LIBERTÀ E SCHIAVITÙ


... conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi
(Gv 8: 31)

Dio ha dotato lo spirito di ali per farlo volare nel vasto firmamento dell'Amore e della Libertà. Com'è indegno troncare con le mani quelle ali, e lasciar che lo spirito soffra strisciando sulla terra come un verme.
(Kahlil Gibran)

Liberi da ogni timore: dalla paura dell'altro, dalla paura di essere incompreso, dalla paura di essere deriso, dalla paura di essere considerato poco; in fondo dalla paura della morte.
(Graziella e Roberto Zanibellato)

L'essenziale del messaggio del Cristo è la libertà, o per meglio dire, la liberazione.
Gesù è l'uomo che libera da tutte le strutture che opprimono o che limitano.
(Jean-Paul Rosa, in Actualité des Religions, agosto 1999)

Come può chi è schiavo di se stesso, liberare gli altri?
(Dom Helder Camara)

La libertà nasce dal libero confronto di fatti ed opinioni diversi, non dal loro isolamento.
(Sergio Rostagno, Protestantesimo, 3/2001)

Tutto il mondo intero aspira alla libertà, tuttavia ciascuna creatura è innamorata delle proprie catene.
Tale è il primo paradosso ed il nodo inestricabile della nostra natura.
(Aurobindo)

La libertà è l'essenza dell'individuo e la giustizia è l'essenza degli uomini in comunità.
(Hanna Arendt)

Per il cristiano non esiste nulla di terrestre che lo leghi in modo assoluto.Un giuramento di fedeltà, che pretendesse legare il cristiano in modo assoluto, rappresenterebbe per lui una menzogna originata dal maligno.
(Dietrich Bonhoeffer, luterano)

L'uomo che ha paura di morire non è libero.
(Martin Luther King, pastore battista)

La cosa più difficile della nostra vita... è accettare il momento inesorabile e tremendo della solitudine, che è l'unico in cui possiamo trovarci faccia a faccia con noi stessi, senza finzioni e diversioni. Per imparare a conoscere la verità della nostra vita, le voci degli altri devono essere messe a tacere. Quello che è determinante non è ciò che gli altri pensano e consigliano, lodano e criticano, ma ciò che si trova veramente dentro di noi. [...] Soltanto chi ha imparato una volta per tutte a relativizzare quello che gli altri gli dicono, quello che egli è o potrebbe essere agli occhi degli altri, acquista l'indipendenza e la libertà per essere autentico.
La persona si presenta al cospetto del suo creatore completamente da sola, lontana da ogni intromissione altrui... Qui non conta più nient'altro che la propria vita al cospetto del proprio Dio.

(Eugen Drewermann)

 Non legarsi a nessuno significa legarsi a tutti. Se questa è una scelta fattibile, io l'ho fatta. Per me, ogni polemica è sempre un rapporto. E so bene che non è possibile, mai, avere tutte le ragioni e tutti i torti. Ho commesso unilateralità, errori. Ma non ho mai deciso di scegliere una posizione per se stessa. E ciò mi sembra ecclesiale, dirò persino sacerdotale. Credo sia proprio del prete sentire la paternità universale. E io mi sento molto prete.
(Gianni Baget Bozzo, prete e scrittore)

Credo nella vocazione cristiana alla libertà, ad un Cristianesimo d'apertura, lontano da ogni dogmatismo, alla vita interiore e alla responsabilità personale.
(Jean Vertenelle, riformato)

Scrivo con le mani legate, ma preferisco questa condizione al sapere incatenata la mia volontà. Non sono il carcere, le catene e nemmeno una condanna che possono far perdere la fede a qualcuno o privarlo della libertà […]. Perché Dio avrebbe dato  a ciascuno di noi la ragione ed il libero arbitrio se bastava soltanto ubbidire ciecamente? O, ancora, se ciò che dicono alcuni è vero,  e cioè che non tocca a Pietro e Paolo affermare se questa guerra scatenata dalla Germania è giusta o ingiusta, che importa saper distinguere tra il bene ed il male?
(Franz Jägerstätter, ghigliottinato il 9 agosto 1943 a Brandeburgo (Berlino) per essersi opposto al nazismo, nello stesso carcere in cui si trovava anche Dietrich Bonhoeffer ).

