LE PARABOLE DI GESU'

PARTE TERZA (segue)

5 - LA MINACCIA DEL "TROPPO TARDI"

A. Poiché é giunta l'ora estrema, e il Regno della Grazia di Dio é cominciato, incombe la minaccia del tempo rimasto: é l'ultima occasione.

1 - Il diluvio é di nuovo alle porte (Mt. 24: 37-39) come ai giorni di Noé, così anche alla venuta del Figlio dell'uomo. « Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio, le persone mangiavano, bevevano, si sposavano ed erano date in moglie, fino a quando Noé entrò nell'arca; e non si avvidero di nulla finché venne il diluvio e li portò via tutti...»

2 - La scure é già pronta alla radice del fico che non dà frutti.

3 - Dio, tuttavia, ha prolungato il termine del tempo per il ravvedimento: parabola del fico, allo stesso modo accorcerà il tempo dell'anti-cristo per amore degli eletti (Mc 13,20)

4 - La parabola del fico (Lc 13, 6-9)

a) Il fico é «...piantato nella sua vigna... » si tratta di un frutteto

b) Lo si lascia crescere liberamente per tre anni (Lv 19,23) « Quando sarete entrati nel paese  e avrete piantato ogni sorta di alberi da frutto, considererete i loro frutti come non circoncisi: per 3 anni... non si dovranno mangiare».

c) « Sono già tre anni che vengo a cercare frutto... » (v. 7): sono quindi sei anni che questo fico non produce, ma, al contrario, sottrae alle altre piante della materia necessaria alla loro crescita.

d) Sebbene non fosse uso concimare una vigna, l'ortolano farà l'ultimo tentativo, « lascialo ancora quest'anno, finché lo scalzi e gli metta del letame...se fa frutto, bene, altrimenti lo taglierai». Quest'unico anno é il termine ultimo.

e) Anche Dio sospende temporaneamente la decisione di condanna per dar modo di ravvedrsi ed essere salvati.

f) L'annuncio di giudizio si trasforma in un appello al ravvedimento, metanoi

B - Il periodo di grazia concesso da Dio é proprio l'ultimo. La sua pazienza é terminata, questo periodo di "ravvedimento" non può essere prolungato « ...se fa frutto, bene; altrimenti lo taglierai... »

1 - Questo dovrebbe essere il senso originario di Mt 6,27 (Lc 12,25) « e chi di voi, con la sua sollecitudine, può aggiungere alla sua statura un solo cùbito?» (circa 52 cm!).

a) non si tratta di statura fisica, bensì di un minimo di tempo, va inteso in senso escatologico

b) Qualsiasi sforzo umano non riuscirà a prolungare il termine vitale nemmeno di una spanna.

2 - La porta del salone del banchetto verrà chiusa = troppo tardi per chi non ci ha pensato in tempo; ciò viene descritto in due parabole:
a) le 10 vergini Mt. 25: 1-12 e Lc. 13: 25-27 (la porta chiusa)
1. E' fra quelle col dativo iniziale: Il Regno non é simile alle 10 vergini, ma allo sposalizio

2. Le lampade sono piuttosto fiaccole (pertiche con la cima avvolta in stracci o stoppa intrisa d'olio)

3. Avviene, all'avvento del Regno di Dio, come quando giovani fanciulle vanno con fiaccole a prendere lo sposo

4. Le avvedute hanno previsto il ritardo, le stole no.

5. Motivo del ritardo: mancato accordo sull'ammontare del contratto nuziale e sui regali che spettano ai parenti stretti della sposa

6. La parabola appartiene alle parabole della crisi: « il giorno delle nozze é arrivato, il banchetto é pronto, Il Signore nostro Dio, l'onnipotente, ha dato inizio al suo dominio regale: rallegriamoci e giubiliamo e diamo a Lui la gloria perché sono giunte le nozze dell'Agnello... » (Ap 19,6.7) «...Beati coloro che sono invitati alla cena delle nozze...»  (Ap 19,9).

