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a) Nel Vicino oriente era nota, fin da tempi remoti, l’idea mitologica che un dio fosse padre dell’umanità o di determinati esseri umani.
2. Il Giudaismo Palestinese1 - Il re, rappresentante del suo popolob) Presto il termine assume una accentuazione specifica.2 - il termine Padre usato per una divinità per indicare l’autorità incondizionata e irrevocabile
1 - In un inno sumero-accadico (Ur) il dio della luna viene invocato come « generatore misericordioso . . . che tiene nelle sue mani la vita di tutto il paese».c) Per gli orientali "padre", applicato a Dio, implicava anche qualcosa di ciò che per noi significa il termine "madre"2 - Del Dio sumero-babilonese EA si dice: «La sua collera è come il diluvio, la sua riconciliazione come (quella di) un padre misericordioso»
d) Nell’A.T. Dio è raramente designato come Padre (14 volte)
1 - In quanto creatoree) Queste citazioni riflettono la concezione orientale della paternità divina. Ma nell’A.T. ci sono delle differenze.
« Non è forse lui tuo padre che ti ha comprato?
Non è lui che ti ha fatto (creato) e ti ha stabilito? » (Dt 32, 6)
« Non abbiamo tutti uno stesso Padre? Non ci ha creati uno stesso Dio? » (Ml 2, 10).2 - Essendo creatore, quindi è il Signore e può esigere di essere onorato con l’obbedienza
3 - Ma essendo Padre, è pensato anche come misericordioso
« Come un padre è pietoso verso i suoi figli, così è pietoso l’Eterno verso quelli che lo temono, perché egli conosce la nostra natura e si ricorda che siamo polvere » (Sal 103, 13-14).
Proprio perché Creatore, Dio è pieno di indulgenza paterna per la debolezza dei suoi figli.1 - Dio è il Creatore e non l’antenato o il progenitore.f) Fu solo con i Profeti che il concetto di Dio come Padre acquistò tutto il suo significato mettendo in risalto il contrasto fra l’amore paterno di Dio e l’infedeltà del popolo.2 - Nell’A.T. la paternità divina è riferita solo a Israele, senza equivalenti con il mondo orientale. Israele è il primogenito di Dio, scelto fra tutti i popoli. «Voi siete figli dell’Eterno, il vostro Dio . . Tu sei un popolo santo all’Eterno, il tuo Dio, e l’Eterno ti ha scelto per essere un popolo suo, un tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra » (Dt 14, 1-2).
3 - Questa scelta è fondata su un’azione storica concreta: l’Esodo dall’Egitto, non basata su un mito ma su un atto di salvezza.
1 - Gr 3, 4 s : «Non hai proprio ora gridato a me: "Padre mio, tu sei l’amico della mia giovinezza! Rimarrà egli adirato per sempre? Conoscerà l’ira fino alla fine?" Ecco, tu parli, ma intanto commetti tutte le malvagità che puoi »g) A questi inviti al pentimento Israele risponde: Tu sei il nostro Padre Abinu atta.2 - Gr 3, 19 s ; «Io dicevo: "Quanto volentieri ti collocherei tra i miei figli e ti darei un paese delizioso, una splendida eredità tra tutte le nazioni". Dicevo: "Tu mi chiamerai Padre mio! E non ti allontanerai più da me. Ma come una donna è infedele al proprio marito, così voi siete stati infedeli a me, o casa di Israele" dice l’Eterno»
3 - Ml 1, 6: «Un figlio onora il padre e un servo il suo signore. Se dunque io sono padre, dov’è il mio onore? ».
1 - Is 63, 16: « . . . poiché tu sei nostro padre, anche se Abramo non ci conosceva e Israele ci ignorava, Tu, o Eterno sei nostro padre, nostro redentore, da sempre questo è il tuo nome . . . »h) E Dio risponde con il perdono: Os 11, 1-11 ci dà un quadro commovente di questo « . . . come potrei abbandonarti, o Efraim, o lasciarti in balia di altri, o Israele? . . . ».2 - Is 64, 7-8: «Non c’è alcuno che invochi il tuo nome, che si scuota per afferrarsi a te, perché tu ci hai nascosto la tua faccia e ci lasci consumare in balia delle nostre iniquità.
