LE PARABOLE DI GESU'

PARTE TERZA (segue)

2. LA MISERICORDIA DI DIO VERSO I PECCATORI

C'é un gruppo di parabole che contengono la Buona Novella propriamente detta: proclamazione che la salvezza é inviata ai poveri: Gesù é il salvatore dei peccatori.

a) Le parabole di questo gruppo contengono tutte un tratto particolare, che possiamo cogliere solo se teniamo presente i loro destinatari originali:

- La pecorella e la dramma smarrite : scribi e farisei (Lc 15,2)
- I due debitori: Simone, il fariseo (Lc 7,40)
- Il detto sui malati: una risposta ai teologi di tendenza farisaica che lo criticavano (Mc 2,16)
- Il Fariseo e il Pubblicano: come sopra (Lc 18,9)
- I due figli nella vigna: i membri dei Sinedrio (Mt 21,23)
b) Le parabole che hanno per oggetto il messaggio della salvezza sono state rivolte agli avversari di Gesù:

- Sono una difesa, una giustificazione, un'arma contro i critici e i nemici della Buona Novella, indignati dall'annuncio di Gesù che vuole annunciarlo ai peccatori.

- In che modo Gesù giustifica l'Evangelo?

1. - Con una serie di parabole orienta lo sguardo dei suoi avversari verso i poveri.
a) L'immagine del medico descrive la loro situazione: sono i malati ad avere bisogno del medico (Mc 2,17)

b) I due figli nella vigna, dal comportamento diverso (Mt 21, 28-31) che si conclude in verità vi dico: i pubblicani e le prostitute entreranno nel Regno di Dio prima di voi.

c) La parabole dei due debitori (Lc 7,41-43) spiega perché i pubblicani e i peccatori vengono a trovarsi più vicini a Dio che non i devoti farisei, incapaci di comprendere l'amore di Dio per i peccatori.
Per poterla intendere occorre premettere alcune osservazioni esegetiche, c'é una "pre-istoria":

1) L'invito riguarda una cena di festa, é un atto di deferenza verso Gesù. Simone crede che Gesù sia un profeta. Era un'usanza invitare alla cena del Sabato un rabbi itinerante, specialmente se aveva predicato nella sinagoga. La predica doveva avere colpito tutti, specialmente la donna.

2) La donna é bollata come una prostituta (o come moglie di un uomo dal mestiere disonorevole), il suo pianto non ci rivela le ragioni profonde, ma solo la sua riconoscenza illimitata a chi le ha salvato la vita (bacio dei piedi). Scioglie il velo e asciuga coi suoi capelli i piedi di Gesù: é un disonore per una donna sposata!

3) Un'osservazione lessicale sul v. 37 ci conferma che la donna voleva esprimere la sua più profonda gratitudine per il perdono ricevuto:

- L'ebraico, l'aramaico, il siriaco, non hanno nessun termine per riparazione o ringraziamento
- si impiegano altre parole che possono contenere nel contesto il senso di gratitudine: berekh , benedire (in segno di riconoscenza) o, come in questo caso, a¦gapa¢w , amare
- la domanda di Gesù, pertanto, é: chi di loro nutrirà maggiore riconoscenza? (amore riconoscente)
- i gesti della donna sono segni di gratitudine
- Perciò io vi dico: Dio deve avere perdonato i suoi molti peccati perché essa ha dimostrato una così grande riconoscenza, mentre la riconoscenza di quelli a cui Dio perdona poco, é piccola
- Ciò dimostra che Gesù aveva prima predicato e promesso il perdono
4) Questa donna, nonostante il peso della sua vita, é molto più vicina a Dio di Simone, il fariseo.
2. - I critici della Buona Novella non devono guardare solo i poveri, ma anche se stessi: nelle parabole di questo gruppo la difesa dell'Evangelo diventa accusa severa:
a) Voi siete come il figlio che risponde servilmente al padre, ma non ubbidisce (Mt 21, 28-31)

b) Siete come i vignaiuoli che negano al loro padrone i frutti della vigna (Lc 12, 1-9)

c) Siete come gli invitati che rifiutano l'invito.

3. - Punto più importante di tutti: il punto di vista di Dio, che si manifesta nella sua forma più luminosa nella parabola figliuol prodigo, che dovrebbe chiamarsi, più propriamente, la parabola dell'amore del Padre (Lc 15,11-32).
a) Non é un'allegoria, ma una storia presa dalla vita: Padre, ho peccato contro Dio e contro di te,il padre non é Dio, tuttavia ricopia l'amore di Dio.

b) Osservazioni:

- il figlio minore reclama la parte che gli spetta, cioé un terzo

- c'erano due forma di trasmissione della proprietà da padre a figlio: per testamento, o per donazione tra vivi

- nel secondo caso il destinatario riceve il capitale subito, ma il godimento dei frutti avviene solo alla morte del padre, ottiene il diritto di proprietà, ma non può disporne e non ne ha l'usufrutto.