7. Chi ascolta questo grido di giubilo sarà pronto per l'ora della prova che giungerà improvvisamente, come lo sposo a mezzanotte. Guai a chi resta fuori quando la porta sarà chiusa.

8. Non servirà a nulla il richiamo a prensunta comunione con Gesù se al momento giusto si resta "fuori" (Lc 13, 25-27).

b) La grande cena (Mt 22, 1-10; Lc 14, 15-24)
1. Abbiamo già visto che in Matteo la parabola é stata rielaborata per farne un compendio allegorico della storia della salvezza.

2. Luca e l'Evangelo di Tommaso conservano meglio le linee iniziali della redazione originaria

3. Anche questa parabola si intende rettamente solo se non si trascura il grido di giubilo: «Venite, perché tutto é pronto» v. 17 « Ecco ora il tempo accettevole, ecco ora il giorno della salvezza » (2 Co 6,2).

4. Ma se i figli del regno (i teologi, i devoti, ecc) non si curano di questo richiamo, allora i disprezzati e i lontani da Dio prenderanno il loro posto, e per i primi sarà troppo tardi!

6 - L'IMPERATIVO DELL'ORA

Dalla minaccia del troppo tardi deriva l'imperativo dell'ora : "adesso bisogna agire con decisione"

1) La parabola del debitore (Mt. 5: 25-26; Lc. 12: 58-59)

a - Esegesi:
1 - avversario, colui che esige un debito per via legale
2 - che talora, affinché non, quando meno te l'aspetti...
3 - ti consegni alla guardia per essere messo in prigione:
 - nel diritto ebraico non era prevista una pena detentiva per i debiti
 - Gesù si riferisce intenzionalmente a norme giuridiche non ebraiche che erano considerate inumane :
(Mc 9,2 "annegamento" «...meglio per lui che gli fosse legata una macina da mulino intorno al collo e fosse gettato in mare... »)
(Mt 18,25 "vendita della moglie" «...comandò che fosse venduto lui, con sua moglie, i suoi figli e tutto quanto aveva, finché il debito fosse saldato...»)
(Mt 18,34 "tortura" «...lo consegnò agli aguzzini finché non avesse pagato...»)
4 - non uscirai, non sarai dimesso, liberato

5 - ultimo centesimo, "quadrante" ( kodra¢nthj ), un quarto di asse = 1/100 di denaro, la più piccola moneta  della valuta romana.

b - Chi si trova nella condizione dell'accusato che sta per essere passato in giudizio farebbe bene a cercare un accordo finché é ancora in tempo: pagare il debito, ottenere una proroga, una riduzione: la situazione, comunque, é molto precaria.

c - Se non ci si riesce, si va incontro ad una sorte tremenda.

2) A questa parabola si apparenta quella dell'amministratore infedele (Lc 16, 1-8)
a - Esegesi:
1 - uomo ricco, proprietario di un vasto terreno con un amministratore sul posto

2 - accusato, era ignota la contabilità, e così pure i controlli

3 - disse fra se stesso, (v.3), rifletté (nelle lingue semitiche non c'é un vocabolo per "pensare", "riflettere", "ponderare")

4 - io so, (v.4) ora mi viene in mente (cosa posso fare)

5 - vv 5-6, all'appropriazione indebita aggiunge il falso in atto pubblico

- i debitori sono affittuari (che pagano in natura) o grossisti che hanno ottenuto forniture contro titoli di credito
- 100 bat (ba¢toj ) di olio (hl 36,5) sono il provento di circa 150 olivi, 1000 denari di debito,
- 100 kor (ko¢roj ), 275 q.li, il reddito di 42 ettari, 2500 denari
6 - L'abbuono concesso é quasi uguale, circa 500 denari ciascuno

7 - prendi la tua ricevuta, v.6, ecco il tuo titolo di debito: l'amministratore ha in deposito i titoli e li fa modificare dai debitori stessi

8 - disse a un altro, v.7, procede allo stesso modo con tutti i debitori

9 - il padrone, o¥ ku¢rioj , lodò l'amministratore disonesto, probabilmente in origine con ku¢rioj si intendeva Gesù.

