INTRODUZIONE AI VANGELI
CAPITOLO III°

I TEMPI DELL'ESISTENZA TERRENA DI GESÙ

Secondo i dati di una ricostruzione abbastanza verosimile risulta che Gesù è morto il 7 aprile del 30 d.C.. Se è nato, in base ai nuovi calcoli, nell’anno 6 a.C., egli doveva avere circa 36 anni quando è stato giustiziato.

È stato ormai accertato che Gesù è nato due anni prima della morte di Erode il Grande avvenuta nell’anno 750 di Roma. Poiché tale data corrisponde all’anno 4 a.C., sembra ormai riconosciuta da tutti la data del 6 a.C. come data di nascita di Gesù. Partendo da questa data, il suo battesimo e l’inizio del suo ministero vanno collocati nell’anno 27-28 d.C.

Oltre questi semplici dati anagrafici, ricavati dagli studiosi, nei vangeli non abbiamo una vera e propria biografia o storia della vita di Gesù, siamo tuttavia in grado di conoscere almeno i periodi o tempi più importanti della sua vita.

I periodi o tempi della vita terrena di Gesù ricavabili dai Vangeli sono i seguenti:

NAZARET

Il primo periodo o tempo dell’esistenza terrena di Gesù e direttamente collegato con la sua vita a Nazaret. Nato a Betlemme, la sua esistenza terrena a Nazaret, a parte il periodo della fuga in Egitto, va dal 6 a.C. al 27 d.C. per un lungo periodo di 33 anni del quale abbiamo però pochissime notizie se non quelle forniteci dai vangeli dell’infanzia che troviamo nei due primi capitoli dei Vangeli di Matteo e Luca (Mt 1-2; Lc 1-2).

DESERTO

Un secondo tempo dell’esistenza di Gesù lo possiamo inquadrare nel deserto. Improvvisamente Gesù abbandona Nazaret e compare sulle sponde del Giordano dove il Battista predicava un battesimo di ravvedimento per la remissione dei peccati in vista dell’imminente regno dei cieli.

C’erano stati altri battisti in quel periodo. Si trattava di un movimento spirituale di contestazione verso Gerusalemme ed il suo tempio dove risiedeva il culto ufficiale del giudaismo. Abbiamo notizie di questo movimento anche da parte di Giuseppe Flavio che aderisce alla loro contestazione.

Certamente Giovanni Battista fu il più rappresentativo di questo movimento in quanto viene ricordato nel Nuovo Testamento come il precursore del Cristianesimo e la sua storia si innesta con quella di Gesù. Tuttavia alcuni riferimenti del Nuovo Testamento danno l’impressione che il movimento battista continuò anche dopo la morte del Battista in una sua linea parallelamente al nascente cristianesimo. Così, per esempio, Apollo di Alessandria ed altri discepoli di Efeso conoscevano solamente il battesimo di Giovanni (At 18, 24; At 19, 1ss). La presenza di questi seguaci di Giovanni ad Alessandria e ad Efeso testimonia l’espansione della predicazione di Giovanni anche oltre la Palestina. Esistono ancora oggi in Persia alcune piccole comunità battiste che risalgono alla sua predicazione.

Parlando del Battista non possiamo non parlare degli esseni e chiederci se il Battista fosse un esseno. L’ipotesi che associava il Battista al movimento esseno è stata ripresa ed accentuata in questi ultimi anni, dopo le scoperte nel deserto di Giuda. Questa ipotesi si basa esclusivamente su indizi e coincidenze esterne: sappiamo che gli Esseni vivevano nel deserto di Giuda e G. Flavio parla dell’usanza che avevano di adottare bambini piccoli. Tutto ciò coincide con quanto riferiscono Luca (Lc 1, 80) e la primitiva tradizione cristiana che collocavano il Battista nel deserto sin dalla sua gioventù. La comunità essena era in modo predominante di stirpe sacerdotale, era la comunità dei Bené Sadoq e in essa poteva benissimo avere il suo posto Giovanni, di ascendenza sacerdotale da parte di padre e di madre (Lc 1, 5). Il quadro geografico in cui si sviluppa l’attività del Battista, cioè la fossa del Giordano e le vicinanze del Mar Morto, ci pone pure presso Qumran e inoltre, cronologicamente, la vita di Giovanni coincide con la piena vitalità del movimento esseno.

