1916 Storia di Volturara
 
Storia di Volturara Irpina a cura di Edmondo Marra scritta nel 1916 da Nunzio Pasquale
NUNZIO PASQUALE
STORIA DI VOLTURARA IRPINA

1916
a cura di EDMONDO MARRA
PREFAZIONE

Don Nunzio Pasquale nacque l’1 Maggio 1879 da Don Vincenzo e da Donna Luisa Molinari.Discendeva da una delle piu’ antiche famiglie di Notabili volturaresi,Il padre,il nonno e il bisnonno erano stati Sindaci di Volturara e farmacisti rispettati.Abitavano al Freddano,con la Farmacia di famiglia in Piazza alla sinistra della Chiesa Madre.Studio’ con profitto al Liceo Classico.Una brutta malattia mino’ il suo fisico e la sua mente negli anni,ma la bonta’ e la semplicita’ del suo animo le riverso’ nelle cose della vita e nell’opuscolo che scrisse nel 1916 sulla Storia e sulle condizioni di vita di Volturara.Tipico borghese illuminato del primo Novecento,lo ritroviamo protagonista della vita amministrativa intorno al primo dopoguerra.Dal 1920 al 1922 ricopre la carica di assessore.Nel 1923 e’Sindaco F.F.,dopo le dimissioni di Don Alberico Sarno.
Nei miei ricordi di fanciullo rivedo un vecchio,ben vestito,con il tipico borsalino ,bastone lucido ed elegante,la testa e la schiena piegate in avanti,robusto e di statura medio-alta.Me lo ricordo perche’ camminanva lentamente,troppo lentamente, a passettini di un centimetro alla volta.Ci metteva ore per arrivare al Carmine,da casa sua posta al Freddano.Morì,celibe, nel 1967 all’eta’ di 89 anni,assistito amorevolmente dalla cugina Donna Maria Di Vece,luminoso esempio di educatrice di intere generazioni di Volturaresi.Finisce con lui una grande famiglia,che per piu’ di due secoli ha partecipato attivamente alle vicende politico-amministrative e sociali del nostro paese.Il suo opuscolo e’ rimasto per settant’anni chiuso in una cassapanca e solo l’amore di Carla nei riguardi dei suoi avi ha permesso che non venisse distrutto nella baraonda del dopoterremoto e che oggi venisse “licenziato alle stampe”,usando una frase cara a Don Nunzio.
La Storia di Volturara scritta nel 1916 e’ un fulgido esempio di attaccamento alle radici,e’ una testimonianza eccezionale di un mondo scomparso,ma nostro.Non riviverlo e’ come perdere un po’ del nostro passato.La semplicita’ di linguaggio,la freschezza di contenuti,la precisione nella descrizione rende il tutto brioso e fresco,riportandoci un mondo che fino al boom economico degli anni 60 ha rappresentato per secoli l’habitat dei nostri antenati.Il ricordo di un mondo contadino ed immediato;povero,ma allegro,durato secoli e secoli puo’ farci capire quanto sia effimero il risultato del progresso che ha dato sì tanti miglioramenti economici e culturali,ma ha tolto le qualita’ di rispetto e di spontaneita’ nei rapporti,distruggendo quei valori etico-religiosi che per secoli hanno rappresentato il fulcro della vita collettiva volturarese.L’esasperato individualismo,cui e’ subentrato un egoismo materialistico di soddisfacimento personale, ha eliminato il senso della Comunita’,del vicinato,dello stare insieme con allegria e senza interessi,e ha creato mostri di disinteresse per cui lo sfascio generale non interessa piu’ a nessuno.Se prima vi era ignoranza individuale con analfabetismo,oggi esite un’ignoranza collettiva con tanti scenziati,perche’ ognuno concorre solo ed esclusivamente per il proprio piccolo mondo di interesse egoistico.Come un serpente che si morde la coda,perseverando in questi atteggiamenti personalistici condurremo Volturara allo sfascio economico e sociale.Con questo scritto un invito ed un monito a migliorarci nei buoni sentimenti per migliorare il nostro Paese.Il risultato di ritorno sara’ una vivibilita’ nel rispetto delle regole,in cui i valori positivi prevarrano su tutte le malignita’ degli ultimi decenni.Si creera’ una dimensione di vita in cui il rispetto per gli altri sara’ l’orgoglio di una Volturara migliore.
L’opuscolo di Don Nunzio e’ la chiave di accesso ad un mondo dimenticato ma bello;ricco di personaggi e di situazioni degni di essere conosciuti e gustati.La mano del Destino e del Tempo ha cancellato centinaia ,se non migliaia di uomini e donne che hanno determinato la nostra cultura,la nostra mentalita’.Il nostro sforzo di riportarli alla luce deve significare che l’esempio degli altri possa servire da esempio a noi stessi, e che gli errori del passato non si debbano ripetere come si stanno ripetendo adesso.
Dobbiamo passare da una “Memoria ad uomo”, ad una Memoria Storica obbiettiva e immutabile,che aiuti il nostro paese nel cammino del progresso,ma soprattutto nella ricerca di quei valori positivi, e ce ne sono stati tanti, che permettano una crescita lenta ed ottimistica con amore e rispetto per gli altri, con aiuto verso i deboli ed emarginati,con tolleranza per chi sbaglia.
La vera conoscenza della realta’ che ci circonda,determinata da situazioni passate e non dimenticate serva,pero’ anche da condanna dura per chi semina la zizzania dell’odio nella disinformazione e nell’affarismo male maledetto di questa Societa’ dei Consumi.Ed il “divide et impera” deve far posto ad una conoscenza nell’Informazione ed a una partecipazione alla vita pubblica ricca di significati positivi per tutti.
Volturara ha voluto bene a tanti,ma pochi le hanno corrisposto amore.L’opuscolo di Don Nunzio e’ un atto d’amore e merita un posto di rilievo nella Galleria del Tempo.

Edmondo Marra




























NUNZIO PASQUALE Storia
di
Volturara Irpina
1916

Queste notizie riguardanti la “Storia di V.Irpina” dato che e’ trascorso molto tempo dacche’ furono redatte,devono essere, prima che si diano alla stampa riordinate e ci vogliono alcune aggiunte e correzioni.


Al lettore

La storia di un paese non e’ inventata;ma fa d’uopo che si attingano i dati certi da storiografi competenti e degni di fede; ed io,nello scrivere queste succinte notizie intorno a Volturara Irpina,mi sono sforzato di attenermi rigorosamente a quanto sopra.Ai cittadini volturaresi e ai giovanetti,che spesso ignorano persino le vicende della terra in cui abitano,bene si indirizzano lavori come questi,che imprendono a studiare con grande modestia,la storia,la geografia,le vicende tutte della patria nativa, e si ingegnano di rendere vive le caratteristiche e l’anima,raccogliendo le espressioni piu’ ingenue della vita popolare innanzitutto e dipingendone le tradizioni popolari.Per cui,ai cenni storici,geografici ho aggiunto un saggio di canti popolari e di folklore volturarese.Ci sono riuscito? Al lettore benigno il responso.

Volturara Irpina 1915

Nunzio Pasquale






Volturara Comune capoluogo di Mandamento,circondario di Avellino conta 5606 abitanti.E’ un ridente e pittoresco paese situato in un bacino o meglio in una gola coronata da altissimi monti,tra cui maestoso ergesi il Terminio. Ha Ufficio Postale e Telegrafico,la Regia Pretura(*) e la Stazione dei Carabinieri,comandata da un maresciallo.Il territorio in alcuni siti e’ fertile,in altri poi,e’ unicamente atto ai pascoli.I monti,che fanno corona al paese,sono i seguenti:San Michele,Costa,Mortariello,Maroia.Su quest’ultimo,formato di enormi macigni,alla sua sommita’ si annidano gli uccelli di rapina come sparvieri,corvi,gufi,ecc…
Le vie principali di Volturara sono: Strada Alessandro De Meo,gia’ Freddano;Pozzella,
ora denominata Vincenzo Pennetti;Campanaro,Croce,Cantraone,Morece,Cupa,
Pantanelle,.
Questo abitato,che possiede una rendita comunale annua di oltre sessantamila lire(**),si trova con aria malsana,per aver mai pensato a bonificare il Dragone,lago che vi si trova poco lontano,avente una circonferenza di oltre dodici chilometri,pieno di acque dall’Ottobre al Maggio,asciutto nei mesi estivi,e percio’ la produzione dell’aria rarefatta,umida con miasmi e febbri.La bonifica del lago Dragone,di cui tanto si e’ parlato,specialmente dall’avv.Alessandro Sarni,non e’ avvenuta,a causa della colpevole apatia ed inerzia dei nostri rappresentanti politici ed amministrativi,di tutti i tempi.
Il forte e generoso popolo volturarese intanto,e’ costretto a respirare aria poco salubre ed ossigenata,mentre questo paese potrebbe essere,specialmente nei mesi estivi,in cui si gode il fresco,soggiorno preferito di villeggiatura,anche pei forestieri.Del resto,questo anormalo ed indegno stato di cose torna a disdoro dei nostri poco benemeriti padri coscritti,i quali,come sempre,se ne stanno con le mani alla cintola! Il popolo ,da tempo, li ha condannati,emettendo il suo giusto e severo verdetto.Vox populi,vox Dei!
“ E questo fia suggel che ogni uomo sganni!”.
Volturara dipende dalla Diocesi di Nusco,dove esiste un seminario;mentre,nei tempi passati,da Montemarano.Fa parte del Collegio elettorale di Atripalda.Per diverse legislature ci ha rappresentato al Parlamento il comm.avv.nobile Capozzi Michele di Salza Irpina.Parecchi anni or sono il Capozzi fu sconfitto,dopo tante lotte,nelle elezioni politiche dal Comm.avv.Carlo Vittorio Ciccarelli,attuale nostro Deputato,il quale,nell’ultima elezione,per poche centinaia di voti non fu vinto dall’avvocato Carmine Preziosi,
presentatosi contro il Ciccarelli come candidato nel Collegio di Atripalda.Dai nostri rappresentanti politici ed amministrativi,presenti e passati, e’ bene ripeterlo,nessuno bene abbiamo ricevuto,nessun miglioramento e’ stato apportato a questo disgraziato paese,che e’ stato,in ogni tempo,culla di forti e valorosi ingegni,nel campo delle Lettere,dell’Arte,della Medicina e delle Scienze.Infatti, a Volturara vi e’ un eletto stuolo di professionisti in ogni campo:medici,ingegneri,geometri,avvocati,professori,giuristi insigni,sacerdoti,farmacisti, ecc. ecc.,che,dovunque si fanno onore.Intanto,con nostro rincrescimento e somma vergogna,fra tante colte persone,di cui abbonda questo paese,non vi e’ alcuno che si faccia vivo(forse perche’ ostacolato da alcuni noti mestieranti e faccendieri) a rappresentare degnamente il Mandamento di Volturara all’alto consesso della Provincia.
Vergogna! Vergogna!
Dobbiamo sottostare a persone di altri paesi!!

*) N.B La pretura e’ stata soppressa sotto il Governo Nazionale Fascista.Volturara e’ stata aggregata al Mandamento di Chiusano S.Domenico.Dopo reiterate istanze al competente Ministero,ci e’ stata accordata una Sezione di Pretura

(**) Ora come e’ noto la Rendita comunale di questo paese e’ aumentata notevolmente;anche per l’avvenuta divisione del bosco promiscuo Montella Volturara,
ricavandosi molto denaro per la vendita dei faggi.




