LE PARABOLE DI GESU'

PARTE TERZA (segue)

3. LA GRANDE CERTEZZA

A questo gruppo appartengono le quattro parabole dei contrasti:

1. Il granello di senape
2. Il lievito
3. Il seminatore
4. L'agricoltore paziente

alle quali possiamo aggiungere quella del giudice iniquo e quella dell'uomo cui viene chiesto aiuto di notte. Racchiude una parte essenziale della predicazione di Gesù.

a) La parabole del granello di senape (Mc 4, 30-32; Mt 13,31; Lc 13,18) e del lievito (Mt 13,33; Lc 13,20). Sono strettamente affini nel contenuto, e, anche se sono state pronunciate in occasioni diverse, possono essere esaminate insieme.

1) Entrambe hanno un "colore" spiccatamente palestinese:
(a) La traduzione: «il Regno di Dio é simile...a un granello di senape...a un pezzo di lievito... » non é esatta. Andrebbe tradotta: « Avviene col Regno di Dio come con un granello di senape...come con un pezzo di lievito...»

(b) Il paragone é con la situazione finale:
 - l'arbusto che offre rifugio agli uccelli
 - la pasta lievitata

2) Entrambe le parabole descrivono un netto contrasto, perciò Matteo e Luca le riferiscono come parabole doppie
(a) Il granello di senape, grosso come una capocchia di spillo, é il più piccolo di tutti i semi della terra...

(b) Quando é cresciuto é il più grande di tutti gli ortaggi (raggiunge anche i 3 metri di altezza)

(c) Il lievito: ne basta una piccolissima quantità per trasformare una gran massa di farina.

3) Non si descrive lo sviluppo, solo lo stato iniziale e lo stato finale
(a) Dagli inizi più meschini e umili, quasi nulla, Dio fa sorgere qualcosa di talmente grande che supera ogni aspettativa: un dominio regale che abbraccierà tutti i popoli della Terra.
4) La situazione in cui le parabole sono state narrate é data dalla manifestazione di qualche dubbio sulla missione di Gesù:
(a) siamo sicuri che questo gruppo - formato da gente malfamata - sarà la comunità di Dio chiamata alla salvezza?

(b) Sì, dice Gesù: con la stessa ineluttabile certezza con cui dal minuscolo seme di senape si sviluppa il grosso arbusti conoscete e dal piccolo pezzo di lievito si fermenta tutta la pasta.

(c) Così Dio farà della mia piccola schiera il popolo universale del tempo della salvezza che abbraccerà tutte le genti.

b) Per intendere la parabola del seminatore (Mc 4, 3-8; Mt 13: 3-8; Lc 8: 5-8) nel suo significato originario dobbiamo prescindere dalla spiegazione, che non coglie il senso escatologico.
1) Anche qui ci troviamo davanti al contrasto tra il momento della semina e quello del raccolto.

2) Al campo incolto dell'inizio, la fine della parabola contrappone non un pezzo di terreno particolarmente fertile, ma l'intero campo.

3) A questo raccolto viene paragonato il Regno di Dio:

- la triplicazione delle cifre del profitto oltrepassa la realtà, ma risponde al modo orientale:  illustra la pienezza escatologica di Dio, sopravvanza ogni misura
- anche se agli occhi degli uomini molto lavoro sembra inutile, e gli insuccessi sono molti, Gesù é certo che Dio farà sorgere un raccolto ricco e abbondante
4) Dio fa scaturire da inizi modesti, anzi, disperati, la splendida fine da Lui promessa

5) La situazione in cui é stata narrata la parabola é simile a quella del granello di senapee del lievito: dubbi sul successo dell'annuncio della Buona Novella.

