Per convenzione si definisce
come ventricolare qualunque battito originante al disotto della
biforcazione del fascio di His e quindi attivante i ventricoli
in maniera eccentrica rispetto ala sistema di eccitoconduzione,
generando ventricologrammi di morfologia bizzarra e di durata
aumentata.
Diversi elementi contribuiscono ali' inquadramento elettrocardiografico
delle aritmie ipercinetiche ventricolari; verranno qui di seguito
elencati i punti che, analizzati accuratamente, contribuiscono
alla corretta diagnosi elettrocardiografica.
Frequenza della aritmia
Il valore di frequenza uguale o superiore a 120 battiti al minuto
solitamente identifica una tachicardia ventricolare. Un ritmo
che origini nei ventricoli ad una frequenza compresa tra 50 e
120 battiti al minuto viene definito come Tachicardia idioventricolare
(sinonimi: tachicardia ventricolare lenta, o ritmo idioventricolare
accelerato)
Sincronizzazione della camera ventricolare
La sincronizzazione della camera ventricolare è elemento
di fondamentale importanza sia dal punto di vista elettrocardiografico
che clinico.
Da un punto di vista elettrocardiografico la sincronizzazione
ventricolare si caratterizza per la presenza di una attività
ventricolare organizzata alla frequenza tipica dell'aritmia, a
differenza dell'attività desincronizzata che si evidenzia
sull'elettrocardiogramma di superfìcie per la continua
variazione morfologica dei ventricologrammi che a volte possono
anche risultare anche poco distinguibili. E' possibile anche osservare
delle forme con grado di sincronizzazione intermedia o il passaggio
da una forma sincronizzata ad una desincronizzata.
Il grado di sincronizzazione ha un diretto equivalente clinico
in quanto una camera ventricolare che perde la sua sincronizzazione
elettrica perderà anche qualunque forma di attività
contrattile, mentre la presenza di una sincronizzazione elettrica
garantisce una certa attività meccanica del ventricolo
che può essere sufficiente a mantenere le funzioni vitali
dell'organismo.
Durata e tollerabilità dell'aritmia
In corso di un ritmo sopraventricolare un battito originante nei
ventricoli costituisce un battito ectopico ventricolare che può
presentarsi isolato o in coppia. Nella eventualità in cui
i battiti ectopie! ventricolari si presentino consecutivamente
in numero uguale o superiore a tre ci troveremo di fronte ad una
tachicardia ventricolare.
In base alla durata ed ai criteri clinici di tollerabilità
emodinamica le aritmie ipercinetiche ventricolari si distinguono
in sostenute e non sostenute. Vengono definite non sostenute le
aritmie ipercinetiche ventricolari che spontaneamente durano meno
di trenta secondi, mentre sostenute sono le aritmie ipercinetiche
ventricolari che hanno una durata superiore a 30 secondi o che
comunque necessitano di manovre rianimatorie a causa della loro
cattiva tollerabilità emodinamica.
Morfologia
In base alla morfologia dei complessi ventricolari le aritmie
ipercinetiche ventricolari possono inquadrarsi in monomorfe se
tutti i ventricologrammi sono rigorosamente uguali tra loro o
polimorfe se i ventricologrammi assumono due o più morfologie.
Inquadramento classifìcativo delle aritmie ipercinetiche
ventricolari
Una classificazione generale delle tachiaritmie ventricolari può
essere effettuata in base a criteri di frequenza di depolarizzazione,
di morfologia dei ventricologrammi ectopici, di durata dell'episodio
tachiaritmico e di tollerabilità emodinamica dello stesso.
Alcuni aspetti elettrocardiografici delle aritmie ipercinetiche
ventricolari identificano situazioni cllniche completamente diverse
potendo andare da quadri di assoluta benignità a situazioni
prognosticamente definibili come maligne.
La tachicardia idioventricolare
nota anche con i sinonimi di ritmo idio ventricolare accelerato
o tachicardia ventricolare lenta è dovuta ad un meccanismo
di esaltato automatismo di un focus ventricolare che scarica alla
frequenza di 50-120/min' (analogamente ad un ritmo idioventricolare
che scarica invece a frequenze inferiori a 50 battiti al minuto).
I ventricologrammi sono generalmente monomorfi, larghi ma possono
non superare di molto i 120
millisecondi se originano nel sistema specifico di conduzione.
