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» Archeologia » Archeologia Medievale di Villa di Chiesa
 
La Torre della cinta urbica di Villa di Chiesa ai nn. civici 95 -97- di Via Sulis è il sito del "forno da colare" e verosimilmente della Zecca.
Il sito della torre di cui all'oggetto era pertinenza di un edificio (due botteghe) di proprietà della regia Corte, che da questa fu dato in enfiteusi nel 1460 e poi venduto nel 1525 dai proprietari Barçolo Granella e sua moglie Donna Luisa ad Antioco Saray e sempre soggetti a un censo alla Regia Corte. In una nota di cinque anni dopo (1530) si lamenta il mancato pagamento da parte dei proprietari del laudemio alla Regia Corte.
Il Carlo Baudi di Vesme nel commento al libro contenente il "Breve di Villa di Chiesa" intitolato "Dell'industria delle argentiere in Villa di Chiesa", al paragrafo 236 colonne CCXL-CCXLI" afferma che la zecca era stabilita in Città, non nel castello, desumendo tale asserzione da un documento del "R .Archivio di Cagliari, Vol. B 5 , fol. 186b", nel quale il Re Pietro il 20 Maggio del 1352 rispondendo al Governatore di Sardegna, Don Riambaldo da Corbera, che proponeva di trasferire la zecca nel Castello, ordinò che si continuasse come si era sempre usato.
Nello stesso scritto il Baudi di Vesme avanza l'ipotesi che la zecca fosse stabilita nell'edificio composto di due botteghe di proprietà della Regia Corte, poste tra la chiesa di San Saturno e le mura della città. In questo "stabilimentum" vi era un forno da colare "solebant colari minerie sive de les menes".
Queste due botteghe vengono date in enfiteusi nel 1460, secondo un documento del "CDE" Secolo XV, documento XC, 1460, 8 novembre. Archivio di Cagliari, Volume intitolalo Capbreu A, fol. 166b)" Le ragioni dell'attribuzione di questi locali agli edifici della zecca vengono chiarite dallo stesso Baudi di Vesme nel medesimo punto succitato: per quanto sappiamo dai documenti storici la Regia Corte non possedeva propri forni da colare; non dovevano esserci forni da colare all'interno del recinto murario, per ragioni sanitarie, era infatti proibito lavorare vena in Villa o in orto (Breve di Villa di Chiesa", Libro IV, CXII, 144b).
Inoltre si può aggiungere che nella zecca esisteva un piccolo forno e un fonditore (CDE Secolo XIV, documento LXIII, 1352, 20 maggio. ( R . Archivio di Cagliari, Vol. B 5, fol. 186b). Anche in un altro punto dello stesso articolo il Baudi di Vesme ripete questo concetto: (Paragrafo 211 pag CCXXIII):"soltanto in tempi più recenti troviamo menzione di forni a colare anche in Villa di Chiesa , menzione anzi la quale crediamo riferire soltanto al forno già annesso alla zecca".
Vediamo ora di localizzare le due botteghe, seguendo i numerosi elementi di riferimento spaziale, forniti dal documento citato nel "Codex Diplomaticus Ecclesiensis" Secolo XV, documento XC, 1460, 8 novembre. (R. Archivio di Cagliari, Volume intitolalo Capbreu A, fol. 166b).
... duas botigias simul contiguas, tapiatas (1), unam cohopertam et alteram semicopertam, sitas intus Civitatem Ville Ecclesiarum, in quibus nomine Regie Curie et pro eadem solebant colari minerie sive de les menes; et affrontatur a parte ante cum Ecclesia de Sanct Sadoru, camino Regali quo itur de Porta Mestra ad Ecclesiam Sancti Francisci mediante, et ex uno latere cum quodam troceo terre vestro heremo, et ex alio latere cum quodam alio troceo terre heremo quod ibi est, et a parte retro cum muro dicte Civitatis Ville Ecclesiarurn, comprehenso in altera ex dictis botigiis lo tou cujusdam turris que ibi est. Hoc autem stabilimentum de predictis duabus botigiis superius designatis et affrontatis facio vobis dicto onorabili Antonio Sanda et vestris et quibus volueritis perpetuo, cum omnibus et singulis intratis, exitibus, ...
Immagine piantina individuazione botteghe
 
