Meredith
Michaels-Beerbaum, americana naturalizzata tedesca perchè sposata con
Markus Beerbaum (il fratello minore e meno famoso dei due), vince
la Finale di Coppa del Mondo, coronando un sogno rincorso almeno per un
anno, da quando un anno fa arrivò seconda alla Finale disputata a
Milano. Ha vinto il 27° titolo della FEI World Cup Jumping disputato a
Las Vegas, in mezzo al pubblico che non ha dimenticato le sue origini,
ai suoi amici e parenti che magari incontra di rado, ha vinto magari con
un cuore che batteva a mille per tutte le emozioni, ha vinto per
cancellare l’ultima gara quando dopo un barrage netto non tagliava la
linea del traguardo,ha vinto per riscattare le sue troppe frequenti
esclusioni dalla squadra che disputa le Coppe delle Nazioni, ha vinto
per cancellare la squalifica di doping che l’aveva costretta ad
esordire in ritardo quest’anno nelle tappe di qualificazione della
Coppa del Mondo. Non so se avesse altri motivi per vincere ma mi pare
che non siano proprio pochi questi!
La
finale è stata disputata su due giri, il primo molto tecnico e non
troppo alto (1,55 di media), il secondo un po’ più alto, un giro
relativamente semplice ma alto (1,60 di media) e con ben tre gabbie
(verticale due tempi verticale; largo un tempo largo; verticale su fosso
un tempo largo). Immagino qualche poveretto a quattro zampe che,
sbuffando da grosse narici, abbia pensato “Che s’adda fa per campà!!!!!!!
Baloubet
du Rouet non aveva molta voglia di vincere, quasi mi dà l’impressione
che si diverta a fare i dispetti al Campionissimo Rodrigo, quanto più
la vittoria è a portata di mano, più si diverte a non spiccare il
volo, infatti, nel secondo percorso ad un passo dalla vittoria, passa
rasoterra sull’ingresso della gabbia di verticali e per ribadire la
sua scarsa voglia di vincere, replica all’ostacolo successivo, della
serie la premiazione non voglio neanche sapere da che parte sia. Ci
aveva sperato Rodrigo, mai sazio di vittorie evidentemente, la
telecamera lo aveva inquadrato mentre guardava con molta attenzione il
primo percorso della rivale americana (gufava?) e scuoteva il capo,
sentiva nell’aria l’odore del tradimento imminente?
Ludger
Beerbaum entra in campo con quel Coulor Rubin, cavallo bello a vedersi,
sia come modello che come gesto, ma ormai non ha la stoffa del campione.
Stupisce
in negativo Arko III di Nick Skelton, che all’ingresso della III (che
coincidenza di numeri!) gabbia, verticale su fosso, non decolla, prende
la barriera in pieno, inciampa sulla stessa mentre si riceve,
inevitabile capriola per il campione britannico che atterra senza grosse
conseguenze ed esce senza tanto scomporsi (diamine è un lord!).
Un
veterano Michael Whitaker con Portofino vince la seconda posizione e si
lascia alle spalle una coppia di tedeschi agguerriti come Lars Nieberg
(che si è mangiato le mani per una fermata davanti ad una gabbia del
primo giro) e Markus Ehning con un bel grigetto che vola alto ma un
po’ distratto.
Roberto Bellotti |