LE PARABOLE DI GESU'

PARTE SECONDA (segue)

6. USO DELLE PARABOLE NELLA PARENESI ECCLESIALE

a) La parabola della pecorella smarrita:

1. originariamente era un'apologia della Buona Novella contro gli avversari di Gesù

2. In Matteo é un'esortazione ai conduttori delle comunità ad esercitare fedelmente la cura pastorale.

3. La parabola ha perduto il suo legame con la situazione storica iniziale per mettersi al servizio della parenesi ecclesiale.

b) La parabola del cammino verso il giudice (Mt 5,25s; Lc 12,58)
1. Matteo e Luca ce la tramandano in forma sostanzialmente concorde, per quanto riguarda l'essenziale,

2. ma diversi sono i contesti:

aa) per Matteo é la prima antitesi del "Discorso sul monte" che proibisce l'odio:
- riconciliati, altrimenti il tuo culto é bugiardo
- Dio accetterà il tuo sacrificio quando ti sarai riconciliato
- ma come fare se si é già ricorsi alle vie legali?
- fà tu il primo passo, accontentalo, accondiscendi.
bb) Quindi, per Matteo é una esortazione per la condotta nella vita.

cc) Contesto diverso per Luca: la parabola é preceduta (a partire da Lc 12,35) da alcuni detti sulla crisi imminente e sui segni dei tempi:

- la folla non comprende la gravità del momento (12,56)
- tutto il peso poggia sulla precarietà della situazione del querelato: se arriva davanti al giudice sarà certamente condannato!
- deve agire finché é in tempo, finché é ancora libero, deve risolvere subito la questione.
dd) Per Luca si tratta di una parabola escatologica.

ee) C'é stato uno spostamento di accento, uno slittamento dall'escatologia alla parenesi.

ff) La chiesa primitiva si vedeva collocata nel mezzo di due crisi, croce e parusia, e nel ricercare le istruzioni di Gesù le trova applicando - con lo spostamento dell'accento dalla escatologia alla parenesi - quelle parabole che intendevano suscitare la coscienza della gravità dell'ora.

c) La parabola del fattore disonesto (Lc 16,1-13)
1. Identificazione del  ku¢rioj del v. 8
aa) il cambio di soggetto all'inizio del v. 9 « Ora io vi ico...» sembra indurre alla conclusione che si tratti del padrone della parabola,

bb) ciò rappresenterebbe (v. 9) l'apice della parabola: come il fattore condona i debiti per essere accolto nelle loro case, così i discepoli di Gesù devono impiegare l'ingiusto Mammona affinché gli Angeli li « accolgano nelle tende eterne ».

cc) Ma é questo il significato originario?

. il Signore del v. 8 non può essere il padrone della parabola: perché avrebbe lodato il fattore?
. nel vangelo di Luca  ku¢rioj  designa, in alcuni passi, Dio, e, in 18 passi, Gesù, con le sole eccezioni di 12,37.42b e 14,23)
. Inizialmente il v. 8 si identificava con Gesù, e noi ci troviamo di fronte a una saldatura fra il v.8 e il v.9
. questa saldatura si spiega con l'aggiunta di alcune sentenze (vv. 9-13) dominate dal termine mamwn#=
2. Possibile analisi 16: 1-13
a) La parabola descrive un uomo disonesto che si trova con l'acqua alla gola e che, agendo disonestamente e senza scrupoli, si assicura l'avvenire. Il v. 8 riporta l'applicazione di Gesù: « ...lodò il fattore infedele perché aveva agito accortamente ».

b) Il v. 9 presenta un'applicazione diversa: « fatevi degli amici» (angeli? opere di bene?) «con l'ingiusto Mammona affinché quand'esso scomparirà, Dio vi accolga sotto le tende eterne... » , il fattore rimane un modello non più per la decisione accorta, ma piuttosto per il saggio impiego del denaro "ingiusto" (sporco) utilizzato per aiutare gli altri.

c) Ma questo fattore é veramente un modello? I vv. 10-12 presentano un'altra spiegazione, sotto forma di provverbio:

- quell'uomo non é un modello, ma un esempio deterrente
- la parabola va compresa al contrario
d) E' stato aggiunto un "loghion" inizialmente isolato, v.13 « nessun servo può servire due padroni », a conclusione della sezione
- potrebbe essere un commento aggiunto alla parabola.
e) In base a ciò, possiamo ricavare dal v. 8 il significato della parabola:
1. Sembra un appello ad agire decisamente in una situazione minacciosa.

