Derivazioni Elettrocardiografiche


L'attivazione di ogni segmento cardiaco può essere rappresentata da un vettore caratterizzato da una particolare posizione spaziale. Per poter caratterizzare la posizione spaziale di un vettore cardiaco sono state introdotte le derivazioni cardiache che forniscono la possibilità di osservare l'attivazione cardiaca da più punti dello spazio.
L'elettrocardiogramma convenzionale è costituito da 12 derivazioni di cui sei sul piano frontale e sei sul piano orizzontale.
Sul piano frontale l'ipotesi iniziale del triangolo di Eintoven si basava sulla possibilità di registrare tre derivazioni bipolari (I, II e III) prendendo tre
punti di riferimento (braccio destro, braccio sinistro, gamba sinistra) all'apice di un triangolo equilatero che ha al centro il cuore.
La derivazione D1 si ottiene colleganto il polo positivo al braccio sinistro ed il polo negativo al braccio destro; la derivazione D2 si ottiene collegando il polo positivo alla gamba sinistra ed il polo negativo al braccio destro; la derivazione D3 si ottiene collegando il polo positivo alla gamba sinistra ed il polo negativo al braccio sinistro.
Alle tre derivazioni bipolari sono state successivamente aggiunte tre derivazioni unipolari degli arti che si ottengono collegando il polo positivo ad un arto (aVR:braccio destro, aVL:braccio sinistro, aVF:gamba sinistra) mentre il polo negativo viene collegato ai restanti arti con l'interposizione di una resistenza di 5000 Ohm. Il piano frontale viene cosý ad essere esplorato da sei derivazioni sfalzate una dall'altra di 30°


(Fig 10)
Le derivazioni unipolari del torace (derivazioni precordiali) si ottengono collegando l'elettrodo esplorante in punti ben definiti del torace




(Fig. 11)
VI 4_ spazio intercostale sulla marginostemale destra
V2 4_ spazio intercostale sulla marginostemale sinistra
V3 punto di mezzo tra V2 e V4
V4 5_ spazio intercostale sulla emiclaveare
V5 5_ spazio intercostale sulla ascellare anteriore
V6 5_ spazio intercostale sulla medio ascellare.
Derivazioni elettrocardiografiche non convenzionali di utilità in situazioni particolari
Oltre alle derivazioni elettrocardiografiche convenzionali è possibile far ricorso a derivazioni particolari come le derivazioni bipolari toraciche o le derivazioni esofagee. Le derivazioni bipolari toraciche vengono ottenute posizionando i due poli sul torace; possono così essere ottenute tre derivazioni
ortogonali (X,Y,Z) solitamente usate per la vettorcardiografia, l'elettrocardiografia ad elevata risoluzione e per la registrazione dinamica
secondo il metodo di Holter. Le derivazioni esofagee ottenute sia con tecnica unipolare che bipolare sono particolarmente utili per identificare l'attività
elettrica dell'atrio quando non chiaramente evidente dal tracciato convenzionale; tale aspetto è particolarmente utile nella diagnosi aritmologica
in cui l'identificazione dell'attivazione atriale rappresenta l'elemento diagnostico fondamentale


(Vedi la figura 80


e la figura 92).

 

  Giuseppe Bagliani
Elettrocardiologia alle "soglie" del 2000