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(Per incontro pubblico su  ACQUA  E  RIFIUTI venerdì 29 maggio  ore 20.30 sala A.Moro Fabbrico)

PRIVATIZZARE L’ACQUA E’ UN ATTACCO ALLA DEMOCRAZIA

SENZA ACQUA NON C’E’ VITA

Un comune che privatizza l'acqua perde il diritto di rappresentanza dei cittadini.

*       di  Vito Feninno*

ll decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito in legge pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 195 del 21 agosto 2008 reca all’

Art. 23-bis.
Servizi pubblici locali di rilevanza economica

comma1. Le disposizioni del presente articolo disciplinano l'affidamento e la gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, in applicazione della disciplina comunitaria e al fine di favorire la più ampia diffusione dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento e di libera prestazione dei servizi di tutti gli operatori economici interessati alla gestione di servizi di interesse generale in ambito locale, nonche' di garantire il diritto di tutti gli utenti alla universalità ed accessibilità dei servizi pubblici locali ed al livello essenziale delle prestazioni. Le disposizioni contenute nel presente articolo si applicano a tutti i servizi pubblici locali e prevalgono sulle relative discipline di settore con esse incompatibili.

comma5. Ferma restando la proprietà pubblica delle reti, la loro gestione può essere affidata a soggetti privati.

Tutti i servizi pubblici locali, quindi, di rilevanza economica in materia di rifiuti, trasporti, energia no alla mercificazione dell acquaelettrica e gas, nonche' in materia di ACQUA possono PERTANTO essere privatizzati e la loro gestione sottomessa alle regole dell’economia capitalistica.

Se si dice che l’acqua è vita allora non si può privatizzarla. E’ un non senso. Come si fa a privatizzare effettivamente la fonte principale della vita? Come è possibile privatizzare o comprare le nuvole? I fautori della privatizzazione dell’acqua come il governo Berlusconi con l’appoggio dell’opposizione, in particolare del Pd, nella persona dell’ex ministro-ombra Lanzillotta dicono: “non è vero che privatizziamo l’acqua: privatizziamo il servizio idrico, mentre invece l’acqua resta un bene naturale, un bene comune, un bene pubblico e quanto diciamo di  privatizzare noi privatizziamo solo il servizio idrico, e continueremo a portare l’acqua potabile sia ai contadini che alle imprese perché resta l’obbligo di servizio di universalità”.

Ma come si fa ad affermare l’obbligo di servizio di universalità quando si introduce il concetto di privatizzazione di un bene, se privato è sinonimo di profitto e di utile giacchè la gestione dei servizi è sottomessa a regole di economia capitalistica?

TUTTO QUESTO E’ VERGOGNOSO!

Questo non è progresso. Questo è MERCIFICAZIONE DI UN BENE. Il che significa che si mercifica la vita e che il diritto alla vita, in questo caso, passa ancora una volta dal nostro potere d’acquisto: se io pago il diritto me lo garantisco altrimenti quel diritto rimane solo espresso e non fattuale, reale, concreto. DIRITTO NON DISPONIBILE.

In una società dove i cittadini sono stati declassati a CONSUMATORI se non abbiamo nessun potere di acquisto non siamo neanche consumatori e quindi non “esistiamo” neanche come cittadini! Perché il nostro potere in una società capitalista dipende unicamente dal nostro potere d’acquisto delle merci. Privatizzando un bene come l’acqua, l’acqua diventa di fatto merce e quindi diventa disponibile solo in base alla nostra capacità d’acquisto.

Privatizzando e mercificando l’acqua allora i Comuni cosa diventano? Cosa diventa un Sindaco di una Giunta Comunale? Diventa sempre di più membro di un Consiglio di amministrazione di una società per azioni. E come Sindaco sparisce. E i rappresentanti delle istituzioni territoriali pubbliche diventano sempre più una specie di Consiglieri di amministrazione di imprese private.

Un Comune ridotto a semplice Consiglio di amministrazione, che svende i propri segmenti economici alla fin fine finisce solo per difendere i propri interessi pretendendo il rendimento: perché pretenderà una gestione ottimale cercando il profitto e i dividendi.

Aver accettato la mercificazione del diritto alla vita, aver accettato la trasformazione dei Comuni in una sorta di Consigli di amministrazione significa aver DISTRUTTO LA DEMOCRAZIA e oggi parlare di democrazia non ha senso. Parlare di PARTITO DEMOCRATICO, di PARTITO delle LIBERTA’, non ha senso.

Se noi siamo ancora dei cittadini e non dei consumatori, allora ci dobbiamo opporre a questa delittuosa privatizzazione e mercificazione dell’acqua.

Per fare questo occorre ripartire dai comuni come luoghi assembleari dove i consiglieri rappresentanti del popolo deliberano in difesa  di tutti i beni comuni e universalmente dichiarati.

Vogliamo che il prossimo Consiglio Comunale di Fabbrico faccia la pace con l’acqua. Perché se non facciamo pace con l’acqua non facciamo pace con la vita.

E se non facciamo pace con noi stessi, col genere umano, non saremo meritevoli di poter permetterci di rappresentare il futuro.

 

(*Coordinatore per PRC di Fabbrico, Vito Feninno)

 

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