LE PARABOLE DI GESU'

PARTE SECONDA

II - DALLA CHIESA PRIMITIVA A GESU'

A. Duplice collocazione storica

1) Collocazione originaria: situazione, ogni volta unica, nel quadro dell'attività di Gesù
a) Riferimenti ad avvenimenti concreti:
 l'amministratore infedele,
 la zizzania in mezzo al grano,
 il ladro di notte,
 il buon samaritano.
2) la "vita" delle parabole nella chiesa primitiva:
a) venivano insegnate nell'evangelizzazione, nelle riunioni, nella catechesi, nella predicazione.

b) Si formavano dei raggruppamenti dei dettti di Gesù secondo punti di vista pratici.

c) Venivano rielaborate mediante ampliamenti, allegorizzazioni.

d) Secondo le esigenze del momento, secondo la situazione della chiesa, situazione che intercorre fra la croce e la parusia.

3) Occorre tener presente la diversità di situazione
a) situazione della vita di Gesù

b) situazione della chiesa primitiva

4) Un contributo, nel tentativo di riscoprire la posizione storica originaria, lo abbiamo avuto, in tempi recenti, dalla scoperta del Vangelo di Tommaso (copto), che riporta 11 parabole sinottiche:
Loghion 9  - il seminatore
Loghion 20 - il granello di senape
Loghion 21b e 103 - lo scassinatore (il ladro di notte)
Loghion 57 - la zizzania
Loghion 63 - il ricco stolto
Loghion 64 - la grande cena
Loghion 65 - i cattivi vignaiuoli
Loghion 76 - la perla di valore
Loghion 96 - il lievito
Loghion 107 - la pecorella smarrita
Loghion 109 - il tesoro nel campo.
Il Vangelo di Tommaso contiene altre 4 parabole che non si riscontrano nei vangeli sinottici nè nel resto del N.T.
Loghion 8  - il grande pesce
Loghion 21a - i fanciulli nel campo
Loghion 97 - la donna sbadata
Loghion 98 - l'attentatore.
B. Il Vangelo di Tommaso

E' stato trovato in Egitto, nel 1945, a Kenoboskion.

E' scritto in copto, e si ritiene opera di gnostici. Composto nel II secolo d.C.

Raccoglie una serie di oltre 100 Loghion (detti) di Gesù introdotti con la frase "Gesù disse:...". Il contenuto é formato da:

a) una parte prevalentemente gnostica (corrente sviluppatasi nel 2° secolo)

b) una parte giudeo-cristiana

c) una sezione parallela ai sinottici: i detti o Loghion

1. alcuni detti sono identici a quelli dei sinottici,

2. altri detti biblici contengono varianti extra-bibliche, es.:

- riassunti di brani più lunghi
- allargamento di brani più sintetici:
. aggiunta di poche parole per dare coloritura gnostica
. aggiunta di parole di abbellimento
. aggiunta di metafore
. trasformazione di detti sinottici
. detti del tutto ignoti.
Considerazioni:

a) Il Vangelo di Tommaso ha utilizzato una fonte comune ai sinottici - conferma che al tempo degli Apostoli esisteva un genere letterario riproducente i detti del Signore.

b) I detti furono trasmessi con una certa fluidità dalla tradizione primitiva, poiché Gesù parlò in aramaico.

c) I testi canonici sono superiori per chiarezza, semplicità, armonia, il Vangelo di Tommaso, invece, contiene confusione, deturpazione, aggiunte contraddittorie.

d) In qualche raro caso, tuttavia, ci permette di ricostruire meglio la frase originaria di Gesù - «... alcuni (semi) sono caduti SULLA strada...»  lungo la strada...sul ciglio (Mt., Lc.)

e) Contiene alcuni detti di Gesù genuini ma sconosciuti?
non si può escluderlo a priori
i vangeli canonici non riferiscono tutti i particolari della vita  di Gesù
Paolo, per esempio, cita un detto del Signore non contenuto nei Vangeli: « ...conviene ricordarsi delle parole del Signore Gesù, il quale disse: C'é maggior felicità nel dare che nel ricevere »  (Atti 20,35).

1. LA TRADUZIONE IN GRECO

Gesù ha parlato in Aramaico. La traduzione in Greco portò con sè numerosi casi di slittamento del significato.

Riconversione in Aramaico?