- Secondo il v. 12 il figlio minore chiede anche la possibilità di disporne, chiede che tutta la sua parte sia convertita in denaro e gli venga data subito per poter emigrare.

- Non é sposato e si pensa che possa avere non più di 18 anni

- Nella sua depravazione si riduce a doversi occupare di animali impuri, non può santificare il Sabato, é profondamente umiliato e deve, praticamente, rinnegare la sua religione.

- Tornato in sé = pentitosi. Non ha più nulla da reclamare al padre, nemmeno il cibo e il vestito; cercherà di guadagnarseli.

- Il padre gli corre incontro, lo abbraccia e lo bacia: il bacio é il segno del perdono, non lo lascia parlare e non lo tratta come un servo, ma come un'ospite d'onore: «Portate qui la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei sandali ai piedi, portate il vitello ingrassato... »

1) L'abito da festa: in Oriente é segno di grande distinzione. Quando un Re  vuole onorare un dignitario meritevole, gli fa dono di una veste preziosa.

- Indossare un abito nuovo é simbolo del tempo della salvezza
- Il figlio viene qui trattato come un ospite di riguardo.
2) L'anello e i sandali:  l'anello é un sigillo, donarlo a qualcuno significa conferirgli i pieni poteri. I sandali erano un lusso e li portavano solo gli uomini liberi: il figlio non dovrà più camminare a piedi nudi, come gli schiavi.

3) La carne: non si mangiava spesso,  il vitello ingrassato veniva conservato per le occasioni speciali, per qualche grande festa

- v. 24 «...perché questo mio figlio era morto ed é tornato in vita, era perduto ed é stato ritrovato ». Il mutamento viene descritto come una resurrezione ed il ritrovamento di chi era stato smarrito.

- La reazione del figlio maggiore: é adirato col padre, si rifiuta di chiamare fratello colui che é tornato: « ...questo tuo figlio...»

- Anche verso il figlio maggiore il padre é pieno di affetto e comprensione, gli va incontro e gli parla dolcemente: anche tu devi rallegrartie far festa, quello che é tornato é tuo fratello.

c) L'illustrazione dell'amore di Dio non é il solo senso della parabola. Contiene altri due punti focali:
1 - La bontà di Dio che é pronto ad accogliere ogni peccatore che si ravveda, ed é felice quando ciò accade, come un padre che veder tornare il figlio che se n'era andato;

2 - La protesta del figlio maggiore:
- sembra superflua, perché Gesù l'ha aggiunta?
- a causa della situazione concreta in cui si trovava, viene raccontata a chi assomiglia al figlio maggiore: a chi si scandalizza del Vangelo

3 - L'accento cade sul secondo punto focale: : il primo scopo non é quello di illustrare l'amore di Dio, ma piuttosto di giustificarlo di fronte a quelli che lo criticano.

d) La parabola si arresta bruscamente: cos'ha fatto il figlio maggiore? Gli ascoltatori della parabola sono nella sua stessa situazione: devono decidere se accettare le spiegazioni del padre e entrare nella festa o restarne fuori.

e) Riconoscendo che questa é una parabola apologetica ne consegue:

- Gesù giustifica il suo comportamento affermando l'amore di Dio (e suo) verso il peccatore che si ravvede é sconfinato. Il suo atteggiamento corrisponde alla natura e alla volontà di Dio.

- Gesù afferma di attualizzare, nel suo comportamento, l'amore di Dio verso il peccatore ravveduto

- E' una affermazione della sua piena potestà: Gesù é il vicario di Dio.