6) Qui però non si mette l'accento sul misero seguito di Gesù, ma sull'insuccesso della sua predicazione:

- predicazione vana (Mc 6,5) «...non potè fare lì alcuna opera potente...» « e si meravigliava della loro incredulità... »
 - ostilità accanita (Mc, 3,6) «...e i Farisei, usciti, tennero subito consiglio con gli Erodiani contro di lui, su come farlo morire...»
 - crescenti defezioni (Gv 6,66) «...molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui... »

7) Tutto sembra negativo, ma Gesù non si scoraggia e resta saldo nella sua fiducia in Dio, come il seminatore ha fiducia nel raccolto, che verrà a suo tempo.

c) Al gruppo delle parabole del contrasto appartiene anche la parabola del seme che cresce per suo conto (o parabola dell'agricoltore paziente) (Mc 4, 26-29)
1) Anche qui il Regno di Dio é paragonato alla messe

2) Anche qui é la contrapposizione fra il momento della semina e quello del raccolto

3) Nel frattempo la vita continua e la pianta cresce senza che l'agricoltore sappia come, e senza che possa farci niente.

4) Poi arriva il momento del raccolto

5) Così é il Regno di Dio : quando sarà il momento, quando sarà compiuto il tempo escatologico, arriverà il giudizio finale e il Regno di Dio

6) Contro questa certezza l'uomo non può fare nulla:

- non può provocarlo con la forza (Zeloti)
- forse il tradimento di Giuda (il "sicario") fu un tentativo di provocazione
- perché Gesù non procede alla eliminazione dei peccatori e all'insediamento della comunità dei giusti?
7) Si tratta, dunque, di una parabola di contrasto con la quale Gesù risponde ai dubbi sulla sua missione e alle speranza deluse.

8) Guardate l'uomo nei campi: ha gettato il seme, garanzia, certezza del raccolto.


d) Tutte e quattro le parabole hanno in comune la contrapposizione tra principio e fine:

1) Inizio poco appariscente

2) Fine possente, grandiosa.

e) La certezza: l'ora di Dio viene, anzi, é già cominciata, sta già procedendo

f) Su cosa si poggia questa certezza? La risposta viene da due parabole:

1 - Il giudice iniquo (Lc 18, 2-8)
(a) L'insistenza della vedova ottiene risultato malgrado il giudice sia iniquo, ingiusto, corrotto

(b) E Dio non dovrebbe correre in aiuto dei suoi eletti, Lui che li ascolta pazientemente, quando giorno e notte "gridano" a Lui?

(c) Ma c'é una conclusione improvvisa: il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà fede sulla Terra?

(d) Luca pone questa parabola, insieme a quella del fariseo e pubblicano, come avviamento alla retta preghiera: la preghiera deve essere umile e continua.

(e) In origine non era questo il senso: il centro del racconto non é la vedova, ma il giudice

(f) Perché Gesù la racconta?

- i vv 7 e 8 trasferiscono la conclusione dal giudice a Dio: se un giudice senza scrupoli alla fine viene in aiuto alla povera vedova, quanto più lo farà Dio

- la parabola é narrata ai discepoli e trova occasione nelle preoccupazioni e nei timori in previsione dei tempi di tribolazione

- Satana si oppone con tutti i mezzi: chi può resistere?

- Non abbiate paura: voi siete gli eletti di Dio! Egli sentirà il vostro grido di aiuto e accorcerà persino il tempo della tribolazione (Mc 13,20)

- Nessun dubbio sulla Sua potenza, bontà, soccorso.

- Qualcos'altro deve preoccuparvi: quando tornerò, troverò fede sulla Terra?

2 - La parabola dell'amico chiamato in aiuto di notte (Lc. 11:5-8) é quasi un doppione di quella del giudice iniquo.
(a) Anche questa é riferita nel quadro degli insegnamenti sulla preghiera

(b) Anche questa aveva un senso originario diverso

(c) Anche qui dobbiamo partire dalla domada iniziale: « chi é fra voi colui che ha un amico, che va da lui a mezzanotte... »

(d) Potete immaginare che se un vostro amico viene a chiedervi un favore, sia pure noioso e inopportuno, lo rimandiate a casa a vuoto?