Notizie storiche di Volturara e di Montella

Volturara confina con i seguenti paesi che hanno origine comune:Montemarano,
Castelvetere,Chiusano,Cassano,Montella,Serino,S.Stefano del Sole,Salza Irpina,Sorbo Serpico.Valenti storici,come il Galiani ed il Giustiniani,hanno asserito che Volturara ha origine e comune territorio con Montella.Infatti(1) donde venne Montella e donde
venne Volturara lo provano i validi documenti parlanti di epoche remote e recenti,sta la storia del Medio Evo,quando Volturara prese il nome or di soffeudo ed or di casale di Montella;stanno i remoti giudizii del secolo Xv al secolo XVIII ,allorche’ Montella si gloriava di avere Volturara come suo Casale;esiste la perizia del 1613 che comprendeva nel perimetro di Montella l’abitato di Volturara;stanno le perizie del 1627,1741,1742 e quella del 1793 di Ponticelli Tavolario del S.P.C. dalla quale emerge che l’Universita’ di Volturara viveva comune ed indivisa con Montella;sta il Catasto del 1742 dal quale si rileva che i cittadini di Volturara facevano terraggi nei territori promiscui con Montella,cioe’ un tomolo per sette; e sta l’instrumento del 1799 col quale Montella divise a parti uguali il territorio demaniale promiscuo Piedisava;stanno i giudizi sostenuti a spese comuni contro Cassano,Sorbo Serpico,Serino ed Acerno, e sta l’autorita’ degli scrittori.Montella fu uno stato,un nome collettivo,un’aggregazione di tanti Casali nel novero dei quali fu Volturara.
Come vennero elette le civili comunanze nella cerchia del Terminio e nei suoi monti Tremuli l’abbiamo dagli storiografi:Flavio Biondi nell’Italia illust. dice:
Montella essere terra del Regno di Napoli,Provincia di P.U.,cospicua per la sua origine,sorta dall’antica citta’ di Sabazia,oggi detta Ogliara,ossia Goglia degli Appennini tra i monti Tremuli di Montella,la quale veniva compresa sotto la stazione degli Irpini Sabatini,detti Uslabandi,( Tit.Liv ), i quali giurarono fedelta’ ad Annibale,ma ribellati dai Cartaginesi,quantunque giurassero fedelta’ al Proconsole Fulvio pure in pena della loro precedente fellonia furono privati del glorioso nome latino.Ma resi malcontenti della suddetta pena si confederarono coi Sanniti, ed i Romani vinti e soggiocati,mentre tenevano oppressa la citta’ di Sabazia,fu dal Senato romano emanato contro dei suoi cittadini decreto:Stabiles decapitentur,Plebani autem Villatim habitent.
Distrutta detta citta’,della quale vi sono quasi intere le mura che la circondano, i suoi cittadini edificarono le tre comuni terre,cioe’ Montella,Serino e Giffoni(Plinio nei Lucani). I montellesi discesero ad abitare nei monti Tremoli verso oriente nella di loro pianura in tanti divisi Casali,parte dei quali contigui,altri in qualche distanza,come Cassano,Bagnoli e Volturara.Dai Longobardi fu eretta in Castaldato come Canosa,Pesto,Salerno ed altri luoghi cospicui ( Gian.Tom.1° ) E nella divisione seguita nell’anno 848 con la mediazione dell’Imperatore Ludovico II,allora Re d’Italia,tra Redagiso principe di Benevento e Siconolfi principe di Salerno,detto Castaldato fu ceduto a quest’ultimo. Ed al riferire dello stesso Giannone nei capitolari di quella pace a Benevento fu aggregato Avellino, ed a Salerno Montellam cum omnibus Castellis,tra cui Volturara.
Quando altri storici hanno fatto la descrizione di Volturara,come il Galiani ed il Giustiniani hanno detto,come sopra;questa ha comune territorio con Montella.
Il celebre annalista De Meo lascia le seguenti memorie:Volturara,Volturaria,Vetorale,
Volturale,Castello in Principato Ultra.Detto cosi’ o dai Buovi quasi Vituralia,o dal giro dei monti che la chiudono quasi volutata, o dallo stare come in fondo accerchiata quasi Vola Terrae ( i danari di Volterra detti sono Volturari). Era soffeudo di Guglielmo di Tuilla ,sotto il Conte di Balbano, e dava un milite.Di poi passo’ ai sigg. Della Marra,indi ai Carafa;poscia a Masucci,da questi agli Strambone,col titolo di Principato,a quei di S.Nicandro,ai signori Berii.Il territorio di Montella le e’ comune. E dalla qualita’ di soffeudio corrisponde quello di Casale.Il Borrelli nel suo Dizionario Storico scrive:Vi ha comunione demaniale condominicale tra la madre Montella e la figlia Volturara.L’autorita’di questi scrittori e’ incontestabile. Tutta la storia del Medioevo ed i fatti posteriori confermano l’unione tra Montella e Volturara.Nell’era normannica quando Guglielmo II regnava nel 1166,Montella e Volturara erano possedute in feudo dal detto Guglielmo De Tuilla.Presso il Borrelli si legge: Guillelmus de Tuilla quod sicut discit tenet Nuscum feudum VII militum, et Montellam quae sicut dixit est feudum V militum. Di poi alla parola Volturara lo stesso geografo istorico Giustiniani soggiunge: Sotto Guglielmo II Volturara si possedeva da Guglielmo di Tuilla che vi era il suffeudatario. Cio' che dimostra la indipendenza della comunione demaniale condominale tra la madre Montella e la figlia Volturara,su cui il feudatario non aveva che usi civici come ogni altro cittadino.Lo stesso Giustiniani nel descrivere Serino ed i suoi feudatari dice: Sotto Ferdinando I° fu goduto dalla famiglia Della Marra e nel 1464 ne fu privato e venduto a Ludovico della Tolfa che vi ottenne il titolo di Conte,cui successe Costanzo della Tolfa per dote del matrimonio con Marina Caracciolo.Nel contempo Montella veniva signoreggiata dai medesimi feudatarii.Morto il Re Ludovico nel 1414,cui successe la sorella Giovanna,da questa Montella nel 1418 passo’ al Marchese GianGiacomo Della Marra dei Baroni di Serino con i suoi castelli (fra i quali Volturara) indi a Beatrice della Tolfa.Il Re Alfonso d’Aragona concesse Montella a Giovanni Garzia Cavaniglia nel 1445 e nel 20 Maggio 1547 Ferrante ne fece conferma al figlio Diego col titolo di Conte.Questa famiglia ne ebbe il possesso per anni 148,cioe’ fino al 1597.Anche Volturara fu tenuta dai Cavaniglia come rilevasi dal rilevio pagato dal Conte D.Traiano Cavaniglia per gli anni 1550 al 1551,quale feudatario di Montella ,Bagnoli,Cassano e Volturara.Nell’ardente lite del secolo XV proseguita sino al secolo XVIII tra Volturara,la vicina Universita’ di Santo Stefano ed il suo feudatario Principe di Gesualdo vi fu sentenza del 1453,nella quale la terra di Volturara viene chiamata Casale di Montella.Nella Provvisione del S.R.C. del 1534 vien detta Casale di Montella.Nell’altra Provvisione della Regia Camera del 20 Agosto 1601,nella causa Esattore del passo dell’Arenazza sito in tenimento di S.Stefano,Volturara e’ ritenuta Casale di Montella.E Casale di Montella e’ ritenuta col decreto nel S.R.C. del 2 Settembre 1758.Nella celebre allegazione in difesa di Volturara del 7 settembre 1749 nella causa contro S.Stefano innanzi al lodato Sacro Regio Consiglio,Commissario don Erasmo Ulloa,e’ dimostrato che Volturara godeva i medesimi usi,prerogative,franchigie e privilegi che Montella esercitava nei tenimenti di S.Stefano.In essa e’ detto che Volturara passava per Casale di Montella,ed e’ cosi’ consacrato: I naturali di Volturara sono trattati come cittadini di Montella.Dalla storia di tutti questi avvenimenti dalla successione ininterrota di fatti verificatisi attraverso una serie di Epoche diverse,dalla destinazione di due baglivi e dalla niuna esistenza di qualsiasi linea di demarcazione e confine giurisdizionale,col racconto e descrizione fattane dagli Storiografi si raccoglie la prova luminosa e serena che Montella e Volturara ebbero insieme origine e civile comunanza,che Volturara divenne Casale di Montella e che eretta a corpo separato civico tutti i beni demaniali nei confini di Serino,Giffoni,Acerno,Calabritto,Bagnoli,Cassano,Montemarano,Salza,Sorbo e S.stefano restarono comuni promiscui ed indivisi.Delle comuni origini di Volturara e Montella,senza piu’ dilungarsi,ne ha parlato pur troppo,in tutte le epoche,l’esimio giurista avv.Alessandro Sarni,il quale,rincresce dirlo,e’ stato con ingratitudine corrisposto; e,quel che e’ peggio,vilipeso dai suoi concittadini,specie da alcuni noti mestatori,i quali,come sempre,pescano nel torbido,a dispetto delle autorita’ superiori,che,pro bono pacis,li hanno lasciati e tuttora lasciano indisturbati!
L’avv. Alessandro Sarni,e cio’ torna a sua lode,ha scritto addirittura tonnellate di carta( e nessuno potrebbe smentirlo!) per l’annosa Vertenza demaniale Montella –Volturara,di cui qui’ e’ superfluo parlarne.Il lettore,per avere cognizioni precise e diffuse sulla lite demaniale tra i due paesi bene che legga “L’Eco di Volturara Irpina”,dove vi sono tutti gli elementi illustrativi della controversia demaniale contro Montella,attraverso le Epoche remote e recenti,fino all’ultima fase; e la iniqua ingiustizia patita da Volturara con la frode,la violenza e l’inganno.Detto numero unico,pubblicato il 18 Ottobre 1913,venne redatto dall’avv. Alessandro Sarni,uno dei migliori civilisti e competente in materia demaniale.Dopo tanti anni di lotta tra Volturara e Montella si e’ sempre daccapo,e la grave questione,che rappresenta gli interessi vitali di questo abbandanato paese,pende tuttora alla Corte di Appello di Napoli, e nulla al riguardo si e’ conchiuso.
Parecchi anni or sono,sotto il sindacato del notar Masucci Leonardo,si discusse detta Vertenza demaniale,alla presenza del Prefetto comm.Minervini,al Tribunale di Avellino.Difensori pel Comune di Montella furono il barone Lauria e l’Onorevole Grippo;mentre per Volturara gli avvocati Carlo Vittorio Cicarelli e l’on Fortis Alessandro,ex presidente del Consiglio dei Ministri.Terminata la discussione in Tribunale alle ore 14,gli avvocati tutti pranzarono assieme all’Hotel Centrale.Col treno delle 17,gli avvocati fecero ritorno in Napoli.Furono accompagnati alla stazione da molti cittadini.Montato sul treno,l’on Fortis - e cio’ e’ degno di nota - strinse la mano al nostro Sindaco,nonche’ a quello di Montella,ripetendogli: Mi credano,ritornerei qui anche infermo se potessi venire per assistere alla conclusione di una pace,dopo tanti anni di lotta.Intanto le parole dell’On Fortis sono rimaste vane!!! E la secolare controversia tra Montella e Volturara minaccia di avere fine,forse,alle calende greche!…Mettiamo,intanto termine a detto argomento(*)


(* nda) Finalmente,dopo una ultrasecolare vertenza demaniale tra Montella e Volturara,sotto il Governo Nazionale fascista,presieduto degnamente da S.E. Mussolini Benito sono stati apposti i termini lapidei che segnano i confini tra i suddetti due Comuni.Era ormai il tempo di mettere in esecuzione la finale sentenza della Corte di Avellino e di Napoli.




Tutto e’ stato negato a Volturara!

Questo paese,chiuso nei monti come in un cerchio di ferro, e’ del tutto segregato dal consorzio umano.Nonostante sia capoluogo di Mandamento; nell’anno 1860,venne privato dell’Ufficio del Registro,tanto che questi cittadini sono costretti andare a registrare gli atti pubblici e privati,le sentenze pretoriali e quelle di Conciliazione presso l’Ufficio del registro di Serino,attraverso sentieri alpestri impraticabili,non essendovi vie di comunicazione tra Volturara e Serino.Si e’ parlato infinite volte e si e’ promesso dai nostri rappresentanti politici ed amministrativi di far costruire la famosa strada Mezzacosta,che porta a S.Stefano ed a Serino;ma nulla,sinora,si e’ fatto; e i cittadini volturaresi non prestano piu’ fede a coloro che,per carpire voti,promettono mari e monti e poi,in men che si dica,riusciti negli intenti ed appagate le smodate ambizioni,dimenticano tutto!!Volturara e’ sprovvista di una stazione ferroviaria,il fischio della vaporiera,indizio di civilta’,non fa eco tra questi incantevoli monti e valli;mentre Salza Irpina,che e’ un paesello,possiede tutte le comodita’,nonche’ la ferrovia.E che dire per del lago Dragone,il quale con la sua aria cattiva minaccia continuamente la vita dei cittadini?!! L’avv.Sarni Alessandro,che e’ stato un paziente studioso,scrive del Lago Dragone come appresso:” Un rescritto sovrano del 27 Maggio 1857 riaprì l’animo alla speranza del bonificamento del lago Dragone.Ma fu pieta’ di antropofagia a scrosci di pieta’! Avemmo il progetto Amendini del 1865,che prevedeva il radicale bonificamento della pianura Dragone, e la legge che classifico’ in prima categoria, e rese obbligatoria la bonifica del Dragone.Ma la piu’ amara delusione doveva toccare al paese: il progetto Antenini abortì; gli studi per volgere vorticoso di anni dilagarono per opposte vie;uno strappo profondo viene fatto alla legge in grazia del trucco napoletano,ed il quos ego ministeriale decreto:”Tu,Volturara Irpina,devi vivere e morire nella tua gabbia di ferro,attassata dal microbo malarico del Dragone,quando non resti sepolta dalle acque che discendono dai monti che non sono tuoi, ed irrompendo nel tuo territorio,ti avvolgono al fatal destino”. Il Consiglio comunale nella sessione ordinaria ed in seduta pubblica del 19 settembre 1908,udito lo svolgimento dell’ordine del giorno ” Viabilita’ e bonifica del Dragone” a relazione del consigliere avv.Alessandro Sarni,per perorare la causa della bonifica del Dragone e degli altri vitali interessi cittadini,invio’ un memorandum ai Consigli Comunali interressati; al Consiglio Provinciale;al Parlamento Nazionale,alla Stampa liberale,autorizzando il Sindaco e la Giunta comunale,costituita in comitato permanente “Pro Volturara” di comunicare copia legale a S.E. il Presidente della Camera dei Deputati;all’illustrissimo Signor Presidente del Consiglio Provinciale, ed a tutti gli Enti interessati e provati; e di agire e di operare con tutti i mezzi legali e morali presso il Governo e presso la Provincia,perche’ il voto espresso da questo consesso Municipale, che sintetizza le aspirazioni di tutto un paese,diventi presto realta’. Intanto,dopo tanti inutili scritti e memorandum inviati alle autorita’,la Bonifica del Dragone non e’ avvenuta! Anni or sono,l’On Ciccarelli svolse anche una interpellanza al riguardo alla Camera dei Deputati,che inutile dirlo,divento’ lettera morta!!! La Bonifica del Dragone ( perche’ illuderci ? ) non sara’ piu’ fatta; e la colpa,senza dubbio,va data ai rappresentanti politici di tutti i tempi,che non seppero e non sanno,tuttora,perorare i nostri vitali interessi al Parlamento(*).
La Camera dei Deputati deve essere palestra di lotta,non gia’ di apatia e di inerzia!!
E’ inutile piu’ dilungarsi su tale argomento,svolto magistralmente in numerosi opuscoli,, dall’egregio avvocato Sarni. E’ bene che,finalmente,non potendosi dire altro,si esclami:
Parce sepulto!

(*nda) Ora si dice che nel mezzo alla pianura del lago Dragone si voglia costruire un ampio bacino che dovrebbe raccogliere le acque dei monti circostanti.Ma se pur cio’ si effettuasse non si avrebbe la bonifica;poiche’ d’estate si correrebbe il rischio di avere la malaria.



Importanza storica di Volturara


Dopo la II Guerra Punica,circa due secoli prima dell’era volgare,distrutta dai Romani una delle piu’ potenti citta’ degli Irpini,detta Sabazia,sita su uno dei punti occidentali dei monti che sovrastano Volturara,dal Senato di Roma fu mandato un Decreto,pel quale gli abitanti dispersi per le campagne,furono costretti ad edificare tanti abituri,sparsi su vasto territorio, che man mano,cresciuti in numero,dettero origine a diversi paesi,fra i quali Giffoni,Bagnoli,Montella,Volturara ecc.
Questa e non altrimenti, e’ l’opinione degli storici,piu’ accreditati,fra i quali il De Meo,profondo filosofo e sommo critico annalista,le cui opere sono state in ogni epoca ricercate dagli stranieri,principalmente dai dotti di Germania:Dopo il 1139,avvenuta la distruzione di Montemarano e dei villaggi,per opera del Re Ruggero,Volturara fu aumentata notevolmente di abitanti.Nel 1500 fu accresciuta,ancora di piu’,dagli abitanti di alcuni villaggi che si staccarono da Chiusano.Ai tempi dell’invasione dei Longobardi, e fino a quando non meno’ vita autonoma,Volturara,trovandosi unita con Montemarano,fece parte di quel potente Gastaldato.Sarebbe lunga per quanto importante la sua storia feudale,sotto la cui epoca venne eretto un grande castello,di cui oggi se ne veggono i ruderi,su di un piccolo monte,che stava a cavaliere del paese,detto S. Michele,dal nome di un gran tempio dedicato all’Arcangelo Michele, ed edificato sotto i Carafa.Tralasciamo tutti i fatti notevoli,che fanno ricordare nella Storia il nome di questo paese,avvenuti sotto i diversi Signori,di cui in altro capitolo abbiamo fatto menzione.Ai brevi elementi storici si deve aggiungere l’aumento continuo di popolazione,tanto che nuovi edifizii sono sorti su di una zona di terreno del Comune fuori l’abitato.Infatti,fin dalla sua origine,si e’ visto che la popolazione e’ stata sempre crescente.La sola popolazione di Volturara,sin dal 1871,componevasi di 4819 abitanti.Nel 1881 aumentava a 5193 abitanti,e fino al 31 Dicembre 1890 ascendeva a 5512,con 329 abitanti di aumento.


