dio vivente!

Anzi tale gruppo giudaico, come appare dalla Regola della comunità , si riteneva già purificato da tutte le opere empie e già asperso con lo Spirito Santo:, « come acqua lustrale » (4, 21). Il Maestro giusto, fondatore della comunità, cantava nei suoi inni: « Ti ringrazio, perché mi hai sostenuto con la tua forza e il tuo Spirito Santo ha versato su di me perché non vacillassi » (7, 6).

Il precursore di Gesù, Giovanni il Battezzatore, preannunciando la venuta del Messia, afferma che egli avrebbe riversato sugli uomini lo Spirito di Dio: « Da parte mia vi immergo in acqua per la conversione, ma colui che viene dopo di me, è più forte di me... Lui vi immergerà nello Spirito Santo » (Mc 1, 8).

Tale diffusione dello Spirito trasformante si sarebbe avverata dopo la glorificazione di Gesù, come chiaramente ci assicura il vangelo di Giovanni:

Se qualcuno ha sete venga a me
e chi crede in me beva
perché, come dice la Bibbia:
Fiumi d'acqua viva
sgorgheranno dal suo seno.

« Egli pensava allo Spirito Santo che avrebbero ricevuto coloro che credevano in Lui, perché essi non avevano ancora lo Spirito, in quanto Gesù non era ancora stato glorificato » (Gv 7, 37-39).

Infatti dopo la sua morte e resurrezione, appena appare ai discepoli, Gesù inizia a donare il suo Spirito: « Pace a voi, come il Padre mi ha mandato, così anch'io mando voi. E dopo aver detto questo, alitò su loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo. Se alle persone rimetterete i peccati (con il battesimo) questi saranno loro rimessi, se invece li riterrete (rifiutando il battesimo) questi saranno ritenuti » (Gv 20, 21-23). Pietro, parlando agli Ebrei il giorno di pentecoste, ricollegò infatti al battesimo questa trasformazione interiore dello Spirito Santo:

Ravvedetevi e ognuno di voi si faccia battezzare [ossia immergere] per la remissione dei peccati e riceverete il dono dello Spirito Santo. Infatti la promessa [dello Spirito] è per voi, per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, per tutti quelli che il Signore, vostro Dio, chiamerà (At 2, 38-39).

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4) Il battesimo esprime la conversione cristiana

Il battesimo, nel senso biblico, esprime visibilmente l'invisibile processo di conversione che si è andato maturando, in modo più o meno rapido, nell'individuo.

1. Il battesimo biblico era un'immersione totale nell'acqua

Ciò risulta da più ragioni:

a) Il termine «battesimo», semplice traslitterazione del greco baptisma , deriva dalla radice bapto (baptìzo) la quale ha il senso di immergere. E' evidente tale senso nel triste episodio del re Erode che, per paura di essere detronizzato dal figlio Atistobulo, diede ordine ad alcuni amici del giovane di farlo annegare nella piscina della reggia: « Alcuni suoi amici nell'oscurità della notte lo battezzarono a lungo (ossia lo tennero immerso nell'acqua a lungo), come se stessero facendo dello sport e non desistettero fino a che egli non morì per asfissia » (Giuseppe Flavio, Ant. Giud. 15, 3, 3 n. 55).

Un'altra parola usata per il battesimo è quella del bagno (loutròn da lo û o «fare un bagno»). Infatti Paolo lo chiama « bagno d'acqua unito alla parola » (Ef 5, 26) e lo pone in parallelismo con il bagno nuziale con cui la sposa si preparava all'incontro con lo sposo, Esso è infatti un « bagno di rigenerazione » (Tt 3, 5). Tutti questi vocaboli, usati per designare il battesimo, indicano un'immersione totale per cui il nome battesimo si dovrebbe logicamente tradurre con «immersione» e il verbo battezzare con «immergere». Nella lettera agli Ebrei si dice che mentre il cuore viene asperso dall'aspersione che purifica la coscienza per opera dello Spirito Santo, il corpo viene immerso in un bagno salutare (Loùo, Eb 10, 22).