Tuttavia, o Eterno, tu sei nostro Padre, noi siamo l’argilla e tu colui che ci formi; noi tutti siamo opera delle tue mani».1 - Gr 31, 9: «Verranno piangendo, li condurrò con suppliche. Li farò camminare lungo corsi d’acqua, per una via diritta sulla quale non inciamperanno, perché sono un padre per Israele, ed Efraim è il mio primogenito ».2 - Gr 31, 10: « "È dunque Efraim un figlio caro per me, un figlio delle mie delizie? . . . Perciò le mie viscere si commuovono per lui, e avrò certamente compassione di lui" dice l’Eterno».
a) Anche il giudaismo palestinese, nei tempi prima di Gesù, era, come l’A.T., riluttante a parlare di Dio come Padre.3. "ABBA" nelle preghiere di Gesù1 - Una sola volta negli scritti trovati a Qumrân (1 QH 9, 35).b) Cosa intendevano gli Ebrei del tempo di Gesù quando davano a Dio il nome di Padre?2 - I rabbini usano questo titolo con un po’ più di libertà, ma poche volte.
1 - Dio è padre solo di chi osserva la legge (Torah) - ubbidienza -
Egli è padre dei giusti, cioè di coloro che compiono la sua volontà.
Tuttavia ricorre anche l’assicurazione dei Profeti che l’amore paterno di Dio è senza limiti e supera ogni colpa umana
– R. Jehuda (150 d.C.) «Se vi comportate come figli, siete chiamati fi-gli; se non vi comportate come figli non siete chiamati figli».
– R. Meir: «In un modo o nell’altro siete chiamati figli».
(Talmud Babil, qidduslim, 36a)2 - Dio è spesso, in questo periodo, designato come padre dell’Israelita come tale.
– tale designazione ricorre come invocazione nelle preghiere liturgiche abbinu, molkenu
"padre nostro, nostro Re":
Padre nostro, nostro re
per amore dei nostri padri
che ebbero fede in te
e a cui tu assegnasti le leggi della vita,
abbi pietà di noi e istruiscici
(Preghiera "Arabba rabba)3 - Nessuno ha trovato un solo esempio in cui Dio sia invocato come Padre mio in un individuo singolo.
a) In tutte le sue preghiere Gesù invoca Dio come PADRE MIO.4. La Paternità di Dio negli Evangeli1 - Una sola eccezione: sulla croce grida: « Dio mio, Dio mio perché mi ha abbandonato » (Mc 15, 24; Mt 27, 46; citazione del Salmo 24, 1).b) Gesù usava la parola aramaica ABBÀ.1 - «Abbà, Padre, tutto ti è possibile; allontana da me questo calice . . . » (Mc 14, 36).2 - Lo prova il fatto che, nel testo greco, oltre all’uso corretto del vocativo pater o pater mou, viene usato il nominativo o pathr come vocativo. Ciò si spiega considerando che abbà era parola corrente nell’aramaico palestinese non solo come appellativo, ma anche come equivalente di il padre.
3 - Paolo ci testimonia che le comunità cristiane usavano il grido di Abbà, Padre abba o pater.
Rm 8, 25: « . . . voi infatti non avete ricevuto uno spirito di schiavitù per cadere nuovamente nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di adozione per il quale gridiamo "Abba, Padre" »
Gl 4, 6: «Ora perché voi siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei vostri cuori, che grida: "Abba, Padre"».4 - Ciò non trova analogia nelle preghiere ebraiche del primo millennio dell’era cristiana.
5 - Perché le preghiere ebraiche non invocano Dio come abbà?
a - in origine abbà ripeteva il balbettio infantile quando il bimbo gusta il sapore dei cereali (cioè quando viene svezzato) apprende a dire a dire abba e imma (babbo e mamma) (Talmud babil.).b - Tre padri della Chiesa – Crisostomo, Teodoro di Mopsuestia e Teodoreto di Ciro – nati in Antiochia, ci dicono che i bambini piccoli usavano chiamare i loro padri abbà.
c - Abbà soppiantò la formula più antica di Abbi, usata per rivolgersi al padre, nell’aramaico palestinese fino al II secolo a.C.
d - Anche i figli adulti chiamavano abbà i padri e solo nelle occasioni ufficiali usavano il termine signore kurie
e - Sarebbe perciò stato irriverente chiamare Dio con questa parola familiare.
