I flussi ionici che si realizzano sia durante la depolarizzazione
che durante la ripolarizzazione di un segmento cardiaco realizzano
delle correnti elettriche che possono essere registrate dai due
poli di un galvanometro posizionato direttamente a contatto con
il muscolo cardiaco o sulla superficie corporea
L'elettrocardiografo è un particolare galvanometro in grado
di registrare intensità e polarità di una corrente
elettrica tra due poli (rispettivamente
positivo e negativo).Tecnicamente la registrazione elettrocardiografica
può essere fatta sia con tecnica Bipolare che Unipolare.
Registrazione Bipolare
Una registrazione bipolare si ottiene registrando il passaggio
di corrente tra due punti ben definiti della superficie
corporea (o del miocardio) in cui
vengono applicati rispettivamente il polo positivo e quello negativo
dell'elettrocardiografo.
Registrazione Unipolare
La registrazione unipolare si prefigge di registrare il passaggio
di corrente in un punto della superficie corporea rispetto a tutto
il restante mezzo elettrico. Da un punto di vista strettamente
tecnico la derivazione unipolare si ottiene collegando il punto
in cui si voglia effettuare la registrazione al polo
positivo (elettrodo esplorante) mentre tutti i restanti punti
di registrazione vengono collegati simultaneamente al polo negativo
(elettrodo indifferente).
Per convenzione l'elettrocardiografo rappresenta positivamente
rispetto alla linea isoelettrica un fronte di depolarizzazione
che si dirige verso il polo positivo, negativamente un'onda di
depolarizzazione che si allontana dal polo positivo ed isodifasicamente
un fronte di depolarizzazione che è perpendicolare
al dipolo di registrazione. Per quel che riguarda la ripolarizzazione
ventricolare le regole sono inverse rispetto a quelle della depolarizzazione:
l'elettrocardiografo registra come positivo un fronte di ripolarizzazione
in allontanamento e negativo in avvicinamento.
L'elettrocardiogramma registra dei segnali elettrici in funzione
del tempo e pertanto quando si analizza un tracciato elettrocardiografico
si deve prendere
in considerazione l'ampiezza, la durata e la frequenza di ogni
evento elettrico registrato.
L'ampiezza dei segnali elettrici viene riportata in millivolts;
nella taratura classica un millivolt corrisponde ad una ampiezza
del segnale di un centimetro (1 mV=1cm).
L'unità di tempo viene riportata in secondi o millisecondi;
nella taratura classica la velocità di scorrimento della
carta è pari a 25 millimetri al
secondo(25 mm/sec). Entrambe queste unità di misura possono
liberamente essere sia raddoppiate che dimezzate a seconda delle
esigenze. La frequenza cardiaca in un tracciato a velocità
convenzionale (velocità di scorrimento: 25 mm/ sec) può
essere facilmente calcolata osservando il rapporto tra due eventi
consecutivi e la quadrettatura della carta elettrocardiografica
che presenta una suddivisione
pi¨ marcata in quadrati grandi il cui lato è pari a
5 mm; ogni lato di un quadrato grande risulta contenere 5 quadrati
piccoli di 1 mm di lato. La frequenza cardiaca può essere
banalmente ottenuta dividendo il numero 300 per il numero di quadrati
grandi che risultano presenti tra due QRS : ad esempio se tra
due QRS sono presenti quattro quadrati grandi la frequenza ventricolare
sarà 75 battiti al minuto (300:4=75).
Elettrocardiologia alle "soglie" del 2000 |