2. Non é stata, dunque, rivolta ai discepoli, ma agli ostinati, agli irresoluti, ai dubbiosi, alla folla.

3. La chiesa primitiva l'applica alla comunità ricavandone una esortazione al corretto uso dei beni terreni e come ammonimento nei riguardi della infedeltà.

4. E', quindi, uno spostamento di accento dall'escatologia alla parenesi.

7. L'INFLUSSO DELLA SITUAZIONE DELLA CHIESA

A) Ritardo della Parusia

l'osservazione che la Chiesa primitiva ha operato uno spostamento di accento  per riferire le parabole alla sua situazione concreta é fondamentale per comprendere le parabole della parusia.

1) Parabola del ladro di notte (Mt. 24:43s, Lc. 12:39s)
«Sappiate questo: se il padrone di casa avesse saputo a che ora della notte (Lc: in quale momento) ...avrebbe vigilato e impedito l'irruzione nella casa. Siate pronti anche voi perché il Figliuol dell'uomo verrà in un momento che voi non vi aspettate»

a) Gesù si riferisce ad un avenimento concreto, utilizza il fatto clamoroso  per mettere in guardia dalla sciagura minacciosa che vede avvicinarsi.

b) Meraviglia l'accento al ritorno del Figliuol dell'uomo. Per i discepoli la Parusia non é un avvenimento pauroso e sinistro,

c) se prescindiamo da questo riferimento, il suo parallelo più vicino lo troviamo nella parola del diluvio (Mt. 24: 37-39, Lc. 17: 26-27) e della pioggia di fuoco (Lc. 17: 28-32).

d) Gesù si riferisce ad avvenimenti - lontani nel tempo - che hanno sorpreso gli uomini impreparati, per avvertirli dell'imminente disastro.

e) I primi ascoltatori di Gesù devono aver inteso la parabola come un grido di allarme.

f) La chiesa primitiva la riferisce ai suoi membri (Lc 12,22 « ...poi disse ai suoi discepoli...» Mt 24,3): in Luca é indirizzata proprio alle guide della comunità (Lc 12,4) «E Pietro gli disse: Signore, questa parabola la dici solo per noi o anche per tutti? »

 - Pietro riceve una risposta affermativa (Lc 12, 42-48)
 - «E' detta per voi che avete particolari doveri e responsabilità»
 - in tal modo diventa un richiamo alle guide della chiesa perché non si rilassino di fronte al ritardo della Parusia.
 - Mediante una allegorizzazione, il ladro diventa una figura del Figliuol dell'uomo.
g) Vanno sottolineati due aspetti:
1) Il ladro é figura dell'ultimo giorno:
1^ Te 5,2.4 «...voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte... »
2^ Pt 3,10 «ora, il giorno del Signore verrà come un ladro di notte...».
Si richiama al jom jahwé   di Amos 5,18  «Guai a voi che desiderate il giorno dell'Eterno! Che sarà mai per voi il giorno dell'Eterno? Sarà un giorno di tenebre e non di luce... ».
Perciò il giorno del Signore « che viene come un ladro» é sinonimo di sciagura. Cristo stesso é paragonato ad un ladro in Ap 3,3 e 16,15.

2) L'ultimo giorno viene come un ladro solo per gli increduli e gli impenitenti.

h) Originariamente la parabola era diretta alla folla e l'effrazione notturna era figura della catastrofe imminente.

i) La chiesa primitiva si riferisce alla sua mutata situazione contrassegnata dal ritardo della Parusia

 - rimane però intatto il suo carattere escatologico,
 - il grido di allarme alla folla diventa ammonimento per la comunità.
2) La Parabola delle dieci vergini (Mt 25,1-13) vista da Matteo
a) Questa parabola si trova in un contesto di parabole sulla Parusia (24,32 - 25,46)
1 - il to¢te , (allora) del v. 1 richiama la Parusia accennata in 24,44 e 50

2 - anche il v. 13 ne parla «Vegliate, perché non conoscete né il giorno né l'ora »

3 - Lo sposo é Cristo; le 10 vergini sono la comunità in attesa; il ritardo dello sposo é il differimento della Parusia; la repentina venuta  é la Parusia che arriva all'improvviso; il ripudio delle cinque stolte é il giudizio finale.