b - Per eliminare il senso di disagio urtante provocato da questa parabola, che presenta come modello un disonesto, bisogna considerare la stesura originale (vv 1-8).

c - Anche qui Gesù si riallaccia ad un fatto accaduto concretamente, scelto apposta per suscitare attenzione.

d - Invece di condannarlo, Gesù lo loda: siete indignati? ma voi siete nelle stesse condizioni, solo che nel vostro caso la crisi che vi minaccia é ancora più spaventosa, non avete più molto tempo.

e - I fattore é giudicato fronimoV, "prudente", accorto: ha compreso la gravità della situazione ed é corso ai ripari, anche se in maniera fraudolenta e senza scrupoli.

f - Ha agito audacemente, con decisione, coraggio e intelligenza: si é rifatto una vita, ha preparato un futuro.

g - Questo é l'imperativo dell'ora anche per voi: dovete essere avveduti, accorti, poiché la posta in gioco é la più importante.

h - Contro questo imperativo non c'é scampo.


3) Questo dice anche la parabola del ricco epulone e del povero Lazzaro (Lc 16, 19-31).

a - Esegesi:
1. L'uomo ricco: mantello di porpora e vesti di lino indicano grande ricchezza
- non viene messa in chiaro la sua colpa, é descritto come un crapulone senza Dio
- é evidente che Gesù si rifà a qualche argomento o personaggio noto ai suoi uditori
2. v.20 Lazzaro é l'unica figura che ha un nome (Eleazar = Dio aiuta), é un mendicante, probabilmente paralizzato, deposto e¦be¢blhto , giacente, afflitto da una malattia della pelle, chiede l'elemosina al cancello del ricco

3. v.21 desiderava (desiderio rimasto insoddisfatto) saziarsi (si sarebbe volentieri saziato, se avesse potuto) con ciò che veniva gettato al suolo da quanti sedevano alla tavola del ricco - perfino i cani randagi gli sono addosso e lui non può difendersi

4. Secondo il concetto vigente nell'ebraismo, la sua sorte lo indica come un peccatore punito da Dio

5. v.22 nel seno di Abrahamo é la designazione del posto d'onore nel banchetto celeste, alla destra del capofamiglia (Abrahamo) (cf. Gv 13,23) ko¢lpon , petto

6. Ciò significa che Lazzaro sta al vertice di tutti i giusti: c'é un rovesciamento di situazione e si scopre che Dio é il Dio dei poveri e degli abbandonati

7. morì anche il ricco e fu sepolto, con funerale di lusso

8. v.23 nell'Ades; nel N.T. é la c'é distinzione fra #Àdhj , intermedia, e la genna finale. Che giusti ed empi nell'aldilà si vedano vicendevolmente é rappresentazione corrente nel tardo giudaismo

9. v.24 Il ricco si richiama la progenitura di Abrahamo e chiede un lenimento della pena

10. v.25 Viene riconosciuta la discendenza di Abrahamo "figlio"  ma ciò non ha alcun valore ai fini della salvezza: la colpa del ricco non é di essere ricco ma nella sua durezza di cuore, che viene punita. Pietà e rassegnazione vengono ricompensati.

11. v.26 Il grande baratro esprime la irrevocabilità della decisione divina. Gesù ignora la dottrina del Purgatorio.

12. v.27 mandalo a casa di mio padre - pensa ad una apparizione del defunto Lazzaro, forse in visione

13. v.28 li scongiuri, non "avverta severamente"

14. v.31 se uno risuscitasse, prima si parlava di un'apparizione, ora di resurrezione

15. Ma neanche un simile miracolo può convincere chi non ascolta Mosè e i Profeti (= la rivelazione di Dio), riferimento-anticipazione della Pasqua: chi non ascolta la rivelazione di Dio non crederà neanche alla resurrezione.

b - E' una "parabola a due vertici" (ce ne sono 4)
1. Il primo vertice (vv 19-23), il rovesciamento delle sorti

2. Il secondo vertice (vv. 24-31) il rigetto delle suppliche del ricco.

c - L'accento cade sul nuovo elemento aggiunto da Gesù, dato che la prima parte si collega a una trama ben nota.

