LA FORMAZIONE DEL PIANO
COMUNALE
Il Piano
comunale operativo
È lo strumento di trasformazione
urbanistico-ambientale esecutivo, concepito valido per un mandato amministrativo
quadriennale, da alcuni definito - come si è detto - il “piano del
Sindaco”. La sua rapidità di approntamento è, quindi, importante
quanto la sua precisione: ecco perché, anche per i comuni sforniti
di Piano comunale strutturale; e non dotati del centro comunale per le
informazioni territoriali, è necessario che la Provincia metta a
disposizione una completa banca dati, indispensabile alla formazione del
Piano comunale operativo. Dal Piano comunale strutturale il Piano comunale
operativo raccoglierà automaticamente i vincoli ambientali già
esecutivi e cogenti; mentre le altre previsioni del piano, pubbliche e
private, diventeranno vincolanti ed esecutive soltanto con il Piano comunale
operativo.
Il Piano comunale operativo includerà
dunque soltanto gli insediamenti e i servizi destinati a realizzarsi nel
corso del quadriennio. Saranno definiti gli ambiti di trasformazione intensiva,
selezionati dal Comune su esplicita richiesta delle proprietà che
hanno formato i comparti obbligatori, e quelli eventualmente previsti per
iniziativa pubblica con ipotesi espropriativa. Per questi ambiti dovrà
poi essere redatto, a cura dei promotori, il piano attuativo del comparto,
ma già il Piano comunale operativo registrerà le grandezze
essenziali: cioè la superficie edificabile, quella a verde privato
e ad uso pubblico (prevalentemente verde), nonché l’edificabilità
distinta per destinazioni (a meno della “quota flessibile”, che sarà
scelta, appunto, con il piano attuativo).
Nel Piano comunale operativo saranno anche
indicati gli ambiti di trasformazione estensiva, destinati agli interventi
di qualificazione diffusa, da attuare a mezzo di concessioni esecutive:
tali ambiti riguarderanno tutta la zona già edificata. Nelle zone
di valore storico la disciplina conservativa del Piano comunale operativo
predisporrà gli interventi secondo le modalità di legge vigenti,
e tale disciplina dovrà estendersi anche a complessi e manufatti
di pregio isolati nel tessuto urbano recente o nella zona agricola. Nelle
altre zone di trasformazione estensiva, per i singoli interventi sarà
sempre prevista la conservazione dei volumi e delle superfici utili esistenti,
mentre le destinazioni d’uso saranno disciplinate tenendo conto della necessità
di non aumentare il carico urbanistico-ambientale della zona. Nei lotti
di completamento saranno invece adottate densità fondiarie corrispondenti
alle densità territoriali previste per le zone omogenee circostanti.
I principali contenuti degli insediamenti
nel Piano comunale operativo saranno: la residenza e le relative quote
per l’edilizia residenziale di proprietà pubblica; gli uffici e
la direzionalità; le attrezzature; la grande e la piccola distribuzione;
i mercati, i depositi e i magazzini; l’artigianato diffuso e di servizio;
l’industria. I principali contenuti dei servizi nel Piano comunale operativo
saranno: il verde pubblico e le attrezzature, di quartiere e urbani; la
viabilità, i parcheggi pubblici e i trasporti collettivi; le infrastrutture
tecnologiche a rete. Infine, i principali contenuti del sistema ambientale
nel Piano comunale operativo, che non siano già previsti con gli
insediamenti e con i servizi, saranno: i vincoli ambientali derivati dal
piano strutturale; gli interventi previsti sul sistema idrogeologico; gli
interventi diretti previsti sul sistema vegetale e quelli indiretti, protezionistici,
previsti sul sistema faunistico.