Siamo liberi dalla morte se, con Gesù Cristo, diventiamo liberi da ogni complicità con la crudeltà, non solo quella personale, ma anche quella dei sistemi (politici, economici, anche religiosi) in cui stiamo comodamente, a spese di altri esseri umani. Come diceva Aldo Capitini: la vita senza morte comincia col non uccidere.
(Enrico Peyretti)

Grande e insidiosa è la tentazione di darsi un re che sollevi gli esseri umani dalle loro responsabilità.
"Gli uomini si sono rallegrati di essere guidati nuovamente come un gregge, si sono rallegrati che qualcuno abbia finalmente tolto dal loro cuore un dono così terribile che aveva causato loro tanto tormento.
(Dostoevskij, 'Il Grande Inquisitore')

L'obbedienza senza libertà è schiavitù, e la libertà senza obbedienza è arbitrio.
(Dietrich Bonhoeffer, pastore luterano, impiccato dai nazisti nel 1945)

Nessuna scuola dell'obbligo permette l'accesso all'eternità.
(Sören Kierkeegard)

Cattolici, ascoltatemi bene; se volete avere la libertà per voi stessi, dovete volerla anche per tutti gli uomini e sotto tutti i cieli. Se la chiedete soltanto per voi, non vi sarà mai concessa; accordate la libertà là dove siete i padroni, affinché vi venga concessa dove siete schiavi.
(Henri-Dominique Lacordaire, domenicano - 1802 -1861)

Chi rinuncia alla libertà per raggiungere una piccola sicurezza temporale, non merita né la libertà, né la sicurezza.
(Beniamino Franklin)

«Prigioniero, dimmi, chi costruì questa catena indistruttibile?»
«Io stesso - rispose il prigioniero -
la forgiai con grande cura.
Credevo che la mia invincibile potenza
avrebbe imprigionato il mondo
lasciandomi indisturbato nella mia libertà.
Così notte e giorno lavorai alla catena
con grandi fuochi e colpi vigorosi.
Quando alla fine il lavoro fu completo
con gli anelli ben saldati tra loro
mi accorsi che la catena
mi aveva imprigionato nella sua stretta».
(R. Tagore, Gitanjali, Universo d'amore)

Non è contro la legge divina né contro la legge naturale vendere o scambiare schiavi; pertanto i cristiani possono farlo con tranquilla coscienza.
(...) La schiavitù, di per sé, non ripugna affatto né al diritto naturale né al diritto divino, e possono esserci molti giusti motivi di essa, secondo l'opinione di provati teologi e interpreti dei sacri canoni.
Infatti, il possesso del padrone sullo schiavo, non è altro che il diritto di disporre in perpetuo dell'opera del servo, per le proprie comodità, le quali è giusto che un uomo fornisca ad un altro uomo.
(...) Ne consegue che non ripugna al diritto naturale né al diritto divino che il servo sia venduto, comprato, donato.
(...) Pertanto i cristiani... possono lecitamente comprare schiavi, o darli in pagamento di debiti o riceverli in dono, ogni volta che siano moralmente certi che quei servi non siano né stati sottratti al loro legittimo padrone né trascinati ingiustamente in schiavitù... perché non è lecito comprare, senza il permesso del proprietario, la roba altrui, sottratta con il furto. 
(Istruzione del 20 giugno 1866 della Sacra Congregazione per il Sant'Uffizio. 

In Collectanea S. Congregationis de Propaganda Fide seu Decreta Instructiones Rescripta pro apostolicis Missionibus, vol. I, n.1293, Roma 1907
)

LIBERTA' DI COSCIENZA
Esaminate ogni cosa e tenete ciò che è buono.
 
(1°Ts 5:20)

In questo tempo si trovano non pochi che [...] non temono di appoggiare quell'altra opinione sommamente dannosa alla chiesa cattolica e alla salute delle anime, chiamata deliramento dal Nostro predecessore Gregorio XVI di veneranda memoria, cioè che "la libertà di coscienza e dei culti essere diritto proprio di ciascun uomo che si deve con legge proclamare e sostenere in ogni società bene costituita ed essere diritto d'ogni cittadino una totale libertà, che non può essere limitata da alcuna autorità sia civile sia ecclesiastica, in virtù della quale possano manifestare e dichiarare i propri pensieri quali che siano, palesemente e in pubblico, sia a viva voce, sia con la stampa, sia in altro modo." E mentre temerariamente affermano queste cose, non pensano e non considerano che essi predicano la "libertà della perdizione". 
(Pio IX, Quanta Cura, 8.12.1864)