d - Gesù non prende posizione sul problema ricco-povero, né vuole dare insegnamenti sulla vita oltre la morte

e - Vuole ammonire la gente che assomiglia al ricco e ai suoi fratelli di fronte alla minaccia che incombe, Lazzaro é una figura collaterale, un termine di confronto.

f - I "sei fratelli" ancora viventi si comportano come il fratello defunto

 - come ai tempi del diluvio
 - scettici ed immorali
 - non credono in Dio e nella retribuzione finale
g - Questa categoria di persone aveva già chiesto a Gesù una prova della vita dopo la morte (Sadducei)
h - Neanche il miracolo più grande (resurrezione) avrebbe senso per loro: chi non si inchina alla Parola di Dio non si convertirà neanche di fronte al un miracolo: "Mai più Dio darà un segno a questa generazione..." (Mc. 8:12).
4) Che fare? Gesù risponde con nuove immagin
a - restare svegli (Mc 13,35) «Vegliate, dunque, perché non sapete quando il padrone di casa verrà... »

b - rialzare le vesti, accendere le lampade (Lc 12,35) « I vostri lombi siano cinti e le vostre lampade accese »

c - indossare l'abito da festa (Mt 22,11-13) « ...come sei entrato qui senza avere l'abito da nozze? »

5) Ciò che queste, e altre immagini simili, vogliono indicare può essere dimostrato dalla piccola parabola dell'invitato senza l'abito da nozze (Mt 22, 11-13)
a - Esegesi:
1. «...entrato per vedere i commensali... » che il padrone non prenda parte al pasto é una particolare cortesia nei riguardi dei convitati nelle grandi feste

2. abito da nozze  non si tratta di un vestito particolare ma di un vestito lavato di fresco. L'abito sporco é segno di disprezzo nei confronti dell'ospitante

3. «Amico... (compagno) come sei entrato? »,  con quale diritto sei entrato?

4. ma egli tacque.  Non sappiamo come mai non era vestito a festa;
- forse non era stato invitato e si é intrufolato ugualmente
- forse si vergogna dell'abito sporco
- forse l'ha fatto apposta per insultare il padrone di casa
- forse era stato invitato ma non gli aveva dato importanza, oppure l'invito l'ha colto impreparato.

b - A cosa si riferisce Gesù con la veste linda per essere ammessi alla festa nuziale?
1. Risposta rabbinica: in b.Shabb. 153a vi si legge che un teologo palestinese del I sec.  R. Eli Ezer, disse:«Fa' penitenza un giorno prima della tua morte! E i suoi scolari gli chiesero: Ma come può sapere l'uomo in quale giorno morirà? Ed egli rispose: Tanto più faccia penitenza quest'oggi, poiché potrebbe morire domani; così per tutto il corso della sua vita egli verrà trovato in penitenza»
A spiegazione di di queste parole segue una parabola del R. Johannan ben Zakkai su di un re che invitò a cena senza precisare l'ora. I saggi indossarono l'abito festivo, gli stolti andano al loro lavoro. Improvvisamente giunge la chiamata al banchetto, e quelli che hanno vesti insudiciate non vengono ammessi alla mensa.
L'abito della festa é la penitenza (ravvedimento): indossalo prima che sia troppo tardi! un giorno prima della tua morte, cioé oggi: la conversione é l'imperativo dell'ora.

2. Altra interpretazione dell'immagine della veste nuziale, rifacendosi a Is 61,10s «...io mi rallegrerò grandemente nell'Eterno, la mia anima festeggerà nel mio Dio perché mi ha rivestito con le vesti della salvezza, mi ha coperto col manto della giustizia, come uno sposo che si mette un diadema, come una sposa si adorna dei suoi gioielli»
Dio riveste i redenti con l'abito della salvezza.