b) La descrizione del battesimo nel tempo apostolico ci mostra come esso fosse compiuto per immersione: così faceva il Battista che battezzava prima nel Giordano (Lc 3, 3) e poi a Ennon presso Salim, luogo posto ai confini tra la Samaria e la Giudea, perché vi si trovavano molte polle di acqua, vale a dire abbondanza di acqua (Gv 3, 23). Il fiume e l'abbondanza di acqua sarebbero un dato del tutto superfluo qualora il battesimo fosse stato dato per infusione o per aspersione. Del ministro della regina Candace di Etiopia si legge che, per essere «immerso», egli scese con Filippo nell'acqua e dopo la sua immersione (battesimo) « uscì dall'acqua » (At 4, 38). Anche per Gesù si legge che, dopo essere stato « immerso » (= battezzato), egli « uscì » immediatamente dall'acqua. La discesa e l'uscita dall'acqua confermano la forma di immersione con cui veniva allora amministrato il battesimo (Mt 3, 16).

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2. L'immersione battesimale simboleggia l'innesto del battezzando nella morte e resurrezione del Cristo, che si ha per fede

L'atto centrale della salvezza umana, come insegna assai lucidamente l'apostolo Paolo: è la morte e la resurrezione di Gesù. « Uno è morto per tutti, quindi tutti sono morti » (2 Co 5, 14). E ancora « Cristo fu offerto (alla morte) per i nostri peccati e fu risuscitato per la nostra giustificazione » (2 Co 5, 14). Occorre tuttavia appropriarci tale morte e resurrezione, il che si attua appunto con la nostra fede e la nostra conversione a Cristo. Il battesimo manifesta esteriormente tale cambiamento interiore.. L'immersione battesimale è l'atto più efficace per esprimere la nostra fede nel Cristo che muore e risorge, per mostrare che vogliamo innestarci a Gesù morente e risorgente. Infatti nel battesimo esprimo simbolicamente la mia morte con il Cristo e la mia rinascita con lui:

Infatti voi siete stati sepolti con lui nella immersione nella quale siete anche risorti con lui nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai mort i (Cl 3, 12).

Noi dunque siamo stati sepolti con lui, per mezzo dell'immersione battesimale, affinché come Cristo fu risuscitato da morte per la gloria del Padre, così anche noi potessimo camminare in novità di vita (Rm 6, 4) .

Chi si fa immergere nell'acqua professa con tale rito simbolico la propria fede e la propria unione al Cristo che muore e risorge. Per cui Paolo può parlare del battezzato come di una persona « consepolta » e « conresuscitata » con il Cristo (Rm 6, 4).

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3. Il battesimo è una professione di fede fatta non solo con l'azione, ma anche a parole

Con questa il battezzando esprime la propria fede in Gesù. Quando il tesoriere di Candace, regina di Saba,, chiese a Filippo se vi fosse qualche difficoltà al proprio battesimo, l'evangelista gli rispose:

Se credi con tutto il cuore (che Gesù è il servo sofferente di Dio profetizzato da quell'Isaia che stava leggendo), puoi essere battezzato. Quello rispose: Credo che Gesù è il Figlio di Dio. Allora il tesoriere ordinò che il carro si fermasse. Filippo e l'eunuco scesero entrambi nell'acqua e Filippo lo battezzò (l'immerse) (At 8, 37).

Anche se il passo, mancando nei codici principali, non può essere ritenuto parola ispirata, rappresenta per la sua antichità la tradizione cristiana del tempo apostolico.

Probabilmente a questa confessione di fede allude Paolo quando afferma che Dio ci ha salvati «mediante (dià) il battesimo di acqua accompagnato dalla parola (r ê ma)». Ad essa si richiama lo stesso apostolo quando esortava Timoteo ad essere fedele:

Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede dinanzi a molti testimoni (1 Ti 6, 12).

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4. Il battesimo manifesta esteriormente l'invisibile trasformazione interiore avveratasi nel battezzando con la sua conversione

L'immersione nell'acqua simboleggia in modo concreto la morte del credente ai suoi precedenti ideali umani e l'emersione dall'acqua la nuova intonazione cristiana data alla vita. Parlando del battesimo Paolo affermava: « Così reputate voi stessi morti al peccato, ma viventi per Dio in Gesù Cristo... Sia ringraziato Dio, perché voi, già schiavi del peccato, avete ubbidito di cuore all'insegnamento comune che vi è stato trasmesso, e così, liberati dal peccato, siete stati affidati alla giustizia » (Rm 6, 11-17). Non è che il battesimo crei la conversione, che già vi deve essere, ma ne è solo la manifestazione esterna a tutti visibile.