Esistono anche altre coincidenze più profonde. Tutti e due i movimenti, sia quello esseno che quello battista, sono di ispirazione profondamente escatologica. I due movimenti coincidono nell’attesa del grande avvenimento escatologico annunziato dai profeti. In questo contesto escatologico quadrano i temi della "Nuova Alleanza" e del "resto" e della nostalgia per il deserto tanto sviluppati e da Giovanni e dagli Esseni. Sia il Battista che la comunità essena di Qumran si presentano come i protagonisti dell’ "esodo" attraverso il deserto predetto da Isaia in cerca già dell’era messianica: « Una voce grida: – Nel deserto preparate la via del Signore – » (Is 40, 3).

Accanto a queste coincidenze veramente sorprendenti esistono però profonde differenze. Anzitutto gli Esseni proponevano per la purificazione interiore abluzioni parziali che dovevano essere ripetute anche quotidianamente, mentre quella del Battista era una vera e propria immersione unica  nel Giordano (battesimo nel senso proprio del termine) da farsi una volta per tutte, preceduta dalla conversione e seguita dalla remissione dei peccati. Inoltre mentre la comunità degli Esseni viveva chiusa in sé stessa e limitava la "Nuova Alleanza" ai soli membri della comunità essena, il Battista si apre a tutti i gruppi sociali e persino ai soldati romani, purché si convertano e ricevano il battesimo. Entrambi i movimenti si ispirano ampiamente ai profeti, ma, mentre quella degli esseni è un’ispirazione contaminata da un certo nomismo e ritualismo farisaico, quella del Battista è più vitale ed autentica.

Di fronte a questi fatti ed alla mancanza di altri indizi, l’unica cosa che si può affermare con una certa sicurezza è quella che entrambi i movimenti si ispirano ad una fonte comune. Si può ammettere anche che il Battista sia vissuto per qualche tempo tra gli Esseni prima di essere chiamato da Dio alla sua missione speciale.

Certamente però le strade dei due movimenti prendono ad un certo punto direzioni completamente diverse e soltanto una forte ed originale esperienza religiosa del Battista può dare una spiegazione alla sua predicazione nelle rive del Giordano.

Non sappiamo come ne perché, ma Gesù lascia Nazaret ed entra nel gruppo del Battista, aderisce a questo movimento sottoponendosi spontaneamente al loro rito di iniziazione. Gesù, lasciando Nazaret, ha fatto una scelta ben precisa, non è andato a Gerusalemme, non è andato tra gli Esseni di Qumran, non nella Scuola dei Rabbini, ma è entrato nel gruppo del Battista.

Secondo la descrizione lasciataci da Giuseppe Flavio, di solito si ascoltava da una parte del Giordano il predicatore che parlava dall’altra riva con il gruppo dei suoi discepoli e poi chi aderiva alla sua predica di conversione si immergeva nel Giordano ed entrava nel gruppo dei discepoli. Gesù ha fatto l’immersione nel Giordano davanti agli occhi del Battista e questo era il segno della sua aggregazione ufficiale al suo gruppo.

Dopo questa iniziazione, dopo questo battesimo, ecco però la voce del Padre che lo chiama verso una strada più impegnativa. Il Padre gli manda un messaggio ben preciso che poi esamineremo più da vicino. Dopo questo messaggio che Gesù comprende bene, c’è il deserto e ci sono le tentazioni come un momento di riflessione. Il Battista viene arrestato ed i suoi discepoli si disperdono. Gesù torna in Galilea dove inizia la predicazione del regno di Dio.

GALILEA

Terzo tempo dell’esistenza terrena di Gesù è proprio questo periodo vissuto in Galilea. È un periodo molto importante della vita di Gesù. Vediamo che non torna a Nazaret, ma fissa la sede delle sue attività in Galilea a Cafarnao. È il grande momento di Gesù che dura circa 2 anni. Egli vive da profeta itinerante sulle orme del profeta Elia, pur mantenendo tutta la sua originalità. Parla della grande novità del Regno di Dio, ma compie anche dei gesti e dei prodigi che vengono ricordati dai vangeli.

