L'ANALISI INFRAROSSA

Uno dei primi problemi che si presenta è pertanto l'identificazione dei materiali e degli inchiostri. Una tecnica analitica molto potente sviluppata in questi ultimi anni è la spettroscopia infrarossa in trasformata di Fourier (FTIR), che permette di estrarre l'informazione sulla composizione dei materiali usando poche fibre di campione.
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In Fig.1 vengono riportati alcuni spettri FTIR caratteristici di vari tipi di carte, moderne ed antiche, in diverso stato di conservazione.
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Come abbiamo visto in Fig.1, la maggior parte delle bande FTIR più significative ricadono in un ristretto intervallo di frequenze (tra 1500 e 2000 cm-1), spesso sovrapponendosi le une alle altre e mascherando perciò la sottostante informazione spettrale.
Uno dei vantaggi degli spettrofotometri IR a trasformata di Fourier è la possibilità di registrare i dati su un calcolatore, permettendone l'elaborazione. Una potente tecnica matematica, la cosiddetta deconvoluzione, permette di riconoscere le sottostanti bande infrarosse che, sommandosi, hanno dato origine allo spettro finale.
Il metodo è illustrato nella Fig.2:
Deconvoluzione di uno spettro FTIR la banda originale (in nero), registrata dallo strumento e relativa ad un campione di carta ossidata, viene scomposta nei suoi elementi costitutivi, di cui alcuni tipici della cellulosa (in blu), ed altri relativi all'ossidazione (in rosso). La somma delle bande rosse e blu riforma con buona approssimazione lo spettro iniziale (tracciato grigio-verde sovrapposto all'originale in nero).

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