a) Nei vangeli non meno di 170 volte troviamo la parola Padre sulle labbra di Gesù riferita a Dio.IL PADRE NOSTROb) Se classifichiamo i testi secondo i 5 strati della tradizione presente nei vangeli abbiamo il seguente schema (contando una sola volta i paralleli sinottici ed escludendo l’invocazione di "Padre"):
– Marco 3 volte – Detti comuni a Matteo e Luca 4 volte (fonte dei Loghia) – Detti particolari di Luca 3 volte – Detti particolari di Matteo 31 volte – Giovanni 100 volte c) Questo schema dimostra che c’era una tendenza sempre maggiore a introdurre la designazione di Dio come Padre nei detti di Gesù.
1 - Marco, la tradizione dei loghia e la fonte particolare di Luca sono d’accordo nel riportare che Gesù usò la parola Padre solo in poche circostanze.d) I pochi esempi degli strati più antichi della tradizione rientrano in due classi:2 - In Matteo vi è un aumento notevole.
3 - In Giovanni Padre è diventato sinonimo di Dio.
4 - Sembra che Gesù usò il nome Padre solo in occasioni speciali. Perché?
1 - il gruppo di detti in cui Gesù parla di Dio come Padre vostro;e) Nei detti del Padre vostro Dio viene presentato come un padre che conosce le necessità dei suoi figli:2 - il gruppo in cui lo chiama Padre mio.
– Mt 6, 32: « . . . il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose »f) Questi detti sono tutti indirizzati ai discepoli. Come un insegnamento– Lc 12, 30: « . . . le genti del mondo cercano tutte queste cose, ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno »
– che è misericordioso (Lc 6, 36): « siate dunque misericordiosi, come anche il Padre vostro è misericordioso »
– di illimitata bontà (Mt 5, 45): « . . . siate figli del Padre vostro, che è nei cieli, poiché Egli fa sorgere il suo sole sopra i buoni e sopra i malvagi e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti»
– che perdona (Mc 5, 11): « . . . e quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate affinché il Padre vostro, che è nei cieli, perdoni i vostri peccati »– a cui piace concedere il suo regno al piccolo gregge (Lc 12, 32): « Non temere, o piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno».
– Agli altri Gesù ha parlato di Dio come Padre solo in parabole e similitudini.g) Tutti, comunque, fanno parte dell’istruzione (didakè) di Gesù, del suo insegnamento esoterico.h) Fra questi detti, il più importante è Mt 11, 27 (Par. Lc 10, 22): «Ogni cosa mi è stata data in mano dal Padre mio e nessuno conosce il Figlio se non il Padre e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio avrà voluto rivelarlo»
1 - Sembra un fulmine caduto dal cielo giovanneo (von Hase, prof. di Storia della Chiesa a Jena).i) Pertanto quando Gesù parlava di Dio come di mio Padre, non si riferiva ad una familiarità ed intimità con Dio raggiungibili da chiunque, ma ad una rivelazione unica concessagli.2 - Fu considerato come un termine tecnico derivato dal mondo ellenistico (la mutua conoscenza).
3 - La designazione di Gesù come Figlio, era una caratteristica della cristologia giovannea.
4 - Recenti studi linguistici hanno riconosciuto che il passo è pieno di giri di frase semitici ed è certamente palestinese nella sua origine (T.W. Manson).
5 - L’ebraico e l’aramaico mancano del pronome reciproco (l’un l’altro) perciò usano una circonlocuzione.
6 - Il brano va tradotto così: « come solo un padre conosce suo figlio, così solo un figlio conosce il padre».
7 - Il testo non parla di unione mistica, ma esprime semplicemente un’esperienza comune.
8 - Non è un versetto giovanneo in mezzo al materiale sinottico, ma piuttosto uno di quei detti dai quali si è sviluppata la teologia giovannea.
9 - Il passo di Mt 11, 27 vuole semplicemente dire che poiché soltanto un padre e un figlio si conoscono veramente l’un l’altro, per questo un figlio può rivelare ad altri i pensieri più intimi di suo padre.
l) Gesù basa la sua autorità sul fatto che Dio gli ha concesso una rivelazione piena rivelandogli Sé stesso come solo un padre può rivelarsi a suo figlio.
m) Abba quindi è una parola che comunica una rivelazione e rappresenta la piena consapevolezza della propria missione da parte di Gesù.
n) Prefigurazioni di questo rapporto con Dio come Padre li possiamo trovare nell’A.T.
