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LA PALA DEL BASSANO

     Nella seconda metà del 1500 viene commissionata una pala da altare, che raffiguri il martirio di S. Lorenzo, a Jacopo da Ponte (per saperne di più!). E' un vero e proprio gioiello dell'arte pittorica veneta di fine Cinquecento. Per molto tempo l'opera era stata attribuita a Francesco da Ponte il Giovane.
     Le analisi radiografiche e con i raggi violetti, gli studi eseguiti nel corso dell'ultimo restauro e specialmente la pubblicazione (opera postuma di Michelangelo Munaro) dei diari di Jacopo, figlio di Francesco il Vecchio e padre di Francesco il Giovane, hanno dato modo al prof. Alessandro Ballarin di attribuire l'opera al più celebre Jacopo, tra il 1583 e il 1587: non sta a noi dirimere definitivamente la questione; certo è che si tratta di un'opera molto suggestiva e impegnativa, dato l'uso dei notturni: personalmente rimango sbigottito dalla differenza dei colori emersi dagli ultimi due restauri, con toni più arancio-brunati, addolcimento degli scuri nel penultimo restauroe, nell'ultimo, rafforzamento degli scuri e bianco più deciso per i riflessi di luce: quale era l'originale?
     L'opera è citata dal Verci nel 1775: "Pogiana: questi è un villaggio del territorio trivigiano, la cui chiesa parrocchiale custodisce con pregio sopra l'altar maggiore la tavola preziosa che rappresenta il martirio di S. Lorenzo che è il titolare della chiesa. L'azione è rappresentata di notte, illuminata da una face che dà luce a molti manigoldi che stanno attorno al Santo. Un ragazzo attizza il fuoco che fa anch'esso un meraviglioso effetto, in alto tre angeli con la palma in mano. Le figure hanno tutto il rilievo che sapeva dare la mano maestra dell'autore. L'opera è bene conservata e degna di somma ammirazione; e di fatto mi fu detto da uomini del villaggio degni di fede che alcuni inglesi volevano farne l'acquisto, con esborso di somma considerabile di denaro". (38)
Troviamo un altro riferimento alla pala che viene lodata in una visita pastorale del 1790. (39)
     La pala viene ritoccata da Carlo Bevilacqua nel 1837, quindi da Aless. Millo nel 1851 (40); nel 1914 la pala si trova in sacrestia, irriconoscibile per l'incuria; durante la prima guerra mondiale viene trasportata alla Accademia di Venezia e probabilmente restaurata ("dicesi opera di valore ma ritoccata lo perdè" - scrive D. Dotto nella relazione pastorale del 20 gennaio 1927). Viene nuovamente restaurata nel 1952, quando era parroco D. Giovanni Minato e riposa sull'altare laterale di sinistra (41), e, come ricordato, venne pure restaurata nel 1992, da Vanni Tiozzo da Mira Porte (vedi i restauri di questa ditta), grazie al generoso contributo della Cassa Marca di Bessica.