4 - Ben presto si é visto nelle vergini stolte la figura di Israele, in quelle savie i Gentili.

5 - Era questo il significato originale della parabola?

b) Per rispondere bisogna prescindere dal contesto, dal tote del v: 1 ed anche dal v. 13
1 - Tutte le dieci vergini dormono

2 - Non viene rimproverato il sonno, ma la mancanza di olio di scorta per le lampade

3 - Il richiamo alla vigilanza (v. 13) é una aggiunta parenetica:

- ripete Mt 24,42
- appartiene originariamente alla parabola del portiere (Mc 13.35)
4 - Gli accenni alla Parusia non fanno parte della parabola originaria

5 - Vi é anche il dubbio se questo testo sia stato inizialmente un'allegoria:

- l'accostamento sposo=Messia era estraneo all'AT ed al tardo giudaismo
- si trova, per la prima volta, in Paolo (2 Cor. 11:2) ...vi ho fidanzati ad uno sposo per presentarvi a Cristo come una casta vergine
- é sconosciuto anche alla restante predicazione di Gesù.
c) Come poterono capirla gli ascoltatori originali?
1 - L'arrivo improvviso dello sposo trova un suo corispondente
 - nell'irrompere del diluvio
 - nell'intrusione inattesa del ladro
 - nel ritorno improvviso del padrone dal viaggio
2 - La subitaneità é sempre figura di catastrofe.

3 - la crisi é alle porte: viene all'improvviso e porta inesorabilmente la separazione

4 - Guai a quanti saranno colti impreparati in quell'ora:é un grido d'allarme di fronte alla sovrastante crisi escatologica.

d) La chiesa primitiva ha visto nello sposo il Cristo e nella sua venuta la Parusia
1 - Non si é allontanata dal senso originario - catastrofe escatologica e parusia sono due aspetti dello stesso avvenimento -

2 - Vi é, tuttavia, uno spostamento di accento

3) La parabola del portinaio  Mc 13,33-37; Lc 12,35-38 (cf. Mt 24,42)
- Rivela differenze notevoli nei tre sinottici
- é scomposta, rielaborata ed ampliata sotto l'influsso del tema "Parusia"
a) Se partiamo da Lc 12,35 -38, sorprende la ricompensa: « ...si cingerà e li farà mettere a tavola e lui stesso si metterà a servirli».b) Nessun padrone agisce così: Gesù lo ha fatto (Lc. 22:27, Gv. 13: 4-5).

c) Il v. 37b é un tratto allegorizzante e si riferisce al banchetto messianico.

d) Mentre in Marco solo il portinaio riceve l'ordine di vegliare, in Luca sono tutti i servi a doverlo fare

- é probabile un inserimento in Luca di una interpretazione che guarda alle comunità.
e) Marco é originario, ma é indirettamente influenzato da due passi di parabole affini:
1 - un uomo va in viaggio... deriva dalla parabola dei talenti  (Mt. 25,14), e l'ordine di vegliare di notte  non si addice a un viaggio lungo,

2 - anche l'autorità conferita agli schiavi non si intona con la parabola del portinaio: questo può essere stato mutuato dalla parabola del servo a cui é affidata la casa durante una lunga assenza del padrone (Mt 24,45; Lc 12;42)

3 - L'autorità - la responsabilità - data al portinaio conviene ad un padrone che ha ricevuto un invito a cena e pensa di rientrare tardi.

4 - In Matteo la parabola é scomparsa ed é rimasta solo la conclusione: «Vegliate dunque perché non sapete in quale giorno viene il vostro Signore » (Mt 24,42 - cfr. Mt 25,13).

5 - Confrontando con Mc 13,35 «vegliate dunque perché non sapete quando il padrone di casa verrà, se di sera, a mezzanotte, al cantar del gallo o al mattino », notiamo che il «padrone » é diventato «il vostro Signore» e la veglia notturna é diventata «il giorno ».

6 - E' evidente l'adattamento cristologico che si trova in Mt 24,42; Lc 12,37 e Ap 3,20: una interpretazione che si é imposta rapidamente.

f) Rimane il nucleo della parabola
1 - un portinaio che ha ricevuto l'ordine di restare sveglio Mc 13,34
2 - dovrà aprire appena il padrone tornerà dal banchetto e busserà Lc 12,36
3 - buon per lui se il padrone lo troverà sveglio a qualsiasi ora della notte Lc 12,37a.38; Mc 13,35s
g) A quali ascoltatori fu indirizzata da Gesù?
1 - Se ha parlato ai discepoli, il richiamo va messo in relazione al Getsemani e al sopraggiungere della tribolazione escatologica, dell'offensiva di Satana contro i santi, il cui inizio Gesù poneva in collegamento con la sua passione.