Da questa fonte putrefatta dell'indifferentismo fluisce quella assurda ed erronea opinione, o piuttosto pazzia, secondo la quale ognuno potrebbe avere e rivendicare la libertà di coscienza. 
(Gregorio XVI, enciclica Mirari vos del 15.8.1832)

Assurda ed erronea sentenza, o piuttosto delirio, che si debba ammettere e garantire per ciascuno la libertà di coscienza. 
(Gregorio XVI, enciclica Mirari vos, 1832)

Sappiate che potrete trovare argomenti convincenti contro il Cristianesimo come istituzione, ma non ne troverete alcuno contro un uomo reso simile a Cristo dallo Spirito di Dio. Un tale uomo è una risposta all'egoismo, al razionalismo ed al materialismo di oggi. 
(Billy Graham, evangelico)

Sta solo a noi vivere quel poco di verità che sentiamo, pensiamo, conosciamo e di cui, pertanto, siamo pure responsabili.
Un singolo essere umano sarà pure fallibilissimo. Eppure merita infinitamente più fiducia di un Magistero che sbaglia tutto già per il fatto che pretende di essere infallibile. Nessuna libertà finché crede di essere bisognosa di un permesso da parte di una qualche autorità ecclesiastica può essere considerata reale. Nessuna obbedienza di gruppo... promuove l'umanità.
(Eugen Drewermann, teologo cattolico, La fede inversa, Edizioni La Meridiana). 

La via della coscienza è più forte di ogni autorità. 
(Pierre Vallin, gesuita)

La coscienza è l'ambiente divino dell'uomo è la sua possibilità di incontrarsi col suo Dio è l'ascolto della sua Parola, il crogiolo dove la fede diventa vita, la speranza si matura, la carità si realizza. [...]
Io credo alla coscienza e vorrei che i cristiani troppo abituati alle comodità di appoggiarsi alla guida degli uomini incominciassero e seriamente a farsi guidare da essa, che ci è stata data da Dio.
E' ora di smetterla di rinchiudersi dietro esagerate preoccupazioni derivanti dal pensiero che tale guida è pericolosa perché - non sufficientemente illuminata - può sbagliarsi.
State pure tranquilli.
Se credo che Dio mi è padre certe paure me le tolgo dalla testa e pongo la mia fiducia nel suo amore e nella sua capacità di trasmettermi il suo pensiero e il suo volere.
[...]
(Carlo Carretto, cattolico)

La «conversione» delle popolazioni indigene d'America
L'8 ottobre 2000, è giunta a Roma la delegazione dei natives (autoctoni) americani per chiedere al pontefice la revoca della bolla «Inter caetera» del 4 maggio1493, con la quale il papa Alessandro VI concedette ai re cattolici di Spagna l'autorità di conquistare le "nuove terre" e di privare dei loro diritti i popoli pagani che le abitavano. Giovanni Paolo II, forse stanco per gli incessanti incontri mediatici con le varie «categorie» di fedeli che non cessano di avvicendarsi in Piazza San Pietro, non ha ritenuto di concedere alcuna udienza alla delegazione, ma solo un incontro con il pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, avvenuto l'11 ottobre e conclusosi con una diplomatica riserva, da parte di mons. Crepaldi, di un futuro esame della istanza di revoca . I natives, il giorno dopo, hanno pensato bene di "restituire" ad un gendarme svizzero di guardia al portone di ingresso del Vaticano il testo della bolla in questione con queste parole:
«Vi riportiamo indietro il documento papale che tante sofferenze ha provocato ai nostri popoli ed alle nazioni indigene. Vi prego di portare la bolla al cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, perché la consegni al papa ».

