IL CATTOLICESIMO AL VAGLIO DELLA STORIA
Dal IV secolo alla Riforma Protestante
inserto sulla "Buona Notizia", 1991 a cura di Italo Minestroni

La Riforma Protestante

Cenni su alcune denominazioni

Martin Lutero (1483-1546)

Agli inizi del secolo XVI l'Europa era matura per una riforma urgente e necessaria della Chiesa Cattolica. Occorrevano un fatto e un uomo che dessero avvio al movimento di riforma. Ed essi ben presto si produssero.

Il fatto fu il mercato delle indulgenze, allorché il papa Leone X, per completare la costruzione della Basilica di S. Pietro a Roma (iniziata dal suo predecessore papa Giulio II), affidò nel 1515 all'arcivescovo di Magonza, in conformità alla bolla del 1510 del suo predecessore, la facoltà di indire la raccolta delle offerte nelle provincie di Magonza Magdeburgo e nella diocesi di Halbertstadt.

A chi, contrito e confessato, visitava almeno sette Chiese, aventi lo stemma papale, recitando in ciascuna cinque Pater noster e cinque Ave Maria e offrendo 25 fiorini d'oro secondo lo stato, la rendita e l'occupazione del donatore, veniva concessa una remissione plenaria di tutti i peccati, efficace anche per le pene che si sarebbero dovuto soffrire in purgatorio; poi, anche una remissione dei peccati per le anime attualmente detenute in purgatorio, concessa dal papa « per modum suffragi», cioè per aiutare a rimettere le loro colpe, a condizione che l'offerente facesse un'offerta proporzionata alle sue disponibilità.

L'arcivescovo di Magonza affidò la predicazione delle indulgenze a un frate domenicano, di nome Tezel, il quale, predicando a Wittemberg, presente anche Lutero, disse: « Il Signore, nostro Dio, non è più Dio, ha tutto rimesso nelle mani del Papa. Venite e vi darò delle letture, munite di sigilli, per le quali i peccati stessi che vorrete fare in avvenire vi saranno perdonati. Il pentimento non è neppure più necessario. Con un mezzo scudo voi potete liberare un'anima del Purgatorio. (...) Nell'Istante stesso in cui il denaro tintinna nella casse delle elemosine, l'anima se ne vola in cielo. (...) Portate! Portate! »

Lutero , frate domenicano, nato a Eisleben, in Turingia, il 10 novembre 1483, professore dell'Università di Wittemberg, che era stato negativamente impressionato del triste spettacolo, che davano clero e papa durante una sua visita a Roma, e che già sentiva frullare insistentemente sulla sue mente le parole bibliche: «il mio giusto vivrà per fede» (Rm 1, 17), restò così sconvolto da questo scandaloso mercato delle indulgenze che, il 31 ottobre 1517, affisse alla porta della Chiesa del Castello di Wittemberg le sue famose «95 tesi teologiche » per far vedere che la sua vera penitenza consiste nella contrizione interna del cuore.

Sebbene, in fondo, queste tesi non oltrepassassero i limiti dottrinali del Cattolicesimo, ebbero un effetto indescrivibile. La Germania fu sossopra e in meno di un mese tutta la Cattolicità le conobbe.

La Chiesa Romana fece vari tentativi per riportare Lutero in seno alla dottrina cattolica. Leone X con la bolla «Exurge, Domine » (cioè: Sorgi, o Signore!) del 16 Luglio 1520, lo scomunicò.

Lutero rispose: confutando la Bolla papale, appellandosi a un Concilio, e bruciando pubblicamente, davanti al popolo acclamante, sia la Bolla che le Decretali e i libri dei suoi nemici. Era il 10 dicembre 1520, data che segna l'inizio della Riforma Protestante.

In quel giorno ebbe inizio, infatti, l'opera di riforma di Lutero. Noi, anziché ripercorrere tutte le tappe della sua vita e gli scontri con le autorità cattoliche, ci soffermeremo brevemente sul suo lavoro dottrinale.

Due furono le linee direttive dell'opera di Lutero:

1) La Bibbia nelle mani del popolo;
2) il libero esame , cioè la libertà per ognuno di leggere la Bibbia e di comprenderla senza la necessità di un infallibile magistero, che gli dica cosa debba o non debba credere, come avviene nella Chiesa Romana.