- a nessun costo si lascia un amico, che ti prega, nei guai
- il dovere d'ospitalità é molto sentito in oriente
- ora, se anche non lo fate per amicizia, lo farete per l'insistenza
(e) E' "impensabile", é "impossibile". Non il richiedente, ma l'amico disturbato é il centro della parabola.

(f) Il senso, l'accento della parabola non é l'insistenza della preghiera (secondaria), ma la certezza dell'esaudimento

(g) Conduce alla stessa conclusione della parabola del giudice iniquo: se l'amico non esiterà ad aiutare l'amico, tanto più lo fara Iddio.

3 - A queste due parabole, che esprimono la ferma fiducia che Dio ascolta l'appello dei suoi figli, si accompagna bene il "loghion": « perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa» (Mt 7.8; Lc 11,10)
g) Queste parabole (le 4 dei contrasti e queste due) sono state pronunciate in occasioni diverse
1 - Nelle parabole del contrasto si tratta della certezza di Gesù nei confronti di dubbi sulla sua missione

2 - La parabola del giudice e dell'amico vogliono dare ai discepoli la sicurezza che Dio li libererà dagli affanni futuri.

3 - I due gruppi sono strettamente collegati: fate sul serio con Dio: Lui fa miracoli e la Sua pietà é la cosa più sicura che vi sia.

4 - L'IMMINENZA DELLA CATASTROFE

A. Il messaggio di Gesù non é solo annuncio di salvezza, ma anche annuncio di sventura, ammonimento e richiamo al ravvedimento in vista della terribile serietà dell'ora

1 - Il numero di parabole da considerare sotto questo aspetto é copioso:

a) La piccola parabola dei ragazzi sulla strada (Mt 11,16ss; Lc 1,31ss)

b) E' tradizione antica, e ci rivela una critica molto astiosa (v. 19a) « ...E' venuto il Figlio dell'uomo che mangia e beve, ed essi dicono: "ecco un ghiottone e un ubriacone"... »

1. si richiama Dt 21,20 che prevede la lapidazione per il figlio caparbio e recalcitrante «...diranno agli anziani della sua città: "questo nostro figlio é caparbio e ribelle: non vuole ubbidire alla nostra voce: é un ghiottone e un ubriacone". Allora tutti gli uomini della sua città lo lapideranno con pietre ed egli morirà...»
c) In risposta Gesù dice: «voi siete come i ragazzi sulla strada che gridano ai loro compagni: "guastagiochi"!
abbiamo suonato il flauto
e non avete danzato;
abbiamo intonato il lamento
e non vi siete battuti il petto»
1. Volevamo giocare alle nozze (danza in girotondo, compito dei maschi), ma non avevate voglia

2. Volevamo giocare al funerale (di una cavalletta), dicono le bambine (il lamento funebre era compito delle femmine), ma voi non avete voluto giocare.

d - Quale l'applicazione?
1. Siete come quei ragazzi, seduti nelle piazze: se la sono presa comoda, stanno seduti a suonare e a intonare lamenti
2. Gli altri devono fare la parte più faticosa
3. Litigano perché questi ultimi non ci stanno
4. Quelli seduti sgridano gli altri perché non vogliono piegarsi alle loro idee.
e - Siete come quei fanciulli prepotenti che rimproverano ai loro compagni di essere dei guastafeste perché non vogliono ballare secondo la loro musica:
1. Dio manda i suoi ultimi messaggeri prima della catastrofe

2. Ma voi sapete solo comandare e criticare:
- Il Battista é "matto" perché digiuna, mentre voi volete allegria;
- A me rimproverate di sedere a tavola coi pubblicani, mentre voi volete rigida separazione

3. Non vi va bene niente, e mentre criticate, la catastrofe vi viene addosso

4. ma la sapienza é giustificata dalle sue opere, i segni dell'imminente ora della decisione danno ragione a Dio.

f - Siete uomini acciecati! sapete riconoscere i segni metereologici e non quelli del tempo dello spirito:
1. dove sta la carogna si radunano gli avvoltoi (Mt 24,28, Lc 17,37), non sul terreno vuoto - fiutano l'aria