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5. Se il battesimo è espressione della fede già esistente e della conversione già avveratasi nell'intimo del credente, ne segue che esso non può essere amministrato a dei bambini che ne sono privi e che sono esenti da peccati personali, dei quali poi non potrebbero nemmeno pentirsi per mancanza di capacità intellettuale e volitiva. Il battesimo conferito ai bambini non corrisponde quindi all'insegnamento biblico. Per tale motivo non troviamo mai nella Bibbia che siano stati battezzati dei fanciulli. Nel giorno della prima Pentecoste cristiana dopo il discorso di Pietro solo « quelli che accolsero la sua parola (vale a dire «vi credettero») furono battezzati » (At 2, 41). Quando il diacono Filippo recò il messaggio di Cristo in Samaria, « gli uomini e le donne che credettero a lui quando annunziava la buona notizia del regno di Dio e della persona (lett. «nome») di Gesù, furono immersi (nell'acqua)» (At 8, 12). Il compito degli apostoli era quello di annunciare la buona notizia a tutti gli uomini perché questi potessero accettarla con fede personale: « Andate per tutto il mondo ed annunziate la buona novella ad ogni persona. Chi avrà creduto e sarà battezzato sarà salvato, chi invece non avrà creduto sarà condannato » (Mc 16, 16), Anche se questo brano manca nei principali manoscritti del Nuovo Testamento, e quindi non è parola ispirata di Dio, rappresenta pur sempre, per la sua antichità, la tradizione genuina del tempo apostolico.

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5) Battesimo e salvezza

La Bibbia afferma chiaramente che il battesimo «salva». Ce lo assicura Pietro, quando paragona i cristiani, che passano attraverso le acque battesimali, alle otto persone Noè i tre figli e le rispettive mogli – passate indenni attraverso le acque diluviali perché racchiusi nell'arca salvifica.

Così il battesimo, salva ora anche voi; esso infatti non è l'eliminazione della sporcizia corporea, ma l'impegno di una buona coscienza. Esso ci salva per mezzo della resurrezione di Gesù Cristo, il quale ora sta alla destra di Dio dopo essere salito al cielo e avere ottenuto sovranità sugli angeli, sui principati e sopra le potenze (1 Pt 3, 20-21).

Giovanni esprime il medesimo concetto con la parola « rinascita» o meglio: « nascita dall'alto». Egli infatti così scrive nel suo Vangelo:

In verità, in verità vi dico: se uno non nasce dall'alto non può vedere il regno di Dio. In verità, in verità vi dico: se uno non nasce d'acqua e di Spirito non può entrare nel regno di Dio. Colui che è nato dalla carne, è carne, ma colui che è nato dallo Spirito, è Spirito. Non ti meravigliare quindi se ti ho detto: Dovete nascere dall'alto. Il vento spira dove vuole e tu ne odi il rumore, ma ignori donde venga e dove vada. Così è per chiunque è nato dallo Spirito (Gv 3, 5-8).

Nella concezione popolare dell'epoca la nascita avveniva tramite due elementi: uno attivo e fecondante ad opera del maschio e l'altro passivo e ricettivo proprio della donna. Anche nel campo spirituale, due sono gli elementi operanti: uno attivo e creativo dato dallo Spirito Santo e l'altro passivo, risultante dall'immersione in acqua, elemento spesso assimilato allo Spirito Santo e che viene posto in parallelismo con l'utero materno. Per cui Gesù, parlando a Nicodemo, gli insegna: « se uno non nasce d'acqua e di Spirito » non può entrare nel regno di Dio. Il greco ex ùdatos kai pnéumati pone i due elementi « acqua e Spirito » sotto l'unica preposizione « da » (ek) quasi ad indicare che la pura immersione nell'acqua in se stessa non vale se la rigenerazione interiore non è attuata direttamente dallo Spirito Santo di Dio.

Ciò si realizza perché il battesimo innesta il credente in Cristo:

Infatti siete stati sepolti con lui nell'immersione nella quale siete anche risuscitati con lui per la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti. Tutti quanti siete stati immersi (battezzati) in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo (Ga 3, 27).