3. L'Apocalisse parla spesso della veste escatologica:
vesti bianche (3,4.5.18) «...essi cammineranno con me in vesti bianche... chi vince sarà dunque vestito di vesti bianche...Ti consiglio di comprare da me...delle vesti bianche... »
vesti di bisso (19,8) «...le é stato dato di essere vestita di lino finissimo... »

4. Il passo di Is, 61 era molto importante perché prevede i tempi messianici: l'essere rivestito della veste bianca - veste nuziale, é immagine dell'appartenenza alla comunità dei redenti.

5. Gesù parlava del tempo della salvezza come del mantello (vestito) nuovo (Mc 2,21) e paragona il perdono con il vestito d'onore che il padre fa indossare al figlio prodigo (Lc 15,22)

6. Anche in Mt 22,11-13 c'é questo paragone.

6) Per Gesù la conversione é l'abito nuziale, la lampada accesa ( Mt 5,16), il capo unto d'olio (Mt 6,17) «...quando digiuni, ungiti il capo...», é musica e danza (Lc 15,25), é la letizia del figlio che torna a casa.
Ma il "ritorno a casa" comincia col diventare come piccoli fanciulli (Mt 183) «In verità vi dico: se non vi convertite e non diventate come piccoli fanciulli, non entrerete affatto nel regno dei cieli»

Interpretazioni ne sono state suggerite molte, ma dobbiamo scartare quelle scaturite dal pensiero occidentale (il bambino accetta i regali, è umile, ecc.)

a - Neonato, prototipo di purezza: «se non diventate puri (mediante il perdono di Dio), non sarete ammessi nel Regno»

b - Il contesto suggerirebbe piuttosto: diventare di nuovo come un fanciullo, umiliarsi, abbassarsi (18,4) = "chi si abbassa, ridiventa piccolo davanti a Dio" = confessione della colpa; ma il paragone con i paralleli di Marco e Luca dimostra che il "loghion" era riferito isolatamente, e solo la tradizione ha collocato qui il v. 4.

c - Ridiventare come un fanciullo:

- Gesù si rivolge a Dio col nome di Abbà, Padre (Mc 14,36 - cf. Rm 8,15, Gl 4,6), appellativo senza precedenti nella letteratura ebraica,

- Abbà faceva parte del linguaggio familiare quotidiano che nessuno aveva mai osato applicare a Dio. Gesù poteva farlo, parlava al suo Padre celeste con la stessa fiducia e confidenza di un bimbo verso il suo papà: i bimbi possono dire Abbà

- «Se voi non imparate a dire Abbà... »


d - E', dunque, l'inizio della conversione e della nuova vita: l'uomo (e la donna) impari a chiamare Dio col nome di Padre (Abbà) con la fiducia di un bambino.

e - Il v. 4 ha ragione di trovarsi qui: ridiventare fanciullo vuol dire anche confessione di colpa e sottomissione, farsi povero, ritornare bambino davanti a Dio.

7) Questo é anche il senso della parabola dei posti a tavola (Lc 14, 7-11; Mt 20, 17-28).

8) Anche l'immagine della ricompensa del servitore (Lc 17, 7-10) invita all'umile rinuncia ad ogni farisaica autogiustificazione « ...siamo servi inutili: abbiamo fatto quello che dovevamo fare »

a) Non é certo che questa parabola in origine fosse per gli apostoli: é discutibile se fra di essi vi fossero dei contadini che possedevano campi e bestiame.

b) Qui, comunque, il contadino ha un solo dipendente

c) L'espressione chi di voi (v.7) introduce parole rivolte ad avversari o alla moltitudine

d) Vi immaginate che uno di voi dica al suo servo, quando rientra dai campi, «siediti a tavola » ?

e) Gli dirà, invece: «preparami la cena» e neanche lo ringrazierà.

f) Anche voi, anche quando avete fatto tutto ciò che Dio vi ha ordinato, dovete pensare: siamo solo dei servi, abbiamo solo compiuto il nostro dovere, non abbiamo alcun merito.

