La questione degli spazi aperti: ambiente, paesaggio, pianificazione (a cura di Fabrizio Bottini)
when you're dead, it's hard to find the light switch
[Woody Allen]

 
 
 
 

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Dichiarazione di Cork - “Un Europa rurale viva”

La Conferenza europea sullo sviluppo rurale Riunitasi a Cork, in Irlanda, dal 7 al 9 novembre 1996
Consapevole che le aree rurali - che ospitano un quarto della popolazione e rappresentano più dell’80% del territorio dell’Unione europea - sono caratterizzate da un tessuto culturale, economico e sociale particolare, da uno straordinario mosaico di attività e da una grande varietà di paesaggi (foreste e terre coltivate, siti naturali incontaminati, villaggi e piccole città, centri regionali, piccole imprese);
Convinta che le zone rurali e i loro abitanti rappresentano un’autentica ricchezza per l’Unione europea e del fatto che sono in grado di essere competitive;
Considerando che la maggior parte dell’Europa rurale è disseminata di terre agricole e foreste, che caratterizzano fortemente l’aspetto dei paesaggi europei; che l’agricoltura è e deve rimanere un tramite essenziale tra la popolazione e l’ambiente e che gli agricoltori sono chiamati ad essere custodi di gran parte delle risorse naturali del territorio rurale;
Ricordando che l’agricoltura e la silvicoltura non hanno più un ruolo di primo piano nelle economie dell’Europa, che il loro peso economico relativo è in costante calo e che lo sviluppo rurale deve pertanto interessare tutti i settori socioeconomici delle zone rurali;
Conscia del fatto che i cittadini europei sono sempre più attenti alla qualità della vita in generale e ai problemi relativi alla qualità, alla salute, alla sicurezza, allo sviluppo individuale e al tempo libero in particolare; che le zone rurali sono in una posizione privilegiata per soddisfare tali interessi, e che possiedono gli elementi favorevoli ad un modello autentico e moderno di sviluppo della qualità;

Annuncia il seguente programma:

1 - Preferenza rurale
Lo sviluppo rurale sostenibile deve diventare una priorità dell’Unione europea nonché il fondamento di ogni politica rurale nell’immediato futuro e dopo l’ampliamento. Obiettivo della politica rurale deve essere di arginare l’esodo rurale, combattere la povertà, promuovere l’occupazione e le pari opportunità e rispondere alle crescenti richieste in materia di qualità, salute, sicurezza, sviluppo personale e tempo libero nonché migliorare il benessere delle popolazioni rurali.

2 - Approccio integrato
La politica di sviluppo rurale deve essere multidisciplinare nell’ideazione e multisettoriale nell’applicazione e possedere una spiccata dimensione territoriale. Deve basarsi su un approccio integrato, che comprenda nello stesso quadro giuridico l’adeguamento e lo sviluppo dell’agricoltura, la diversificazione economica - in particolare le piccole e medie imprese e i servizi rurali -, la gestione delle risorse naturali, il potenziamento delle funzioni ambientali e la promozione della cultura, del turismo e delle attività ricreative.

4 - Sostenibilità
Le politiche devono promuovere uno sviluppo rurale che tuteli la qualità e l’amenità dei paesaggi rurali europei (risorse naturali, biodiversità e identità culturale) così che il loro sfruttamento da parte della generazione attuale non comprometta le prospettive delle generazioni future. Nelle azioni a livello locale dobbiamo essere consapevoli delle nostre responsabilità globali.

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Convenzione europea del paesaggio - Firenze, 20 ottobre 2000 - Relazione esplicativa

21. Le popolazioni europee chiedono che le politiche e gli strumenti che hanno un impatto sul territorio tengano conto delle loro esigenze relative alla qualità dello specifico ambiente di vita. Ritengono che tale qualità poggi, tra l’altro, sulla sensazione che deriva da come esse stesse percepiscono, in particolar modo visualmente, l’ambiente che le circonda, ovvero il paesaggio e hanno acquisito la consapevolezza che la qualità e la diversità di numerosi paesaggi si stanno deteriorando a causa di fattori tanto numerosi, quanto svariati e che tale fenomeno nuoce alla qualità della loro vita quotidiana.

22. Le attività degli organi pubblici in materia di paesaggio non possono più limitarsi a studi o a un’area ridotta di interventi, appannaggio esclusivo di certi enti scientifici e tecnici specializzati.

23. Il paesaggio deve diventare un tema politico di interesse generale, poiché contribuisce in modo molto rilevante al benessere dei cittadini europei che non possono più accettare di “subire i loro paesaggi”, quale risultato di evoluzioni tecniche ed economiche decise senza di loro. Il paesaggio è una questione che interessa tutti i cittadini e deve venir trattato in modo democratico, soprattutto a livello locale e regionale.