La tachicardia idio ventricolare ha un grande significato clinico
nell' era fìbrinolitica dell'infarto miocardico acuto,
in quanto è un affidabile indicatore di avvenuta riperfusione
(Figura 102)
Si definisce tachicardia ventricolare non sostenuta una sequenza di almeno tre battiti ectopici ventricolari perdurante meno di 30 secondi e senza alcuna compromissione emodinamica che richieda il ricorso a manovre rianimatorie
(Figura 103)
La morfologia dei ventricologrammi può essere monomorfa oppure polimorfa. Il significato prognostico di una tachicardia ventricolare non sostenuta dipende fondamentalmente dalla eventuale presenza di una cardiopatia di base.
La tachicardia ventricolare sostenuta monomorfa è caratterizzata da ventricologrammi originanti nei ventricoli e pertanto larghi (cioè di durata superiore a 120 millisecondi), regolari, monomorfi, a frequenza generalmente superiore a 120 battiti al minuto
(Figura 104 e Figura 105)
Per potersi definire sostenuta la durata di ogni episodio deve
essere superiore a 30 secondi.
Diagnosi Differenziale tra una Tachicardia. Ventricolare
ed una Sopraventricolare Aberrante.
Da un punto di vista pratico, davanti ad una tachicardia a QRS
largo, si pone il problema della diagnosi differenziale tra una
Tachicardia Ventricolare Sostenuta Monomorfa ed una Tachicardia
Sopraventricolare con ventricologrammi aberranti per blocco di
branca o, più raramente, per preeccitazione ventricolare.
Tale diagnosi differenziale è importante non solo da un
punto di vista elettrocardiografico ma soprattutto per le ripercussioni
prognostiche e terapeutiche. Vengono di seguito elencaati gli
elementi utili per la corretta diagnosi differenziale.
Dissociazione Ventricolo - Atriale
In corso dell'aritmia, la dimostrazione di una attività
ventricolare ad elevata frequenza con atri che si depolarizzano
con un ritmo completamente diverso, generalmente a frequenza più
bassa, indica la presenza di una dissociazione ventricolo atriale
evento patognomonico di origine ventricolare dell'aritmia. Identificare
in maniera chiara l'attività atriale rappresenta pertanto
un elemento fondamentale di interpretazione elettrocardiografica
e nei casi in cui risulti impossibile identificare una onda P
ben definita all'ECG di superficie, si può far ricorso
ad una derivazione transesofagea
(Figura 106)
Purtroppo la dissociazione
ventricolo atriale non è presente in ogni tachicardia ventricolare
in quanto nel 50 % dei casi tale aritmia presenta una retroconduzione
ventricolo atriale 1:1 stabile tale per cui ogni QRS finisce per
essere associato ad una onda P. In tale eventualità la
diagnosi di tachicardia ventricolare non può essere effettuata
con la dimostrazione della dissociazione ventricolo atriale e
pertanto dovremo ricorrere ai criteri morfologici intrinseci al
QRS.
Morfologia del QRS
Nelle derivazioni precordiali è possibile analizzzare la
morfologia di un QRS largo in base ad alcuni aspetti morfologici
particolari.
Osservando la morfologia del ventricologramma nelle derivazioni
percordiali destre e sinistre risulta patognomonica di tachicardia
ventricolare la presenza di ventricologrammi concordanti , cioè
completamente positivi o completamente negativi sia in VI che
in V6
(Figura 107)
Viceversa il rilevare
una discordanza dei ventricologrammi tra precordiali destre e
sinistre non è utile ai fini della diagnosi differenziale
in quanto può riscontrarsi sia in caso di origine sopraventricolare
che ventricolare dell'aritmia.
In una qualunque derivazione precordiale, identificare un ritardo
tra l'inizio del QRS ed il nadir della S superiore a 100 millisecondi
è indicativo di origine ventricolare della tachicardia
(Figura 108)
Analizzando l' aspetto
del QRS largo nella derivazione V1 potremo correlare la morfologia
del ventricologramma o con un blocco di branca destra se il ventricologramma
è prevalentemente positivo in V1I o con un blocco di branca
sinistra se la morfologia è prevalentemente negativa in
V1.
In caso di aspetto del QRS a tipo blocco di branca destro indirizza
verso una origine ventricolare un aspetto monofasico o bifasico
in V1. In caso di un aspetto trifasico del ventricologramma (RSR')
indirizza
verso una origine ventricolare la presenza di una prima onda R
più alta della seconda
(Figura 109)
In precordiali sinistre un ventricologramma a tipo blocco di branca destro è indicativo di origine ventricolare se la onda S è molto profonda, superiore all'ampiezza della onda R (rapporto R/S inferiore ad 1)
(Figura 104)
In caso di aspetto del ventricologramma a tipo blocco di branca sinistro
(Figura 110)
è indicativo di
Tachicardia Ventricolare in VI la presenza di una onda R iniziale
di durata superiore a 30 millisecondi o di un intervallo tra inizio
della R e nadir della S superiore a 60 millisecondi (Figura HOC).
