Siamo liberi o programmati?
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Tratto da FOCUS N° 134 – dicembre 2003

Il nostro comportamento è scritto in parte nai geni, in parte in connessioni neurali “proprogrammate”. Il resto è libero?

 

SIAMO LIBERI O PROGRAMMATI?

 

L'attività cerebrale si attua su 3 livellì: i primi due regolano le azioni istintive e non coscienti, mentre nel terzo si sviluppano volontà e coscienza.

 

Ciò che maggiormente distingue l'uomo dagli altri animali, si sa. è l'intelligenza. E l'intelligenza nasce nel cervello, un organo gelatinoso composto da un centinaio di miliardi di neuroni. Visto così, il cervello sembrerebbe semplicemente un grande calcolatore biologico: molto complesso, ma un calcolatore. Ma allora, siamo veramente liberi e protagonisti delle nostre scelte, come crediamo, oppure il nostro comportamento è "scritto" da qualche parte?

 

·        Prigioneiri dei geni?

 

Il primo dubbio che può sorgere è che il nostro comportamento sia scritto nei geni. Non è così: i geni definiscono la struttura generale del nostro organismo, come l'altezza e il colore degli occhi, stabiEscono anche la struttura generale e lo sviluppo con l'età del nostro cervello. Ma il nostro bagaglio di ricordi, emozioni, conoscenze non è affatto scritto nei nostri geni. La prova? Basta considerare due gemelli omozigoti: hanno gli stessi geni, ma vite (e spesso anche persona Età) diverse.

«Tutti i biologi contemporanei, i biologi molecolari e i genetisti» nota Giovanni Boniolo, che insegna filosofia all'università di Padova, «risponderebbero inequivocabilmente che il nostro comportamento è parzialmente scritto nei nostri geni, ma solo parzialmente e non sappiamo in quale parte. Quindi, da un punto di vista genetico siamo liberi».

 

·        Anima e corpo

 

Eliminato questo dubbio, si potrebbe ancora pensare che il nostro comportamento (e il nostro futuro) sia scritto interamente nelle leggi della fisica che regolano l'universo. Non possiamo escluderlo, ma sembrerebbe di no. perché le teorie esistenti non sono in grado di predire il futuro con esattezza (v. il prossimo articolo).

Un ultimo aspetto da esaminare è se H nostro comportamento sia scritto nei neuroni del nostro cervello. A questo proposito bisogna premettere che, in passato, i filosofi hanno molto discusso la possibilità che, al mondo materiale, se ne affianchi uno spirituale e libero, al quale apparterrebbe la nostra coscienza. Oggi, però, gli scienziati ritengono che la coscienza emerga nel nostro cervello semplicemente a causa della complessità delle sue connessioni neuronali. Per capire se siamo liberi, quindi, dobbiamo esaminare H comportamento del nostro cervello.

 

·        I tre livelli della mente

 

Ma dove nasce la libertà a livello cerebrale? Tim Shallice docente di neuropsicologia dell'University College di Londra e della Sissa (Scuola internazionale superiore di studi avanzati) di Trieste, pensa che l'attività della corteccia (la parte "pensante"del cervello) operi su tre livelli distinti.

 

·        Livello l. Funzioni di base

 

«II livello più basso corrisponde a compiti specifici che si svolgono nella corteccia cerebrale» spiega Shallice. «11 riconoscimento di forme familiari, per esempio volti (se ne possono distinguere fino a un migliaio) oppure oggetti, la comprensione della sintassi e della grammatica, e così via. Nel cervello ci sono molti "processori" che fanno cose diverse, e si può perdere l'uno o l'altro a causa di un danno a livello cerebrale». Si tratta insomma di funzioni relativamente semplici e indipendenti l'una dall'altra: i mattoni di base per costruire il livello successivo.

 

·        Livello 2. "Programmi"

 

Il secondo livello dei processi mentali è una sorta di programma più complesso., che coinvolge più funzioni elementari (quelle appartenenti al livello 1).