Come gli Ebrei erano passati attraverso le acque del Mare dei Giunchi per appartenere a Mosè, così ora i cristiani passano attraverso le acque battesimali per essere di Cristo (1 Co 10, 19).

Con la sua unione alla morte di cristo, il battesimo ci dona negativamente il perdono dei peccati, come appare dall'insegnamento petrino che così scongiurava i giudei di Gerusalemme nella prima Pentecoste cristiana:

Convertitevi (dal vostro peccato d'aver misconosciuto il Messia in Gesù) e ciascuno di voi si faccia battezzare (= immergere) per (ottenere) la remissione dei peccati (At 2, 38).

Il battesimo salva perché positivamente dona lo Spirito Santo e innesta alla Chiesa di Dio.

Infatti noi tutti, giudei e gentili, servi e liberi, siamo stati battezzati in un solo Spirito, per formare un corpo solo, e ci siamo abbeverati in un medesimo Spirito (1 Co 12, 13).

Ancora al IV secolo il battesimo biblico era illustrato sotto questo aspetto causativo da parte dei vescovi di quel tempo:

Voi foste condotti alla piscina del divino Battesimo...Avete pronunciato la confessione salutare e per tre volte siete stati immersi nell'acqua e ne siete riemersi, alludendo così simbolicamente alla sepoltura di Cristo per tre giorni. Con tale atto siete morti e siete nati; l'acqua vi è stata, nello stesso tempo, sepoltura e seno materno. Cristo fu realmente crocifisso, sepolto e risorto.; ma la sua imitazione ( mìmesis) avviene in immagine (en èikoni), in similitudine (omòioma) benché la salvezza si attui in modo reale (en alethéia). Coloro che sono battezzati, siano crocifissi con Cristo, muoiano con lui, con lui siano sepolti e con lui risorgano per l'adozione. Il battesimo sta per la morte... e l'acqua per la sepoltura (Costituzioni Apostoliche [Siria ] 7, 43 PG 1, 1045 A).

Gregorio di Nazianzo scriveva: «Per mezzo del battesimo siamo sepolti in cristo, perché possiamo risuscitare con lui ». A Milano Ambrogio esprimeva il medesimo concetto: « Ti è stato chiesto: Credi tu in Gesù Cristo e nella croce? Hai risposto: Credo. E sei stato immerso nell'acqua. Sei stato sepolto con Cristo e chi è sepolto con Cristo, risorge con lui ».

Tale insegnamento si spiega assai bene con la realtà della conversione, come si attuava nei primi tempo del cristianesimo apostolico. Essa si svolgeva in breve spazio di tempo: predicazione, accettazione del Cristo per fede, conversione da una vita cristiana a una vita di fede, e battesimo.. Il tutto si avverava in poche ore o almeno in pochi giorni.

Quando Pietro predicò che il cristo ucciso dagli Ebrei era risolto, mostrando in tal modo d'essere davvero il Messia, circa tremila persone, colpite nel cuore, si convertirono a lui e in quel giorno si fecero battezzare in Cristo. Per loro il battesimo formò un tutt'uno con la conversione e la purificazione dei peccati (At 2, 37-41). Quando Saulo, convertito sulla via di damasco, entrò nella città cieco e ricevette la guarigione da Anania, si sentì dire che gli occorreva farsi battezzare per avere la remissione dei suoi peccati. Allora subito vi ubbidì: « Ed ora che indugi? Su! fatti immergere e lavare dei tuoi peccati invocando il suo nome! » (At 22, 6). Quando il carceriere di Filippi, dopo il terremoto notturno, sentì parlare per la prima volta di Gesù, credette in lui con tutta la sua famiglia e si fece immediatamente battezzare. Ancora una volta egli compì un gesto concatenato intimamente con la propria salvezza. Riferendosi a questa esperienza di fede e di conversione gli apostoli potevano quindi esaltare il valore salvifico del battesimo. Esso segnava l'attimo stesso della conversione, quando sorgeva la fede e la decisione personale del proprio cambiamento di vita; e indicava di fatto l'innesto del convertito a Cristo morto e risorto che prima egli ignorava:

Dio ci ha salvati non in virtù di opere giuste da noi compiute, ma per sua misericordia, mediante il bagno di rigenerazione (palingenesìa) e il rinnovamento dello Spirito Santo (Tt 3, 5).

