a) Pianta Cimitero
Monumentale
b) Foto della lapide marmorea
prima e dopo l'intervento di
risanamento del luglio
2003
c) Iscrizione sulla lapide
marmorea
Pianta del Cimitero Monumentale di
L'Aquila col percorso per poter rintracciare la ultracentenaria lapide (1895)
dove riposano le spoglie dello studioso tedesco.
La lapide della tomba di K.H.Ulrichs come si puo vedere oggi dopo
l'intervento di risanamento di luglio 2003
Lapide prima del risanamento
La lapide della tomba di K.H.Ulrichs come si puo vedere oggi dopo
l'intervento di risanamento di luglio 2003
Lapide prima del risanamento
Iscrizione sulla Lapide di
K.H.Ulrichs
(traduzione di Massimo Consoli da testo originale in
latino).
Persichetti in attesa del reperimento di fondi per la
realizzazione di una tomba più dignitosa allo studioso, provvisoriamente e a sue
spese,
ne fa inumare le spoglie accanto la Cappella di famiglia, una
epigrafe su di una semplice lastra di marmo bianco, sono trascorsi oltre cento
anni e la "povera " tomba
è ancora li a sfida dell’incuria del tempo e degli uomini.
Qui giace Karl Heinrich Ulrichs nato
a Westerfeld, vicino la Frisia Orientale. Si mise in mostra e divenne
famoso tra i suoi pari grazie alle proprie capacità intellettuali nelle
materie umanistiche ed in altre discipline attraverso l’istruzione che
ricevette a Goettingen ed a Berlino. S’interessò ai nuovi problemi
dell’antropologia e della giurisprudenza. Ebbe un notevole senso del
dovere. Non raggiunse mai le vette della prosperità né venne mai
umiliato dagli attacchi degli avversari. Da povero lasciò la
regione dell’Hannover ed andò in esilio. Viaggiò attraverso gran parte
dell’Europa. Dappertutto fece mostra di un carattere esemplare per
conoscenza e virtù. Infine, venne a vivere lungamente all’Aquila,
nell’Italia Centrale. Pubblicò un giornale in latino, Alaudae, che
ricevette encomi dal vecchio mondo come dal nuovo. Senza lamentarsi,
senza angustie, morì nella nostra città il giorno prima delle Idi di
Luglio, nel 1895, nel suo 70° anno di vita.
***
I suoi fedeli amici e ammiratori di qui ed
oltre le Alpi, si sono riuniti per offrire questo regalo al loro
miglior amico del quale piangono la perdita, e sfidano la sua
sfortuna con questo eccellente monumento.
Scritto da Enrico
Casti Capo-bibliotecario nella biblioteca
dell’Aquila
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