Condizioni economiche


La spaziosa Piazza di Volturara offre quanto e’ desiderabile per alimentare qualsiasi agiata famiglia,ed ogni genere vi si vende a minutissimo prezzo; perche’ il Comune,ricco di beni propri,non ha bisogno di provventi daziarii.Da qualche tempo i proprietari volturaresi non mancano di abbellire le proprie abitazioni,trovandosi gia’ costruiti dei palagi,che possono gareggiare con gli edifici di citta’: Oltre di un mercato settimanale e di due fiere annue,nell’ampia Piazza,costruita a tiburtino, si fanno continue compre vendite di animali suini,di merci,legnami da costruzione e commestibili d’ogni genere e di tutti i prodotti che si attingono dal ferace suolo volturarese,come frumento,granturco,pomi di terra,fagioli,castagne ecc.. offrendo quella piazza quanto potra’ essere minimamente desiderabile,non escluso i piu’ squisiti frutti e pesci che vengono da Salerno. Per tale motivo vi affluiscono in gran numero forestieri appartenenti non solo ai comuni della Provincia,ma eziandio da localita’ lontane,cioe’ dalla Provincia di Terra di Lavoro,Salerno, e Napoli ecc…. Non difetta di pubblici macelli, e le carni vaccine e di castrato,che ordinariamente si vendono sono oltremodo squisite. Dediti la maggior parte degli abitanti a grosse e minute industrie,all’agricoltura e molto piu’ alla pastorizia,tanto che dei negozi degli animali cavalli e suini,una grandissima quantita’ di animali ovini e vaccini formano la principale industria dei proprietari. E ben puo’ affermare,senza tema di avere smentita, che vi esistono industrie di animali vaccini da essere annoverate fra le migliori della Provincia. Esistono parecchie privative,opifici, e le arti e mestieri prosperano simultaneamente. Vi sono due molini,da poco costruiti, ad olio pesante.Manca la vite,e’ vero, ma in Volturara si rinvengono vini in grande copia,di ottima qualita’, e vendonsi a modico prezzo; e cio’ perche’, oltre dei vini che s’importano,non pochi sono proprietari di fondi,siti alla contrada Saraceno in quel di Montemarano. In una parola non manca alcun genere, e quello che rende preferibile il Paese e’ l’abbondanza delle acque di una tale purezza e freschezza da scemare il pregio a quello tanto decantato di Serino. Di qui l’aumento della ricchezza pubblica e privata,tanto che il Comune riscuote una non lieve somma per diritto di peso e misura, e la ricchezza puo’ dirsi aumentata nelle stesse proporzioni,per essere l’emigrazione infinitesimale, ed il patrimonio degli operai cresce fino a formare dei capitalisti.Tutto comprasi a prezzi modicissimi, e non vi e’ forestiero,che,stabilitosi a Volturara,non siasi dispiaciuto nel lasciare la residenza: ben lo possono attestare sovratutto i funzionarii giudiziarii ed i Reali Carabinieri,trovando sempre, tra l’altro, accoglienza e simpatia fra cuori nobili e generosi.Tutto questo segna un progresso economico inoltrato,che riflettesi nell'aumento dell'agricoltura,dell'industria e del commercio.A tutto questo non devesi tacere che Volturara,in tutti i tempi, e’ stata culla di forti ingegni,di cui in altro capitolo parleremo; tanto che esistono medici-chirurgi,avvocati,( senza enumerare quelli che risiedono altrove); farmacisti,notai,maestri ed altrettante maestre ed altre studiano per la stessa carriera,ingegneri,professori,periti agrimensori ecc…Insomma,tutte le professioni,in questo paese,sono degnamente rappresentate.


Dell’estensione territoriale e posizione topografica,delle distanze e dello stato di comunicazione


L’estensione territoriale di questo Comune e’ di oltre ettari 12.500,dei quali 1500 siti la maggior parte in piano ed altri 11.000 ettari di bosco promiscuo(Terminio) con Montella. Sito in fondo ad un vasto territorio,circoscritto da una fitta corona di monti,che sono la diramazione degli Appennini; si estende ad oriente a Montella e Montemarano, a nord-ovest col tenimento di Atripalda e S.Stefano del Sole, a nord coi comuni del Mandamento,Salza e Sorbo, a mezzogiorno confina col territorio di Giffoni( Salerno).
Distante da Avellino kn 17,816, da Atripalda km 13,701,da Salza Irpina km 7,384,da Sorbo Serpico Km 7,970,da Chiusano San Domenico chilom. 11,195.

Pubblicazioni di autori locali



In questo paese non sono mai mancate persone colte e di ingegno.
1°. L’avvocato Alessandro Sarni ha licenziato alle stampe,in tutte le epoche,apprezzati e dotti opuscoli,riguardanti la bonifica del lago Dragone e la vertenza demaniale Montella-Volturara,oltre a numerosi altri lavori di diverso genere. L’avv. Sarni e’ un colto scrittore ed un valente giurista,specie nel ramo civile,conosciuto nella provincia di Avellino e nel foro napoletano.
2° Cav Vincenzo Pasquale ha pubblicato “Ipocrisia smascherata”, le “Gemelle”,un romanzo dal titolo “Premio e Pena” ; “Vincenzo Santoro,suoi errori e menzogne smentite pel Cav.Vincenzo Pasquale”, “La faggeta” versi sciolti.
3° Il pubblicista Pasquale prof Nunzio ha licenziato alle stampe : “ I preti attraverso i secoli e l’abolizione del celibato clericale”.”Studio critico e ricerche storiche”.”Rustica progenies semper villana fuit!” Sono ancora inediti altri lavori del Pasquale come : “ Studi e ricerche paleografiche e grafologiche, e il metodo d’insegnamento della calligrafia”.”La dottrina dei pigmei e l’intelligenza dell’urang-utang.Studio comparato”; oltre alcuni lavori letterari e storici,pubblicati su giornali letterari di Milano e di Firenze,tra cui uno studio sul Petrarca e Ludovico Ariosto.
4° Il Prof Pio Paradiso ha pubblicato un opuscolo,dal titolo: “Libello famoso di Vincenzo Santoro contro il Clero di Volturara Irpina”
5° Il sac. Candela Antonio,Insegnante.” I pregiudizi contro la Chiesa cattolica-Conferenza”, in un discorso didattico in occasione degli esami finali.
6° il sac Picardi Adamo ha licenziato alle stampe:”Sideralogia” e “Pantologia”
7° L’avv De Meo Luigi,che ora trovasi colla numerosa famiglia a New-York, e’ anche un buono scrittore ed un cultore di Lettere.Diversi anni or sono,insegno’ Lettere Italiane nel R.Ginnasio “P. Colletta” di Avellino


Cultori di lettere



Avv.prof. Vincenzo Pennetti


Nacque a Volturara Irpina nel 1868 e morì a Napoli,in segiuto a Tifo,all’eta’ di appena anni 32,mentre stava per realizzare i suoi nobili ideali.Poche volte delle funebri onoranze hanno avuto una nota così alta ed affettuosa di rimpianto,come quelle tributate alla memoria dell’avv. Vincenzo Pennetti.Appena sparsasi la triste notizia,il Circolo Giuridico,il Consiglio di Disciplina dei Procuratori ed il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli ne dettero l’annunzio angoscioso ai soci e colleghi con frasi di vivissimo cordoglio.Le esequie furono solenni.Reggevano i cordoni, a destra : il comm.avv. Luigi Napotano;il Sost.Proc.del Re, de Notaristefani per la R.Procura;il prof Francesco Pepere per l’Universita’,il Cons. De Gregorio pel Tribunale; a sinistra: l’avv.Sinigallia per la “Rivista di Diritto internazionale”, il comm. Avv. Bellucci Sessa pel Consiglio di Disciplina,il prof Pasquale Fiore pel Circolo Giuridico ed il Sindaco di Volturara Irpina,patria dell’estinto.Riportarono necrologie del defunto Vincenzo Pennetti i seguenti giornali: Il Mattino,Corriere di Napoli,Roma,Pungolo Parlamentare,”Don Marzio”,”Giorno”,”Tribuna”,”La Perensa di Buenos-Aires”,”Scuola medica napoletana”,”Tavola rotonda”,”Gazzetta Popolare di Avellino”,”Rivista Internazionale”,”Domenica giudiziaria” ecc.. Pronunziarono sul feretro discorsi i seguenti: l’avv.Nicola Romanelli, a nome del Circolo Giuridico”;l’avv.cav Vittorio Masucci,pel Consiglio disciplinare dei Procuratori; il Sostituto Procuratore del Re,avv. Raffaele de Notaristefani per la magistratura; l’avv. Geremicca in nome degli amici.Giunsero alla desolata famiglia numerosissimi telegrammi di condoglianza.
Vincenzo Pennetti aveva un forte e vivace ingegno, ed era un letterato insigne ed un giurista.Pubblico’:” Letterre ed Arte”,” Ritratti Antichi”,”Nota bibliografica sulla prima edizione bruciata dei Ragguagli di Scipione Bellabona”;” Contributo di ricerche sulla vita e le opere di Alessandro Di Meo”;” Il suicidio di Lucrezio”; “L’ordinamento orientale”;” Il problema sociale dell’usura”,che fu premiato con medaglia d’oro da una Commissione,presieduta dal Senatore Pessina,Ministro di Stato.Licenzio’ alle stampe altri studi giuridici letterari e sociali.Alla vigilia di occupare la cattedra di professore di Diritto Internzionale nella Regia Universita’ di Napoli,una malattia ribelle ai rimedi della Scienza,lo rapiva alla nostra Provincia,dove aveva strenuamente lottato per la verita’ e la giustizia,venendo in aiuto, per quanto era possibile,dei deseredati e dei poveri.Il nome dell’Avv.Prof.Pennetti Vincenzo rimarra’ imperituro nel campo letterario e giuridico.Onore,adunque,in ogni tempo, si tributi alla sua memoria!


-Storici- Giuseppe Pennetti_


Ebbe i natali a Volturara e morì a Stigliano,in eta’ ancora giovane, e nell’anno 1912.Egli era fratello di Vincenzo Pennetti ed esercitava la professione d’ingegnere,dedicandosi anche agli studi storici.Diede alle stampe:” Biblioteca storica della Provincia di Avellino”, “ Alcune notizie intorno a Volturara”; “ Notizie intorno alla vita e alle opere di frate Antonio Masuccio”, “ Per la storia di Cervinara,Appunti”; “ Contributo di ricerca su la vita e su le opere di Geronimo da Sorbo”; “ Stigliano,Notizie storiche con 34 documenti inediti ed ed una appendice su Aliano,Cirigliano,Gorgoglione”; “ Conessioni e grazie fatte dai principi Antonio e Luigi Carafa ai cittadini di Stigliano,Aliano,S.Arcangelo ecc.”,” Notizie storiche di S.Mauro Forte, e degli altri paesi del Mandamento di Accettara,Garaguso,Oliveto in Basilicata ecc.” Avrebbe,altresì,dovuto licenziare alle stampe,se la morte non l’avesse raggiunto i “Profili storici dei 128 Comuni della Provincia di Avellino”.


Magistrati e Giuristi: Onorio Marino e Silvio Del Percio



L’avv. Onorio Marino,nativo di Volturara,Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Potenza e valente giurista,colpito da malattia,morì parecchi anni or sono a Potenza.
Silvio Del Percio, oriundo di Volturara,Presidente di Tribunale,ora collocato a riposo,licenzio’ alle stampe alcuni lavori giuridici.



