Il Piano Regolatore Generale comunale (a cura di Gabriele Calmanti)

 

 
 
 
 

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Introduzione
 
 

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 Testo elaborato dal curatore sulla base di: S. Alberico, G. Paludi, Legislazione urbanistica/nozioni minime – strumenti di conoscenza, materiali per il corso di urbanistica a.a. 2001-2002, prof. C. Carozzi, 2° Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino; Valeria Erba, Il Piano Regolatore Comunale, Ediziodi delle Autonomie, Roma 1987
 

I contenuti del Prg

I principali elementi indicati dal piano

Sistema infrastrutturale della mobilità

· Rete della viabilità primaria e secondaria (esistente, di riqualificazione, di ampliamento, di progetto)
· Rete ferroviaria
· Vie d’acqua
· Porti e aeroporti
· Rete del trasporto urbano (metropolitane, metrotranvie …)


Azzonamento funzionale 

· residenza, industria, commercio e terziario, agricoltura, servizi, parchi (esistenti e di progetto)


Aree ed edifici di uso pubblico

Vincoli da osservare nelle zone a carattere storico, ambientale , paesistico

Norme Tecniche di Attuazione (NTA)

· regole generali e specifiche per ogni zona del piano


Le zone omogenee e gli standard urbanistici

Il D.I. 1444/68, in attuazione dell’art. 17 della L. 765/67 ha apportato alcune importanti modifiche ed integrazioni alla L. 1150/42 con l’obiettivo di garantire un ordinato sviluppo edilizio e una corretta dotazione di spazi pubblici o di uso pubblico in relazione agli insediamenti.
E’ stata introdotta una classificazione del territorio per zone omogenee:

zona A: parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale
zona B: parti del territorio, diverse dalle zone A, totalmente o parzialmente edificate (si considerano parzialmente edificate le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non sia < 12,5% (un ottavo) della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia > 1,5 mc/mq)
zona C: parti del territorio destinate a nuovi complessi insediativi, che risultino inedificate o nelle quali l’edificazione preesistente non raggiunga i limiti di superficie e densità delle zone B
zona D:  parti del territorio destinate a nuovi insediamenti industriali o ad essi assimilati
zona E:  parti del territorio destinate ad usi agricoli
zone F:  parti del territorio destinate ad attrezzature ed impianti generali


Il Decreto inoltre stabilisce i rapporti minimi tra spazi destinati agli insediamenti residenziali, terziari-commerciali, industriali, e gli spazi pubblici ad essi connessi.
Si definisce standard urbanistico la quantità minima, fissata per legge, di servizi pubblici necessaria alla realizzazione di ogni insediamento e indispensabile alla città nel suo complesso.
Sono fissate le dotazioni minime (misurate in mq/abitante) per ogni tipologia funzionale di insediamento:
 

servizi di quartiere: residenza  18 mq/ab di cui 
2 mq/ab per attrezzature collettive,
4,5 mq/ab per attrezzature scolastiche dell’obbligo
2,5 mq/ab per parcheggi
9 mq/ab per verde pubblico attrezzato
servizi di quartiere:industria
10% della Superficie Territoriale
servizi di quartiere: terziario-commercio
100% della Slp
servizi di livello urbano   17,5 mq/ab di cui
     1 mq/ab per attrezzature sanitarie ospedaliere
      1,5 mq/ab per attrezzature scolastiche superiori
      15 mq/ab per parchi urbani e territoriali


Si tratta di minimi di legge validi per tutto il territorio nazionale. Ogni regione ha potuto successivamente dotarsi, attraverso provvedimenti legislativi regionali, di standard minimi diversi, prevedendo quantità maggiori e articolate in modo differente, ma in ogni caso mai inferiori ai minimi del Decreto.
Gli standard urbanistici in Lombardia sono stati quantificati inizialmente dalla L.R. 51/75 e successivamente modificati dalla L.R. 1/2001 che è l’attuale riferimento regionale in materia (vd lezione 12).

I vincoli

E’ definito vincolo qualsiasi prescrizione normativa che neghi o limiti l’edificazione di determinate aree.
Sulla base di un insieme di provvedimenti legislativi specifici il Prg individua nel territorio comunale tutte quelle aree che per motivazioni di salvaguardia ambientale o di carattere geologico devono essere mantenute inedificabili (ad es. fasce di rispetto fluviali, zone di esondazione, zone sismiche); sono inoltre individuate tutte quelle aree che presentano vincoli di inedificabilità totale o parziale di varia natura come: 
 

fasce di rispetto delle infrastrutture:
strade
ferrovie
aeroporti
elettrodotti, metanodotti ecc.
zone di rispetto degli impianti tecnologici acquedotti
 pozzi
 depuratori
 industrie a rischio
zone di rispetto cimiteriale
presenza di bellezze architettoniche o ambientali