In precordiali sinistre la presenza di una onda Q (con morfologia
a tipo qR o QS) è indicativa di Tachicardia Ventricolare.
Larghezza del QRS
In assenza di un precedente blocco di branca è indicativo
di tachicardia ventricolare un QRS largo più di 160 millisecondi
per una morfologia a tipo blocco di branca sinistro
(Figura 105)
o più di 140 millisecondi per una morfologia a tipo blocco di branca destro
(Figura 104)
Cattura e Fusione
In corso di una tachicardia a QRS larghi il dimostrare un improvvisa
normalizzazione del QRS indicante la cattura ventricolare ad opera
di un battito atriale è patognomonico di origine ventricolare
della stessa
(Figura 102)
L'origine ventricolare
può essere fondata anche se osserviamo solo una parziale
normalizzazione di un complesso ventricolare ad opera di un battito
atriale, indicante la fusione tra un fronte d'onda sopraventricolare
con quello ventricolare.
Correlazione tra morfologia del QRS e substrato elettrogenetico
Alcuni aspetti morfologici del ventricologramma durante una tachicardia
ventricolare risultano tipicamente associati ad un particolare
substrato organico a livello ventricolare, confermando quindi
sia la diagnosi di origine ventricolare della tachicardia che
il relativo substrato elettrogenetico.
La presenza di onde Q ampie durante una tachicardia a complessi
larghi è indicativa di una tachicardia ventricolare post
infartuale
(Figura 111B) le onde
Q solitamente si ritrovano nelle stesse sedi dove è presente
l'onda Q durante ritmo sinusale (Figura 111A) Nella displasia
aritmogena del ventricolo destro il substrato elettrogenetico
per lo sviluppo della tachicardia è rappresentato dal rallentamento
conduttivo nelle sedi tipicamente displastiche (parete libera,
apice o tratto di efflusso del ventricolo destro). La morfologia
tipica di tali tachicardie sarà a tipo blocco di branca
sinistro con vario grado di rotazione dell'asse del ventricologramma
sul piano frontale a seconda della sede di origine della tachicardia.
Nella cardiomiopatia dilatativa è tipico il riscontro di
tachicardie ventricolari con ventricologrammi particolarmente
larghi e di basso voltaggio. Frequente è anche il riscontro
di tachicardie da rientro tra le due branche (rientro branca -
branca) in cui il fronte d'onda attiva i ventricoli attraverso
una branca (solitamente la destra) per risalire attraverso la
branca controlaterale.
Il Fenomeno di Ashman
Si definisce fenomeno di Ashman il realizzarsi di una turba conduttiva
intraventricolare di un battito prematuro ad origine sopraventricolare;
per il determinarsi di una tale aberranza risultano determinanti:
a) un ciclo RR che precede quello aberrante (ciclo precedente)
particolarmente lungo tale da determinare un prolungamento critico
del periodo refrattario di una delle due branche
(Figura 112A)
b) un accoppiamento del battito aberrante (ciclo attuale) particolarmente corto da trovare una delle due branche in fase di refrattarietà
(Figura 112B)
Il Fenomeno di Ashman
viene anche comunemente denominato "legge del ciclo lungo-ciclo
breve" e la sua dimostrazione è indicativa dell'origine
sopraventricolare di un battito a QRS largo.
Il Linking
II fenomeno del Linking giustifica il permanere di una turba di
conduzione anche per cicli di depolarizzazione più lunghi
del periodo refrattario della branca bloccata
(Figura 113)
Il fenomeno avviene per il realizzarsi di una depolarizzazione retrograda della branca bloccata che posticipa il suo periodo refrattario fino ad incontrare il successivo battito sopraventricolare che continuerà pertanto ad essere condotto con lo stesso blocco di branca. Se non opportunamente riconosciuto, un linking può far scambiare una tachicardia sopraventricolare per una ventricolare.
Si tratta di una tachicardia a carattere parossistico caratterizzata
dalla origine focale a livello di un fascicolo della branca sinistra.
Solitamente l'origine è a livello del fascicolo posteriore
della branca sinistra realizzante pertanto una morfologia del
ventricologramma a tipo blocco di branca destro con marcata deviazione
assiale sinistra (tipo emiblocco anteriore sinistro)
(Figura 114)
Raramente l'origine può essere a livello del fascicolo anteriore della branca sinistra il cui aspetto elettrocardiografico caratteristico è quello di una tachicardia a tipo blocco di branca destro con marcata deviazione assiale destra (tipo emiblocco posteriore sinistro)
(Figura 115)
L'origine all'intemo del
sistema di eccitoconduzione spiega una larghezza del QRS poco
al disopra dei 120 millisecondi.