Per avvicinarsi  il più possibile al testo originale occorre prendere in considerazione le seguenti modifiche:

- i cambiamenti di immagini
- gli abbellimenti
- l'influsso dell'A.T. e delle narrazioni popolari
- il cambiamento di uditorio
- l'impiego delle parabole nella parenesi ecclesiale
- l'influsso della situazione della chiesa
- il processo di allegorizzazione
- la presenza di raccolte e fusioni
- il contesto.
2. CAMBIAMENTO DI IMMAGINE

 a) In Luca troviamo parabole che presuppongono:

1. architettura ellenistica :
 Lc 6,47 ss «scavato » (possibilità di stanze sotterranee)
 Lc 8,16; 11,33 - vestibolo in cui vi é una lampada per illuminare chi entra

2. procedimento penale romano:
 Lc 12,58 pra¢ktwr   carceriere, ufficiale
 Mt 5,25 u¥rhre¢t$  servitore della sinagoga  - guardia

3. orticoltura e agricoltura extra-palestinesi:
 Lc 13,19  in Palestina la coltivazione della senape nei terreni orticali era vietata
 Lc 14,35  il sale come fertilizzante

4. ripartizione della notte:
 - in Luca quella palestinese (Lc 12,38)
 - in Marco quella romana (Mc 13,35; 6,48).

3.  ABBELLIMENTI

 a) Compiacimento per i grandi numeri: parabola dei talenti

- in Mt 25,15 il primo dei servitori riceve 5 talenti (50.000 denari), il secondo 2 (20.000 denari) e il terzo 1 (10.000)
- in Lc 19,13  ognuno dei servi riceve solo 100 denari
- il seguito del racconto indica che la terna dei servi (in Matteo) rappresenta il dato originale, come pure la cifra più bassa (in Luca) é quella originale, poiché la somma indicata da tutti e due gli evangelisti era  «poca cosa » (Mt 25,21) «cosa minima» (Lc 19,17)
 b) Amplificazioni: nella parabola del convito, in Matteo é un Re, nel Vangelo di Tommaso é un privato

c) Vivificazione del discorso: parabola dei vignaiuoli: in Matteo « Essi gli dissero...», mentre la frase manca in Marco e in Luca : gli ascoltatori si condannano da se stessi.

d) Spostamenti di significato, dovuti ad abbellimenti anche insignificanti:

1. Nella similitudine del fico: Lc 21,29 « osservate il fico e tutti gli alberi», Marco 13,28, e Matteo 24,32 parlano solo del fico. Luca toglie l'attenzione dalla singolarità del fico che, spoglio d'inverno, sembra veramente morto e si presta ad essere un simbolo appropriato della morte e della vita.

2. Nella parabola del vestito vecchio con la toppa nuova, Mc 2,21; Lc 5,26 :

Marco: «...il pezzo nuovo porta via l'intero rattoppo e lo strappo si fa peggiore»

Luca: «...altrimenti si trova con il nuovo strappato e il pezzo tolto dal nuovo non si adatta al vecchio »

e) Occorre fare molta attenzione nell'esaminare le parabole. La caratteristica della predicazione di Gesù é di presentare le parabole tolte dalla vita quotidiana, ma spesso sono arricchite con dettagli insoliti e paradossali:
1. Gli invitati al banchetto che rifiutano tutti l'invito
2. Il padrone di casa fa venire alla sua tavola i primi che capitano
3. Un invitato si presenta ad un banchetto di nozze con l'abito sporco
4. Le ragazze in attesa dello sposo si addormentano tutte, e lo sposo nega loro l'ingresso
5. Un seme di frumento dà un frutto centuplicato.
f) Il paradosso o il dettaglio insolito ci indica in quale sezione dobbiamo cercare il significato:
1. Nella parabola del servitore spietato (Mt. 18:23-35), l'enorme somma di 10.000 talenti (= 100 milioni di denari , 1 denaro equivaleva al salario di una giornata di lavoro)

2. Nel 4 a.C. la Galilea e la Perea assieme pagavano a Roma 200 talenti annui di imposte

3. Il significato é nella grandezza del perdono divino, in contrasto con la piccolezza del perdono umano.

4. INFLUSSO DELL'A.T. E DELLE NARRAZIONI POPOLARI

a) Le citazioni dall'A.T. sono molto poche  ed é probabile che non appartengano alla tradizione originale: sono quasi certamente di Gesù:
 