I cristiani devono ricordare che pur essendo stati peccatori come gli altri pagani, ora non lo sono più:

Perché vi siete fatti fare un bagno e Dio vi ha santificati e vi ha giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito Santo del nostro Dio (1 Co 6, 11).

Il battesimo biblico è infatti concepito come un tutt'uno con la fede, con la conversione, con l'attività dello Spirito Santo, senza essere guardato come un rito a sé stante. Il battesimo è immersione nell'acqua, ma è anche fede, conversione e trasformazione dello Spirito divino. Non è una cosa senza l'altra. Quello che salva non è però l'atto battesimale in se stesso, bensì tutto il processo salvifico che include fede, conversione, attività dello Spirito Santo. Anzi più che all'atto d'immersione a sé stante la salvezza è riferita a Cristo che agisce tramite lo Spirito Santo e la fede. E' lo Spirito che opera la rigenerazione. tant'è vero che il battesimo è chiamato « bagno di rigenerazione e rinnovamento dello Spirito Santo » (Tt 3, 5). Esso opera «in virtù della resurrezione di Gesù Cristo» (1 Pt 3, 21). E' in Gesù e nello Spirito di Dio che si attua la purificazione dei peccati. Quei di Corinto, prima peccatori, sono stati « santificati e giustificati da Dio nel nome del Signore Gesù e nello Spirito del nostro Dio» (1 Co 6, 11) E' la fede lo strumento operante e vivificante: « Voi tutti siete figli di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo » (Ga 3, 26). In lui, ossia in Gesù, « s iete stati consepolti nell'immersione nella quale siete anche risuscitati con lui per (dià) la fede nella potenza di Dio che lo ha risuscitato dai morti » (Cl 2, 12).

Non mancano neppure oggi delle situazioni identiche a quelle neotestamentarie. Ancora oggi si avverano conversioni, specialmente in terra di missione, dal paganesimo al monoteismo cristiano, da una vita ignara di Gesù ad un' esistenza a lui consacrata e voluta, da una vita opposta all'insegnamento di Gesù ad una condotta contrassegnata dall'altruismo cristiano. Forse in futuro, con l'irruzione sempre più invadente dell'ateismo pratico e con la professata morte di Dio (ammessa anche da alcuni teologi) tale conversione è destinata ad estendersi ancor di più. Per costoro conversione e rito battesimale dovrebbero segnare l'inizio di una vita nuova, per cui si può dire che il battesimo, biblicamente inteso, ancora oggi salva.

Fede e battesimo, afferma Miegge, procedono di conserva senza alcuna tensione polemica tra loro, senza che sia neppure legittimo insistere sull'una come condizione inderogabile dell'altro. Non sarebbe errato dire che se la fede è necessaria al battesimo, anche il battesimo è necessario alla fede. Non possiamo essere incorporati in Cristo senza credere in lui, ma non possiamo essere pienamente in lui senza essere battezzati, cioè incorporati in Cristo.

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6) Caratteristiche battesimali

In generale la situazione odierna nei paesi occidentali è ben diversa da quella biblica. Si tratta in gran parte di giovani che crescono in un ambiente familiare tradizionalmente già cristiano, che dall'infanzia conoscono Gesù, e quando raggiungono l'uso della ragione cercano di seguirne l'esempio con una condotta onesta e leale.. Si tratta di persone che già credono in lui e lo riconoscono quale proprio salvatore. Quando raggiungono l'età più adulta essi non fanno altro che dedicarsi più espressamente e con coscienza più decisa all'ideale già da loro abbracciato.

