FEDE,
MAGIA, FANATISMO,
PAGANESIMO E SUPERSTIZIONE
Quando si cade nella
magia e nella superstizione?
Quando si prescinde dalla Scrittura oppure si enfatizzano gli aspetti
miracolistici dei santi.
L'enfasi magica, l'attesa straordinaria che certe devozioni portano avanti
sono pericolose, soprattutto quando diventano fenomeni di massa.
Le masse possono essere contaminate da entusiasmi e da forme di preghiera
non corrette.
Temo sempre quando una devozione popolare assume forme esagerate di
massificazione, guidate magari da un prete straordinario o da una monaca
veggente. E purtroppo ci sono esempi in tutta Italia.
(Vittoria Prisciandoro, "Tra fede e superstizione", Jesus,
settembre 2000)
La benedizione del
cavallo
Siena, Contrada dell'Oca,
cortile del Santuario di santa Caterina...
Il prete della Contrada esibisce al fantino la reliquia di santa Caterina
perché la baci; la impone sul muso del cavallo, alza le braccia al cielo e
grida: "Vai! E torna vincitore!"
(cfr. Jesus, settembre 2000)
San Patrizio
patrono d'Irlanda
La figura di san
Patrizio, patrono ed evangelizzatore dell'Irlanda, presenta nella tradizione
popolare forti commistioni con quella di Lugh, principale divinità
pre-cristiana.
Sibilla
tiburtina
La sibilla tiburtina
annunciò la nascita del Salvatore ad Augusto imperatore, che perciò eresse
l'altare dell'Ara Coeli, sul colle Capitolino, nel luogo dove oggi sorge la
Chiesa con lo stesso nome. (Mirabilia
Urbis)
Cibele,
grande madre degli dei
I "Fujenti" della Madonna dell'Arco di Napoli, vanno in
trance davanti all'immagine sacra.
Dove c'è il Santuario sorgeva il tempio di Cibele, e i devoti, quando
vedevano la dea, avevano esattamente la stessa reazione.
(Jesus, settembre 2000)
Artemide, dea
degli Efesini
La dea greca Artemide,
esprime il carattere della donna che non sarà mai sposa.
Il suo culto ere particolarmente sviluppato ad Efeso, dove nel 431 fu
proclamata la legittimità del termine "Madre di Dio" (Theotòkos
= Genitrice di Dio) attribuito alla madre di Gesù.
Tonantzin,
dea madre
L'apparizione della Madonna di Guadalupe avvenne sul Tepeyac, dove prima
della conquista esisteva un santuario dedicato alla dea Tonantzin, che
significa "nostra madre".
Nel 1910, Pio IX proclamò la Madonna di Guadalupe patrona di tutta
l'America Latina. "...Sono io la vostra Madre misericordiosa..."
(Jesus, settembre
2000)
Riti
e superstizione
Dibattito
tratto da un forum del quotidiano francese Le Monde.
~> Originale in lingua francese
~> Traduzione in lingua italiana
UNA
COSA E’
LO
ZELO
E UN'ALTRA IL FANATISMO
(Giuseppe Moretti, Evangelizzare)
Non
è sempre oro quello che luccica
né sempre è religiosità quella che si spaccia come tale.
Ci sono criteri che aiutano a distinguere...
Nel Vangelo di Luca (9,51-55) c'è un episodio che
è molto più di un fatto di
Lo
zelo è un'altra cosa
Il
Vangelo di Giovanni (2,l7ss) narra uno dei momenti più incandescenti
della vita di Cristo.
Di fronte al «mercato», che si sta facendo nel tempio in occasione della
Pasqua, Gesù improvvisa una sferza con delle cordicelle, rovescia le
bancarelle e caccia con furore tutti i venditori:
In questo comportamento di Cristo due caratteristiche sono evidenti:
*
passione per Dio: il Tempio e il culto abbassati a
pretesto di commercio a tutto vantaggio del sommo sacerdote che ne era
l'appaltatore;
*
passione per l'uomo: quei traffici con prezzi
gonfiati erano a tutto svantaggio dei poveri che venivano da fuori e ai
quali era vietato di portare dentro la cerchia della città qualsiasi
animale per il sacrificio...
Ecco
il senso dello zelo che «divora» Gesù.
L'arcipelago
del fanatismo
Fanatico deriva dal latino «fanum» che vuoI dire tempio
ed era detto dei fedeli di certi culti che mediante danze e riti
raggiungevano una sorta di esaltazione mistica.
Il termine inglese «fan» (abbreviazione di fanatic) sta oggi
ad indicare persone esaltate (per un leader
religioso, per un cantante, per un divo, per un uomo politico...).
Fenomeni
di fanatismo sportivo, di dedizione acritica a un capo religioso, di
esaltazione per un movimento politico o razziale... sono abbastanza
frequenti ai nostri giorni. Ma quello che deve preoccuparci di più è quel
fanatismo
* In un quartiere periferico di una grossa città abita un medico abortista.
Un gruppo di persone «religiosamente motivate» decide di sabotare
la sua presenza con azioni di disturbo: tagliano le gomme della sua auto,
imbrattano i muri della sua casa con scritte volgari, lo disturbano a tutte
le ore di notte con telefonate anonime... finché riescono a farlo andare
via. E sono convinti di avere dato gloria a Dio.