9) La conversione é qualcosa di più del compimento del proprio dovere e delle buone opere:
a) é azione, distacco dal peccato, rifiuto di servire due padroni (Mt 6,24, Lc 16,13)

b) obbedienza alla legge di Dio (Lc 16, 29-31) « hanno la Legge e i Profeti, ascoltino quelli... » e alla Parola di Gesù

c) é prendere il giogo di Gesù (Mt 11, 28-30) un peso più leggero di quello che hanno portato finora

d) I fatti dimostreranno la conversione vera, come le piogge autunnali mettono a prova le fondamenta della casa (Mt 7, 24-27; Lc 6, 47-49)

e) allo stesso modo il diluvio universale irromperà nella vostra vita, mettendola alla prova

f) il prudente (avveduto) fro¢nimoj é colui che ha compreso la situazione escatologica

g) La Scrittura diceva (Is 28, 15-16): all'assalto dei flutti resisterà solo la casa fondata sulla pietra angolare posta in Sion, chi crede non ha fretta, non fugge.

h) Per i contemporanei di Gesù aveva stabilità chi conosceva la Torà e la seguiva

i) Gesù completa: chi ascolta le mie parole e le segue. La semplice conoscenza non basta, porta alla rovina: tutto dipende dall'ubbidienza a questa Parola.

10) L'ubbidienza deve essere totale. La porta della sala della festa, dove ha luogo il banchetto del tempo della salvezza, é stretta: chi vuole entrare deve lottare finché é ancora in tempo (Lc 13,23ss) « sforzatevi di entrare per la porta stretta...molti cercheranno di entrare e non potranno...»
a - Mt 7,13ss pone l'accento sul fatto che il discepolo che vuole giungere alla salvezza deve avere il coraggio di uscire dalla massa e avviarsi per la via della croce della piccola schiera « ...perché pochi sono coloro la trovano »

b - La cosa sarà particolarmente difficile per i ricchi « ...é più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno dei cieli» (Mc 10,25)

c - Seguire Gesù presuppone la disponibilità e dedizione completa. L'ora escatologica esige una rottura radicale col passato, anche con chi ci é più vicino: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, moglie e figli, fratelli e sorelle, e perfino la sua propria vita, non può essere mio discepolo » (L. 14,26). Ciò é illustrato dalle immagini:

1 - dei morti, cui si deve lasciare di seppellire essi stessi i loro morti (Mt 8,21s; Lc 9,59)
2 - dell'aratore, che può guardare solo innanzi (Lc 9,61)
d - Agli entusiasti, Gesù fa comprendere la difficoltà di stare al suo seguito, li spaventa:
1 -  Mt 10:37 «...chi ama padre e madre più di me...»
2 -  Mt 8,20 «...le volpi hanno delle tane, gli uccelli dei nidi...»
3 - Ma chi si lascia intimidire deve sapere che chi rifiuta la chiamata di Gesù si esclude dal regno di Dio
e - Riflettere bene, affinche non avvenga come:
1 - La costruzione della "torre" che rimane incompiuta (Lc 14, 28-30)
2 - Il re sceso in guerra sottovalutando il nemico (Lc 14, 31-32)
f - Tentare a metà é peggio che non tentare affatto: il ritorno dello spirito immondo (Mt 12, 43-45; Lc 11, 24-26).
1 - La parabola ha un carattere tipicamente palestinese:
v. 43  - spirito immondo = demone: « quando un demone viene scacciato...»
- non trova pace nel deserto, sede naturale per i demoni.
v. 44 - Il paragone dell'invasato con la "casa" del demone é ancora oggi corrente in Oriente
- La casa é «vuota, spazzata, ornata », pronta per accogliere un ospite
v. 45 - « Prende con sè 7 altri demoni», 7 é la totalità, il massimo

2 - Apparentemente la parabola descrive la ricaduta come un fatto generalmente esperimentato

- in questo caso tutte le cacciate di demoni non hanno senso

3 - Al v. 44b il verbo deve essere al condizionale (nella parlata semitica é normale): «Se al suo ritorno... » (vedi Mt 8,9b)

4 - La ricaduta non é inevitabile, bensì é colpa, la casa non deve restare vuota: cacciato il demone, deve entrarci un nuovo padrone, deve essere una dimora di Dio nello Spirito (Ef 2,22).