Il suo raggio di azione si svolge in prevalenza fra le città di Cafarnao, Korazim e Betsaida in quello che viene chiamato il triangolo dell’Evangelo. Si tratta di tre piccole cittadine che si trovano a Nord sul lago di Genesaret. Sulle sponde occidentali di questo lago abbiamo a Nord Cafarnao, più sotto Magdala, città famosa per il commercio internazionale del pesce essiccato; più sotto ancora Tiberiade, città pagana fondata da Erode in onore di Tiberio. Betsaida (città della pesca) si trova invece a nord sulle sponde orientali del Lago e Korazim a nord del lago stesso su un dirupo di basalto. Per due anni circa Gesù è vissuto in questa zona spostandosi da una cittadina all’altra del triangolo, con qualche scappata a Nazaret che dista da Cafarnao 40-45 Km.

Per due anni in questa zona egli ha cercato di parlare alle persone del regno di Dio per convincerle e creare così un gruppo di discepoli. Di questo periodo abbiamo nei Vangeli molti ricordi. In Matteo, per esempio, questo periodo è compreso tra Mt 4, 12 e Mt 14, 12. Si tratta di circa 10 capitoli in cui troviamo parabole, discorsi, incontri, guarigioni ed altro materiale.

L’ESILIO

Il quarto tempo o periodo della vita di Gesù lo possiamo chiamare quello dell’esilio. Gesù è costretto a scappare dalla Galilea perché Erode Antipa voleva ucciderlo. Questo è un tempo di grande mobilità e lui stesso dice che non ha dove posare il capo. Il territorio in cui si muove è molto vasto. Quando gli dicono: «Tu sei il Messia», si trova a Cesarea di Filippo, fuori dalla Palestina e molto vicino a Damasco. Poi va a Serepta di Sidone in Fenicia dove ha il famoso incontro con la donna siro fenicia. Va anche nella Decapoli ed in Samaria.

Secondo alcuni calcoli abbastanza attendibili, sembra che questo periodo sia durato circa 6 mesi: dalla Pasqua da lui celebrata nel deserto con la moltiplicazione dei pani fino alla Festa della Capanne. Dopo questa festività si sa che Gesù è a Gerusalemme. Quando lo avvertono che Erode Antipa lo voleva uccidere, risponde: «Dite a quella volpe di Erode che i profeti muoiono a Gerusalemme». Se fosse stato preso da Erode Antipa, sarebbe finito decapitato come il Battista; ma la sua meta è Gerusalemme ben sapendo che lì l’attendeva la morte per crocifissione secondo la legge romana. Dopo Erode Archelao (6 d.C.) Gerusalemme e tutta la Giudea e la Samaria vennero governate direttamente da Roma per mezzo di un procuratore romano che aveva il cosiddetto ius gladii, cioè il diritto della pena di morte per crocifissione nei confronti di coloro che si fossero resi colpevoli di un reato che prevedeva tale condanna secondo la legge romana.

GERUSALEMME

Quinto ed ultimo periodo è quello a Gerusalemme che, secondo quanto ci riferisce l’evangelista Giovanni, sarebbe durata dalla Festa delle Capanne fino alla Pasqua del 7 aprile dell’anno dopo.

All’inizio non ci furono problemi, anzi venne accolto trionfalmente a Gerusalemme dalle folle acclamanti, ma poi si compromise con il Sinedrio e dovette fuggire momentaneamente dalla città per tornarvi però quasi subito.

La sua attività si svolgeva sotto il colonnato del tempio dove erano soliti radunarsi i Maestri per discutere sulla legge. Questa attività durò finché venne arrestato e giustiziato. Matteo comprende questo periodo nel suo vangelo dal capitolo 21 al 27.

TEMPO DELLA CHIESA O DELLA MISSIONE

Gesù risorto dà mandato ai suoi discepoli di annunziare il suo vangelo in tutto il mondo (Mt 28).