Le previsioni del Piano comunale operativo
sono, dunque, affidate ai piani attuativi e alle concessioni esecutive
per gli insediamenti; per la parte relativa ai servizi, le previsioni sono
per una quota realizzate grazie alle cessioni gratuite in applicazione
degli standard e alle cessioni compensative a prezzo agricolo dei comparti
di trasformazione intensiva. Una seconda quota di servizi è invece
individuata direttamente dal Piano comunale operativo: e per tale quota
l’acquisizione dell’area avverrà in modo diverso, a seconda della
localizzazione.
Per l’espropriazione delle aree a servizi
e a verde pubblico comprese nei centri storici e nelle zone di completamento,
quando il nuovo regime immobiliare avrà raggiunto condizioni di
regime, dovrà essere superato l’attuale prezzo amministrato, sostituito
con il prezzo di mercato. In alternativa il Piano comunale operativo potrà
attribuire a tutta l’area l’edificabilità convenzionale stabilita
per la zona; con l’obbligo di trasferire la superficie utile, nell’ambito
della stessa zona omogenea o in una zona omogenea meno centrale, su aree
comunali da usare in permuta. Evitando insomma l’accumularsi di carichi
urbanistici eccedenti quelli localmente sopportabili.
Anche per l’acquisizione delle aree a
servizi e a verde pubblico - comprese nelle zone di espansione fra le quali
si troveranno spesso i nuovi parchi urbani di maggiore dimensione - una
volta raggiunte le condizioni di regime, potrà essere applicato
direttamente l’esproprio a prezzo di mercato. In alternativa, in questo
caso, il Piano comunale operativo potrà individuare la parte ove
concentrare l’edificabilità convenzionale prevista per la zona,
riservando la restante parte alle previste attrezzature o a parco.
Quale che sia la strada prescelta per
l’acquisizione dell’area - esproprio o soluzione compensativa - i vincoli
previsti dal Piano comunale operativo dovranno diventare esecutivi entro
il quadriennio previsto. E il piano dovrà quindi contenere le previsioni
finanziarie, non solo per l’acquisizione delle aree, ma anche per la realizzazione
delle opere. Il Piano comunale operativo rappresenta, dunque, anche un
vero e proprio programma d’attuazione: contenendo le previsioni di massima
di tutti i finanziamenti pubblici necessari alla realizzazione delle relative
opere. Disponibilità finanziaria di bilancio che costituirà
la condizione perché le opere, proposte dalle diverse entità
pubbliche, siano incluse nel Piano comunale operativo, e possano ottenere
di conseguenza l’indispensabile concessione esecutiva.
La parte normativa del Piano comunale
operativo avrà anch’essa, logicamente, una struttura fortemente
operativa. La nuova legge urbanistica suggerirà, comunque, di formulare
impianti normativi molto snelli: il che sarà reso possibile dalla
drastica semplificazione che la legge stessa impone al processo di piano.
Una revisione normativa e regolamentare dovrà essere per altro prevista
dalla legge, con la formulazione di una proposta tipo, che combini il nuovo
Regolamento esecutivo (sostitutivo del vecchio Regolamento edilizio) e
le Norme urbanistico-ambientali del Piano comunale operativo. Il nuovo
Regolamento esecutivo non sarà però allegato al Piano comunale
operativo, bensì al Piano comunale strutturale e potrà anzi
- con le eventuali modifiche - sopravvivere agli strumenti urbanistici
di medio periodo; esso rappresenta di fatto, per importanza, il terzo strumento
innovativo della pianificazione e gestione urbanistica comunale, dopo il
Piano strutturale ed il Piano operativo.
Le caratteristiche del Piano comunale
operativo comporteranno l’utilizzo di scale cartografiche esecutive, variabili
fra 1 :2.000 e 1 :5.000. Ciò significa che, per i Comuni di grande
dimensione territoriale, è opportuno che il Piano comunale operativo
sia disaggregato per circoscrizioni, continuando ad utilizzare la scala
cartografica 1:10.000 per l’inquadramento ed il collegamento con il piano
strutturale.