4. - La coppia di parabole della pecorella smarrita (Lc 15, 4-7; Mt 18, 12-14) e della dramma smarrita (Lc 15, 8-10) é strettamente legata al racconto del figliuol prodigo.
a) Gesù ha accolto pubblicani e peccatori
- questi erano sia quelli che conducevano vita immorale (adulteri, truffatori)
- sia quelli che esercitavano un mestiere disonorato che inducesse alla disonestà o all'immoralità
- erano pertanto privati dei diritti civili
- Era il caso dei pubblicani (collettori di imposte), dei pastori, degli asinari, dei venditori ambulanti, dei conciatori.
b) La doppia parabola con cui Gesù risponde é costruita sul contrasto uomo-donna e ricco-povero:
- il padrone di un gregge, in genere, non é un ricco (poteva avere, al massimo, 200 capi) e non ha bisogno di aiutanti, tuttavia é benestante al confronto con la povera vedova
c) I pastori erano inclusi fra i peccatori perché sospettati di far pascolare le loro pecore sui terreni altrui e di sottrarre qualcosa dal ricavo del gregge.
- Tuttavia Gesù non esita a usare la figura del pastore per illustrare il comportamento di Dio

- Naturalmente nessun pastore abbandona il proprio gregge al suo destino: lo affida a un collega, o lo lasscia in una grotta, al riparo.

- I "rotoli del Mar Morto" a Qumran furono trovati da un pastorello che era andato alla ricerca di una sua capra

d) La parabola della dramma smarrita si riferisce a quelle monete con cui le donne, in Palestina, si ornano la fronte e che rappresentano la loro dote (10 però sono poche)
 v. 9 Rallegratevi con me... = fate festa con me

e) La conclusione delle due parabole:

«Così Dio ri rallegrerà di più per un peccatore che si ravvede che non per 99 ammodo che non hanno commesso alcun peccato...»  Lc.

«Così piace a Dio che neanche uno solo di questi piccoli vada perduto...» Mt.

- Dio si rallegra grandemente per ogni peccatore che si ravvede

- il punto di paragone non é il legame fra pastore e gregge, o la ricerca infaticabile, ma piuttosto la gioia per il ritrovamento.

f) Il messaggio é questo: Dio cerca il peccatore, ed é felice quandfo lo trova e questi si ravvede. Gesù é inviato da Dio per questo preciso compito.
5. - In questo gruppo di parabole c'è anche quella del padrone generoso (Mt 20, 1-15) ovvero degli operai delle diverse ore
a) E' una di quelle parabole che iniziano col "dativo" « Il Regno é simile a...»

b) Come abbiamo già visto, il paragone non é con il padrone, né coi lavoratori, ma con la resa dei conti
- era normale pagare il salario la sera
- la novità sta nel pagare a tutti il salario completo a tutti, compresi gli ultimi

c) Questa parabola incarna l'esperienza del tempo sul quale incombe lo spettro della disoccupazione:
- é rivolta a persone che sono simi agli operai malcontenti
- si chiude con la domanda: sei invidioso perché sono buono?

d) Dio si comporta come quel padrone che ha avuto compassione delle famiglie dei disoccupati: rende partecipi tutti della salvezza, anche chi non la merita, come i pubblicani e i peccatori.

e) E' la giustificazione migliore per l'Evangelo: così é Dio, tanto grande è la sua bontà!

6. -La serie di parabole che contengono questo pensiero comprende anche quella del fariseo e del pubblicano (Lc 18, 9-14)
a) Detta per certuni che presumevano di essere giusti e disprezzavano gli altri (v.9), cioé per i Farisei

b) Il fariseo, nella sua preghiera, enumera le colpe da cui si é tenuto lontano e le sue buone opere; ricorda, in particolare, due "meriti"

1. digiuna due volte la settimana (anziché una)
2. paga la decima di tutti i suoi beni, anche di ciò che acquista (la cui decima dovrebbe essere stata già pagata dal produttore)
c) Il pubblicano é consapevole di aver commesso delle violazioni della Legge e prega stando da lontano, «non ardiva neppure alzare gli occhi al cielo, e si batteva il petto... »
 - é pentito, chiede clemenza, pietà
 - a lui Dio ha accordato la sua Grazia, all'altro no (v.14a)
d) Abbiamo il rovesciamento delle sorti: parallelismo antitetico che parla del comportamento di Dio nel giudizio finale: umilierà i  superbi e innalzerà gli umili.
7. - Giustificazione dell'Evangelo è anche l'immagine del padre e del figlio (Mt 7, 9-11; Lc 11, 11-13)
a) Si tratta di un "loghion" polemico (vedi Mt. 12:34 Razza di vipere usato solo verso i Farisei)

b) Farebbe parte della risposta all'accusa di essere in combutta con Belzebub

8. - Concludendo, torniamo alla parabola dei due debitori insolvibili (Lc 7, 41-43)
a) Quale creditore si comporta così? Nessuno. Dio sì!

b) Queste parabole sono state dette non ai peccatori, ma ai giusti, quelli che si sentivano sicuri perché avevano preso sul serio la religione osservando tutte le prescrizioni della Legge e si scandalizzavano di Gesù.