Oppure si tratta di persone che, riconosciuta l'erroneità della loro fede religiosa e della loro chiesa su qualche punto, decidono di migliorarla e di consacrarsi a Dio con un battesimo che supplisca a quello ricevuto inconsciamente quand'erano bambini e quindi incapaci di decisione personale. E' il caso di molti cattolici che abbracciano una confessione più evangelica della precedente, o che da una fede protestante si accostano ad un'altra che meglio si uniforma al pensiero biblico. Che dire in tal caso del battesimo? Si può ancora parlare di un passaggio da una vita senza Cristo a una vita con Cristo? Da una vita peccaminosa ad una vita onesta e leale; conforme ai dettami dell'evangelo? Spesso la loro vita continua onestamente come prima, con la medesima fede di prima, sia pure corretta su alcuni particolari più o meno profondi. Penso che in tali casi si possa pur sempre parlare di una conversione in quanto si modificano alcuni aspetti della vita che si vuole trascorrere in modo più coerentemente cristiano. Mi sembra che in tali casi il battesimo sia in prima linea una professione di fede di fronte agli altri, un'attestazione della propria decisione di seguire Cristo su dim una nuova via, sia l'accettazione pubblica della salvezza che si ha in Cristo. In esso l'aspetto simbolico finisce per avere il primato. E' interessante notare come il Nuovo Testamento che così chiaramente parla del battesimo di persone che si convertono a Dio, non alluda affatto al battesimo di quei ragazzi che crescevano in un ambiente familiare cristiano. Di costoro la Bibbia parla come se già in un certo modo fossero innestati a Cristo, prima dello stesso battesimo. Nella chiesa di Corinto i bambini dei credenti non erano battezzati tant'è vero che sono portati ad esempio per sostenere che il coniuge convertitosi al cristianesimo non deve abbandonare il proprio consorte rimasto pagano purché sia contento di continuare a convivere con la persona convertita. Infatti il coniuge pagano, per mezzo dei coniuge credente, è in un certo qual senso già congiunto con la chiesa « altrimenti – continua Paolo – anche i vostri figli (evidentemente non battezzati come non lo era il coniuge pagano) sarebbero impuri, mentre essi sono puri» per la semplice appartenenza ad una famiglia credente (1 Co 7, 14).

Non ne segue che il battesimo sia per loro superfluo ed inutile per cui sia sufficiente la semplice fede. Ma l'affermazione paolina serve solo per farci comprendere che in loro il battesimo assume il senso di professione pubblica di fede, di pubblica consacrazione al Cristo, di un'accettazione pubblica della salvezza che si ha in Cristo, di segno esteriore della salvezza interna attuatasi con la fede e con la conversione più cosciente a quel Cristo che prima era già in un certo modo accolto, sia pure in maniera meno cosciente, meno impegnativa e congiunta con certi sbagli. Per queste persone già credenti il battesimo è:

a) Professione di fede

Anche se vi è fede in noi occorre manifestarla, professarla ad altri e questa professione inizia con il battesimo, compiuto dinanzi alla collettività dei cristiani. Con esso il credente dice a tutti:

Con Cristo sono crocifisso e non vivo più io, ma Cristo vive in me. Che se vivo tuttora nella carne, vivo però nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha sacrificato se stesso per me (Ga 2, 19 s).

b) Il battesimo è accettazione personale e pubblica della salvezza che si ha in Cristo

Giustificati dunque per fede, godiamo pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo... mediante il quale abbiamo anche ottenuto per fede l'accesso a questa grazia nella quale siamo stabiliti ed esultiamo sperando di possedere la gloria divina (Rm 5, 1 ss).

c) Il battesimo è ubbidienza al Signore

Non di rado il battesimo è concepito come un'ubbidienza, l'ubbidienza della fede. Non basta avere fede, occorre praticarla. La prima sua attuazione concreta sta nel battesimo. I cristiani sono coloro « che hanno santificato le loro anime con l'obbedienza alla verità », vale a dire, come sembra, « tramite il battesimo» (1 Pt 1, 22). Tutte le genti sono chiamate « ad ubbidire alla fede » (Rm 16, 26). Questa ubbidienza che coinvolge tutta la vita ha appunto inizio con l'ubbidienza del battesimo come disse il risorto Gesù: « Andate, ammaestrate tutte le genti... battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo... » (Mt 28, 19).

d) Possesso più completo dello Spirito Santo

Se ogni atto d'amore e di ubbidienza a Dio accresce la nostra comunione con lui tramite lo Spirito Santo, tanto più questa si attua nell'umile accettazione ubbidiente del battesimo. In esso i cristiani sono santificati «dalla potenza del nostro Signore e dalla potenza dello Spirito del nostro Dio » (1 Co 6, 11). «Perché siete figli, Dio ha inviato nei nostri cuori lo Spirito del Figlio suo che grida: Abbà, Padre. Così non sei più schiavo, ma figlio » (Ga 4, 6 s).