2 - E' probabile, tuttavia, che i destinatari fossero quelli che pretendevano di avere le chiavi del Regno dei cieli (Mt 23,13; Lc 11,52), ai dottori della legge, agli scribi, ai Farisei, e va messa in relazione con il diluvio: « Non fatevi trovare addormentati quando verrà la crisi ».

3 - La chiesa primitiva applica la parabola alla sua situazione fra le due crisi, la situazione della parusia che ritarda.

4) La parabola del servo cui é stato affidato il controllo (Mt 24, 45-51, Lc 12, 41-42) ha conosciuto la stessa sorte:
a) Il servo ha ricevuto un incarico di fiducia:
1 - Si vedrà al ritorno improvviso del padrone se si é dimostrato degno della fiducia o se ne ha abusato.

2 - Matteo e Luca hanno inteso il ku¢rioj come il Cristo che torna quale giudice del mondo: é un'esortazione ai discepoli a non intiepidire la fede a motivo del ritardo.

b) La tradizione di Luca ha applicato l'insegnamento di questa parabola agli Apostoli (Lc 12,41), aggiungendovi i vv 47-48.

c) Prescindendo dal contesto, dato che sia in Matteo come in Luca la parabola si trova in una raccolta di parabole sulla parusia, si riconosce l'influenza della tradizione

d) La domanda introduttiva di Lc 12,41 manca in Matteo e rivela particolarità lessicali proprie della fonte.

e) La conclusione di Luca é data da due "loghion" autonomi.

f) In Matteo la parabola termina con una frase a lui caratteristica: « ...pianto e stridor di denti...» e la parabola seguente é collegata con to¢te   allora , una delle particelle da lui preferite.

g) Non si insiste sul ritardo del padrone - in origine si voleva illustrare un aspetto tentatore della situazione (« ...il mio signore tarda a venire...») - l'accento é messo piuttosto sull'esame repentino imposto dal suo comportamento

h) Per raggiungere il significato originario, dobbiamo chiederci: quale effetto ha avuto sui suoi ascoltatori?

1. La figura del servo cui sono affidati particolari resposabilità e fiducia
- per gli Ebrei i capi, i regnanti, erano visti come servi di Dio
- i dottori della legge sono amministratori delle cosa di Dio
- a loro erano state affidate le chiavi del Regno dei cieli (Mt. 23:13, Lc.11:52)
2. Gli ascoltatori hanno sicuramente compreso il riferimento ai capi religiosi

3. Pertanto, vista così, la parabola acquista un riferimento con la situazione della vita di Gesù

4. E' un minaccioso avvertimento a Scribi, Farisei, Dottori della Legge, Sadducei, ecc.

5. La chiesa primitiva interpreta il ritardo del padrone come il protrarsi della parusia e i capi delle comunità sono esortati a non lasciarsi tentare di approfittare di questo ritardo.

5) La parabola dei servi ai quali é stato affidato del denaro ci dà un riscontro più particolareggiato (Mt. 25:14-30)
a) Ne abbiamo tre redazioni:
Mt. 25: 14-30
Lc. 19: 12-27
Vangelo dei Nazareni (o Vangelo secondo gli Ebrei?) - composto in aramaico/siriaco, usato dai Giudeo-Cristiani di Siria - ha affinità con Matteo
b) Nel Vangelo dei Nazareni vi sono 3 servi:
1. il primo moltiplica il denaro e riceve la lode
2. il secondo ha nascosto il denaro e viene solo rimproverato
3. il terzo ha scialaquato il denaro con donne di malaffare e "suonatrici di flauto" e viene messo in prigione
4. E' un riferimento volgarizzato a sfondo moraleggiante della parabola da parte della chiesa Giudeo-Cristiana - si discosta solo per il riferimento allo sperpero.
c) In Luca la parabola ha un diverso rivestimento
1. E' un nobile che va a ricevere l'investitura  di un regno.

