Quarto incontro: le forme della matematica nella natura e nelle arti 

Talvolta si leggono articoli di divulgazione che sostengono la pervasività della matematica, delle sue forme e del suo linguaggio, nella natura, nelle arti figurative, nella musica e perfino nella letteratura (chi fosse scettico su questo punto si informi sulle esperienze dell’Oulipo, per esempio iniziando dalla navigazione nel sito http://quatramaran.ens.fr/mailman/listinfo/oulipo … attenzione, però: non si tratta di un compito assegnato in questo corso). Questa pervasività della matematica nelle espressioni artistiche, nel pensiero umano e nella natura stessa è alla base delle valutazioni estetiche della matematica come regina di bellezza delle diverse discipline. Come mai, allora, la matematica è spesso sopportata dagli studenti con fastidio e viene considerata arida e fredda? Che cosa contraddistingue la matematica scolastica dalla matematica?

La risposta, a mio avviso, non è molto difficile: molto di ciò che si dice del rapporto tra matematica e pensiero corrisponde sicuramente a verità. In questo senso, in quanto pensiero ed espressione del pensiero, la matematica è certamente interessante ed affascinante. Il problema è che per comprenderne certe applicazioni e certi intriganti legami con la realtà che ci circonda talvolta è necessario possedere conoscenze tecniche che possono essere apprese solo con un duro e intenso esercizio intellettuale e spirituale. Le tecniche, in matematica, non sono qualcosa di accessorio, ma di costitutivo. Si può apprezzare una poesia, un quadro, una scultura, un paesaggio anche senza molte conoscenze tecniche di poetica, di arti figurative, di geologia e di storia … Naturalmente il tipo di apprezzamento varia al variare del livello delle conoscenze tecniche di cui si dispone, ma di fronte alle opere d’arte e di natura si possono fare valutazioni estetiche (apprezzamenti) anche senza molte conoscenze tecniche specifiche. Diverso il caso per la matematica: chi può apprezzare la formula eip +1 = 0?

Il percorso che si segue a scuola è, in genere, quello di dare grande (eccessiva a mio avviso) importanza alle tecniche necessarie per iniziare a fare e ad apprezzare la matematica… il problema è che spesso non si arriva mai né a fare né ad apprezzare la matematica.

In questo incontro si cercherà:

1.  di dare gli strumenti fondamentali per apprezzare, grazie alla matematica, l’opera di un artista olandese che ha avuto un certo riconoscimento anche al di fuori dei matematici

2. di vedere come sia possibile utilizzare la matematica per spiegare  perché alcuni esseri viventi hanno determinate forme e dimensioni e non altre.

Si tratta di un uso della matematica in campo artistico e naturalistico che raramente viene evidenziato nei corsi scolastici, ma che potrebbe risultare motivante per l’acquisizione di quelle tecniche che spesso sono avvertite come inutili torture dagli studenti.

Chi di voi fosse interessato alle relazioni tra matematica e musica può dare un’occhiata ai siti http://riemann.unica.it/attivita/colloquium/cadeddu/musicamatematica/

 http://www.extramuseum.it/giosci14/appr11.html

 http://www.unitn.it/unitn/numero23/bach.html

 http://www.utoughifanclub.it/sito/musica/matematica/INDEX.HTM

  così, tanto per iniziare …  (attenzione: non si tratta di un lavoro assegnato per il minimaster) 

 

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