I Grandi ed illustri Volturaresi

Alessandro De Meo

Alessandro Di Meo nacque a Volturara Irpina il 1726,da Marco e da Giovanna Pennetti.Il fanciullo ebbe i nomi di Giuseppe Alessandro.A sette anni fu messo a scuola,e, racconta il Tannoia,liguorino,contemporaneo del Di Meo,per la vivacita’ del carattere,fu,qualche volta,rimproverato,e , forse,bastonato dal maestro: il fanciullo abbandono’ la scuola e solo un anno dopo si piego’ ad andare presso altro maestro. E fu costui,Don Paolo Rega,dal quale ebbe i primi erudimenti della grammatica italiana e della latina.Morto il padre,al 13 Gennaio 1735,Alessandro ,fanciullo,di poco piu’ di otto anni,veniva affidato alla tutela di suo zio Antonio Pennetti,il quale,dopo di averlo avviato alle Lettere,volle che Alessandro fosse rinchiuso nel Seminario di Montemarano.Fuggito da Volturara,ando’ a raggiungere il de Liguori nella casa dei Ciorani.Poco tempo dopo Alfonso dei Liguori volle che Alessandro De Meo andasse a Napoli a completare i suoi Studi e ad imparare la lingua ebraica,nella scuola di D.Ignazio Calce,allora,scrive il Tannoia,pubblico docente di quella Lingua.Venne nominato Maestro di Sacra Teologia,poscia di Filosofia, e fu,dal de Liguori,preferito a molti dotti e giovani sacerdoti dell’Ordine.Di Lui avrebbero voluto fare un oratore sacro,popolare.Ma Alessandro Di Meo,montato il pergamo,si abbandonava ad alte osservazioni filosofiche,poco opportune per la missione a lui affidata,da Alfonso de Liguori;
di rendere,cioe’ popolari le dottrine ascetiche e gli scopi dei liguorini, e fu , per questo,spesso punito;anzi,una volta,sospeso dalla messa per 3 giorni.Fu,pertanto,chiamato” Miracolo di eloquenza”.Attese a molteplici importantissimi lavori storici che poi vennero pubblicati,e che fecero di lui uno dei piu’ originali annalisti ed uno dei piu’ profondi studiosi della Diplomatica napoletana dei mezzi tempi.E di questi lavori il Capialbi da’ l’elenco seguente:
1° Annali critico diplomatici del Regno di Napoli e della Mezzana Eta’,in volumi 12,con l’apparato cronologico ai detti Annali;
2°Nota cronologica dei mansoni e dei Duchi di Amalfi;
3° Dissertazioni sopra le ragioni di alcuni feudi,contro alcuni regolari;
4°la Cronologia dei Principi di Salerno;la concordanza dell’Egira con le sue varie epoche;
5° La scrittura sul Casale di Blena;
6°Una dissertazione sugli anni natalizi ed emortuali di Cristo;
7° Molti spezzoni di cronologie di Sovrani,Sommi Pontefici,Consoli ecc.,L’apparato della cronologia del Mondo,sino ai suoi tempi; Un compendio sulla teologia del Patavio; Un’opera sulla frequenza della Comunione; Commentarius Historici-Dogmaticus de prohibitione et abolitione librorum nocuae lectionis; Studi preparatori agli Annali concernenti varie cronologie di Consoli,Imperatori,Papi,antipapi,Concilii ecc.
Il De Meo non accetto’ la nomina,prima di vescovo,poscia di Direttore del Collegio dei Cadetti di Teologo di Casa Reale,di Direttore della Biblioteca Reale.Accetto’,invece,nel 1783,la carica di Consultore generale dell’Ordine del S.S. Redentore.Morì a Nola a sei ore e mezza della notte del 20 Marzo 1786,di Martedì.Ebbe funerali grandiosi e poso’ sotto un modesto ricordo della Concezione.Il suo nome,oggigiorno, e’ ricordato con riverenza dai dotti e dagli storici.
Epigrafe apposta sulla facciata esterna del palazzo municipale di Volturara Irpina,dettata dal Segretario del Comitato ordinatore ,per i festeggiamenti al De Meo,Vincenzo Pennetti

Ad
Alexandro De Meo
Vissuto LIX anni sino al MDCCLXXXVI
Fu tra i piu’ grandi rinnovatori
della Diplomatica napoletana dei mezzi tempi
e lascio’ nei suoi Annali
un singolare monumento
di limpida intuizione storica
di profondo acume critico
di meravigliosa erudizione

I suoi concittadini
a ricordo che ebbe qui la sua patria
Posero
MDCCCXCIV



Frate Antonio Masuccio

Sul versante orientale di una delle maggiori gogaie dei nostri Appennini,Volturara, e’ nato Il Masuccio A.,nel 1618,da Dezio Masuccio,Barone di essa Terra,chiaro per avi illustri.Nel Monastero di S.Lorenzo in Napoli espleto’ i suoi studi.Mentre insegnava ai novizi del suo Ordine monastico Dogmatica e Filosofia,con facilita’ attendeva a fare di pubblica ragione lavori di vaglia, e saliva il Pergamo portando fama di oratore erudito e facondo.Egli era membro di svariate Accademie e tenuto in conto e grande stima dai Dotti, e questo in grazia delle tante opere stampate in ogni branca dello scibile umano,cominciando dal romanzo e da altre liriche produzioni per indi terminare alle severe elucubrazioni filosofiche ed ai lavori morali di Ascetica cristiana.Nel 1650 pubblico’ dei “Panegirici Sacri”,lodati nel secolo seguente da Francesco Loredano ed indi un libro in lode di Duns Leoto,teologo profondo e caposcuola,dal titolo “la Bizzarria”. Nel 1664 diede di pubblica ragione l’Oricalco poetico della Giudea desolata,cioe’ un poema in ottava rima diviso in 24 canti,con cui svolge l’azione dell’assedio e della presa di Gerusalemme per opera di Vespasiano e Tito, e questi sono entrambi i protagonisti del poema,il quale esordisce con i versi seguenti “ Della Giudea cervice a suon di lira canto l’oppresso orgoglio”.
Nel 1666 diede alla luce in Napoli una nuova produzione romantica dal titolo “Lo sfortunato felice,ovvero l’Abido-storia Galliana”.Nel 1680 diede alle stampe un serio lavoro di polemica contro gli errori di Calvino,dal titolo” Calvinus expugnatus”.Il lavoro poi che lo rese piu’ famoso e che merito’ l’onore di cinque edizioni fu una produzione romantica,intitolata il “Teatro dell’amicizia”. Oltre le opere teste’ mentovate,il Masuccio pubblico’ lo “specchio dei Governanti”,”Politica cristiana”, e le “Pitture di purita’”,seconda parte dei Panegirici sacri.Le opere inedite del Masuccio sono :
Iris biblica,Ioannes Calvinus expugnatus,tomus posterior;Maternitates diviae,Dieci altri tomi di panegirici dei santi,Teatro evangelico quadragesimale;l’Amazone Assira,istoria in due tomi;l’Oriente conquistato,poema eroico;Organo lirico;Poesie diverse;bizzarrie d’ingegno;discorsi storici;Galleria di passione;sermoni dell’Eucarestia e della Croce; la Monarchia trionfata,tragedia ideale drammatica;la Liberta’ tiranneggiata,tragicommedia ideale drammatica;la Fortuna e’ degli sciocchi,commedia metrica.


Pasquale Savino


Nacque in Volturara il 23 maggio 1744 da Matteo e Geronima Pisacreta.Morì il 16 febbraio1815.Datosi al sacerdozio fu Vicario foraneo,letterato,poeta e predicatore celebre; fu tenuto in gran concetto dai suoi contermporanei.Predico’ con grande onore e molte volte in Nola,Casoria,Aversa,Capossele,Calabritto,Monteverde,Bisaccia ecc., e persino a Napoli.Le sue prediche,di cui ne conservava alcune scritte il defunto Giuseppe Pennetti, sono bellissime per dottrina,stile,e concetti elevati.

Antonio Pennetti


Nacque in Volturara il 1 Luglio 1704 da Pietro e Diana Coscia.Sposo’ in prime nozze Giovanna De Meo ed in seconde nozze Lucrezia De Stefano di Sorbo,nipote ed erede universale di Geronimo De Stefano,Generale dei Cappuccini,uomo dotto e di santa vita.Studio’ nell’Universita’ di Napoli Filosofia,Matematiche e Medicina, e fu laureato in tutte e tre queste scienze.Giovanissimo ebbe la direzione di una delle sale dell’Ospedale degli Incurabili in Napoli ed insegno’ materia medica.Il suo piu’ bel vanto si fu quello di aver menato nella buona via suo nipote Alessandro De Meo e di avergli insegnati i fondamenti della Scienza.A questo proposito ecco che cosa dice Antonio Tannoia nella vita di Alessandro De Meo” Alessandro si perdea nel loto,animollo a vestir l’abito ecclesiastico,l’invoglio’ alle Scienze e lo volle presso di se’.Era questi Cartesiano e non peripatetico e sotto di lui apprese Alessandro,benche’ a spezzoni per la sua incostanza,le Belle Lettere,la Logica,e la Metafisica.Di Antonio Pennetti il sig Pennetti Giuseppe conservava un trattato di Materia Medica,un trattato di Anatomia Umana,ed un grosso volume che egli intitolava”Universae philosophiae Enchiridion”,in cui parla di Filosofia,Scienze Fisiche,Matematiche,Astronomiche ecc.,facendo vedere il nesso che hanno tra loro.Morì compianto da tutti il 25 Novembre 1771,lasciando fra gli altri figli Andrea,grande medico e Vincenzo,avvocato principe del foro napoletano.


Pubblici ricordi,lapidi,biblioteche

Ad Alessandro De Meo dal suo stesso nome e’ stata intitolata la via Freddano.Sulla facciata del palazzo municipale sito in Piazza Municipio fu apposta una lapide in onore del De Meo,portante la iscrizione sopra trascritta,dettata dall’avv.Vincenzo Pennetti.La strada Pozzella e’ stata intitolata Via Vincenzo Pennetti.Di biblioteche pubbliche a Volturara non ve ne esistono;vi e’ la biblioteca privata dei signori Vecchi,dove notansi le seguenti opere
-Nuova Enciclopedia Popolare in volumi 25; storia di C.Cantu’ in volumi 12;Annali d’Italia compilati dal Muratori in volumi 13 ed altre opere dello stesso autore;Annali critico diplomatici del Regno di Napoli e della Mezzana Eta’ del Padre D.Alessandro De Meo della Congregazione del S.S. Redentore in volumi 12,con l’apparato cronologico ai detti Annali;vi sono poi,opere d’ogni genere nel campo delle Lettere,delle Scienze,
dell’Ingegneria,della Filosofia,delle belle Arti.E’ una libreria importantissima.
Peccato che questi libri non vengono affatto letti!!!



Poesie popolari ( in dialetto)

Li otto iuorni re la zita.

Figliola,la romeneca si na fata,
Lu lunnerì na fata r’acquavita,
Lu marterì sì nn’angiola ngarbata,
Lu miercurì no fiore re paraviso,
Lu gioverì te fai na bella capo
Lu viernerì te luce lu tuo viso
Lu sabbato te rai quatto vasi
La romeneca nge vai nparaviso





La funtana


Fresca funtana fammi no favore
Fresca funtana ca me lo puo’ fare;
Fresca funtana teccoti lu fiore
Npietto lu mitti a chi vene a lavare.
E si pe’ sciorta no vole lu sciore
Ri lievi l’acqua e no la fai lavare





La canzone re lu piccirillo

Quann’era piccirillo re quatt’anni
Mamma mi risse no’ pensare a donne;
Non arrivai a li quattuordici anni
E faceva l’amore co’ na’ capi nenna
Tengo no’ mazzetiello re viole
Ancora ce l’aggia mette a l’acqua chiara:
La mamma strilla, e lo patre no’ bole
Me nge vonno mette a me rinto a li guai.
Ma si pe’ scattamiento re li loro
Domeneca pe’ nn’auta a prubbecare.
Figliuolo,ca me runi,ca me runi,
Voglio sapene che’ donato me hai,
Tengo nno maccaturo re lo tuio
Ppe quanta vote nnommenato l’hai,
Mo te l’aggio addutto si la vuoi
E re che’ core te lu vuoi pigliare!



Lu nfierno

Ietti a lu nfierno pe nge fa’ nu canto
Nu lu putietti ascia’ pe’ tenemento
Ma era na ronna ca era bella tanto
Stava abbracciata cu lu fuoco ardente
Io le risponniei re come o quanto
Ronna come li passi ssi tormienti?
Essa me risponnivo ppe o’ prim amante
Quello chi passo mo’ ne so’ contente
Lu prim amante lu menatti a mare
N’auto lo mantinietti re parola
Quello chi tengo mo’ lu tengo caro
Com’a na scatulella re viole
Lu nnammorato mio e’ de Serino
Lo voglio risulì cu na parola
Re voglio rice ,Serenese mio,
Iamo a dda l’arcepreote a da’ parola.




La mamma

Tengo na mamma e nn’auta ne vorria
Ppe na mamma no nge pozzo sta
Una me porta lu pane e lu vino,
N’auta me porta a lu lietto a curca’.
La prima vota chi parlai cu vui
Oh! Dio che’ amicizia acquistai
Ne conosciei la fére ra vui
Cche notte e ghiurno no reposo mai.



Fiabe(cunti) (in dialetto)


Pochettino e l’uorco


Nna vota ng’era nu vaglione chiamato Pochettino, e se ivo a fa’ na mangiata re fico.
Mente che steva ncoppa a la fico,ivo l’uorco e re ricivo: “Rammi na fico!” Pochettino risponnivo “ tu m’ancappi”, e lo ripitivo cchiu’ de na vota. L’uorco tanto facivo che convingivo a Pochittino e le proivo la fico pe la mano; ma l’uorco cchiu’ furbo anvece re se piglia’ la fico l’afferravo cu la mano e lu tiravo nterra e lu mittivo rint’a lu sacco.L’uorco si mittivo nguollo Pochettino e se ieva a la casa.Pe la via mente che stava arrivanno a la casa chiamava la mugliere e receva “mugliere,mia mugliere,mitti a volle ca Pochettino e’ pronto”.La mugliere risponnivo ra rinto:” la caorara e’ pronta,ma leona non ce ne songo”. Allora l’uorco sabbìa co’ Pochettino nguollo rinto a lu vosco e ghivo a trova’ le leona.
Pochettino teneva no bello cortelluccio nguollo,facivo no pertuso a lu sacco e se n’ascivo ra rinto, e nge mittivo rinto a lu sacco li ntagli.L’uorco trovate le leona scinnivo ra coppa e se pigliavo lu sacco cu Pochettino rinto,ma non pensando ca se ne iera asciuto ra rinto e nge aveva puosto li ntagli e se ne ivo a la casa.
Arrivato a la casa ,subeto appicciavo lu fuoco e fece volle la caorara.Ma li ntagli ca ierano pesanti sfonnaro la caorara e s’abbruciaro tutti dui : l’uorco e l’orca.