e) Con il battesimo professiamo dinanzi a tutti la nostra volontà di fare parte della famiglia di Cristo

Per questa partecipazione alla sua «assemblea» (= chiesa) diveniamo tutti ufficialmente sacerdoti di Dio.. La fede non è un fatto solo individuale, ma ha pure un'espressione sociale. Chiunque viene battezzato si riconosce un credente unito ad altri, un membro del corpo di Cristo, una persona che ha dei compiti da svolgere nella comunità di Dio. « Non sapete scriveva Paolo a Corinzi che voi siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio dimora in voi? Ora se qualcuno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui, perché il tempio di Dio è santo e tale siete voi» (1 Co 3, 16 s).

«Ora vi sono diversità di doni, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di compiti, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio che opera tutto in tutti. A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune » (1 Co 12, 4 ss). «Anche voi siete impiegati aggiunge Pietro come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per offrire sacrifici spirituali graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo (1 Pt 2, 5). Il battesimo è quindi l'ordinazione sacerdotale dei credenti nella Chiesa di Dio. Nella Chiesa di Dio non vi è un'ordinazione particolare che formi dei sacerdoti, in quanto ogni cristiano diviene sacerdote di Dio tramite il suo battesimo.

Rifiutare il battesimo significa respingere di fronte agli altri il dono di Dio, non accogliere umilmente la salvezza divina, non far parte con gli altri della famiglia di quanti sono rinati in Cristo, significa avere una fede non ancora completa perché priva del suggello divino.

Il primo passo che si fa – scrive Barth – su questa via (della fede) è il battesimo cristiano.. Perché nell'atto del battesimo la comunità cristiana e il battezzando si tendono mutualmente la mano, in quanto si trovano insieme nel riflettere senza alcuna pretesa l'azione purificatrice e rinnovatrice di Dio che ebbe luogo in Gesù Cristo e che è presente per mezzo dello Spirito Santo. E' chiaro quindi che il battesimo è il primo passo (nella via della fede). Altri passi ne dovranno seguire... anche dopo. Tutti devono essere fatti in funzione di Gesù Cristo, nella conoscenza di Gesù Cristo, nella fiducia che la sua storia riconcilia il mondo con Dio, e cioè nella fede...  Ma vi insistiamo, il battesimo è il primo passo al quale tutti gli altri succedono, che li precede esemplarmente e che, di conseguenza, non deve essere ripetuto perché è il punto di riferimento per tutti gli altri che lo seguono...
Noi aggiungiamo che molte cose possono averlo preceduto: entusiasmi provati dal battezzando, riflessioni da lui avute, decisioni già prese, che poi ha subito respinto per ritornarvi sopra più tardi. Ancora di più il battezzando può aver creduto d'un sol colpo o esitato a farlo, può aver passato tutti gli stadi di conoscenza che lo conducono all'obbedienza e alla speranza e in tutto questo, il suo pensiero e il suo agire e il suo comportamento sono stati segnati dalla presenza e dall'azione reale dello Spirito Santo. Inoltre molte cose possono esservi precedute da parte della comunità: intendiamo parlare di una predicazione più o meno diretta rivolta a quest'uomo... molti membri possono essergli stati d'esempio. Possiamo pure ricordare tutto ciò che può essere stato un invito, un insegnamento un'introduzione di carattere diretto, per non parlare di ciò che ha sempre preceduto il Battesimo nella decisione eterna della grazia divina, nell'azione e nella rivelazione di salvezza che si sono manifestate al momento opportuno, come forma particolare della volontà provvidenziale e paterna di Dio! Ma l'atto del battesimo è il passo umano verso il quale si è protesa sin dall'eternità la volontà divina espressasi nel tempo e nel quale l'uomo comincia a rispondere. In questo passo si supera la tappa di ciò che prima era solo provvisorio, in esso diviene necessario e fermo quello sguardo verso Gesù che prima era esitante e fortuito. In esso, a dispetto della incredulità, la fede prende consistenza e risuona come la risposta umana; in esso il pentimento che conduce a Dio prende l'aspetto di un fatto visibile e irrevocabile, di un evento che non è più possibile eliminare. Il battesimo poggia quindi sulla volontà eterna di Dio e sulla sua opera nel tempo.