 LA LEGGE NATURALE E LIBERTA' DI COSCIENZA
Quel che importa è che ognuno agisca con piena convinzione.
(Rm. 14:3)

Occorre che l'uomo di oggi si volga nuovamente verso Cristo per avere da Lui risposta su ciò che è bene e ciò che è male. Egli è il Maestro, il Risorto che ha in sé la vita e che è sempre presente nella sua Chiesa e nel mondo. E' Lui che schiude ai fedeli il libro delle Scritture e, rivelando pienamente la volontà del Padre, insegna la verità sull'agire morale.(...) Solo Dio può rispondere alla domanda sul bene, perché Egli è il Bene. Ma Dio ha già dato risposta a questa domanda: lo ha fatto creando l'uomo e ordinandolo con pienezza e con amore al suo fine, mediante la legge inscritta nel suo cuore. (cf. Rm. 2,15) (...) in Lui ci è dato di interiorizzare la legge e di percepirla e viverla come il dinamismo della vera libertà personale: la legge perfetta, la legge della libertà (Gc. 1,25) (...)
La coscienza, come giudizio di un atto, non è esente dalla possibilità di errore (...) Essa non è un giudice infallibile: può errare. (...)
(...) un grande aiuto per la formazione della coscienza i cristiani l'hanno nella Chiesa e nel suo Magistero (...) la Chiesa interpreta la norma morale e la propone a tutti gli uomini di buona volontà, senza nasconderne le esigenze di radicalità e di perfezione. (...) Quando gli uomini pongono alla Chiesa le domande della loro coscienza (...) nella risposta della Chiesa c'è la voce di Gesù Cristo, la voce della verità circa il bene e il male. (...) La sua autorità deriva, con l'assistenza dello Spirito Santo (...) Abbiamo il dovere come, Vescovi, di vigilare perché la Parola di Dio sia fedelmente insegnata. (...)
(dalla Veritatis Splendor di Giovanni Paolo II)

Non bisogna opporre la religione alla libertà, non bisogna reprimere la libertà in nome della religione o la religione in nome della libertà. Altrimenti si avranno molte delusioni.
(Mohammad Khatani, presidente della Repubblica Islamica dell'Iran)

Fare e osare non qualunque cosa, ma la cosa giusta;
non restare sospesi nel possibile, ma afferrare arditi il reale;
non della fuga dei pensieri, ma nell'azione soltanto è la libertà.
L'obbedienza sa cosa è bene, e lo compie,
la libertà osa agire, e rimette a Dio il giudizio su ciò che è bene e male.
L'obbedienza segue ciecamente, la libertà ha gli occhi ben aperti.
L'obbedienza agisce senza domandare, la libertà vuole sapere il perché.
L'obbedienza ha le mani legate, la libertà è creativa.
Nell'obbedienza l'uomo osserva i comandamenti di Dio, nella libertà l'uomo crea comandamenti nuovi.
Nella responsabilità trovano realizzazione entrambe, l'obbedienza è libertà.
(Dietrich Bonhoeffer)

Il dono della libertà

Proprio mentre mi è arrivato improvviso il provvedimento vaticano, la mia comunità ha ringraziato con me Dio per la libertà che in questi anni ci ha donato e verso la quale ci accompagna ogni giorno. Sento, aldilà di ogni diktat vaticano, la gioia di continuare a fare il prete come ho sempre fatto nella celebrazione dell'eucarestia, nella predicazione, nell'amministrazione dei sacramenti. In questi giorni ho constatato che purtroppo esiste ancora qualche faraone ecclesiastico che si illude di impedirmi l'esercizio di un ministero che sento "piantato nel mio cuore" come un albero dalle radici profonde. Voci che lascio cadere nel nulla.
La liberazione interiore dal "dominio del sacro" e dal potere paralizzante degli apparati ecclesiastici conferisce alla nostra vita una gioia profonda e alla nostra testimonianza spazi nuovi. Quando l'evangelo libera i nostri cuori, davvero l'unica autorità che conta è la Parola di Dio e l'unico sentiero che ci coinvolge è il dialogo, la solidarietà, la pace.
Lo "spazio di Dio" è davvero altro dai recinti spesso chiusi, dottrinari, monotoni, custoditi dalla casta gerarchica. Il vero "santuario", ci dice Giovanni, è là dove si fa corpo con Gesù, con la sua strada, con la sua preghiera, con la sua fiducia in Dio, con la sua prassi quotidiana di condivisione.
Questo "santuario" vive un po' ovunque senza confini nelle parrocchie, nelle comunità di base, nelle vie del mondo, tra gli scomunicati e i sospettati, tra i gruppi che le gerarchie emarginano...
Gesù proclama questa sovrana libertà e ci libera dalla dipendenza dal sacro oppressivo. Quando sento nella chiesa che qualche gerarca traccia perimetri e confini, oggi serenamente sorrido.
(Franco Barbero, prete cattolico)


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