Lo cunto re lu mattolillo


Ng’era na vota na mamma co no figlio no poco mattolillo e ierano re vascia connizione.Allora non sapenno che se mangia’ se mannavo la mamma a venne cu quisto figlio no poco re cannavo; ma lu figlio camminanno cu strada trovavo no catuozzo nnuro.Lu mattolillo se votavo a do’ quisto catuozzo e dicivo” Poveriello te face friddo?” e capozziava co’ la capo e la mareia soia che careva nguollo a lu catuozzo li risponneva”si,si,”.Allora lo mattolillo piglia lo cannavo e lo commoglia bello,bello, e doppo se votavo e dicivo” e li sordi quanno me li dai?”.La cornacchia chi bolava pe’ l’aria faceva “ cra,cra” e lu mattolillo crereva ca lu catuozzo receva” Crai,crai”.Così se vota lu mattolillo arreto e se ne va recenno”Crai vengo e me rai li sordi”.Arrivato a la casa, la mamma li cercavo li sordi e lu mattolillo le ricivo” lu cannavo l’aggio rato a uno chi steva nnuro nterra e m’a’ detto che crai vavo e me ra li sordi”.La mamma sentenno questo se mette a chiange.Allora lu mattolillo risse” oi’ ma’,statti citto ca crai co no’ piroccolicchio,se no me ra li sordi io lo stonno a palate”. Così fatto iuorno, la mattina appriesso s’aoza,piglia lu piroccolicchio e se ne ieva coieto coieto.Arrivato a do’ lu catuozzo lu trovavo nn’auta vota nnuro; allora lu mattolillo li ricivo” Poveriello sì nn’auta vota nnuro? E lo cannavo (canape) che ti riei no lo tieni cchiu’? la mareia (l’ombra) li risponneva “ No,No”.” E li sordi ,ricivo lu mattolillo ,no’ me li buo’ ra’?”.La cornacchia chi volava ngielo li tornavo a risponne “ Cra,cra!”Allora ,alluccava lu mattolillo sdignato,n’auta vota crai,crai” Se caccia lu piroccolicchio e ei mette a vatte nguollo(sopra) a lu catuozzo co quanta cchiu’ forza teneva; e tanno(allora) se ne ivo quanno lu piroccolicchio se facivo ciento pitazzi( parti).Se ne ivo adda la mamma e le ricivo” Ma’!, i sordi no me l’ha boluti ra’,ma a me l’aggio rutto lu piruoccolo ncoppa a lu spino, e tanno me n’aggio venuto,quanno m’a’ rimasto re lo piruoccolo cria chiu’(niente). Lu mattolillo se votavo vicino a la mamma e le ricivo” crai me ne vavo a venne quessa vaccarella aggiocca(accioche’) pigliamo purassai(molto) rinari e putimo mangia’ e beve.
La mamma risponnivo” ie’ aggiocca fai come a lu cannavo”
Lu mattolillo le ricivo: ”none ,ma’,quello iera cannavo e questa e’ bacca(vacca); e convingivo la mamma che li rivo finarmente lu permesso che la iesse a venne.Così tanno stesso(allora) se caccia ra la stalla la vacca e se ne va a lu mercato; e camminanno cu via re scurava e no’ bereva chiu’.Allora se presenta lu mattolillo pe s’alloggia’ a do’ no convento re monaci.Lu patre a guardiano como sintivo tozzola’(bussare) s’affacciavo,virivo ca iera cu na vacca appriesso chi cercava alloggio; subito rivo ordine che iessero iuti a gaperì(aprire).Intrato rinto lu mattolillo, faciero chiure rinto a la stalla la vacca e isso lu faciero nghiana’ ncoppa.Li monaci segreto re lu mattolillo acciriero(uccisero) la vacca e le la portarono a mangia’ puro a isso quarche piatanzella re carne, e li ricevano: “ mangia ,buono vaglione ca mangi re lo tuio!”, senza sapere lu matto ca quella carne era la vacca soia accisa.La matina,fatto iuorno,s’auza lu mattolillo e dice a li monaci:” cacciatimi la vacca, ca me ne voglio ì (andare).Li monaci risponniero: “ e la carne chi ti mangiasti non era la vacca toia?!” e lo cacciarono sporcamente.Lu mattolillo ,tutto affritto(afflitto) se ne va a la casa e dice a la mamma:” la vacca,ma’,me l’hanno arrubbata,ma io me ne pavo(pago) e po’ ricivo:” oi ma, procurami n’abito ra sbizzoca(monaca) e na piroccola bona combinata ca m’aggia i’ a pava’ la vacca mia.”La mamma li trovavo n’abito ra sbizzoca,re lo mittivo nguollo a lu figlio e co lu piruoccolo sotta,e lo fece ascì.Lu matto,fatto notte,se ne va a lu convento addo’ avevano mangiato la vacca soia e tozzolavo pe s’alloggia’.Lu padre a guardiano,veruto la sbizzoca,subeto facivo aprì e li ricivo citto citto(zitto,zitto,) ai monaci:” si sintiti allucchi(grida) stanotte no curriti”.Fecero saglì la sbizzoca ncoppa, e s’assettavo vicono a lu fuoco co lu padre a guardiano.La sbizzoca se receva la corona, e lu padre a guardiano faceva lu stesso.Passa na cert’ora,ricivo lu patre a guardiano a la sbizzoca:” Mo’(ora) e’ tardo,avimo ì a lietto.Vattena a corca’”.Risponnivo la sbizzoca:” io me voglio rice n’auta posta re corona”.Lu patre a guardiano ivo a dormì;ma trasuto rint’a lu lietto,la sbizzoca subbeto corrivo,se caccia la piroccola e se mette a batte ncoppa a le spalle re lu patre a guardiano, e li riceva:” caca(sconta) la vacca che te mangiassi!!!”
Lu patre a guardiano alluccava(gridava):” aggi(abbi) pacienzia ,rinto a quillo tiraturo(tiretto) nge so’ ruciento(duecento) rucati,pigliatilli no m’accire”.La sbizzoca subbeto tira lu tiraturo,si piglia li rinari e fuie(fugge).Torna a casa,na’ parte re sordi li da’ a la mamma e n’auta porzione li ricivo:” cu quisti m’aggia’ compra’ n’abbito ra miereco e no cavallo,ca m’aggia’ fa’ ì a furnì(terminare) re paga’ angora.Accattato (comprato) l’abbeto e lu cavallo, se ne va passeianno pe’ sotto a lu convento.Li monaci veruto uno vistuto ra professore,faciero romanda a lu patre a guardiano pe’ vere’ si lu voleva fa’ saglì uno vistito ra dottore(dottore),chi steva la’ sotta passianno.Lo patre a guardiano risponnivo:”Si,fosse lu Dio;me sento male,me voglio fa’ visita’”.Lu faciero subbeto nghiana’(salire),e ghiuto(andato) ncoppa si mittivo a maneia’(palpare) le ferite e dicivo:” oh,queste so’ state pircosse(bastonate),chi ve le ha rate?”.Li monaci se facevano maraviglia ca lu miereco aveva andovinato(indovinato) ca ierano pircosse.Lu miereco se votavo vicino a li monaci, e facenno vere’ na’ finestra ra do’ se vereva na’ montagna re rimpetto,ricivo:” iati la’ subeto tutti,pigliati l’erbe chi stanno a la montagna e portatele qua’”.Li monaci corriero(corsero) subeto; ma come s’allontanaro lo finto miereco se caccia la piroccola e se mette ra nuovo a batte ncoppa le spalle a do’ stevano l’ate pircosse,avute l’altra volta.Lo patre a guardiano allucca:” Rinto a quill’auto tiraturo nge’ so’ rimasti n’auti quattociento rucati,pigliattelli e no me finì r’accire(uccidere).Lu mattolillo si pigliavo tutta la moneta e va a la casa e dice a la mamma:” Ma’ m’aggio pavato cannavo e bacche; mo’ potimo mangia’ e beve.Così camparo placidi e contienti pe’ parecchi anni la mamma e lu mattolillo.




Ninnenanne ( in dialetto)



Viene suonno e viene e no tricare
Ca lo piccirillo lu vulimo curcare;
Vieni suonno e vieni co la Maronna
Ca lu piccirillo vole fa’ la nonna.
Nonna nonna nonnarella
Lo lupo s’a’ mangiato la pecorella
Se l’ha mangiata co tutta la lana
E male re ventre che lo pozza chiavane.
Santo Nicola no’ boleva canzuni
Voleva paternuosti e oraziuni
Santo Nicola no’ boleva menna
Voleva carta calamaro e penna.
Vieni suonno e vieni nonnariello
E vieni co’ San Giuseppe vecchiariello



Giuochi e canti di fanciulli
(in dialetto),l’arte dei bambini(disegni infantili)



I ragazzi sogliono giuocare: alla mazza e peozo;alle stacce;allo strummolo(trottola) disegnando a terra un circolo,chiamato venga; alla volpe la una;alla gatta cecata;a la nganeglia;chi tardi arriva male alloggia.Le ragazze giuocano alle vrecchie(pietruzze),all’aniello;alla perteca longa;a piezzo ngielo; a lo zerco;



Canti dei Fanciulli


Lu guaio c’a’ passato Vessica poveriello
Pa da’ a mangia’ a Filuccia
Ha ridutto senza cappiello
E’ rimasto scauzo,scaruso e desperato
Pe’ ghie’ a catta’ a Filuccia
La carne re castrato
Come steva cuntento Vessica cu Filuccia
Re portava fino lu fieno pe’ la ciuccia;
Ma mo’ ha fenito re canta’
Le sera; caro bebe’
Ca Filuccia l’a’ traruto
Senza sape’ pecche’
E questo n’eva fa’
Nimmeno cu li miliuni
Ca lu vino re Vessica
Se lo beveva a buttigliuni.



La nnammurata mia


Forn’e nsalata
La nnammorata mia
Sta’ malata
E no la pozzo ì a trova’
Forn’e limone
La nnammorata mia
E’ simpaticone
Gì e lario la’
Simpaticona a cammina’
Fornella re menta
La nnammorata mia
Stace contenta.
Gi e lario la’
Sta’ contenta ca mi piglia.
Forna re marena
Nnammoratella mia
Voglimi bene
Gì e lario la’
Voglimi bene e non te scurda’
Fornella re noce la nnammorata mia
Ricama e coce
Gì e lario la’
Lo nome mio sta’ a ricama’.


Disegni infantili



Le bambine fanno le connole(culle) in cui mettono un neonato formato di pezze.Trovano pezzi di tetti rotti e ne costruiscono piccoli capanne;fanno le bilancine misurandovi terra ed altro.I bambini poi si forniscono di creta specie in contrada Serrone e con essa ne fanno cavallucci,cagnolini,asini,uomini,donne ecc..





Poeti estemporanei popolari


Poeta estemporaneo popolare e’ certo Cola,soprannominato Pituso,che ora trovasi nella Americhe,il quale in men che si dica,componeva ex abrupto versi dialettali

Nascita,sposalizio,morte,usi speciali


Quando a Volturara apre gli occhi alla luce un neonato si suole fare un lauto pranzo alla levatrice e ad altri,che assistono durante il parto la puerpera.Dopo un mese,allorquando la madre del natom levasi di letto si battezza il neonato nella Chiesa Madre e si imbandisce un banchetto a cui si invitano i parenti e gli amici intimi nonche'’il compare(padrino) e la comare (madrina) del neonato.Quando nasce maschio si pagano lire 7 alla levatrice; invece quando il neonato e’ di sesso femminile le si danno 5 lire..Ora alla levatrice col mutar dei tempi si da’ molto di piu’.
Sposalizio. Lo sposo parecchi mesi prima di unirsi in matrimonio dona alla fidanzata orecchini,anelli,fermagli,collane,braccialetti,spille ecc..Nelle festivita’sempre prima di effettuarsi il matrimonio,lo sposo complimenta alla sposa ‘ntrite,copeto,mostacciolo ecc..Quando gli sposi recansi alla Chiesa ed al Municipio per celebrare il matrimonio civile e religioso sono accompagnati dai congiunti e dai parenti.Al ritorno dalla Chiesa s’imbandisce il banchetto a cui prendono parte parenti congiunti amici e compari.Dopo pranzo si balla si suona,accompagnando il ballo al suono di organetti,tamburelli,zampogne ecc sino ad ora inoltrata.I convitati in quel fausto giorno quasi tutti danzano colla sposa vestita in abito dai colori smaglianti portando addosso tutti i monili d’oro donatile dallo sposo.
Morte.Quando uno muore e di sesso maschile che femminile lo si veste immediatatamente dei migliori abiti.Cio’ fatto dalle persone amiche e di famiglia si situa il cadavere su di un tavolo coperto da ottimi drappi secondo le condizioni e poi i congiunti i parenti e gli amici si siedono attorno al cadavere mentre altri stanno in piedi e piangono dirottamente profferendo i piu’ dolci nomi e ricordando tutte le buone qualita’ dell’estinto.Il loro canto caratteristico par sembri una lugubre e flebile cantilena alternata che infonde terrore e tristezza negli astanti:Allorche’ il cadavere viene preso dai becchini i congiunti ed i parenti escono a viva forza benche’ trattenuti dagli astanti fuori il balcone o la finestra e piangono disperatamente battendosi le mani con tutta forza sulla testa e strappandosi i capelli scarmigliati.Fanno altresì segni strani con ambedue le braccia volendo dare l’estremo addio al loro caro che fra poco dovra’ essere sepolto.


Sacre rappresentazioni


In ricorrenza delle festivita’ di S.Antonio e del Sacro Cuore di Gesu’ si e’ rappresentata l’opera di S.Antonio in piazza Municipio.Vi e’ stata anche la lotta fra l’Angelo e il Diavolo,allorche’ si e’ celebrata la festivita’ del S.Cuore di Gesu’ l’Angelo mediante una fune attaccata al palazzo dei signori Candela si e’ fatto scendere vicino al Cuore di Gesu’ e dopo che l’Angelo tra la viva commozione della numerosa folla ha scambiate parole col Santo salutandolo con riverenza gli ha offerto un fiore.Il Diavolo rappresentato da un artista teatrale che stava di sotto nell’udire la conversazione tra l’Angelo ed il Cuore di Gesu’ si dimenava spaventosamente battendo a terra le catene di ferro e cacciando dalle narici e dagli occhi fumo e fuoco.Il paese crede molto e si entusiasma per tali rappresentazioni.





Settimana Santa


I cittadini volturaresi hanno un culto speciale per la settimana Santa.Nei giorni della Settimana Santa incominciando dal Lunedì,tutti si astengono dal cantare o scherzare; e le donne in special modo vanno a recitare orazioni nelle Chiese.Il Giovedì Santo,verso le ore notturne un sacerdote predica nella Chiesa Madre di San Nicola di Bari la morte di Cristo,mentre l’oratore dal pergamo sta svolgendo il suo tema;dalla cappella dell’Addolorata sita in via Carmine giunge alla Chiesa in processione la immagine della Madonna Addolorata vestita a bruno ed il predicatore le pone tra le braccia la croce di Cristo.Allora la commozione dei fedeli e’ indiscrivibile e tutti in specie le donne che stanno inginocchiate cominciano a piangere dirottamente.Il Venerdì santo dopo che si sono espletate le funzioni in Chiesa si porta trionfalmente in processione pel paese la immagine della Madonna ed il Cristo morto seguiti dal Clero e da una folla innumerevole di popolo che canta canzoncine religiose,nonche’ dalla musica che suole venire da Serino,la quale suona marce funebri.Il sabato Santo allorche’ le funzioni religiose annunciano che Cristo e’ risorto,subito tutte le campane della Cappelle e della Chiesa suonano a stormo; ed i cittadini per rendere il dovuto onore a Cristo risorto sparano nell’aria colpi di fucile a salve.Il Sabato Santo verso sera ogni giovinotto riceve dalla sua findanzata una canestra,contente piole(casatielli),taralli,uova ecc.. La Domenica che e’ la festivita’ solenne di Pasqua,il fidanzato va apranzare in casa della sposa,pero’ tutto l’occorrente per il pranzo vien comprato dallo sposo.