24. Il riconoscimento di un ruolo attivo dei cittadini nelle decisioni che riguardano il loro paesaggio puo’ offrir loro l’occasione di meglio identificarsi con i territori e le città in cui lavorano e trascorrono i loro momenti di svago. Se si rafforzerà il rapporto dei cittadini con i luoghi in cui vivono, essi saranno in grado di consolidare sia le loro identità, che le diversità locali e regionali, al fine di realizzarsi dal punto di vista personale, sociale e culturale. Tale realizzazione è alla base dello sviluppo sostenibile di qualsiasi territorio preso in esame, poiché la qualità del paesaggio costituisce un elemento essenziale per il successo delle iniziative economiche e sociali, siano esse private, che pubbliche.

29. I paesaggi d’Europa rappresentano un interesse locale, ma ugualmente un valore per l’insieme delle popolazioni europee. Sono apprezzati oltre il loro ambito locale e oltre le frontiere nazionali. Inoltre esistono paesaggi che presentano delle caratteristiche comuni da entrambi i lati di una frontiera e sono allora necessarie delle misure transfrontaliere per attuare degli interventi. Infine, i paesaggi sono esposti alle influenze, sia favorevoli, che sfavorevoli, di processi che possono essere provocati in altre zone e far sentire i loro effetti al di là delle frontiere. Per questo, è legittimo occuparsi dei paesaggi a livello europeo.
 
 

38. Il termine “ paesaggio “ viene definito come una zona o un territorio, quale viene percepito dagli abitanti del luogo o dai visitatori, il cui aspetto e carattere derivano dall’azione di fattori naturali e/o culturali (ossia antropici). Tale definizione tiene conto dell’idea che i paesaggi evolvono col tempo, per l’effetto di forze naturali e per l’azione degli esseri umani. Sottolinea ugualmente l’idea che il paesaggio forma un tutto, i cui elementi naturali e culturali vengono considerati simultaneamente.

“ Salvaguardia dei paesaggi “ riguarda i provvedimenti presi allo scopo di preservare il carattere e la qualità di un determinato paesaggio al quale le popolazioni accordano un grande valore, che sia per la sua configurazione naturale o culturale particolare. Tale salvaguardia deve essere attiva ed accompagnata da misure di conservazione per mantenere gli aspetti significativi di un paesaggio.

“ Gestione dei paesaggi “ riguarda i provvedimenti presi conformemente al principio dello sviluppo sostenibile per accompagnare le trasformazioni provocate dalle esigenze economiche, sociali o ambientali. Tali provvedimenti potranno riguardare l’organizzazione dei paesaggi o gli elementi che li compongono. Mirano a garantire la cura costante di un paesaggio e a vigilare affinché evolva in modo armonioso, allo scopo di soddisfare i fabbisogni economici e sociali. La gestione dovrà essere dinamica e dovrà tendere a migliorare la qualità dei paesaggi in funzione delle aspirazioni delle popolazioni.

“ Pianificazione dei paesaggi “ riguarda il processo formale di studio, di progettazione e di costruzione mediante il quale vengono creati nuovi paesaggi per soddisfare le aspirazioni della popolazione interessata. Occorre elaborare autentici progetti di pianificazione, soprattutto nelle aree maggiormente colpite dal cambiamento e fortemente deteriorate (periferie, zone periurbane ed industriali, litorali). Tali progetti di pianificazione si pongono come obiettivo la radicale ristrutturazione dei paesaggi degradati.

41. In ogni zona paesaggistica, l’equilibrio tra questi tre tipi di attività dipenderà dal carattere della zona e dagli obiettivi definiti per il suo futuro paesaggio. Certe zone possono richiedere una protezione molto rigorosa. Invece, possono esistere delle zone il cui paesaggio estremamente rovinato richiede di venir completamente ristrutturato. Per la maggior parte dei paesaggi, si rende necessario l’insieme delle tre tipologie di intervento, mentre altri richiedono uno specifico grado di intervento.

42. Nella ricerca di un buon equilibrio tra la protezione, la gestione e la pianificazione di un paesaggio, occorre ricordare che non si cerca di preservare o di “congelare” dei paesaggi ad un determinato stadio della loro lunga evoluzione. I paesaggi hanno sempre subito mutamenti e continueranno a cambiare, sia per effetto dei processi naturali, che dell’azione dell’uomo. In realtà, l’obiettivo da perseguire dovrebbe essere quello di accompagnare i cambiamenti futuri riconoscendo la grande diversità e la qualità dei paesaggi che abbiamo ereditato dal passato, sforzandoci di preservare, o ancor meglio, di arricchire tale diversità e tale qualità invece di lasciarle andare in rovina.