Facendo uso di queste due linee direttrici, Lutero dedusse dalla Bibbia il concetto fondamentale del suo insegnamento: LA DOTTRINA DELLA GIUSTIFICAZIONE PER LA SOLA FEDE SENZA LE OPERE.

Per Lutero è la lettura o l'ascolto della sacra Scrittura, ritenuta unica autorità in religione, che suscita la fede del cuore umano e la fede è da lui intesa come una fermissima fiducia in Dio misericordioso, che dà al credente la certezza della salute eterna e l'eroico coraggio della testimonianza.

Con tali premesse si può ben immaginare quale sfrondamento venisse a subire il Cattolicesimo: papi, Concili e tradizioni umane, non avendo più alcun valore, erano abolite; crollava il concetto di sacerdozio di casta e la nozione di gerarchia, propri della Chiesa Cattolica Romana; veniva corretto il concetto di Chiesa, non più intesa come società terrena, ma come unione spirituale di tutti i credenti in Cristo; veniva rigettata la dottrina della Messa come sacrificio rinnovante il sacrificio di cristo sulla croce, assieme ai dogmi del Purgatorio, alla dottrina dei sacramenti, dei quali si accettavano solo il battesimo e la Cena del Signore; veniva respinta in blocco la dottrina delle opere meritorie della Chiesa di Roma con tutto ciò che vi era connesso, come il Monachesimo e la nozione di doppia moralità (una per il popolo e l'altra per i singoli preti, frati e monache); veniva abbandonata tutta la religione di secondo ordine, come l'invocazione ai santi e alla Madonna, il culto delle immagini e delle reliquie, i pellegrinaggi, le processioni, l'acqua santa, ecc. Tuttavia, giudicando la sua opera da un punto di vista solamente biblico, mentre gli si deve dare atto di aver alzato la bandiera del libero esame e della Bibbia nelle mani del popolo, dobbiamo riconoscere che egli non riuscì completamente a liberarsi di tutto il complesso dottrinale cattolico. La liturgia della messa, la consunstanziazione, per cui, nell'ostia consacrata, con la sostanza del pane sono uniti il corpo, il sangue, l'anima e la divinità di Cristo; l'altare principale negli edifici negli edifici di culto contenenti quadri ed aventi l'organo, l'istituzione episcopale e la divisione dei credenti in parrocchie, furono tutte cose da lui mantenute.

Dal punto di vista biblico non possiamo poi accettare uno dei cardini dell'insegnamento di Lutero e cioè la dottrina della salvezza per la sola fede, perché la Bibbia, pur escludendo la dottrina delle opere meritorie, ammette però, che la salvezza si ha per fede e per opere, le quali non sono altro che il ravvedimento, la confessione di fede in Cristo Figlio di Dio, e il battesimo per la remissione dei peccati. Dice infatti Giacomo (2, 24): « L'uomo è giustificato per opere e non per fede soltanto ».

Del pari il Nuovo Testamento insegna che il «credo » del cristiano è questo: « Gesù Cristo, figlio di Dio» (Gv 20, 31; Mt 16, 25-16; ecc.), mente il Luteranesimo ha posto a base della sua esistenza come Chiesa il «Credo » i «Confessione di fede » di Augusta (1530), esaminando la quale non vi si trova il ritorno al Nuovo Testamento come unica regola di fede, ma il « Credo» di una nuova dottrina, che dà avita ad una nuova denominazione. Infatti, dalla «Confessione di fede» risulta che i seguaci di Lutero, accettano il « Credo, detto apostolico», il « Credo di Nicea» (325), ed anche il « Credo, o simbolo Atanasiano», oltreché il battesimo dei bambini e la confermazione.

Ulrico Zwingli (1484-1531)

Altro riformatore, che sebbene avesse iniziato la sua opera indipendentemente da Lutero, contribuì come lui all'affermarsi della Riforma, fu Ulrico Zwingli, della Svizzera Tedesca, che si pose apertamente contro tutto ciò che sapesse di Cattolicesimo Romano, abolendo, dopo che il Consiglio di Zurigo accettò per suo interessamento la riforma di Lutero (1523), anche tutto quanto Lutero aveva conservato di esso.

Ma la parte caratteristica della sua teologia fu la «Dottrina della elezione divina, o predestinazione», per cui riconduce alla volontà di Dio anche il peccato dell'uomo ed afferma che l'attuale condizione del mondo, dopo il fallo di Adamo, è stata voluta da Dio.