1 - La profezia di Nathan riguardo a Davide:
«Io sarò per lui un padre ed egli mi sarà un figlio . . .» (2 Sam 7, 14; 1 Cr 17, 13)2 - Le parole sul re che si trovano nei Salmi:
«Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato » (Sal 2, 7)
« . . . lo costituirò pure mio primogenito, il più eccelso dei re della terra » (Sal 89, 27 s).
a) Solo su questo sfondo proviamo a capire il significato più profondo della preghiera insegnata da Gesù.b) Le due formulazioni:
1 - La più breve (Lc 11, 2-4)c) Per capire cosa significava per i discepoli questo vocativo dobbiamo tener presente le circostanze in cui Gesù diede loro questa preghiera.2 - La più lunga (Mc 6, 9-13)
3 - Non è pensabile che qualcuno abbia abbreviato questo testo così importante
4 - È possibile, invece, che sia stato ampliato per uso liturgico
5 - La versione di Luca, quindi, è la più antica: in essa l’appellativo è pater = Abbà.
1 - Essi gli avevano chiesto: « Signore, insegnaci a pregare» (Lc 11, 1).d) In questo senso Paolo ha inteso questa invocazione: quando un cristiano ripete quest’unica parola, Abbà, prova la sua qualità di figlio e il suo possesso dello Spirito:2 - Volevano una loro preghiera, come i discepoli del Battista, come i Farisei e gli Esseni, una preghiera che li distingueva dagli altri, un contrassegno, un simbolo.
3 - Gesù li accontenta: li autorizza a seguirlo dicendo Abbà. Questo è il simbolo della loro qualità di discepoli.
4 - In questo modo li fa partecipi della sua stessa comunione con Dio
5 - Solo chi può ripetere questo Abbà infantile può entrare nel regno di Dio: « . . . in verità vi dico: se non vi convertite e non diventate come piccoli fanciulli, voi non entrerete affatto nel regno dei cieli » (Mt 18, 3).
6 - Pronunciando questa parola i discepoli proclamano di essere partecipi della rivelazione e che l’attesa escatologica si è realizzata; il Regno di Dio è presente già adesso, si è adempiuta la promessa di Osea 1, 10 e Giubilei 1, 24 «I o sarò il loro padre, ed essi i miei figli. Essi saranno chiamati tutti figli del Dio vivente» (Rm 9, 26).
« . . . avete ricevuto lo Spirito di adozione per il quale gridiamo: "Abba, Padre" » (Rm 8, 15)e) Le antiche liturgie mostrano che i cristiani antichi erano consci della grandezza di questo dono quando adottarono come premessa alla preghiera di Gesù, le parole: Noi OSIAMO dire Padre Nostro.« . . . ora poiché voi siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei vostri cuori, che grida: "Abba, padre"» (Gl 4, 5)
Tutto ci conduce ad una importante conclusione
a) Si sostiene che non sappiamo nulla del Gesù storico1 - I Vangeli sono confessioni di fede non storia.b) Ma se è vero (e la testimonianza delle fonti è inequivocabile) che l’ invocazione di Dio come Padre Abba è la vera e genuina parola originale di Gesù e che questo Abba implica la rivendicazione di una rivelazione unica e di una autorità unica, allora la posizione del Gesù storico (potente profeta) non è più sostenibile.2 - Dai Vangeli conosciamo il Cristo del Kerigma, mentre Gesù è avvolto nei veli del mito.
3 - La critica storica ci rivela un potente Profeta che, tuttavia, è rimasto nei limiti del Giudaismo e, quindi, può anche avere un interesse storico, ma nessun significato per la fede cristiana.
c) Con Abba siamo ricondotti altre il Kerigma (predicazione, annuncio): c’è qualcosa di nuovo e inaudito che varca i limiti del Giudaismo, c’è un uomo che ha il potere di rivolgersi a Dio come Abba e rende i peccatori partecipi del Regno autorizzandoci a ripetere: Abba, caro papà!