Un esempio? «Guidare l'automobile» spiega Shallice «e in particolare il modo in cui l'autista muove il volante rispetto agli spazi che si aprono nel traffico Si tratta di "programmi" che possono usare diverse funzioni elementari del livello 1, per esempio determinare la velocità del traffico in arrivo, ma anche stabilire se una macchina si sta comportando in modo inusuale. Questi sarebbero tutti processi differenti. per cui H modo in cui si muove H volante è un programma complesso». «Questo l tipo di programma» continua Shallice «può operare in congiunzione i con altri programmi differenti (uno o due), per esempio parlare con un passeggero».

 

1 sonnambuli ossono anche guidare un'automobile senza rendersene conto

 

·        Livello 3. Azioni volontarie

«A volte, però, questi programmi di routine non funzionano bene per il compito che c'è da svolgere» continua Shallice. «A questo punto, entrano in gioco processi mentali molto diversi. Ciò avviene per esempio, quando si affronta una situazione nuova o pericolosa. Ed è proprio quando questi sistemi di livello più alto entrano in gioco e modificano i programmi di routine e i comportamenti che si parla di azioni volontarie». Questi processi, oltretutto, si svolgerebbero soprattutto a livello della corteccia prefrontale. cioè la parte del cervello situata nella zona più frontale. sopra gli occhi. Un altro  meccanismo che entra automaticamente in gioco in questo contesto è quello della coscienza: i processi volontari sono anche quelli  di cui siamo coscienti.

 

·        Lo zombie che c'è in noi

 

Non tutta l'attività del nostro cervello è. dunque. cosciente. Anzi, nella maggior parte dei casi è proprio la nostra parte "incosciente" (il livello 1) a guidare le nostre azioni (vedere Focus n' 121). Alcuni scienziati chiamano questa nostra componente "zombie", perché gli zombie sono esseri immaginari senza coscienza che si comportano meccanicamente.

Quando leggiamo, scriviamo al computer, guidiamo l'automobile, i spesso è il nostro zombie ad agire. i Questo però non toglie che possiamo acquistare coscienza delle i nostre azioni. ma spesso ciò avviene solo dopo che le abbiamo commesse ... A chi non è mai capitato di fare qualcosa senza volerlo e pentirsene quando ormai era troppo i tardi?

 

·        Ragione lenta

 

Lo zombie si manifesta in maniera particolarmente evidente nelle persone con crisi epilettiche :i "incomplete'" e nei sonnambuli: possono camminare, spostare mobili e perfino guidare, senza accori gersene, né ricordarsi nulla. Le azioni non coscienti, oltretutto, sono molto più rapide di quelle coscienti per elaborarle, il cervello i impiega circa 100 millisecondi, mentre solo perché si avvii un pensiero cosciente occorre almeno mezzo secondo.

Per questo lo zombie predomina in tutte le attività in cui occorrono i riflessi pronti: scherma, ping i pong, suonare il piano o scrivere al computer. «La partenza dei 100 1 metri piani richiede circa 0,15 secondi» dice Shallice.  

 

·        Sette di picche!

 

«Insomma quando si compie un'azione come girare, lo sterzo. e lo si fa rapidamente come risultato di una situazione imprevista, non si direbbe che è un'azione involontaria ma non sarebbe certo una scelta cosciente. Non si ha direttamente la volontà di fare ciò che si fa» conclude Shallice. «AI contrario, se si gioca a bridge e si decide in una certa situazione di giocare il sette di picche, allora in questo caso si tratta davvero di un atto deliberato». La ragione, la volontà e la libertà. insomma, sono più lente dell'istinto, e hanno bisogno di un po' più di tempo per svilupparsi nella nostra mente.

  

Dizionario Esoterico
a cura di Riccardo Chissotti

Tratto da http://www.esonet.org

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