Il battesimo è quindi il sigillo l'atto conclusivo della rinascita cristiana, che con il battesimo si esprime e inizia ad agire in seno alla comunità dei credenti:

In lui (il Cristo), dopo aver ascoltato la parola verace, ossia il lieto annuncio della nostra salvezza, in lui, dopo aver creduto, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo, che è il pegno della nostra sorte felice, mentre attendiamo la liberazione completa (Ef 1, 13).

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7) Novità di vita

Per dimostrare la validità del battesimo il battezzato deve condurre una vita nuova. Essa doveva risultare evidente nel cambiamento da una vita pagana ad una cristiana; tuttavia ciò in qualche modo deve apparire chiaro in ogni conversione individuale.

Se dunque siete risorti in unione con il Cristo, cercate le realtà che stanno in alto, dove Cristo si trova alla destra del Padre. Volgete la mente alle realtà superiori, non a quelle della terra. Voi moriste e la vostra vita sta nascosta in Cristo, in Dio... fate dunque morire gli elementi terreni: fornicazione, impurità, passione, desideri cattivi, brama di possesso che è idolatria... nelle quali un tempo camminaste anche voi, quando vivevate in esse. Ora dunque eliminate anche dalla vostra bocca tutto quanto segue: ira, animosità, cattiveria, contumelia, turpiloquio. Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell'uomo vecchio, con i suoi atti, e avete rivestito il nuovo, che si va rinnovando verso la piena conoscenza, a immagine di colui che lo ha creato (Cl 3, 1-10; cf Rm 6, 11).

L'amore con Dio si riconosce dall'amore fraterno: « Da questo sappiamo di aver conosciuto Gesù: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: lo conosco, ma non osserva i suoi comandamenti è bugiardo e la verità non è in lui. Ma in chi osserva la sua parola, l'amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui: chi dice di dimorare in Dio, deve comportarsi come lui si è comportato » (1 Gv 2, 3-6).

Una volta rinati bisogna stare attenti a non ricadere nell'uomo vecchio. Paolo lo insegna chiaramente presentando l'esempio degli Ebrei che, pur essendo stati chiamati tutti ad entrare nella Palestina, di fatto perirono quasi totalmente nel deserto per mancanza di fede:

Non voglio che ignoriate, o fratelli, che i vostri antenati furono tutti sotto la nuvola e attraversarono tutti il mare e tutti furono così battezzati nella nuvola e nel mare per unirsi a Mosè, ma Dio non si compiacque della maggior parte di loro e furono quindi abbattuti nel deserto (1 Co 10, 1-5).

Anche il battezzato può perdere la fede e in tale modo spezzare la sua unione con il Cristo, al quale deve stare unito, tramite la fede, come il tralcio alla vite. Anzi la sua situazione diverrebbe in tal caso peggiore della prima:

Un terreno che ha assorbito la pioggia caduta frequentemente su di esso produce erbe utili a coloro dai quali è coltivato, riceve benedizione da Dio; ma se produce triboli e spine è riprovato e prossimo alla maledizione: la sua fine sarà nel fuoco (Eb 6, 7-8).

Se invece, nonostante la propria fede il cristiano cadrà talvolta nel peccato egli, che ogni giorno rinnova la propria conversione, ha la gioia di sapere che il sangue di Cristo con il quale è stato lavato, tramite la fede espressa nel battesimo « continua a purificarlo dai suoi peccati» (1 Gv 1, 7 s).

8) Conclusione

Occorre perciò ripristinare l'originario gesto battesimale da conferirsi solo agli adulti, non per un puro rito di ordine archeologico, ma per ridonargli il profondo simbolismo conoscitivo che lo fa diventare una testimonianza di fede nel Cristo morto e risorto e una prova della nostra conversione ai suoi ideali profondamente umani. Il battesimo diviene così una « parola visibile », un linguaggio espresso con un gesto. Certi concetti assai profondi scriveva Goethe non si possono descrivere a parole, ma solo rivivere in un gesto.

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