2. Ha degli avversari che cercano di ostacolarlo.

3. Ma torna come re e fa uccidere i suoi nemici davanti ai suoi servi.

4. Probabilmente in origine era una parabola a sè stante, quella del pretendente al trono, collegata alla storia di Archelao, che andò a Roma per farsi confermare re di Giudea alla morte di Erode:
- ci fu un'ambasciata di 50 giudei per impedirlo
- al suo ritorno ci fu una sanguinosa vendetta, rimasta famosa ed indimenticata (4 a.C.).

5. Forse Gesù utilizzò questo ricordo per far comprendere ai suoi uditori che dovevano ritrarsi da una falsa sicurezza.

6. La tradizione aveva fuso questa parabola con quella dei talenti già prima che Luca redasse il Vangelo:
la "cucitura" é visibile al v. 24s (riconferma ulteriore di chi ha già 10 mine)
(1 mina - unità di peso greca = 100 dramme equivalente a 1/60 di talento, cioé 100 giornate di lavoro).

7. La premessa del v. 11 dimostra che la parabola é stata narrata allo scopo di allontanare le false speranze di una imminente apparizione del Regno:

- parusia differita
- il tempo intermedio é un tempo di prova per i discepoli
8. Luca ha visto nel nobile il Figlio dell'uomo partito verso il cielo da cui torna per il giudizio.

9. ma Gesù non può essere paragonato a uno che « ...toglie dove non ha messo e miete dove non ha seminato... » che ha a cuore solo i propri interessi economici e fa uccidere i suoi nemici!

d) Matteo ha quindi conservato la redazione più antica. Ci sono tuttavia alcuni tratti secondari importanti:
1 - Anche Matteo ha inteso il racconto come parabola della parusia, ma a torto «Entra nel banchetto della gioia del suo signore» (21, 23)
« ...gettate questo servo inutile nelle tenebre di fuori » (30).

2 - Questi tratti non appartengono al testo originario, infatti:

- in Luca la ricompensa resta sul piano terreno
- Le parole minacciose di Mt. 25:30, assenti in Luca, oltrepassano il quadro terrestre della parabola
- sono una rielaborazione redazionale, perché contengono:
.locuzioni preferite da Matteo
.raddoppiano il castigo.
e) Osservazioni:
1- Tralasciando le amplificazioni moraleggianti, otteniamo la storia di un ricco mercante, temuto dai suoi servi per l'assenza di scrupoli e avidità di denaro:
Prima di partire per un viaggio affida a tre servi una somma di denaro per farla fruttare e non lasciare improduttivo il suo capitale - o per metterli alla prova.
Quando torna esige il rendiconto: i due servi fedeli vengono premiati con un aumento di responsabilità
L'accento é sul terzo servo che non ha utilizzato il capitale affidatogli e non lo ha fatto fruttare.
2 - Come dovevano comprendere la parabola gli ascoltatori di Gesù?
Cosa dovevano pensare del servo che aveva seppellito il suo talento?
hanno pensato al popolo d'Israele a cui molto era stato dato ma non aveva utilizzato il suo talento?
hanno pensato ai Farisei che cercavano la sicurezza personale nell'osservanza della legge ma rendevano infruttuosa la religione col loro egoismo e la loro avidita?
I servi sono i capi religiosi, specialmente  i Dottori della Legge che vengono accusati da Gesù di impedire al popolo la partecipazione al dono di Dio.
3 - Anche in questo caso la chiesa primitiva riferisce la parabola alla sua concreta situazione.

4 - Le cinque parabole della parusia in origine erano parabole della crisi. Vogliono scuotere un popolo accecato e i suoi capi di fronte all'ora grave che incombe; la catastrofe verrà come il ladro di notte, inaspettata:
- come lo sposo che tarda: improvvisamente
- come il padrone che torna da un banchetto
- come un signore che torna da un lungo viaggio
Non lasciatevi trovare impreparati!

5 - La chiesa primitiva spiega poi queste parabole in chiave cristologica e diventano parola di incitamento alla comunità.