Nella Bibbia però non si parla mai di predestinazione divina alla fede e quindi alla salvezza, ma solo e sempre di predestinazione alla santificazione e all'adozione a figli di Dio di tutti coloro che volontariamente e liberamente credono, si ravvedono e si battezzano per la remissione dei peccati (Rm 8, 28-30; Ef 1, 4-5; Gl 4, 4-7; Gv 1, 11-13).

Importante è pure la dottrina zwingliana circa i sacramenti . Il battesimo e la cena del Signore non sono altro per lui che puri atti simbolici, i quali non danno ai credenti nulla che non sia già contenuto nell'annunzio della Divina Parola. Anche in questo c'è non poco di biblicamente discutibile.

Giovanni Calvino (1509-1564)

Il vero epigono della Riforma fu però Giovanni Calvino. Francese di origine, lavorò a Ginevra, facendosi promotore di una forma più chiara e drastica di opposizione alla Chiesa Romana: il Calvinismo.

L'idea dominante del sistema teologico di Calvino è l'assoluta sovranità di Dio. L'ultimo scopo di ogni essere è l'illimitata autoglorificazione di Dio, da cui deriva la dottrina della più ferrea predestinazione, secondo la quale Dio, fin dall'eternità, ha predestinato determinati uomini alla beatitudine ed altri alla dannazione; ma tutti servono alla dimostrazione della gloria di Dio.

Il Calvinista perciò non fonda la sua religiosità, come fa il Luterano, sulla coscienza del peccato e sulla giustificazione del peccatore da parte di Dio, ma sulla sua qualità di strumento eletto da Dio per servire a determinati scopi.

Nella Cena del Signore egli vide negli elementi del pane e del vino il problema della costituzione della Chiesa Apostolica del Nuovo Testamento, contrariamente a Lutero, come un ordinamento divino e perciò essenziale, ed applicò anche politicamente i suoi principi di governo religioso, dando vita a Ginevra ad uno stato-chiesa.

Biblicamente non si può accettare la dottrina di Calvino della limitata espiazione di Cristo per i soli predestinati (Mc 5, 28; Rm 3, 25; ecc.); la dottrina della totale depravazione dell'uomo (Mt 19, 14); quella della effettiva chiamata, per cui, quando il Signore fa scoccare l'ora della salvezza per un'anima, questa non gli può resistere (Rm 10, 13-17; Mt 28, 19-20); e quella della finale perseveranza dei santi (1 Co 15, 58; Eb 3, 12; 2 Pt 1, 5-10), per accennare solo ad alcune dottrine non bibliche.

Il denominazionalismo protestante

I due grandi principi della Riforma - libero esame e la Bibbia nelle mani del popolo - non sempre furono ben usati dagli uomini, non sempre contenuti nel vero per una sana procedura di ritorno all'insegnamento neotestamentario, non sempre furono scevri dal fanatismo religioso. Cosicché quelli che avrebbero dovuto essere gli strumenti per una riforma della Chiesa «i n capite e in membris», divennero invece occasione di ulteriore confusione e divisione del popolo, che ci tiene a qualificarsi come «cristiano ».

Sorse così il denominazionalismo protestante, cioè la contemporanea esistenza di alcune centinaia di Chiese, diverse per il credo, per la istituzione e per il culto, di cui parla il Nuovo Testamento.

I seguaci della Riforma vennero chiamati «Protestanti » dai Cattolici Romani nella Dieta di Spira del 1529, perché avevano protestato (e poi si erano ritirati dalla Dieta) contro la pretesa dei Cattolici che venisse modificato il principio del « cuius regio eius religio», stabilito nella precedente Dieta di Spira del 1526, secondo cui il sovrano doveva scegliere la religione del proprio stato, e si dichiarasse unica fede legalmente riconosciuta quella cattolica romana in tutti gli stati.

I Principi, seguaci di Lutero, elevarono una vibrata PROTESTA contro tale editto vessatorio dei principi cattolici, sostenuti dall'imperatore Carlo V che voleva dimostrare al Papa di essere veramente pentito del « sacco di Roma» che le sue truppe avevano fatto nel 1527.