Brigantaggio: notizie di briganti celebri


Il brigante piu’ celebre di queste contrade fu Cicco Ciancio,nativo di Montella,il quale compiva le sue gesta uccidendo e rubando assieme ai suoi degni compagni nel territorio di Volturara e di Montella.Cicco Ciancio che andava a rifugiarsi nelle recondite grotte della Faggeta e sotto le gole del Terminio era il terrore di questi luoghi.Egli il piu’ delle volte inviava anche qualche lettera minatoria ai benestanti di Montella e di Volturara intimando loro di inviargli mediante qualche suo fido o confidente una somma rilevante in danaro,altrimenti pena la morte.Cicco Cianco ed i suoi degni ed inseparabili compagni sequestravano anche qualche persona che incontravano nei boschi ed allora i furfanti rilasciavano i disgraziati quando la famiglia di quest’ultimi inviava loro il danaro chiesto.Cicco Ciancio per molti anni fu invano persequitato dalla forza pubblica che non potette scovrire ed assicurare alla Giustizia il temibile e pericoloso brigante.Finalmente un giorno ben triste pel famigerato brigante, Cicco Ciancio fu ucciso a colpi di moschetto dai Carabinieri che perlustavano le campagne.La voce pubblica afferma che il cadavere di Cicco Ciancio il quale aveva commesso innumerevoli furti e delitti fu trascinato a viva forza per sfregio per le vie di Montella mettendolo esposto al pubblico per qualche giorno per farne vedere le sembianza truce su cui era impresso il marchio dell’infamia e rilevavanosi a chiare note le stigmate dei veri e grandi delinquenti nati.Furono altresì briganti e seguaci di Cicco Ciancio i seguenti volturaresi:Pagliuchella alias Ferdinando ??? che fu ucciso in contrada Faggeta,in un conflitto colla forza pubblica;Pietrillo De Feo,il galeotto,che sconto’ in diversi penitenziari la pena di anni 36 di lavori forzati;il brigante Giuseppe di Zeza,che per sfuggire alla Giustizia,dopo aver commessi diversi delitti fuggì alle lontane Americhe clandestinamente;Alessandro Masucci soprannominato Malavoi;Cienzo (Vincenzo) e Angelo Mele lo Carpato;il fratello di Sabatiello di Camillo; un certo Sarni che fu ammazzato in carcere perche’ traditore dai suoi stessi compagni,briganti come lui.Altri briganti sono esistiti in queste contrade,che non citiamo per non andare alle lunghe
Tutti detti briganti capitanati dai celebri Cicco Ciancio e Pagliuchella ecc,mandavano la refurtiva a qualche ricettatore di qui ????????????
Furono presi ( in quei tempi) dai briganti in ostaggio i seguenti cittadini di Volturara: Ferdinando Picardi,mentre dormiva nella sua casina; e dovette la sua famiglia sborsare una rilevante somma per essere rilasciato;Gennaro Vecchi e Pietro Lepore.



Croci sui monti

Per quel ch’io sappia,croci sui monti non ve ne sono.Solamente e’ degna di nota una croce posta sul monte Calvario(Calvanico) che rimonta a tempi antichissimi.In detto sito,prima della costruzione del Cimitero volturarese vi si seppellivano i morti,tanto che anni or sono scavandosi si son rinvenuti scheletri umani.Nei tempi passati,solevasi fare la processione del Calvario alla Cappella di S.Carlo che e’ poco lontana.


Feste,mercari e fiere

A Volturara celebransi le feste seguenti: Cuore di Gesu’;S.Antonio;S.Nicola di Bari; che e’ protettore di questo paese;Madonna del Carmine;Madonna Addolorata.In dette feste,soglionsi illuminare a gas acetilene le vie del paese,specie Piazza Municipio e quivi si erige un’orchestra,dove prende posto il Concerto musicale che svolge scelto programma.Il giorno della festivita’ un oratore predica in Chiesa e dopo che la banda ha per diverso tempo suonato si sparano i fuochi pirotecnici:Il popolo in dette feste suole fare libazioni piu’ del solito,in onore di Bacco.
Mercati e fiere In questo paese sogliono farsi un mercato settimanale e due fiere annue:Nell’ampia piazza Municipio,costruita a tiburtino si fanno continue compre-vendite di animali suini,di merci,di legnami, e commestibili di ogni genere,nonche’ di tutti i prodotti che attingonsi dal suolo volturarese come frumento,granturco,pomi di terra fagioli,castagne ecc.
Municipio,Chiese,Congreghe ecc..
Il Municipio di Volturara alla cui facciata sta affissa la lapide di A. De Meo trovasi nella Piazza omonima e’ un antico fabbricato ora rimodernato.Il nostro Municipio difetta di tutto; non ha rappresentato finora che il piccolo regno della confusione:Una lite secolare con Montella ha tenuto e tuttavia il Comune in assai angusti confini:Definirla e subito nel miglior modo possibile quali benefizi non ne diverrebbero alla ripartizione del Demanio comunale?Attualmente e’ Sindaco il Dott. PietroAntonio Pennetti;coadiuva il Sindaco un segretario comunale,un vice segretario,uno scritturale,nonche’ un tesoriere.
Chiese Da tempo immemorabile esiste in Volturara la Chiesa di S.Nicola di Bari.Il titolo di fondazione di questa Chiesa non esiste affatto.Il diritto di patronato del Comune e’ provato da documenti irrefragabili:Nella concessione dell’assenso regio,che si ebbe e l’approvazione degli statuti fu necessaria l’adesione dell’Universita’ pel diritto di patronato che vi vantava.Negli Statuti mediani si legge che il regio assenso si accordo’ soltanto rispetto a tutto cio’ che concerneva il buon governo e l’esercizio delle ecclesiastiche funzioni ed amministrazione dei beni.Col regio assenso si permise l’unione degli individui in forma di colleggiata quoad honores tantum il che significa che non fu immutata ne’ la natura dei beni ne’ la natura dell’Ente.Siccome con l’impartizione del regio assenso comincio’ ad esistere la Colleggiata quanto agli onori soltanto così quelle che si chiamavano dignita’ si reputarono come dignita’ ventose e le prebende conviviali come temporalita’ e porzioni laicali.Infine degli statuti stessi si ripete : quae collegiata quoad honorem reputari debeat ecc..Da cio’ due verita’ di fatto 1° che la Chiesa di Volturara sotto il titolo di S.Nicola di Bari e’ priva di fondazione canonica e giuridica 2° che il diritto di patronato del Comune sorge manifesto da documenti ed in mancanza sarebbe senza dubbio sufficiente per la sola presunzione di diritto.La Chiesa di S.Nicola perche’ ridotta in cattive condizioni venne abbattuta ed in sua vece e’ stato eretto un superbo orfanatrofio dove verranno raccolti i figli del popolo.Di rimpetto alla antichissima chiesa abbattuta di S.Nicola di Bari si erge la grande Chiesa Madre nel cui mezzo v’e’ un’enorme cupola costruita secondo i dettami dell’ingegneria moderna:In contrada Carmine e proprio all’entrata del paese vi sono tre bellissime ed antiche cappelle : il Carmine,l’Addolorata, ed il Cuore di Gesu’,il frontespizio di quest’ultima e’ tutto in marmo di Carrara.In via Pozzella(ora denominata V.Pennetti),nel centro del paese sorge una cappella parrocchiale,dove non si celebra ancora messa perche’ ridotta in cattive condizioni.
Congreghe A Volturara esiste la Congrega di Carita’,la quale viene in aiuto dei bisognosi e dei poveri,anche se appartenenti ad altri paesi.Detta congrega ha un ricco patrimonio e tra l’altro una eredita’ lasciatale da un filantropo che risponde al nome di D.Domenico Benevento.A spese della Congrega di Carita’ si e’ eretto l’orfanatrofio di cui abbiamo parlato che sorge in Piazza Municipio dov’era l’antichissima Chiesa Madre di S.Nicola di Bari.


Chiese antiche e moderne,piviali ecc.

Chiese antiche sono le cappelle: dell’Addolorata,del Carmine e del Cuore di Gesu’,nonche’ la distrutta chiesa di S.Nicola di Bari.Nelle dette chiese o meglio cappelle vi sono statue bellissime e scultoree dei rispettivi Santi e Madonne.Una antica cappella campestre e’ quella di S.Carlo sita alla strada che porta al lago Dragone.Nella cappella del Carmine vi e’ una statua di S.Francesco che ha il dito anulare mozzato e la ragione e’ che anni or sono alcuni ladri rimasti impuniti verso le ore notturne andarono a rubare in detta cappella e tolsero un anello d’oro con brillanti che detto Santo aveva al dito che ruppero portando con loro il prezioso gioiello,nonche’ il dito.Nella Chiesa madre notansi due antichi quadri di autori ignoti rappresentanti l’uno il Cristo morto e l’altro la Sacra Famiglia:Vi e’ anche un Piviale antichissimo.


La Religione ed il Culto dei defunti

I cittadini di questo paese specie il basso ceto sono molto religiosi e non tralasciano di udir la messa quasi ogni giorno.Hanno un culto speciale pei defunti,tanto che il giorno dei morti la maggioranza del paese si reca al Cimitero per rendere l’ultimo tributo di memore affetto ai loro cari che riposano sotto le frdde zolle.E’ caratteristico il pianto disperato delle donne che inginocchiate sulle tombe e accanto alle croci dei loro rispettivi congiunti si strappano i capelli e vorrebbero quasi scavare il terreno per vedere almeno un’altra volta gli ultimi avanzi dei loro cari.E’ uno spettacolo oltremodo pietoso! Sulle tombe e sulle croci dei loro cari depongono numerose corone di fiori.I sodalizi del paese con le rispettive bandiere si recano il giorno dei morti al Cimitero per commemorare i defunti ed udire la messa :Al ritorno dal Camposanto ognuno porta seco un fiore e un’erba qualsiasi come ricordo del dì dei morti.

Il Natale,la Pasqua,l’Ascensione ecc.

Natale.La vigilia di natale,il 24 Dicembre,verso le ore notturne si suole imbandire un lauto pranzo,a cui prendono parte tutti i componenti di famiglia.In detta notte non si dorme,si fa la cosiddetta veglia attorno al focolare domesrico dove arde un grande ceppo.A mezzanotte allorche’ suonano lecampane a stormo,tutti i fedeli recansi alla Chiesa Madre dove compionsi le funzioni religiose; e dal Clero e dal popolo festante il Bambino Gesu’ viene portato in processione per la Chiesa.Per rendere onore al Bambino Gesu’ si sparano colpi di fucile a polvere e botte a muro.
Pasqua.Il giorno di Pasqua gli uomini specie le donne sogliono indossare i migliori vestiti,e queste s’adornano di preziosi e caratteristici gioielli,al collo mettono la collana e alle orecchie, in special modo le vecchie applicano grossi orecchini antichi a forma di piccola palla et similia.In detto fausto giorno,tra l’altro,mangiano il tarallo,la piola,le uova ecc..La piola cosi detta a Volturara e’ chiamata a Montella ed altrove casatiello
Ascensione Il di dell’Ascensione i pecorai sogliono dare il latte per dono ai conoscenti,agli amici, ed ai padroni.Questa e’ un’abitudine antichissima.In detto giorno il Clero ed il popolo recansi in processione dalla Chiesa Madre al Carmine dove dall’Arciprete Mons.Alessio Lepore,Protonotario apostolico ad istar vengono benedette le croci che portano in mano i numerosi ragazzi e le donne.Dette croci si mettono,dopo che sono state benedette sui paglai campestri,s’inchiodano sulle pareti delle casine campestri.

Poesie religiose che cantansi a coro dal popolo
Al S.S. Sacramento dell’Eucarestia

Vieni,vieni,o dolce amore
Gesu’ mio sposo diletto
Vieni o caro in questo petto
Vieni o Dio non piu’ tardar
Vi adoro ecc…
Vieni o sposo vieni amante
Vieni o Dio del Santo amore
Ecco e’ aperto gia’ il mio cuore
Vieni in esso a riposar
Vi adoro ecc…
Dell’eterno genitore
Tu sei figlio e di Maria
Cibo sei dell’alma mia
Mio conforto e mio tesor
Vi ador ecc…
Qual solinga tortorella
Gemo e piango il fallo mio
Deh! Perdona o sacro Dio
Tu mi rendi il santo amor
Vi ador ecc…
Brucio ormai di brame ardenti
Venir meno gia’ mi sento
Piu’ di me non mi rammento
In te solo e’ il mio pensier.
Vi adoro ecc…
Di gia’ sento il divin fuoco
Gia’ quest’alma spicca il volo
Questo cuor non regge solo
Ne’ piu’ valgo a ritardar
Vi adoro ecc…
Vieni o dunque o eletto
Fuor del campo e’ puro giglio
Di Maria divin figlio
Io non posso piu’ aspettar
Vi adoro ecc…
Aspettar piu’ non poss’io
Cara gioia e luce bella
Di Giacobbe eletta stella
Io ti vengo ad incontrar



Offerta del Cuore a Maria S.S.

Ai tuoi pie’ Maria diletta
Vengon tutti i figli tuoi
Cara madre il dono accetta
Dell’amante nostro cor
Se non sono i nostri amori
Così bianchi come gigli
Siam per altro li tuoi figli
E ci sei tu madre ancor.
Cara madre del Signore
Madre sei del nostro bene
tu ben vedi in quante pene
Vive afflitto il nostro cor.
Mondo,inferno carne ha teso
Rete occulta ai nostri piedi
Se il tuo aiuto non concedi
Chi ci toglie dal timor?
Stretto e lubrico e’ il sentiero,
Ineguale ignudo il sasso
E vacilla infermo il passo
E s’arresta incerto il pie’.
Pur seguiamo il buon cammino
E speranza il cuor ci affida
O celeste amica guida
Se volgiam il guardo a te.




Credenze popolari intorno ai Santi


Quando in questo paese e’ siccita’,specie nella stagione estiva, per diversi mesi sogliono scendere processionalmente la statua di San Michele Arcangelo,dal monte omonimo che sta a cavaliere del paese.Il popolo crede fermamente che scendendo il Santo da detto monte e portandolo nella Chiesa Madre in seguito alle continue preghiere,possa venir giu’ la desiata pioggia,di cui ha tanto bisogno la arsa campagna.Infatti ogni volta che la effigie di San Michele e’ stata portata nella Chiesa madre di Volturara il cielo si e’ immantimente oscurato,si e’ udito il tuono e la pioggia e’ caduta dirottamente.Quando nei mesi estivi sta per sopraggiungere una burrasca si vanno subito a suonare a stormo le campane del paese e i cittadini credono che il suono delle campane faccia cessare la pioggia e eviti il temporale.