O... duas botigias simul contiguas, tapiatas, unam cohopertam et alteram semicopertam, ... in quibus nomine Regie Curie et pro eadem solebant colari minerie sive de les menes, ... comprehenso in altera ex dictis botigiis lotou cujusdam turris que ibi est.
  1. Affrontatur a parte ante cum Ecclesia de Sanct Sadoru;
  2. Porta Mestra;
  3. Ecclesiam Sancti Francisci;
  4. Camino Regali quo itur de de Porta Mestra ad Ecclesiam Sancti Francisci mediante;
  5. Ex uno latere cum quodam troceo terre vestro heremo,
  6. Ex alio latere cum quodam alio troceo terre heremo quod ibi est,
  7. A parte retro cum muro dicte Civitatis Ville Ecclesiarurn,
  8. Comprehenso in altera ex dictis botigiis lotou cujusdam turris que ibi est.
La localizzazione è la seguente: di fronte agli edifici vi è la Chiesa di San Saturno (Santu Sadoru), oggi Chiesa della Madonna delle Grazie, e la via che dalla Porta Maestra conduce alla Chiesa di San Francesco (oggi Via Sulis e Via della Zecca), da un lato con un tratto di terra deserto e dall'altro lato con un altro tratto di terra deserto e dalla parte posteriore con le mura della città, compreso un pezzo di terreno di una torre che si trova lì. Quindi le botteghe stavano vicino ad una torre.
Quale torre?
Sono da escludere sicuramente l'attuale torre posta di fronte all'ingresso principale dell'Istituto Minerario, perché faceva parte integrante degli edifici del Convento di San Francesco e la torre che, forse, sorgeva dove ora sono le scuole Elementari Femminili, perché primo si trovava nel giardino del Convento di San Francesco e secondo era lontano dal punto indicato dai dati di segnalazione geografica fornita dai documenti.
Infatti ulteriori elementi di localizzazione provengono dal documento seguente "Codex Diplomaticus Ecclesiensis" Secolo XVI, documento XVII dell'anno 1525, 23 maggio (R. Archivio di Cagliari, fol. intitolato Cabreo A. fol. 168b). Dalla lettura di questo documento se ne deduce che i locali di cui si parla si trovano di fronte a due strade: che sono le strade di Perdafogo (attuale via della Zecca) e la strada che viene da Porta Maestra (attuale Via Sulis) il punto in cui queste due strade si toccano è prossimo alla torre di cui si parla.
... dues roynes o patis nostres, situats dins la present Ciutat en lo loch appellat "lo Carrer de Sanct Sadoru ", les quals roynes se nomenan"lo forn de colar"; de un costat ab una altra royna de nosaltres dits venedors, e del altre costat ab horts del Convent de Sanct Francesch, y de part de tras junta ab la muralla de la dita Ciutat; y afronta davant a dos camins publichs, çoès al camì que devalla dal carrer de Perdafogo, y al altre camì que venen de la Porta Maestra y va al carrer de Sanct Francesh ...
Immagine piantina individuazione botteghe
 
O) dues roynes o patis nostres, situats dins la present Ciutat, ... les quals roynes se nomenan"lo forn de colar";
  1. en lo loch appellat "lo Carrer de Sanct Sadoru ",
  2. Porta Maestra
  3. Sanct Francesh
  4. y al altre camì que venen de la Porta Maestra y va al carrer de Sanct Francesh.
  5. de un costat ab una altra royna de nosaltres dits venedors,
  6. e del altre costat ab horts del Convent de Sanct Francesch,
  7. y de part de tras junta ab la muralla de la dita Ciutat;
  8. y afronta davant a dos camins publichs, çoès al camì que devalla dal carrer de Perdafogo,
Infine in una nota di cinque anni dopo "Codex Diplomaticus Ecclesiensis" Secolo XVI, documento XIX dell'anno 153O, 20 dicembre. (R. Archivio di Cagliari, Vol. B 4, fol. 194), nella quale si evidenzia il mancato pagamento da parte dei proprietari del laudemio alla Regia Corte, la torre è detta "la torre de forn".
Iglesias 14 - 09 - 2006
Luciano Alba - Gian Paolo Meloni