B) La Chiesa Missionaria

La situazione missionaria della Chiesa primitiva ha ampliato alcune parabole

1) La parabola della gran cena si trova nel Nuovo Testamento in doppia stesura:
Mt. 22: 1-14
Lc. 14: 16-24
si trova anche nel Vangelo di Tommaso: Loghion 64 , dove suona come segue:

«Gesù disse: un uomo aveva ospiti, ed allorché la cena fu pronta, mandò il suo servo ad invitare gli ospiti. Egli (il servo) andò dal primo e gli disse: il mio padrone ti invita! Quegli gli disse: Ho (da riscuotere) danaro da certi mercanti; essi vengono da me alla sera, e io devo andare e dar loro ordini. Mi scuso per la cena. Andò da un altro e gli disse: Il mio padrone ti ha invitato! Quello gli disse: Ho comperato una casa, e mi reclamano colà per un giorno. Non avrò tempo. Egli andò da un altro e gli disse: Il mio padrone ti invita! Quello gli disse: Ho comperato un villaggio e vado a riscuotere l'affitto. Non potrò venire; mi scuso. Il servo venne e disse al suo padrone: Quelli che tu hai invitato a cena si sono scusati di non poter venire. Il padrone disse al suo servo: Và fuori sulle strade e porta quelli che trovi, affinché prendano parte alla cena. Compratori e mercanti non entreranno nel luogo del Padre mio. »
 

a) Aspetto comune: il rifiuto degli invitati e la convocazione, al loro posto, dei primi che capitano.

b) E' una parabola contro i critici di Gesù:
- voi siete come quegli invitati che rifiutano l'invito
- voi non avete voluto: perciò Dio chiama i pubblicani e i peccatori

c) Osserviamo le divergenze:

1. In Matteo la parabola é fortemente allegorizzata, ed é seguita da una seconda (22, 11-13 - l'invitato senza abito da nozze) e da una conclusione di carattere generale: poiché molti sono chiamati ma pochi gli eletti v.14.

2. In Luca é un esempio dell'invito a chiamare i poveri alla mensa:
é stata ampliata con una seconda chiamata (vv 22-23) ...và fuori per le strade e lungo le siepi...(recinti)
il servo prima era andato in piazza e nelle strade cittadine
ora deve andare in campagna, fuori città.
Questa ripetizione é un ampliamento della parabola.

3. Probabilmente la fonte di Luca voleva illustrare come la massima preoccupazione del padrone era quella di riempire la sua sala delle nozze, ma nel doppio invito si può leggere di più:
- il primo invito é rivolto ai pubblicani e peccatori in Israele
- il secondo invito é rivolto ai pagani (fuori città).

4. Forse anche Matteo include i pagani, ma in Luca il doppio invito lo chiarisce meglio.

5. E' la chiesa in condizione missionaria che interpreta la parabola come un comando missionario, senza togliere il significato originario.

6. La conclusione di Matteo (22, 11-13) é incomprensibile per gli esegeti:
- come potevano avere un abito da nozze le persone  chiamate dalla strada?
- tentativo di spiegazione: era costume offrire agli invitati un abito festivo; ma é poco probabile che ciò si usasse al tempo di Gesù
- questi versetti mancano nel Vangelo di Tommaso
- i "servi" nei versetti 3, 4, 6, 8, 10 dou¢loi schiavi, diventano dia¢konoi servi, ministri
- i vv 11-13 sono un'amplificazione
- probabilmente erano inizialmente una parabola a sè stante, il cui inizio potrebbe essere «...il regno dei cieli é simile a un re, il quale preparò le nozze di suo figlio... »
 - ciò spiegherebbe perché questa storia, che in origine parlava di una festa privata (Lc 14,16 « ...un uomo fece una gran cena...»), é diventata una parabola regale.

7. Perché la fonte di Matteo ha aggiunto la seconda?
- per evitare un malinteso: l'invito indiscriminato poteva far pensare che la condotta delle persone non avesse importanza
- Gesù non ha temuto questo malinteso (queste parabole erano destinate agli avversari)
- la comunità cristiana, nell'applicarle, doveva chiarire:
  . l'invito é, sì, indiscriminato,
  . ma chi lo accetta deve indossare l'abito da festa.

C)  Direttive per le guide delle comunità
a - Parabole originariamente rivolte ai capi religiosi di Israele o agli avversari di Gesù sono state applicate ai conduttori delle comunità cristiane

b - Queste trasposizioni trovano conferma nelle immagini usate: servo, pastore

c - Altra conferma l'abbiamo  nel bisogno di trovare direttive provenienti da Gesù

d - Il discorso di Mt. 18, rivolto a questo scopo, mostra quanto fosse vivo questo bisogno

e - Anche questo fattore ha avuto il suo peso nella trasformazione del senso delle parabole.