Clima ,agricoltura,industria,commercio,boschi.


Il clima di Volturara e’ molto freddo ed umido nella stagione invernale,in cui,i monti s’imbiancano di neve sino alla fine di Aprile.In primavera,con frequenza,si abbassa la temperatura e cade la grandine che apporta quasi sempre gravi danni alla campagna.I contadini si cibano di cipolle,di fagioli,di pane di granturco,e lavorano allegramente,canticchiando qualche canzone del luogo.Nei giorni festivi,i contadini,uniti in lieta comitiva,fanno diverse libagioni in onore di Bacco.
Lavorano i campi con la zappa,con la vanga,con l’aratro(pertecara).Adoperano la falce per mietere il grano,l’orzo ecc..; il falcione per mietere il fieno nell’estesa pianura del Lago Dragone.Questi terreni producono : carosella,saravolla,risciola,grano bianco,l’orzo,l’avena,patate,fagioli,piselli,fave,castagne,ceci ecc…Qui manca la vite perche’ paese abbastanza freddo,vi alligna soltanto un po’ di uva fragola.
Industria Vi e’ un’enorme quantita’ di animali bovini,ovini,suini ed equini.Si fabbricano col latte ottimi burri,ricotte fresche,scamorze e caciocavalli ricercati da altri paesi.Vi sono molti negozianti di legname che esercitano detta industria.Qui esistono estesi castagneti e da Terra di Lavoro e persino da Napoli vengono a Volturara per acquistare le rinomate castagne.I contadini dediti in genere all’agricoltura ed alla pastorizia.Vi sono due molini ad olio pesante,segherie a fuoco ecc…Tutto questo segna un progresso economico inoltrato che riflettesi nell’aumento dell’agricoltura,dell’industria e del commercio.
Boschi. I nostri monti sono rivestiti di splendide e pittoresche foreste di faggio,di castagni,di acero ecc…I boschi piu’ notevoli sono la Faggeta,la Cerreta,il Faito ecc..



Monti,burroni ecc…Notizie geologiche


I monti piu’ importanti sono Toro di Chiusano,Mortariello,Costa,Calcara di Alessio,Maroia,S.Michele,Valle dei Lupi,Mazzocche,Serra di Tommasone,Cerreta,Faito,Colle castagno ecc…
Burroni.Fiumi non ve ne sono.Notansi i seguenti burroni: Tortaricolo,Sava,Vallone Lauro,Canalone ed un torrente che attraversa il paese,nonche’ un altro in via Vincenzo Pennetti.Detti burroni vanno tutti a scaricare nel Lago Dragone.
Notizie geologiche In alcuni luoghi la terra si presenta argillosa,come alle contrade Canciello e toppolo Iangili; in altre,poi,e’ pietrosa e calcarea come il Mortariello,Cirropanno e Maroia.In alcuni siti troviamo il tufo come alla così detta fontana di Vardiello.A tortaricolo e altrove il terreno e’ arenoso.




Come vestono i contadini.Le donne fanno uso di ricchi monili d’oro.


I contadini ed anche le persone agiate nei tempi antichi,vestivano di velluto o di altra stoffa,portando i calzoni corti.Gli abiti erano forniti di bottoni d’argento.Attualmente i contadini si vestono con stoffa di felpa,di pelle del diavolo(panno resistentissimo) ecc…I giorni festivi poi,specie coloro che sono reduci dalle Americhe indossano abiti anche di una certa eleganza; e cio’ e’ senza dubbio indizio di progresso.Le donne nei dì di festa fanno uso di ricchi monili d’oro come ad esempio: orecchini,collane,il laccio d’oro,anelli in quantita’,braccialetti ecc…Quando una graziosa contadinotta sposa il suo turgido e pulsante petto lo si vede coperto di costosi monili d’oro.


I pastori e la pastorizia(usi speciali,modo di vivere)


I pastori sogliono dormire sotto le pannizze(pagliai) e poco lontano da loro e’ il gregge,chiuso nella rete,e guardato da grossi cani di pecoraio.Durante la notte i pastori,stando al monte o al piano,di tanto in tanto,per allontanare i lupi,che eventualmente,potessero avvicinarsi al gregge,gridano “lupo,lupo,lù;qua’,qua’. Ed emettono dette grida per tenere desta l’attenzione dei cani,che abbaiano continuamente.I pastori sono abbastanza frugali nel mangiare; si cibano di un po’ di pane di granturco e cipolle,nonche’ formaggio.Mungono il latte nella cozza di legno da loro fatta e poi mettendovi il pane fanno una zuppa e la mangiano.Dormono su pelli di pecore o di capre,tenendo sempre acceso il fuoco durante la notte.La maggior parte dei pecorai e’ analfabeta,pero’ essi dimostrano di avere molto impegno.Infatti con un affilato coltello a manico fisso fanno la nacchere(castagnole) che servono per ballare, i cucchiai di legno,le cozze,che sono piatti di legno,dove sogliono mangiare; i collari di pecore (cannali),
zampogne bene lavorate, irfoli che sono dei fischietti e con questi si divertono
suonando l’intera giornata.Suonano altresì,una tromba di acciaio che vien fatta dagli zingari.


Divertimenti popolari(corse nel sacco,pallio ecc..)


Nelle festivita’ sogliono farsi le corse nei sacchi.Una apposita commissione composta da maestri di festa concede il premio a colui che per primo giunge al posto designato.Il premio consiste in danaro,oppure in caciocavalli,provoloni ecc…Il vincitore gira trionfalmente le vie del paese tra gli schiamazzi della numerosa folla Si suole salire anche il pallio, che e’ unto di sego,alla cui sommita’ mettonsi caciocavalli,salami ecc..,nonche’ danaro.Colui che riesce a prendere detta roba e raggiunge la sommita’ del pallio e’ dichiarato vincitore e gli viene concesso il premio.A causa del sego colui che sale il pallio scivola infinite volte tra le risate della folla che gli fa’ corona


Amuleti,cornicelli ecc…nelle Chiese


Nelle cappelle dell’Addolorata del Carmine e del Cuore di Gesu’ vi sono cuori,cornicelli,manuzze,acocelle,anelli,orecchini,braccialetti ecc..Detti amuleti i devoti sogliono donare alla Madonna e ai Santi per una grazia ricevuta o da ricevere o per un voto fatto.Tali oggetti sono situati alcuni in un quadro,altri vengono attaccati alla veste della Madonna.


Astronomia,meteorologia popolare



Il basso ceto volturarese ha credenza speciale per gli astri tanto che nei giuramenti suole dire” Ti giuro innanzi al Sole, ed alzano la mano;giuro innanzi alla stella mattutina ecc…Quando cadono verso le ore notturne le stelle cadenti, i popolani asseriscono che quello e’ un cattivo segno e potrebbe venire una cattiva annata.Quando dopo una dirotta pioggia compare l’arco baleno il volgo assicura che e’ indizio che cessera’ la pioggia e uscira’ un bel tempo.Certo Marino Gabriele si atteggia ad astronomo e dice,ed il popolo ci crede che egli guardando il cielo preannunzia se il giorno appresso dovra’ piovere,oppure sara’ una bella giornata.Intanto il detto astronomo ad usum delphini il piu’ della volte indovina!!!-


Medicina popolare



Per fare togliere il male di pancia si usa mettere una croce di felce sul ventre.Per dolori di testa si preme il sugo di limone sulla fronte.Per fugare i vermi si mangiano molti agli.per purgarsi mettonsi le foglie di Suna nell’acqua,di sera; e poi la mattina appresso si cola,vi si unisce zucchero e caffe’,si bolle e si beve.Per fare passare la diarrea(sciolta) si beve il succo di limone,unendovi un po’ di caffe’.Quando si ha la tosse usasi il decotto di malve ed orzo.Per gonfiori,il bianco d’uovo con filaccia di stoppa.
Erbe medicinali sono:malva,cicuta,foglie di Luna,i fiori ditiglio,camomilla ecc..


Notizie intorno alla pubblica istruzione e all’emigrazione



Parecchi anni fa una grande quantita’ di analfabeti contavasi tra gli agricoltori ed il basso ceto in genere; ed i maestri erano male rimunerati.Ora gl’insegnanti sono pagati bene,le scuole sono aumentate e si e’ anche istituita una scuola di Stato.Non manca una piccola biblioteca scolastica; ed il Municipio ha deliberato di far un palazzo scolastico in via G.Vecchi(gia’ Carmine).Per le scuole maschile e femminile qui spendonsi molte migliaia di lire annue.
Emigrazione. La miseria ha fatto emigrare molti nelle lontane Americhe per migliorare le loro condizioni economiche.Intanto parecchi han fatto fortuna nelle Americhe e ritornati a Volturara hanno abbellite e fabbricate case dalle fondamenta e vivono agiatamente.Allo scoppiare della guerra Italo –Austriaca,molti son ritornati per prestare il loro contributo in difesa della Patria.Se l’emigrazione e’ stato un male perche’ il lavoratore ha abbandonato le terre,d’altra parte ha apportato senza dubbio il progresso tra gli emigranti i quali sono diventati evoluti e amanti di istruirsi.

Strade piu’ importanti .Ferrovie


Sono da notare: la strada provinciale,che da Volturara porta ad Avellino; e la strada che va a Melfi che e’ una delle principalissime ed importanti.Fiancheggia quest’ultima via il Toro di Chiusano.Si sta costruendo a spese della Provincia una nuova strada sotto la direzione del Genio Civile di Avellino che da Via Alessandro De Meo(Freddano) porta alla bocca del lago Dragone ed ai piani e monti circostanti.Questo paese non ha ferrovie fa d’uopo recarsi alla stazione di Salza Irpina per prendere il treno che va al Capoluogo della Provincia.
Altri mezzi di trasporto per andare a Salza vi e’ la carrozza postale;per recarsi in Avellino vi e’ la carrozza giornaliera,retribuita dal Municipio.Si avrebbe voluto mettere una automobile tra Volturara e Avellino e viceversa,ma la ottima idea non e’ stata sinora effettuata



Fauna,flora,mineralogia,malaria



Fauna: lepre,topo casalingo,gallina,colombo,cavallo,bue,vacca,asino,anatra domestica,anitra selvaggia che trovasi nel Lago Dragone,lepre,riccio(rezze),
talpa(zarpinaro),volpe,lupo,gallina,merlo,rospo,rana,( di rospi e di rane ve n’e’ una quantita’ enorme nel Lago Dragone,lucertola,vipera,maiale,capra,pecora,
gufo,falco,corvo,allocco,sparviero,civetta,barbaggianno.
Flora. Asparago,cavolfiore,cicoria,zucca(cocozza),capelvenere,cipresso,fragola campestre
E di giardino,che e’ piu’ grande,noce,gelsomino,viola mammola,rosa,giacinto,malva,gelso rosso e bianco,uva frafola,pisello,pioppo,melo,pero,margaritina,fiori di sant’Antonio,volgarmente detti che sono bianchi e potrebbero paragonarsi al giglio.
Mineralogia Sul monte Avanella trovasi: ferro idrato,in contrada Monte alcuni strati di carbon fossile.
Malaria.Di tanto in tanto verificansi casi di malaria a causa del lago Dragone che specie nei mesi estivi tramanda aria poco salubre.Se la bonifica del Dragone fosse avvenuta si respirerebbe aria saluberrima ed ossigenata.Di mattina vi e’ la nebbia.


Il popolo ha iclinazione speciale per la Musica


Il popolo ha inclinazione speciale per la musica,tanto che alcuni giovinetti suonano benissimo l’organetto,la zampogna,la tromba zingaresca,il flauto,lo irfolo(fischietto fatto con la corteccia delle mazze di castagna) ecc…Per lo passato vi sono stati anche buoni pittori.Attualmente non vi e’ alcuna banda cittadina; parecchi anni or sono vi era un’ottima fanfara vestita con l’uniforme di bersagliere(*) la quale suonava benissimo ed era chiamata per le feste nei diversi paesi della provincia di Avellino.Poi si sciolse.Vi sono alcuni zampognari i quali suonano la novena venti giorni prima della festivita’ di Natale,nel mese di Dicembre.Ma in realta’ non sono quei zampognari tipici che portano i zampitti e sono oriundi della Basilicata,del Molise, e della Calabria.

(*) Attualmente si e’ formato un ottimo Concerto musicale composto di oltre quaranta persone per interessamento del Direttore della suddetta banda Dottor Mariano Lepore.



Panorami piu’ belli,naturali ecc…



Si gode la vista di un superbo panorama dal Monte Terminio,dove si vede tutta la Provincia di Avellino,nonche’ il golfo di Salerno e il Vesuvio.Il mortariello,Costa,il Toro di Chiusano ecc…
Sorgenti. Notansi le sorgenti dell’Ischia,dell’acqua degli Uccelli,acqua mieroli,Acqua d’alloggi,acqua di zì Maria,Tufara,acqua della pietra,acqua delle noci ecc…Dette acque sono freschissime,leggere,limpide.
Grotte. E’ da notarsi la grotta di don Arcangelo,che sta sul monte Costa,doce nascondevansi i briganti.Un’altra grotta e’ sita sul monte San Michele.Molte altre grotte trovansi in contrada Faggeta ai piedi del Terminio.
Alberi secolari. Nel centro di Piazza Municipio vi sono due tigli,che rimontano ad oltre trecento anni fa.Altri tigli secolari v’erano in contrada Carmine,ma furono fatti tagliare dal Municipio perche’ attiravano fulmini facendoli cadere sulle vicine cappelle del Carmine e del Cuore di Gesu’.Un tiglio secolare sta in contrada S.Marco,che dista circa un’ora dal paese.Faggi secolari trovansi in contrada Faggeta,specie a Verteglia,Piano d’Ischia e Campolaspierto.
Vette montane.Costa,Mortariello ecc…
Altipiani. Un altipiano incantevole trovasi sulla sommita’ del Terminio,dal lato di occidente.Sul monte Costa denominato Campanare,ve n’e’ un altro.
Boschi notevoli:faggeta,Cretazzuolo,Faito ecc…



Superstizioni popolari(streghe,lupomannari)

Quando si rovescia l’olio e’ cattivo augurio;quando si versa il vino e’ buono augurio;quando vengono i fischi (sordiglioni) all’orecchio dx e’ buono augurio,al sinistro e’ cattivo augurio;quando il fuoco fa quel caratteristico crepitio o rumore esclamano: chissa’ chi ci nomina! Epoi aggiungono “Se e’ buono augurio pozza campa’,se e’ male augurio pozza scatta’”.
Credono che le streghe ed i lupomannari escano nella notte di Natale e propriamente coloro che nacquero quando nacque Cristo ed al riguardo raccontansi dal volgo molti aneddoti.Certa Arcangela,ora morta,e’ qui considerata come una strega ed essa asserisce ed il volgo ignorante ci crede che parla coi defunti.Le donne si recano da lei per sapere in quale luogo si trovino i loro congiunti morti e sborsano nelle mani rapaci di detta fattucchiera( oh! Credulita’ ingenua,in pieno secolo ventesimo!!) danari e altri.