La tachicardia è sensibile al Verapamil sia per il ripristino
del ritmo sinusale che per la prevenzione delle recidive.
Si tratta di una tachicardia ventricolare caratterizzata dal continuo
susseguirsi di episodi di tachicardia ventricolare non sostenuta
spesso alternati ad isolati battiti sinusali
(Figura 116)
Sporadicamente gli episodi
possono diventare sostenuti.
La morfologia del ventricologramma ectopico è caratterizzata
da un aspetto a tipo blocco di branca sinistro con asse elettrico
sul piano frontale di circa +90° (positivo in D 2, D 3 , aVF
e negativo in aVR ed aVL). Tale morfologia riflette l'origine
focale di tali battiti dal tratto di efflusso dell'arteria polmonare,
come evidenziabile dall'analogia con il ventricologramma indotto
con la stimolazione artificiale in tale sede.
Si tratta di una tachicardia ventricolare che elettrocardiografìcamente
presenta un caratteristico aspetto di continua alternanza tra
due morfologie dei ventricologrammi presentanti entrambe aspetto
a tipo blocco di branca destro con deviazione assiale rispettivamente
destra e sinistra
(Figura 117)
La tachicardia ventricolare bidirezionale si ritrova soprattutto in corso di intossicazione da digitale ma possiamo ritrovarla nell'ambito di ogni tipo di cardiopatia e persino in cuori morfologicamente normali.
Si tratta di una forma di tachicardia originante nei ventricoli
e caratterizzata da importanti variazioni della morfologia dei
ventricologrammi, spesso associata a variazioni considerevoli
anche del ciclo della tachicardia medesima
(Figura 118)
In alcuni tratti il polimorfismo
può portare a somiglianze morfologiche con la torsione
di punta. La tachicardia ventricolare polimorfa può essere
non sostenuta o sostenuta;in questa ultima eventualità
frequente è la degenerazione in fibrillazione ventricolare.
Si tratta di una particolare forma di tachicardia ventricolare
polimorfa caratterizzata da una continua e progressiva variazione
in senso rotatorio dell'asse elettrico cardiaco con conseguente
variazione morfologica caratteristica del ventricologramma che
si modifica passando da forme nettamente positive a forme nettamente
negative
(Figura 119);
il passaggio dall'una
all'altra forma avviene progressivamente come per un progressivo
cambio della morfologia dell'asse elettrico del cuore (torsione
della punta elettrica del cuore).
La tachicardia si associa caratteristicamente alla Sindrome del
QT lungo sia esso congenito o acquisito (da ipokaliemia o terapie
farmacologiche tra cui in particolare con i tarmaci antiaritmici).
L'innesco della tachicardia avviene caratteristicamente ad opera
di un battito prematuro ventricolare che cade dopo un ciclo post
ectopico particolarmente prolungato in grado di rendere difforme
la ripolarizzazione globale dei ventricoli. Di solito la Torsione
di Punta è a risoluzione spontanea anche se è possibile
la degenerazione verso la desincronizzazione totale in fibrillazione
ventricolare.
Da un punto di vista prognostico si tratta della aritmia peggiore tra le aritmie ipercinetiche ventricolari. I ventricoli vengono attivati in maniera caotica ad opera di multipli circuiti di rientro continuamente variabili per sede e dimensioni
(Figura 120)
Solitamente la fibrillazione ventricolare viene scatenata da un battito prematuro ventricolare in presenza di un substrato elettrogenetico caratterizzato da una disomogenea velocità di conduzione e refrattarietà (causata da ischemia, disionia, prolungamento del QT)
(Figura 79)
Elettrocardiografìcamente
si caratterizza per la presenza di onde completamente irregolari
per ampiezza e morfologia. Con il passare del tempo la fibrillazione
passa da onde di elevata ampiezza (fibrillazione ventricolare
ad ampie onde) ad onde sempre più basse (fibrillazione
ventricolare a basse onde) fino all'asistolia terminale.
Rarissimamente la fibrillazione ventricolare può autoestinguersi
(Figura 121)
eventualità descritta soltanto nei cuori senza una importante compromissione funzionale; è questa l'unica eventualità in cui l'aritmia può non assume un immediato significato maligno.
Elettrocardiologia alle "soglie" del 2000 |