Daremo solo un elenco delle denominazioni Protestantiche, perché sarebbe impossibile per ognuna farne la storia, presentarne il « credo» e darne una valutazione biblica in questa breve esposizione.

a) LA CHIESA LUTERANA, che iniziò nel 1521 ed ha come base la «Confessione di fede » di Augusta (1530), per l'influenza calvinista, si divise in LUTERANA CONSERVATRICE  e in LUTERANA RIFORMATA. Questa, in America, si frazionò in molti corpi separati, dando vita nel 1908 al MOVIMENTO BUCHAMINITA o del GRUPPO DI OXFORD.

b) LE CHIESE PRESBITERIANE, che presero avvio dai principi dottrinali di Calvino, in Olanda, Francia e Svizzera si chiamarono RIFORMATE, perché seguono differenti « confessioni di fede», pur accettando le dottrine calviniste.

In America il Presbiterianesimo si è frazionato in 17 chiese differenti, che seguono tutte la « Confessione di fede» di Westminster (1643-1649).

Ai Presbiteriani d'America si riallaccia la CHIESA DI CRISTO DEI SANTI DEGLI ULTIMI GIORNI, detta anche dei MORMONI, fondata da G. Smith (1805-1844).

c) LA CHIESA ANGLICANA O D'INGHILTERRA, che ebbe inizio con lo scisma di Enrico VIII (1509-1547) dalla Chiesa di Roma e che fu organizzata dalla regina Elisabetta I (1558-1603).

Da essa è derivata la CHIESA EPISCOPALIANA DEGLI STATI UNITI (P.E.C.U.S.).

E, come reazione all'affievolimento della vita religiosa della Chiesa d'Inghilterra, sono sorte alcune chiese, che hanno ricercato un più intimo contatto personale con lo Spirito Santo al punto che Esso pervaderebbe così i credenti da produrre in essi fenomeni di sonnambulismo magnetico (come nel Mesmerismo). Tra queste Chiese sono: quella dei QUACCHERI, quella dei SWENDENBORGIANI, o della NUOVA GERUSALEMME, quella dei PENTECOSTALI, o ASSEMBLEE DI DIO.

Come reazione al perdurare di elementi cattolici in seno all'Anglicanesimo, sorse nel 1827 LA CHIESA DEI FRATELLI o dei PLIMUTISTI, per opera di G. Darby, mentre in precedenza per lo stesso motivo G. Wesley (1783) aveva fondato la CHIESA METODISTA.

Trapiantati in America, I METODISTI divennero EPISCOPALIANI, perché riammisero i vescovi.

Col passare degli anni La Chiesa Metodista Inglese, o Wesleiana, si è frazionata in 9 gruppi, mentre quella americana in 15 corpi separati.

Dal Metodismo è provenuto William Booth il quale fondò l'ESERCITO DELLA SALVEZZA nel 1875.

d) ALTRE DENOMINAZIONI PROTESTANTI. Tra di esse abbiamo la CHIESA BATTISTA, sorta nel 1607, pare in Olanda, ad opera di Giovanni Smith, che non ebbe inizialmente contatti diretti né con i riformatori né con le Chiese da essi derivate, ma poi accettò i principi della Riforma. In seguito essa fu chiamata CHIESA BATTISTA GENERALE per distinguerla dalla CHIESA BATTISTA PARTICOLARE sorta nel 1833. La Chiesa battista generale iniziò nel 1641 il battesimo degli adulti per immersione, ma come testimonianza della salvezza già avuta per fede.

Proviene dalla Chiesa Battista anche LA CHIESA AVVENTISTA DEL SETTIMO GIORNO, fondata da W. Miller nel 1846 e dalla signora White che si riteneva una profetessa ispirata.

Elenchiamo inoltre: IL RUSSELLISMO, o STUDENTI DELLA BIBBIA, che nel 1931 prese il nome di TESTIMONI DI GEOVA, di cui fu fondatore Charles T. Russel (1876). Nel 1917 tra i suoi seguaci avvenne una scissione, che diede vita al gruppo di «AURORA MILLENNIALE».

Ai fenomeni di mesmerismo e d'ipnotismo si allaccia la CHIESA DI CRISTO SCIENTISTA, o SCIENZA CRISTIANA, fondata da Maria Baker (1821-1910).

L'ampiezza della materia e lo scopo del presente studio non ci permettono di dare notizie più dettagliate di ciascuna Chiesa, come sarebbe stato nostro desiderio.

Invitiamo ora il lettore a riesaminare ciascuna di queste Chiese, ed anche altre, che non sono state elencate, e di passarle al vaglio della parola di Dio ispirata del Nuovo Testamento, confrontandole con le nostre caratteristiche che Gesù ha dato alla Sua Chiesa, e cioè: il nome, la data di fondazione, il credo, l'organizzazione, le ordinanze, il piano di salvezza.

