IL CATTOLICESIMO AL VAGLIO DELLA STORIA
Nascita e sviluppo del cattolicesimo antico nei primi tre secoli
a cura di Paolo Mirabelli

LEZIONE 3

FATTORI DEVIANTI

A. Una lettura errata dell'AT: distinzione tra clero e laici.

Il disprezzo dei Padri per Israele, che aveva crocifisso il Figlio di Dio e rigettato Gesù come Messia, favorì la convinzione che la chiesa avesse preso il posto dell'Israele etnico. La distruzione di Gerusalemme e del tempio era vista come la prova di questo fatto. Tale convinzione ebbe una implicazione anche nel modo di leggere l'AT: bisognava considerarlo superato o reinterpretarlo? In che modo le scritture ebraiche potevano essere ritenute canoniche per la chiesa? Prevalse allora la convinzione che l'AT dovesse essere interpretato tipologicamente, in modo allegorico e spirituale (vedi l'opera di Origene, «De principiis »), applicando così alla chiesa tutto ciò che era detto di Israele. La chiesa non era più vista come un organismo vivente caratterizzato dallo spirito di amore e di servizio reciproco dei discepoli del Signore, ma come un sistema che aveva bisogno di essere organizzato e difeso dagli eretici. Cosi gli scrittori del II e soprattutto del III secolo cominciarono a leggere l'AT senza distinguere le forme del patto mosaico da quelle del Nuovo Patto, e attingendo anche a norme del sacerdozio ebraico per la strutturazione della chiesa.

Tale modo confuso di leggere l'AT favorì l'introduzione nella chiesa della distinzione tra laici e clero e di pratiche e cose che appartenevano al sistema levitico. Basta presenziare ad una qualunque cerimonia religiosa della chiesa cattolica per Rendersi conto di quanto ebraismo c'è in essa. Gesù nel Vangelo aveva detto che i cristiani sono tutti fratelli (cf Matteo 23:8), che non deve esserci chi intercede per gli altri (cf 1 Timoteo 2:5); e nel periodo apostolico la chiesa non era altro che una comunione di fratelli, con ruoli e ministeri differenti, cf 1 Corinzi 12:12-31, dove ogni cristiano era un sacerdote di Dio (cf 1 Pietro 2:5; Apocalisse 1:6).

B. La mancanza del riconoscimento del canone del NT in alcune località.

Anche se il canone fu completato con gli scritti di Giovanni verso la fine del I secolo, tuttavia passò del tempo prima che il NT fu accolto e conosciuto in tutte le chiese. Nel II e III secolo c'erano ancora chiese che avevano il NT mancante di alcune parti, e quindi anche l'insegnamento ne risultò incompleto. La Bibbia dei Padri fu principalmente l' AT e le parti conosciute del NT.

Questa incompletezza del canone e la lettura dell' AT senza la luce del NT produsse in molti casi una errata teologia. Insegnamenti a noi chiari e semplici, perché abbiamo la completezza del NT, parvero confusi ad alcuni scrittori cristiani dei primi secoli. In quasi tutti gli scritti dei Padri ci sono insegnamenti che non sono in armonia con il NT. Questo fatto ci aiuta a capire il perché di certi errori così evidenti negli scritti dei Padri, cosa che dovremmo sempre tener presente quando leggiamo la loro letteratura.

C. Il vangelo legalistico e la giudaizzazione della chiesa.

Fin dal nascere, la chiesa ha dovuto lottare con le tendenze giudaizzanti (ebionismo) di voler sposare il Vangelo della grazia con il legalismo giudaico. Nella chiesa di Antiochia erano discesi alcuni dalla Giudea, i quali insegnavano ai fratelli che bisognava essere circoncisi secondo il rito di Mosè per poter essere salvati (Atti 15:1). La riunione di Gerusalemme fu fatta proprio per discutere e risolvere tale questione.

