|
|
|
|
|
|
LEZIONE 2
UNO SGUARDO AL VANGELO
A. L'inganno è
possibile, la verità del Vangelo può essere camuffata dall'errore
(cf 2 Corinzi 10:5; 11:3; Galati 1:6-10). E' interessante notare come Satana
cerca di corrompere e sviare le menti dalla semplicità e dalla purità
rispetto a Cristo. La nostra mente può essere sviata dal Vangelo.
Satana cerca di ingannare le persone con la menzogna (vedi Giovanni 8:44);
la forza di Satana è proprio la menzogna, mediante la quale egli può
dominare le persone. Come possiamo resistere all'inganno, alle bugie e alle
macchinazioni di Satana? Con la verità di Dio, la Bibbia (cf Giovanni
8:32; Efesini 6:14; Colossesi 3:16). Dobbiamo catturare e imprigionare ogni
pensiero che si eleva contro la conoscenza di Cristo,
sottomettendolo all'ubbidienza
della verità (cf 2 Corinzi 10:5); dobbiamo «
combattere per la fede che è stata una volta per sempre tramandata
ai santi» (cf Giuda v.3); dobbiamo usare
la «potenza di Dio per la salvezza di
ogni credente», il Vangelo (Romani 1:16).
B. L'allontanamento dalla fede è stato predetto, la Bibbia stessa riferisce in maniera esplicita che l'apostasia è un pericolo reale e che un altro vangelo può essere predicato, vedi Atti 20:28-30; Galati 1:6-10; 1 Timoteo 4:1-3; 2 Tessalonicesi 2:1-12; 2 Pietro 2; 1 Giovanni 4:1; Apocalisse 17;18;19; Matteo 7:15.
E' interessante notare come in questi brani si accenna ad alcune forme che l'apostasia e allontanamento dalla fede avrebbero preso:
1. Dal collegio dei vescovi sarebbero sorti dei lupi rapaci;
2. Un altro vangelo
opposto al Vangelo della grazia, un
vangelo
legalistico, sarebbe stato predicato;
3. Alcuni avrebbero
vietato il matrimonio e l'astensione da certi
cibi;
4. L'uomo del peccato
si sarebbe innalzato sopra tutto ciò che è
chiamato
Dio e oggetto di culto.
Ecco, dunque, è stato il NT stesso che ci ha tracciato il percorso dal quale si sarebbe sviluppato poi l'allontanamento dalla fede; sono queste alcune caratteristiche che avrebbe assunto l'apostasia; saranno queste le idee che si svilupperanno nel corso della storia e che daranno vita a varie forme di allontanamento dalla dottrina cristiana.
MOMENTI STORICI CHE SEGNARONO UNA SVOLTA
Due momenti storici sono importanti nello studio del cristianesimo primitivo perché segnarono una svolta nella vita della chiesa, le due date sono il 70 d.C. e il 313 d.C.
Nel 70 d. C. Gerusalemme fu distrutta dai Romani (cf Luca 21:20), e la chiesa di Gerusalemme cessò di esistere. Fino a quel momento la chiesa di Gerusalemme esercitava una grande influenza sulle altre chiese perché Gerusalemme era il cuore dell'ebraismo ed era la chiesa dove erano presenti gli apostoli del Signore (cf Atti 8:14; 15:1-29; Galati 1:17-2:10). Essendo i Dodici gli apostoli di Gesù, é normale che la loro presenza facesse sì che la chiesa di Gerusalemme avesse una notevole influenza su tutte le altre chiese. Furono gli apostoli che si trovavano in Gerusalemme a mandare Pietro e Giovanni in Samaria (Atti 8:14). Paolo, Barnaba e alcuni fratelli di Antiochia salirono a Gerusalemme dagli apostoli ed anziani della chiesa per trattare la questione dei giudaizzanti (Atti 15). E l'apostolo Paolo dopo la sua conversione andò una prima volta a Gerusalemme per visitare Cefa (Pietro) e una seconda volta, dopo quattordici anni, per esporre il Vangelo che lui predicava alle "colonne" della chiesa: Giacomo, Cefa e Giovanni (Galati 1:11-2:10). Dopo la distruzione di Gerusalemme e dopo la morte degli apostoli di Gesù, Giovanni fu l'ultimo degli apostoli a morire in Asia Minore (cf 2 Giovanni v.1; 3 Giovanni v.1; Apocalisse 1:9), ogni chiesa conservava " la tradizione apostolica" (3) e aveva identico valore delle altre, come Ireneo di Lione scrisse verso il 180 circa d.C. nella sua opera «Contro le Eresie»: « La tradizione degli Apostoli, manifesta in tutto il mondo, può essere riscontrata in ogni chiesa da coloro che vogliono conoscere la verità » (Contro le Eresie,III,3,1 ).
Tuttavia, Roma, capitale
dell'Impero Romano e capitale del mondo pagano di allora, acquistò
via via una sempre maggiore influenza nel cristianesimo antico, fino al punto
che, da Costantino in poi, la chiesa di Roma divenne di fatto la chiesa più
importante del Mediterraneo. Ireneo, nel famoso e discusso passo contenuto
in "Contro le Eresie
" III,3,2, scrive: «Infatti a questa
chiesa (Roma), per la sua più forte superiorità, bisogna che
ogni chiesa si rechi, vale a dire (mediante) i fedeli che (vi pervengono)
da ogni dove, nella quale sempre da coloro che (giungono) da
ogni dove si è custodita
la tradizione proveniente dagli apostoli »
(traduzione di Fausto Salvoni).
