Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Siamo lieti di ospitare su la
repubblica di Tersite l'intervento del dott. L. Ruberto.
Il
valore delle parole
di
Luigi Ruberto
Spesso, ho incontrato persone che mi hanno espresso una loro chiara
e definita visione della vita, in relazione al valore delle parole,
degli eventi culturali, dello scambio di idee.
Chi
erano costoro? Forse persone che hanno costruito il loro futuro su
altre basi,quali il coinvolgimento concreto e tangibile delle realtà
disseminate tra i meandri delle menti umane.
Il
fatto ancora più grave, è che costoro asserivano con acume e ciglio
prepotente, che si, era così, contano i fatti le chiacchiere non
servono. Naturalmente il dubbio non poteva che assalirmi, farmi
almeno riflettere.
Poi ho
meglio imparato ad analizzare le persone con cui mi trovo ad
interloquire, e colgo sempre più spesso che il limite della mente
umana risiede nel rigettare e disprezzare quello che quella persona
in quel preciso momento non è capace di fare o di porre in essere
con il suo carattere o con le competenze. Ed allora che dire di
costoro? Che erano e sono degli ignoranti? Non credo, sicuramente
erano e sono persone limitate, a volte anche spaventate, dalle
scelte che possono portare cambiamenti e innovazioni, date dal
sapere e dall’uso della parola. Dunque proprio queste persone che
disprezzavano e disprezzano il dialogo, tramite l’uso della parola e
non dei gesti, mi hanno fatto sempre di più comprendere che l’uso
della parola e dell’arte del dialogo maieutico socratico è alla base
del nostro interagire.
Se poi
questo interagire è un interagire che porta dei frutti questo sta
alle singole capacità dei soggetti agenti, e non all’uso che essi
fanno delle parole. Le parole reggono il mondo potremmo dire. Le
parole costruiscono pace. Le
parole costruiscono guerre.
La
parole sono l’essenza del rapporto tra noi esseri umani, sono lo
strumento più sottile per dare strutturazione alla realtà
circostante e alla evoluzione del nostro io.
Quando
le parole costruiscono raggi di luce, crescono generazioni sagge,
lungimiranti, costruttive,che lasciano il segno del loro passaggio.
Se si
osserva l’evoluzione dell’uomo nella storia recente, si comprende
che proprio l’uso della parola che ha costruito democrazie
illuminate e ha poi portato alla costruzione di società evolute,
quando invece c’è stato un controllo illimitato delle masse
l’autoritarismo ha partorito periodi storici bui e tempestosi privi
di luce e di futuro. Le interazioni umane tramite l’uso del
linguaggio verbale sono dunque alla base del successo dei singoli e
delle dinamiche di gruppo, seppur oggi apparentemente e per un
periodo determinato l’uso delle nuove tecnologie, può dare un
apparente ed effimero successo, come di fatti è.
Ancora
oggi ciò che resta e dura sono i saperi e la capacità di
relazionarsi e di argomentare ragionamenti,
logici,futuristici,complessi, dinamici, coinvolgenti e anche
contraddittori.
Tutto
quanto detto, sembra apparentemente alla portata di tutti ma così
non è.
Anche
questo mio dire, potrà avere un suo valore per come verrà letto,
inteso ed interpretato per l’uso ed il valore che diamo al
contenuto delle parole.
A volte
per alcuni ciò che è semplice è per altri complesso, questo ci fa
capire come siamo soggetti agenti diversi e come il nostro agire
viene letto in modi diversi in relazione a chi ci troviamo di fronte
così come coloro che mi indicavano l’inutilità delle parole e delle
relazioni sociali tra più individui.
Un
elemento anche questo tipico delle società chiuse e patriarcali,
dove pochi devono decidere per molti e limitare così la
partecipazione democratica delle scelte tramite l’uso della parola.
Un
elemento che contraddistingue anche le associazioni criminali, dove
l’omertà altro non è che la negazione della parola, seppur tutti
sono a conoscenza dei fatti e degli accadimenti.
Con
l’introduzione dell’uso del linguaggio scritto e parlato, si è di
fatti passati dalle società chiuse ed oligarchiche a quelle erudite
aperte e democratiche, dove il consenso popolare legittima la
rappresentanza e non le scelte politiche, che sono sempre opinabili
e suscettibili di migliorie, quando non del tutto errate.
Eppure,
ancora oggi questo straordinario strumento del linguaggio parlato è
controllato,limitato, attenzionato.
Esso
altro non è che uno strumento base dell’iterazione sociale, che
punta al consenso maggioritario, circondato da altri elementi a
corredo, che possono essere la ricchezza,la bellezza,gli interessi,e
ogni altra forma di interesse umano o di sentimento,che desta
comunque attrazione.
Le
parole dunque hanno un valore intrinseco e trovano terra fertile
nelle azioni conseguenti, ma esse hanno un valore a prescindere,
perché esse sono già un fatto divenuto realtà, seppur illustrano e
narrano fatti in divenire, o accaduti. Esse dunque sono e saranno
sempre più uno strumento di unione e divisione ma comunque di
dinamicità inter relazionale tese a sviluppare sempre più quello che
è stato ed è l’evoluzione antropologica dell’essere umano.
9 novembre 2009
commento di Vito Feninno
le parole non
esistono. non hanno la capacità di sorreggere. rimangono sospese in
un limbo. nel limbo della inazione. le parole filiano dalla
propaganda delle elities per seminare idolatria e ideologia, per
tenere in ostaggio la realtà materiale delle persone.
Carl Marx amava dire
che non esiste pensiero che non derivi dalle condizioni materiali
dei soggetti. chi ha il potere nega la realtà e forza il pensiero
delle persone sostituendo ad essa i desideri e la speranza. mentre
le condizioni materiali delle persone interrogano incessantemente
l'uomo, egli non saprà più distinguere tra realtà e aspirazioni.
risposta di
L. Ruberto, al commento di Feninno
Carissimo compagno, Marx è superato dalla Storia. Fattene una ragione.
Le parole esistono e sono l'anticamera dell'azione, come quella posta in
essere da te per commentare il mio pensiero.
Come vedi smentisci te stesso.
Saluti.
dott Luigi Ruberto
09 novembre 2009
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