2. Voi non notate niente? No, perché siete come una casa immersa nell'oscurità: vi manca la luce.

3. Siete ciechi e ostinati (Mt 6,22; Lc 11, 34-36)
 «La luce del corpo é l'occhio
 se il tuo occhio é sano, tutto il corpo é illuminato
 se il tuo occhio é malato, tutto il tuo corpo é ottenebrato
 Se dunque  la tua luce interiore é buia
 quanto grandi saranno le tue tenebre? »

2 - Altra immagine di catastrofe é il diluvio di fuoco (Sodoma e Gomorra, Lc 17,28s) e il diluvio di acqua (Lc 17,26s; Mt 24, 37-39).
a) Sia il diluvio ai tempi di Noé e sia la pioggia di fuoco su Sodoma e Gomorra furono catastrofi improvvise, ed ora una catastrofe più grande é alle porte

b) L'accostamento al diluvio di fuoco e d'acqua si trova anche dietro la doppia immagine di Lc. 12: 49,50

1. «Io sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e come vorrei che fosse già acceso... »
    «Io ho un battesimo di cui devo essere battezzato, e come sono angustiato finché non sia compiuto...»

2. in queste parole riecheggia un tragico conflitto che troviamo, con la stessa asprezza, anche nelle confessioni del profeta Geremia:

3. il conflitto fra la missione ricevuta e il sentimento naturale, che vi si ribella

4. la via della salvezza e della rinascita passa per la sventura e la rovina, la purificazione e il giudizio, per il diluvio di fuoco e d'acqua.


3 - La maledizione di Dio é sul fico infruttifero (Lc 13,7)

a) sarà tagliato, abbattuto, e gettato nel fuoco (Mt 7,19)

b) La sorte del legno secco sarà più terribile di quella del legno verde (Lc 23,31)

c) La sventura vi coglierà improvvisamente come il laccio coglie l'uccello senza sospetto (Lc 21,34)

d) Il giorno ha solo 12 ore di luce, e siamo già al crepuscolo, ci sarà chiaro ancora per poco (Gv 12,35)

e) Imparate dalla vicenda del padron di casa che dormiva profondamente quando i ladri gli hanno vuotato la casa (Mt 24,43, Lc12,39)

4 - Ascoltate la storia del ricco stolto (Lc 12, 16-20) che se la spassava e faceva progetti dopo un abbondante raccolto:
a) Questo ricco coltivatore é un pazzo: praticamente rinnega Dio, non fa i conti con Lui

b) Il pericolo che incombe non é la morte (sicura e inevitabile) ma la catastrofe escatologica e il giudizio imminente

c) Anche noi siamo pazzi, quando accapparriamo beni e averi alla vigilia del diluvio!

5 - Cosa accadrà? Lo sciacallo, che si nutre di cadaveri, si accosterà al Figlio dell'Uomo, come già al Battista (Lc 13,32)  « ...andate a dire a quello sciacallo: oggi e domani io scaccio i demoni e compio guarigioni, e il terzo giorno giungo al termine della mia corsa... »
a) Poi verrà l'ora della grande tentazione , l'ultimo assalto del maligno: la distruzione del tempio e una grande sventura (Lc 23,29) « ...verranno i giorni in cui si dirà: "beate le sterili e beati i grembi che non hanno partorito e le mammelle che non hanno allattato... »

b) Poi il giudizio di Dio e la separazione:

1. vergini prudenti e vergini stolte
2. amministratori fedeli e amministratori senza coscienza saranno palesi
3. chi ha udito la Parola e l'ha messa in pratica si separerà da chi l'ha respinta
c) La separazione passerà nel mezzo del gregge:
1. due nel campo, due al mulino
2. di fuori sembrano tutti uguali, nessuna differenza, ma la separazione rivela uno spaventoso contrasto: uno é figlio di Dio, l'altro é figlio del male (Mt 24,40)
6 - Caratteristica delle parabole sul giudizio futuro é che molte di esse contengono avvertimenti a gruppi umani ben determinati:
a) Ai nemici rivolge la parabola del pretendente al trono (Lc 19, 12.14ss)

b) Ai Capi del popolo, in particolare agli Scribi, la parabola del servo al quale viene affidata la sorveglianza (Mt 24,45-51; Lc 12,42-46), la parabola dei talenti (Mt 25,14-30; Lc 19,12-27), del custode (Mc 13, 33-37; Lc 12, 35-38)

1. questi hanno ricevuto da Dio grandi responsabilit°:
  - la guida spirituale del popolo
  - la scienza della Sua volontà
  - la chiave della regalità (e regno) di Dio

2. Fra poco dovranno risponderne

3. A chi più ha ricevuto, di più sarà ridomandato

4. Chi conosceva la volontà di Dio sarà punito più duramente del popolo che non la conosceva: parabola del due schiavi (Lc 12, 47-48).

c) Ai Sinedriti viene rivolta la parabola dei cattivi vignaiuoli (Mc 12,1ss)
1. La vigna é l'immagine di Israele (Is 5)

2. Gesù però non parla della vigna ma dei vignaiuoli che l'hanno avuta in affitto, quindi non si rivolge al popolo, ma ai capi, più esattamente, ai reggitori della casa di Dio: i membri sacerdotali del Sinedrio

3. Il Santuario é diventato una spelonca di ladri.

d) Per i Farisei vale l'immagine dei ciechi, guide di ciechi, che cadranno nella fossa insieme a quelli che si lasceranno guidare da loro (Mt 15,12)
1. Anche l'immagine della pagliuzza nell'occhio (Mt 7, 3-5; Lc 6;41) in origine era destinata ai Farisei

2. Così pure quella dell'albero buono e dell'albero cattivo (Mt 7, 16-20; Lc 6,43) del tesoro buono e cattivo (Mt 12,35; Lc 6,45).

3. Tutte queste parabole dicono: Le vostre azioni e le vostre parole dimostrano che siete malvagi e siete incorsi nel giudizio di Dio

4. Secondo Gv 9,40 «Alcuni dei Farisei...gli dissero: "siamo ciechi anche noi"..». Anche la parabola del buon pastore é diretta ai Farisei: « se foste ciechi non avresti alcun peccato; ma siccome dite "noi vediamo" il vostro peccato rimane... in verità vi dico: chi non entra per la porta dell'ovile, ma si cala da un'altra parte, quello é un ladro e un brigante» (Gv 9,41 - 10,1). Così Gesù li accusa di avere distrutto il gregge di Dio, come dei briganti, e la venuta del Buon Pastore rivela i loro misfatti.

e) Contro Gerusalemme, che rappresenta tutto il popolo, c'é il lamento di Mt 23,37 (Lc 13,34) col paragone della chioccia e dei pulcini che si richiama a Is 31,5

f) A Israele nel suo insieme é diretta la parabola del fico (Lc 13, 6-9) e del sale diventato insipido (Mt 5,13; Lc 14,34): appartenere al popolo di Dio non significa scampare il giudizio divino

1. L'ultima generazione del popolo di Dio é la generazione del Messia, é la generazione della decisione:
  - porterà tutta la colpa (Mt 23,35; Lc 11,50)
  - o riceverà la promessa della Grazia (Lc 19,42)

2. Ma l'annuncio di sventura é diretto anche alla comunità messianica della salvezza, alla comunità dei discepoli:
anche in mezzo ad essa ci sarà la divisione  (Mt 7, 24-27; Lc 6, 47-49) parabola della casa costruita sulla sabbia e sulla roccia

B -  Queste parabole della crisi che incombe sono state dette in una situazione unica e concreta

1 - Non vogliono imprimere massime morali

2 - Vogliono semplicemente svegliare un popolo addormentato e accecato che sta correndo verso la propria rovina.

3 - Chiamano al ravvedimento!