Sabato 3 giugno 2006: partenza per Warszawa.Invero nel giorno piovoso la meta si prefigge il primo alloggio oltre Budapest, senza arrivarci bagnato di pioggia.Nei giorni successivi il pensiero sarà solo per la tappa seguente.E' la magiia per andare lontano.
Panorama da Buda.
Disceso al Danubio camminante, attraverso il fiume sul Ponte delle Catene.Ricercatolo, secondo indicazioni chieste giorni fa, in una piazzetta poco discosta dal Parlamento sta il Monumento a Nagy Imre.Commuove.
Gli Ungheresi si fanno fotografare abbracciati alla statua dello eroico Primo Ministro.
Il Danubio è in piena: a Vac 5 metri sopra lo zero.Pista ciclabile allagata.
Szob:traghetto.
Esztergom: Basilica e Ponte Maria Valeria.
Corto ritorno in Ungheria, nel tratto fra Letkes(H)e Sahy(SK).
Definitivamente in Slovacchia.Cortesia ai controlli di confine: il trattato di Shengen ancora non vige.
Strada poco risalente sino a Banska Bistrica.
Monumento in Memoria dei milioni di soldati sovietici caduti nella seconda guerra mondiale.
Anche Loro Caduti per la Libertà di tutta l'Europa.
Sale la strada sino a1000 metri di quota e ridiscende alla pianura che scorre fra i Bassi Tatra , al Sud, e gli Alti Tatra.Un villaggio prima di Besenova.
Pedalando sui saliscendi verso Liptowsky Mikulas.
A Liptosky Hradok La Strada della Libertà: CESTA SLOBODY.
A Podbanske passa alta una "Magistrala Tatranska":è un sentiero fra i pini e gli orsi, inidoneo a bici da strada.
Il Krivan, emblema di Slovacchia.La Cesta Sloboby trascorre alta fra foreste, in parte devastate da un uragano, in parte, mi sembra, da umani.Strbske Pleso sta a circa 1200 m s. M.
Ridiscesi quasi alla pianura, si risale a circa 1000 metri, a Tatranska Javorina dopo Zdiar.
Discesa di alcuni kilometri.
Si perde tempo al controllo di confine di Lysa Polana.La Polonia annota nello elaboratore i transitanti UE .
Al bugigattolo del cambio file spropositate.Me'n vo.
Salite, saliscendi e asfalti molto traballanti nel Parco Nazionale, strada diretta per Zakopane.
Sulla antiquata strada che da Zakopane discende a Myslenice traffico intenso, conducenti imbestiati, e solcature longitudinali caratteristiche di alcune strade polacche.Rischiose alla trazione ciclistica: la pedivella può confricare con il dosso delle solcature.Almeno la strada nazionale non è impedite ai ciclisti, nemmeno quando diviene sontuosa strada doppia carreggiata con larghe banchine asfaltate.A saliscendi toboggan sino a Krakow.
Sono i sublimi territori patrii di papa Giovanni Paolo II, Jana Pawla Drugi.
Da Cracovia verso Czestochowa attraverso il Parco Nazionale Olcowski, formazioni giurassiche, e i castelli di Skala e Ogrodzienec.
La mazza di Hercole, intesa clava.
Il venerato Santuario di Czestochowa
Verso PiotrkowTribunalski sulla vecchia nazionale, sostituita da superstrada tipo autostrada.Fa caldo.
Verso Lodz,( L barrato); Lodz si pronuncia uuc, c dolce.Un tronco stradale nefasto, di poi si va, larghi.
Kuba, diciottenne ciclista di Lodz,bici e abbigliamento da corsa,si ferma in conversari che mi rinfrancano.
Il tronco conclusivo verso Varsavia.Sulla strada da Poznan convogli di Tir.La strada ha banchine plausibili e scantonamenti nei centri abitati su pistine laterali lastricate sussultanti e erbate. Le curano comunque:l'erba ai bordi strade cresce contemporaneamente, ma in tale lasso di tempo non può essere tagliata.
I soldati di Polonia hanno combattuto per le Libertà degli Italiani.
Memento .
Fine della parte seconda
L'autore:Giorgio Mazza
Compilato il 24 agosto 2006.
Correzione il 3 settembre 2006
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