1. L'albero sotto le cui foglie si riparano gli uccelli, si richiama a Ez 17,23 e Dn 4,9s

2. La chiusura della parabola del seme, Mc 4,29, é citata da Gioele 3,13, secondo il testo ebraico

b) Gesù aveva certamente accolto dei motivi di narrazioni popolari, ma sono di carattere secondario:
1. Matteo inserisce, nella parabola del gran convito, la descrizione di una spedizione punitiva: si tratta di un topos (luogo comune) derivato dall'antico Oriente e ben noto al giudaismo. L'evangelista se ne serve per alludere alla distruzione di Gerusalemme (Mt 22,7).
5. CAMBIAMENTO DI UDITORIO

Prendiamo, come esempio, la parabola dei lavoratori nella vigna Mt 20,1-16

a) La chiesa cattolica, fin dal VI - VII secolo (e la luterana), predica questa parabola nella domenica "settuagesima", all'inizio del digiuno del clero, cioé all'inizio del periodo penitenziale, abbinandolo alla lettura dell'Epistola 1 Co 9,24-27 (invito a correre nello stadio):

1. Argomento della predica: la chiamata nella vigna di Dio

2. Fin dall'antichità si é allegorizzato su questo punto (Ireneo): le 5 chiamate sono state ripartite e distribuite nella storia della salvezza, da Adamo in poi

3. Origene vi vede le varie età della vita in cui gli uomini accettano il Vangelo

4. Queste allegorizzazioni non colgono nel segno il vero significato e trascurano la conclusione (v. 8ss)

5. L'accento non sta nella chiamata, ma nel salario

b) Torniamo indietro nel tempo
 
1. Tutti i codici (eccetto 5) leggono il v. 16b come frase conclusiva « ...molti sono chiamati, ma pochi eletti», ma si tratta di un'aggiunta tratta da un'altra parabola (Mt 22,14 - parabola delle nozze)

2. In quale modo la parabola poggia sulla tesi del piccolo numero dei salvati?

 - i primi chiamati mormorano, accampano diritti, meriti, respingono il dono di Dio e perdono la salvezza « ...vattene...»
 - così diventa una parabola del giudizio
 - ma i lavoratori non ricevono una condanna, bensì la retribuzione pattuita.
c) Andiamo ancora più indietro, all'evangelista Matteo:
1. Matteo intercala la parabola che parla di primi e ultimi al contesto di Marco, per illustrare la sentenza « molti primi saranno ultimi, e molti ultimi saranno primi » (Mc 10,31; par. Mt 19,30) con cui  termina il precedente dialogo con Pietro.

2.  Con la stessa massima termina la parabola dei lavoratori nella vigna, ma all'inverso (Mt 20,16).

3. Due volte la parabola viene messa in relazione con Mt 19,30
 - ga¢r ,  infatti - 20,1
 - ouÀtwj , così - 20,16

4. Nel contesto di Marco questa sentenza dichiara che, nel nuovo sistema, l'ordine gerarchico terreno sarà rovesciato

5. Matteo ha visto la dimostrazione di questo capovolgimento nel v. 8b « Chiama i lavoratori e paga loro il salario cominciando dagli ultimi, fino ai primi»

 - non vuole obiettare che i gruppi sono 5
 - tuttavia si può obiettare che iniziare dagli ultimi non é un capovolgimento, non é un privilegio, né uno  svantaggio;
 - nessuno si lagna per l'ordine di precedenza
6. E' un tratto secondario, sottolinea la parificazione degli ultimi ai primi

7. La parola a¦rca¢menoj a¦po£ , cominciando da,  può significare "compreso": « paga tutti, compreso gli ultimi».

8. La parobola, comunque, non intende insegnare che alla fine del mondo ci sarà un capovolgimento di posizioni: tutti ricevolo lo stesso salario.

d) Poiché abbiamo appurato, sulla scorta di Marco, che il contesto di Matteo non é quello originario, dobbiamo oltrepassarlo e considerare la parabola senza riferimento al contesto:
1. La massima finale (v.16) può avere un senso del tutto diverso dall'attuale tessitura di Matteo.