Proverbi piu’ comuni.Indovinelli



Proverbi piu’ comuni.Chi tardi arriva,male alloggia;chi piano va,fa ben giornata; A tiempo di cotogne(mazzate) lu fuì non e’ vergogna.
Intorno ai mesi.Santo martino(Novembre) mangi e cucini;Fravaro curto e amaro;Marzo chiuvi,chiuvi;Abrile una bona;maggio la seconna tutto lo bene aonna(abbonda); Cerasale(Giugno) Granale (Luglio),Castagno (ottobre),Natale (Dicembre).
Indovinelli: due lucienti(occhi);due pungienti(corna);quatto piroccola(piedi),e na scopa(coda) che cos’e’?: Vacca.
Quatto frati se corrono uno appriesso all’auto e non se ponno mai arriva’ che cos’e’? Vinolo.
3° na cosa senza pili e senza rienti che cos’e’? : Ricotta.

Famiglie private :hanno documenti storici?


La famiglia Vecchi conserva una lettera autografa di S.Alfonso Maria dei Liguori riportata e pubblicata nella raccolta delle lettere di S.Alfonso,fondatore della Congrega del Santissimo Redentore e Dottore di Santa Chiesa,pubblicata nel 1° centenario della sua beata morte per un padre della stessa Congregazione l’autografo trovasi a pagina 250 e 251 parte prima,corrispondenza generale volume 1°.Eccolo:
CLXXII
A Mons.Francesco Antonio Bonaventura
Vescovo di Nusco
Si scusa di aver ritenuto due preti per la Missione di Melfi.

Nocera 18 Maggio 1754
Ill.mo e rev.mo sig. Pne colino

A cagione dell’evidente necessita’ della missione,che si fa dai nostri padri nella popolata citta’ di Melfi,mi ho presa una licenza con V.S.Ill.ma per la buona servitu’ che le professo,nel mandare cola’ per aiuto di quella,due sacerdoti di Cassano suoi sudditi,sebbene renitenti,poiche’ allegavano che collo stare fuori tanto tempo dal loro paese avrebbero dato disgusto a V.S.Ill.ma e vieppiu’ perche’ uno di quelli aveva nelle mani la Congregazione di quel luogo.Io gli ho indotti ad andarvi coll’obbligazione io reo appresso V.S.Ill.ma d’ogni loro mancanza.E la causa e’ stata il mero bisogno per essere gli altri Padri delle altre case applcati ad altre mansioni; ed io non avrei saputo di chi fidarmi oltre di questi i quali con tanta edificazione de’ nostri padri per tanto tempo che ci hanno aiutato hanno dato sommo saggio delle loro buone qualita’ e zelo.Per lo che spero che V.S.Ill.ma mi condoni tale arroganza.E reverentissimamente le bacio la sacra mano.
Di V. S. Ill.ma e Rev.ma
Umo e dei.mo obbg.mo servitore vero
Alfonso dei Liguori del S.S.Redentore
Conforme all’originale che si conserva in Volturara Irpina,nella famiglia Vecchi.Il sac. Antonio Candela ha un fac-simile del testamento di S.Amato scritto in lingua longobarda.


Il carattere dei Volturaresi


I volturaresi ,nati nei monti e liberi come la Natura,furono gli eroi delle selve che ispirarono il Mantovano cantare ed echeggiare: Si canemus silva,silvae sint consule dignae.
Amarono la pastorizia e vissero nella comunione di acqua ed erba con i vicini e lontani Comuni.Dal governo degli armenti e dei pascoli trassero il codice di loro condotta.E nel campo pratico della vita professarono la Fierezza e la Fedelta’,onde fu detto il Volturarese feroce,ma fedele.Nel reggimento civile attuarono una specie di mistico comunismo.Quei montanari nella ruvidezza del loro pensiero intuirono che la Storia dell’uomo e’ connessa alla storia della terra,che e’ condizione di esistenza di tutti gli esseri umani e compresero che la loro Universita’ dovesse abbracciare nel suo seno tutte la famiglie sparse sopra un punto del medesimo territorio, e l’Ente Comune dovesse assumere la paternita’ di tutti i singoli membri senza distinzione di classe.Fecero quindi volontaria dedizione dei loro beni al Comune per provvedere ai pubblici servigi e pagare per allora e sempre i pesi fiscali.Istituirono l’ordine dei sanitari ed un civico Ospedale per raccogliere gli infermi.Provvidero alla pubblica e privata assistenza sotto il patronato di cinque cappelle,che dotarono di beni,con clero numerato sotto il titolo di S.Nicola di Bari,allora in voga di Santo miracoloso.Stabilirono il forno del Comune con delegati per la distribuzione del pane quotidiano ed ammisero nelle concioni lo intervento delle donne fra le quali primeggio’ la popolana Mazzocca.Spogliatisi dei loro beni,presero a colonia le terre donate,pagando l’annuo fitto di lire 4,25 per ogni tomolo di terreno seminatorio; e di lire 8,50 per ogni tomolo di terreno urbano,divenendo così i censiti della mistica comunanza.Sopravvenute le leggi eversive della feudalita’ proclamata la libera proprieta’ e lo scioglimento della promiscuita’ demaniale,abolito il diritto di acqua e di erba comune,rientrati i Comuni nel proprio territorio assoggettate le terre all’imposta fondiaria e creati i tribunali per la tutela del mio e del tuo,muto’ in peggio la sorte di Volturara,ma conserva immutato lo spirito di fierezza e di liberta’.Isolata, e meno esposta alla vigilanza delle polizie,divenne il focolaio delle cospirazioni ed ivi convennero da ogni parte i principali uomini della Carboneria,che incitava Gioacchino Murat a fare una e indipendente l’Italia,malgrado la Francia.Un autografo di questo Re,tentennante e disgraziato,gelosamente custodito e vigliaccamente dato alle fiamme nella paurosa repressione del 1848,illustrava il nome del cittadino Matteo Marrandino,celebrato botanico e chimico come colui che aveva contribuito per la nobile causa un gruzzetto di diverse migliaia di lire.Nel 1820 una falange di ardimentosi volturaresi inizio’ e prese parte al movimento rivoluzionario cambattendo a Monteforte e Lauro di Montoro.Il montellano Nicola Clemente che doveva condurla alla prova del fuoco,sul punto di marciare la’ sul Serrone fuori l’abitato,dove ora sorgono le case operaie,gitto’ via il berretto di capitano,raccolto dall’intrepido dottore Luigi De Meo,e se la dette a gambe con i suoi paurosi scherani.Non pochi di quella valorosa falange fra cui il detto De Meo e Ciriaco Marrandino,figliuolo di Matteo furono condannati dalla tirannide borbonica alla pena capitale,commutata in duro esilio ed orrenda prigionia! E lo spavaldo di D. Nicola Clemente coi suoi seguaci rimase a godere gli ozi cittadini nella sacrata aristocratica Montella!


Costituzione geologica del Terminio



Il Terminio,denominato Montagnone,signoreggia nella catena degli Appennini( in Hirpiniis),ora P.U. e si estolle per 665 tese sul livello del mare.trovasi a sgabello all’est-sud
I tanti monti Tremoli,che nel numero di 25 costituiscono la regione montana,sulla quale resta a cavaliere.Il gruppo soprendente ha delle basse valli e vallette tra le diramazioni delle giogaie e degli altipiani.Le eminenze sono di calve rocce calcaree.Nella sua direzione dall’est all’ovest ha una linea retta di circa miglia dieci .All’est sud le scaturigini del monte Calendo e Bagnoli frammiste a quelle Collasinistra,Acque nere,Ischia,Verteglia ed altre della medesima catena degli Appennini danno vita al Calore.Al sud-ovest nel bosco di Ogliara(Serino),dove riconosconsi gli avanzi dell’antica Sabazia,ha la sua culla il Sabato.La sua vetta biancheggia di neve nella primavera e nell’autunno,La sua base e’ calcarea,i suoi fianchi ineguali che qua’ convergono e la’ divergono.I grandi mucchi di terreno quarzoso,sucaceo, e l’arenaria di color bianchino con cemento calcareo marmoso,argilla a tinta bigia e ceruleo vi organizzano svariati burroni ,suole a pendio e piane con humus.Una lunga serie di secoli ha fatto generare folti alberi di faggio ed altri silvani pingui erbaggi e spontanee fioriere.Piu’ estese quelle all’est-sud verso Montella che all’Ovest-Nord verso Volturara,sovrastati dall’eccelso monte i di cui filoni si scorgono nudi,sporgenti fuori ed a perpendicolo in stragrandi massi,in modo che non se ne seppe rinvenire uno piu’ distinto tra quelli che Gianpaolo lo immagino’ per Terminio.Per la sua costituzione geologica,la parte orientale meno elevata e piu’ estesa scorgesi feconda,rivestita di faggi e ricca di castagneti moderni e di altre piante silvane.La parte occidentale sterile,pietrosa,quasi generalmente infeconda.


Il ballo: la tarantella volturarese



Uomini e donne ballano la tarantella al suono di un organetto;oppure danzano,mentre giovinette cantano la seguente canzone popolare:

M’ha caruta socrema malata
Non se n’e’ ghiuto manco no tornese;
Mo’ se n’e’ ghiuto no soleto sano
E a casa mia non se trova cchiune.

Nani,nani,nella,ni,nani,na
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I tartufai volturaresi


Il basso ceto volturarese,generalmente parlando,specie i contadini,chiamati foresi,sono espertissimi nella ricerca ed escavazione dei tartufi.I tartufi volturaresi sono stati sempre ricercati e Volturara in ogni tempo ha avuto il primato per tale specie di funghi sotterranei.Anzi debbo dire,che or sono parecchi anni quando ero Sindaco,un negoziante noto di Parigi si rivolse al Municipio di Volturara perche’ gli si indicasse un tartufaio di qui.I contadini e propriamente gli specializzati,gli addetti a tale mestiere sogliono andare alla ricerca di tartufi in quel di Bagnoli,Acerno e Calabritto nonche’ ai piedi del Terminio e alle contrade boscose: Verteglia,Celeca,Varrazzulo,le Fontane,Lovoscovo,Ischia,Acqua della Pietra,Falconara,Acqua dei Cavalli,Campolaspierto ecc..
I tartufi vengono ricercati e scavati da appositi cani i quali debbono mangiare prima un tartufo,ed a cio’ pensano soprattutto i loro padroni,in modo che i cani stessi,che sono piccoli a cui viene l’acuto odore dei tartufi,immantimente si mettono alla ricerca,scavando alla profondita’ di quattro dita e trovano dei tartufi della grandezza di una noce,di una patata e talvolta di una grossa mela.I contadini vanno in cerca di tartufi dal mese di Maggio sino a Settembre.E’ difficile recarsi d’inverno nelle suddette contrade a causa della neve e del gelo,dato che quei luoghi si trovano ai piedi ed alle falde del Terminio che come e’ noto e’ il piu’ alto e ridente monte dell’Irpinia.Alle volte e’ accaduto che i tartufai,recatisi in detti siti reconditi lontani e boscosi,che potrebbero chiamarsi foreste vergini,colti dall’infuriare della pioggia si sono rifugiati in qualche vecchio e cadente pagliaio dove sono stati costretti a pernottare coi rispettivi cani,fidi compagni di sventura.Quei luoghi com’e’ naturale sono infestati da grossi lupi,i quali nel cuore della notte vanno in cerca di preda,dando forti ululati da incutere spavento.Cio’ mi e’ stato raccondato da un tartufaio,vecchio del mestiere;lo stesso hanno affermato i pecorai che cola’ si recano nei mesi primaverili ed estivi,col loro gregge.Molti anni or sono un tartufaio,che di notte dormiva saporitamente sotto un mal costruito e cadente pagliaio Carmine Crola,uomo oltremodo coraggioso nel sentire sinistramente l’ululato della lupa,subito si alzo’,die’ di piglio ad un fucile,appeso ad una parete e stava per far fuoco sulla belva,che aveva appresso alcuni lupicini,ma la lupa emettendo un terribile ululato si allontano’ per salvare i suoi piccoli.



Gli eroici Caduti


I prodi soldati volturaresi caduti gloriosamente sui campi insanguinati di battaglia durante la IV guerra Nazionale:
1° Bisaccia Angelo,2° Buonopane Michele,3° Calabrese Ciriaco,4° Calabrese Arcangelo
5° Cristofano Michele,6° De Feo Pietro,7° D’Elia Alfonso,8° Del Percio Guido,9° Di Meo
Alfonso,10° Di Meo Angelo,11° Di Meo Atlante,12° Di Meo Giuseppe,13° Di Meo Ruggiero,14° Di Meo Michele,15° Discepola Antonio,16° Discepola Giuseppe,17° Feo Angelo,18° Feo Emilio,19° Feo Luigi,20° Feo pasquale,21° Feo Pietro,22° Frappaolo raffaele,23° Gallo Candido,24° Monzione Rizieri,25° Marino Onorio,26° Marra
Francesco,27° Marra Mario,28° Mele salvatore,29° Meloro Giuseppe,30° Meo Alessandro,
31° Meo Generoso,32° Meo Nicola,33° Marino Alfonso,34° Meo Virgilio,35° Montefusco
Alessandro,36° Pasquale Nicola,37° paradiso Luca,38° Pennetti Giuseppe,39° Pennetti raffaele,40° Pennetti Ruggiero,41° Petretta Francesco,42 Picardi Antonio,43° Picardi Alessandro,44° Pisacreta Sebastiano,45° Raimo Alfonso,46° Raimo Gilio,47° Sarno Giuseppe,48° Zirpolo Emilio,49° Sarno Ubaldo,50° Scelebraco Giovanni,51° Zirpolo Emilio,52° Meo Alessandro,53° De Feo nicola,54° Di Meo Giuseppe,55° Sarno carmelo,56° Picone Alfonso,57° Salerno Giovanni,58° Petretta Michele Arcangelo,59°
Pennetti Ruggiero.