Lo Spirito Santo guidò la chiesa, la quale respinse energicamente le tesi compromissorie dei giudaizzanti (Atti 15) , fu riconosciuto che i Gentili e gli Ebrei sono salvati unicamente per la grazia in Gesù Cristo (Atti 15:11). Tuttavia, il germe del legalismo, che fu rifiutato dal Vangelo della grazia, continuò ad esistere e a far sentire la sua influenza nell'insegnamento di falsi maestri, (vedi epistola ai Galati; cf Colossesi 2:8; 1 Timoteo 1:3-4; Tito 1:10-16), come nelle sette degli Ebioniti e
degli Elxaiti; purtroppo il legalismo sarà una delle fonti dalle alcuni scrittori cristiani dei primi secoli attingeranno per sviluppare sistemi di vita e filosofie che rispecchiano il retroscena delle prassi giudaiche e che ritroveremo poi nel CATTOLICESIMO ANTICO.

Il sistema giudaico fu adottato col tempo come modello per la strutturazione delle chiese cristiane; la chiesa fu vista come la continuazione del tempio gerosolimitano (cf Clemente ai Corinti c.41). Ignazio di Antiochia si vide costretto a richiamare la chiesa dei Magnesi per la loro giudaizzazione del cristianesimo: « E' stolto parlare di Gesù Cristo e giudaizzare. Non il cristianesimo ha creduto nel giudaismo, ma il
giudaismo nel cristianesimo, in cui si è riunita ogni lingua che crede in Dio » (Ai Magnesi,X,3).

D. La prospettiva ellenistica, il sincretismo (5) tra cristianesimo e culture pagane, il compromesso religioso.

Gli apostoli e i primi cristiani predicarono ovunque il Vangelo di Cristo (cf Colossesi 1:23). I cambiamenti che il cristianesimo produsse nel mondo di allora è noto a tutti (cf Atti 16:20;17:6). Le culture principali con le quali il cristianesimo si è confrontato sono quella greca e quella romana. Nel sincretismo del paganesimo di allora c'era posto per tutti gli dei, il Panteon ne era l'espressione più alta (cf Atti 17:16-34).
C'era tolleranza religiosa e accettazione di diverse credenze sia da parte dei
Romani che da parte dei Greci. Purtroppo, se da una parte il Vangelo produsse dei cambiamenti, mediante la conversione a Cristo, nei costumi e nel modo di pensare e di vivere delle persone, dall'altra le chiese subirono una certa influenza dalle diverse culture, basta leggere le epistole del NT per avere conferma di questo fatto, e soprattutto il pensiero greco portò alla ellenizzazione del cristianesimo occidentale.

La ricerca di una spiegazione filosofica e razionale del messaggio evangelico portò ad una formulazione filosofica del cristianesimo, rapportata con i modelli filosofici allora esistenti e accettata dalla cultura greco-romana, con l'introduzione di elementi della filosofia greca presi dal platonismo, dall'aristotelismo e dallo stoicismo. Agli inizi si elevarono delle proteste contro tale alterazione del  messaggio: «Che c'entra Atene con Gerusalemme? Che ha da fare l'Accademia con la Chiesa?», scriveva Tertulliano (De Praescriptione Haereticorum,VII,9) , ma col tempo l'ellenizzazione divenne purtroppo un dato di fatto. Quando i cristiani non
filtrano più le idee, le filosofie e i costumi alla luce della Scrittura (cf Atti 17:11; 1 Tessalonicesi 5:21), ma ne prendono invece il contenuto e lo mescolano col Vangelo, allora avviene il sincretismo, elementi di verità si sommano a forme di paganesimo mediante una analisi e una sintesi deviante. E come era avvenuto nella storia d'Israele con i Samaritani (cf 2 Re 17; Giovanni 4:1-26), cosi avvenne nella storia della chiesa; il risultato fu che alcune chiese cominciarono a praticare il compromesso religioso e alcuni scrittori cristiani lo divulgarono e lo insegnarono, (cf 1 Timoteo 1:3-4; Colossesi 2:8; 2 Giovanni 6-11). Lo studio del cattolicesimo antico e moderno rivela chiaramente un sincretismo e una miscela tra verità, filosofia e paganesimo. L'istituzionalizzazione del compromesso religioso non ha inizio in un preciso momento storico, come per i Samaritani, nondimeno è possibile seguirne la nascita e lo sviluppo negli scritti dei Padri della chiesa.


NOTE A MARGINE

5. Sincretismo, nel significato storico-religioso denota la fusione di diversi credi o dottrine in una sintesi superiore di adattamento e di innovazione; mescolanza di diverse dottrine filosofiche e religiose fatte confluire in una sintesi. torna al testo