Poiché Roma era la capitale dell'Impero, aveva una natura cosmopolita, la chiesa era frequentata da fedeli provenienti da tutto il Mediterraneo, e per questi suoi frequenti contatti con tutto il mondo cristiano, la chiesa di Roma esprimeva e testimoniava in un certo senso la tradizione degli apostoli. Dunque, una supremazia dovuta non tanto a ragioni teologiche, ma storiche, politiche e geografiche.
Il secondo momento storico
che segnò una svolta nel cristianesimo antico è stata la "
conversione " dell'imperatore Costantino (molti
ritengono che Costantino non fu mai battezzato, che abbia sempre creduto
nelle divinità pagane e mantenuto la funzione di sommo sacerdote del
paganesimo!). Nel primo secolo, il cristianesimo era stato considerato un
movimento di "dissenso
" all'interno del giudaismo, una setta giudaica, la setta dei Nazarei (cf
Atti 24:5,14). Staccatosi dal mondo ebraico dopo la distruzione di Gerusalemme,
il cristianesimo cominciò a rappresentare un
pericolo per l'Impero Romano.
Le ragioni che diedero vita alle persecuzioni furono di natura politica,
sociale e religiosa; il modello di vita dei cristiani e la loro testimonianza
di fede in Gesù Cristo quale unico Signore e Salvatore non erano
compromissori o accomodanti col sistema (cf Giovanni 15:19). Costantino
con l'editto di Milano (editto di Tolleranza
) del 313 d.C., non solo pose fine alle persecuzioni, ma favorì
il cristianesimo offrendogli ufficialmente il suo appoggio. Per Costantino,
l'unità dei cristiani era una questione politica, oltre che religiosa;
ecco perché egli convocò e presiedette il primo concilio nella
storia della chiesa, il concilio di Nicea
del 325 d. C.. La sua ingerenza politica nella vita della chiesa, generalmente
chiamata "cesaropapismo
" (4)
,
condizionò pesantemente il futuro del cristianesimo, producendo
degli effetti devastanti nella ecclesiologia del NT. Poco tempo dopo l'imperatore
Teodosio (381-395) riconobbe il cristianesimo come religione ufficiale dello
Stato. Quando Costantino nel 328 trasferì la sede imperiale da Roma
a Bisanzio (chiamata poi Costantinopoli), il vescovo di Roma di fatto
cominciò ad essere
l'unica autorità che contasse nella vita sociale e religiosa della
città. L'importanza che la città di Roma rivestiva nell'Impero,
l'assurgere del cristianesimo a religione ufficiale e la posizione in cui
venne a trovarsi il vescovo di Roma, dopo il trasferimento di Costantino
a Bisanzio, fece sì che il vescovo della chiesa di Roma acquistasse
una certa supremazia sopra gli altri vescovi.
Queste ragioni politiche sommate alle ragioni teologiche, che di seguito esamineremo, daranno vita col tempo alla nascita e allo sviluppo del papato. Il riconoscimento del cristianesimo a religione di Stato portò inevitabilmente alla formazione di due gruppi di cristiani: quelli divenuti tali per scelta personale, per convinzione, e che passarono attraverso la nuova nascita, e quelli dichiarati cristiani per decreto imperiale o per essere nati in una nazione cristiana.
Dall'era costantiniana
in poi si è potuto parlare in senso geo-politico di un mondo cristiano
e di un mondo non cristiano. Tale fenomeno portò, come è facile
intuire, ad un imbarbarimento della fede cristiana; l'ecclesiologia e la
soteriologia del NT furono stravolte e la chiesa si allontanò sempre
più da quelli che erano gli insegnamenti del Vangelo, fino al punto
che divenne una organizzazione irriconoscibile se confrontata con la chiesa
"organismo" del NT (cf Romani 12;1Corinzi 12; Efesini 4). Gesù ha
insegnato che nella chiesa non deve esserci chi
signoreggia sugli altri
(cf Matteo 20:20-28) e che la grandezza sta nel servizio; il Signore non
ha lasciato ai discepoli dei titoli onorifici o di potere o delle cariche
da assumere, ma dei servizi da compiere (cf Matteo 18;23; Marco 10:43-45;
Filippesi 2:5-11; 1 Pietro 5:1-4).
3. La tradizione apostolica, secondo l'insegnamento biblico, la vera tradizione apostolica che risale a Gesù e a gli apostoli é conservata negli scritti del NT (cf 1 Corinzi 11:2,23;Luca 1:1-4; Giovanni 20:30-31; 2 Pietro 1:12-21;Giuda v. 3). Solo se custodito nel Libro di Dio l'insegnamento degli apostoli rimane inalterato nel tempo, nonostante le possibili apostasie e deviazioni che avvengono, come la storia della chiesa ci insegna. Già nel I secolo, in quasi tutte le chiese di cui si ha notizia nel NT, anche in quelle fondate dagli apostoli, c'erano problemi, difficoltà ed errori dottrinali. E lo Spirito Santo guidò gli apostoli nello scrivere i libri del NT proprio per correggere gli errori delle chiese e per mostrare come fare un cammino di fede nella Parola. Come possono dunque le chiese custodire indipendentemente dalla Scrittura in maniera integra le tradizioni degli apostoli? torna al testo
4.Cesaropapismo,
unione in una sola persona del potere politico e di quello religioso, con
subordinazione dell'autorità religiosa alle direttive del potere politico;
sistema in cui la chiesa è considerata un organo dello stato, e il
capo dello stato e pure il capo religioso. torna la testo
|
|
|
|
|