Ed allora chiediamoci:

1 - Queste Chiese hanno il nome biblico di: Chiesa di cristo, o Chiesa di Dio?

2 - Sono esse iniziate nel giorno della prima pentecoste, seguente all'ascensione di Gesù al cielo, circa l'anno 33 della nostra Era?

3 - Hanno esse il semplice, ma divino credo biblico: «Gesù Cristo, Figlio di Dio»?

4 - Sono organizzate senza una gerarchia umana, ma con degli Anziani (o vescovi) per ogni Congregazione, dei Diaconi e degli Evangelizzatori?

5 - Credono ed accettano le sole due ordinanze stabilite da Cristo per la Sua Chiesa, e nel modo da Lui voluto, quali il Battesimo in immersione di un credente - per la remissione dei peccati, e la cena del Signore sotto i simboli del pane e del vino?

6 - Hanno il piano di salvezza stabilito da Cristo ed attuato dai Suoi apostoli, cioè: la predicazione del Vangelo di Cristo, la fede, il ravvedimento, la confessione di fede ed il battesimo per la remissione dei peccati?

Se anche una sola di tutte queste Chiese, che abbiamo elencate, possiede questi requisiti dati da Gesù alla Sua Chiesa, essa è la « CHIESA DI CRISTO», quella di cui parla il Nuovo testamento e quella che segue colui che ha scritto queste note.

Ma occorre non dimenticare mai che se una Chiesa fallisce anche in un solo punto di queste note date da Gesù alla Sua Chiesa, equivale a fallire in tutto (Giacomo 2, 10).

Caro Lettore , ti siano queste norme di guida per una tua illuminata e felice scelta, se ancora non l'hai fatta, oppure per un rafforzamento della tua Fede cristiana e dell'amore per quella chiesa di Cristo, che tu, con la tua Fede ubbidiente, contribuisci a formare.

LA REAZIONE CATTOLICA - il Concilio di Trento

La Riforma del secolo XVI, che aveva strappato mezza Europa alla Chiesa di Roma ad al papato, provocò in questi una formidabile reazione per impedire ulteriori progressi, altre più grandi conquiste. Questa reazione venne chiamata CONTRORIFORMA.

Delle nazioni dell'Europa solo l'Italia, per la sua divisione in tanti piccoli Stati dominati dalla Spagna, paladina del Cattolicesimo, e per essere sede del Papato, rimase indenne dalla conquista protestante.

Così quando il Papa Paolo III (1534-1549) si decise di rispondere alle legittime decennali richieste, la convocazione di un Concilio, scelse come sede la città di Trento (13 dicembre 1545).

Il Concilio durò in tutto cinque anni, ed ebbe tre sessioni (1546-48, 1551-52, 1562-63) e fu composto quasi esclusivamente da prelati italiani, devoti quindi a Roma. Il Papa, per mezzo dei suoi Legati, vi fece trionfare la sua volontà.

Per quindici mesi i prelati si occuparono di dogmi (cioè della Sacra Scrittura, Tradizione, Giustificazione, Peccato originale, Sacramenti, ecc.).

Nel Concilio si parlò poco di riforme, il che non era neppure più necessario dal momento che lo scisma era compiuto, e che quindi non si trattava più di ricondurre i dissidenti nella Chiesa, ma piuttosto di rinvigorire il principio di autorità del Papa, e di affermare i dogmi cattolici. E invero questo fu il risultato del Concilio. Così esso venne chiuso da Pio IV (1559-1565).

Il Concilio, dando al Cattolicesimo il rafforzamento dell'autorità papale, un catechismo unico e dei principi assoluti, fu uno dei mezzi principali della reazione cattolica nella seconda metà del secolo XVI. Un altro mezzo potente di questa reazione fu la «Società di Gesù», cioè l'ordine dei Gesuiti.

Considerando la storia del cristianesimo, o della Chiesa di Cristo, dobbiamo dire che il suo progresso nell'umanità è come una marcia trionfale. Gesù ha inaugurato l'Era dell'umanità. Per essa è morto, ad essa ha apportato la Verità ed ha insegnato la Via del cielo ed il modo di poterlo raggiungere. Il Vangelo risponde appieno ai bisogni morali e religiosi, anche dell'uomo dei nostri giorni, se viene annunziato e praticato come è scritto nei Libri del Nuovo Testamento.