2. Il senso va spostato sulla retribuzione.

3. Il riferimento é alle generazioni future, che non saranno svantaggiate rispetto a quelle che le hanno precedute.

4. Ci sarà parità di ricompensa nel Regno di Dio.

5. «Ora a colui che opera, la ricompensa non é considerata come grazia, ma come debito » (Rm 4,4).

6. L'accento e lo stupore dei lavoratori non sta nella paga uguale per tutti ma nella ricompensa così grande per gli ultimi.

e) Per fare chiarezza:
1. Lasciare da parte il v. 16 che, come indicano anche Mc 10,31, Lc13,30 (vedi anche Mc 9,35), é un "loghion" indipendente - forse un proverbio.

2. Se la parabola termina con la domanda del v. 15, si pone il problema della sua paradossalità:
 - sembra un'ingiustizia
 - perché l'intero salario per una sola ora di lavoro?

3. Ognuno riceve solo la somma necessaria per vivere un breve tratto della sua esistenza
 - nessuno ottiene di più
 - anche gli ultimi porteranno a casa una paga intera: col salario di un'ora non possono mantenere la famiglia
 - non torneranno a casa a mani vuote

4. Il padrone ha compassione per la loro povertà
 - non é un arbitrio
 - é un gesto di bontà e generosa sensibilità

5. Così agisce Dio

6. L'accento é posto sulla parola «perché sono buono» (v.15) oÀti e¦gw£ a¦gaqo¢j e¦imi .

f) Perché Gesù racconta questa parabola
1. La parabola ha due vertici:
a) l'arruolamento degli operai e la magnaminità del padrone che paga il salario intero a tuttib) L'indignazione di quelli che si ritengono dannegiati
2. Ogni parabola a doppio vertice ha l'accento sul secondo

3. Perché questo secondo episodio in cui i lavoratori protestano per sentirsi rispondere "sei invidioso perché io sono buono" ?

4. Evidentemente il discorso é rivolto a delle persone che ricopiano questi mormoratori che criticano la Buona Novella e se ne scandalizzano: i Farisei

5. Ci troviamo dinanzi ad una situazione concreta della vita di Gesù

a. critiche contro la familiarità di Gesù con i disprezzati e gli emarginati
b. per questa gente l'Evangelo é uno scandalo
c. Gesù deve costantemente giustificare il suo comportamento
6. La chiesa primitiva riferisce la parabola ai discepoli di Gesù - vedi la domanda di Pietro (19,27) - ed anche alla comunità. Molte altre parabole sono riferite dalla chiesa primitiva ai discepoli, ma in origine erano state rivolte ad altri ascoltatori: Farisei, Scribi, la folla...

7. Un altro esempio: la parabola della pecorella smarrita: Lc 15,3-7; Mt18,12-14

a. Secondo Luca é provocata dalla critica indignata dei Farisei « perché costui accoglie i peccatori e mangia con loro? »  Lc 15,2

b. Si conclude con «...così Dio gioirà maggiormente per un peccatore pentito che per 99 persone perbene che non hanno bisogno di ravvedimento» Lc 15,7

c. Gesù giustifica il suo messaggio di fronte ai suoi critici

 
d. La parabola di Matteo ha un diverso uditorio: i discepoli Mt 18,1

e. la sentenza conclusiva: «così la volontà del Padre...che neppure uno di questi piccoli perisca » (v.14)

La massima é incorniciata dall'ammonizione a non disprezzare i "piccolissimi" (v.10) e dalla direttiva sulla correzione fraterna (vv 15-17)
Dio vuole che seguiate il fratello caduto - il "piccolo", il debole, l'abbandonato - con la stessa cura con cui il pastore va a cercare la pecorella smarrita.
f. L'accento non é messo sulla gioia del pastore, bensì sul carattere esemplare della sua ricerca

g. In questo caso Luca ha conservato la situazione originale. Anche in Giovanni, l'allegoria del "Buon Pastore" é rivolta agli avversari di Gesù (Gv. 10:6)

h. Ci troviamo nella stessa posizione di Mt 20,1-16: la parabola, diretta inizialmente ai nemici di Gesù, é diventata una parabola per i discepoli.

i. Il cambiamento di uditorio ha portato con sé uno spostamento di accento.

8. Dobbiamo chiederci sempre:
a. quali sono gli autentici ascoltatori originali?

b. Come doveva essere compresa una parabola che noi sentiamo rivolta agli avversari o alla folla?