* Una persona che fa parte di un «gruppo chiuso» dell'area
cattolica decide, per motivi suoi, di uscirne. «Tu stai decidendo la tua
dannazione! Dio ti punirà per questa decisione!». E le viene tolto il
saluto come punizione.
Una sorta di «terrorismo religioso» con l'avallo del nome di Dio.
* Una piccola tipografia riesce a strappare un buon contratto per la stampa
delle pubblicazioni di una setta religiosa. Una vera manna per quindici
dipendenti che hanno già provato la cassa integrazione. Uno dei tipografi
«profondamente cattolico» si licenzia con la motivazione di non
voler favorire il male. Conseguenza:
* Una donna, assidua frequentatrice di un luogo di apparizioni mariane, mi
chiede se ho letto l'ultimo messaggio della Madonna. Le rispondo di no e, a
mia volta, le chiedo se ha mai letto quanto la Rivelazione dice di Maria o
quanto ha scritto il papa nella sua enciclica Redemptoris Mater?
«Cosa c'entra questo?» mi risponde e continua a
guardarmi scandalizzata perché non mi interessa conoscere l'ultimo
messaggio della
Fanatico
è sempre l'altro
Mi
ha sempre impressionato quel passo del Vangelo che parla della «fine dei
tempi»; tra i segni premonitori Gesù segnala questi:
Fanatico è sempre l'altro. Il proprio fanatismo è molto difficile da
riconoscere: perché viene valutato come zelo. E con lo zelo ha tutte
somiglianze: passione per la verità (nella propria), coerenza e fermezza
(che diviene intolleranza e aggressività), dedizione all'idea (che diventa
una proiezione delle propri convinzioni più che un valore a cui fare
riferimento), entusiasmo e generosità nel sacrificio più come una «consacrazione»
dell'eroe che come una testimonianza)...
Da notare poi che il fanatico non è un solitario, è sempre «uno del
branco» o come fanatizzatore o come fanatizzato. Il fanatismo del
gruppo rinforza quello del singoli e viceversa.
Storicamente i governi autoritari hanno sempre fatto uso del fanatismo
di massa che è facile da alimentare e dà ottimi effetti a termine.
Ma allora il fanatismo dove sta? Mi con una vecchia storiella: «Scusi,
qual'è il marciapiede di fronte?... Quello?... Ma se prima ero di là e mi
hanno detto che era questo?»
Fanatici siamo «potenzialmente» tutti... quando ci poniamo di
fronte e non in dialogo con
gli altri.
«Dai
loro frutti li riconoscerete»
Ovviamente
i frutti a cui ci riferiamo vanno guardati con gli occhi della storia e
giudicati sui tempi lunghi.
Per dirlo in soldoni faccio delle esemplificazioni:
* Lo zelo dà
serenità e pace; il fanatismo causa inquietudine,
insoddisfazione e ansia...
*
Lo zelo conduce al dialogo (sia
pure attraverso la via della tensione e del conflitto); il
fanatismo
fa proseliti (suo principale intento è ridurre l'altro alla propria
opinione)...
*
Lo zelo riconosce
il bene dovunque si trovi; il fanatismo va
avanti per preconcetti e classificazioni manichee (tutto il bene da una
parte e tutto il male dall'altra)...
Lo
zelo aiuta a capire la realtà (perché l'accetta); il
fanatismo costringe la realtà a entrare nei suoi schemi...
*
Lo zelo rende
aperti a qualsiasi evoluzione; il fanatismo non
ammette nessuna critica, non accetta nessun cambiamento...
* Lo zelo ha
una gerarchia di valori (da quelli assoluti e indiscutibili a quelli più
relativi); il fanatismo mette sullo stesso piano
la rubrica rituale e il rispetto ai propri genitori...
*
Lo zelo è
sempre a favore della libertà; il fanatismo diffida
sempre e comunque delle varie manifestazioni della libertà...
-
Partite dall'idea che
siete «potenzialmente»
- Sulla base di indicazioni
come quella sopra
- Con onestà tiratene
le conclusioni.
A
MONTE DEL FANATISMO
aspetti psico-pedagogici
Il
«fanatismo» potrebbe anche essere definito «zelo in
stato infiammatorio». Non esiste un fanatismo come una realtà a se
stante, esiste come «esagerazione» di altre caratteristiche.
Da un punto di vista psicologico il fanatico si sviluppa su una base di fragilità
emotiva (emotività con pochi controlli) congiunta a uno sviluppo
difettoso della coscienza morale (attaccamento ostinato a convinzioni
fondate più sull'emozione che sul ragionamento...). Da qui la
caratteristica di «razzismo degli ideali» che è tipico di
quest'atteggiamento.
Altra premessa psicologica importante è il gregarismo che rende
questi soggetti facile preda del pIagio. Infatti il fanatismo è vissuto per
lo più come un fenomeno di gruppo.
Dal punto di vista della psicologia del profondo non di rado alla base del
fanatismo troviamo vere e proprie patologie (personalità paranoidi,
schizoidi o deliranti...).
Ovviamente noi ci soffermiamo sulle forme più morbide e recuperabili.
Dal punto di vista dell'ambito noi troviamo i fanatici in tutti i settori
della vita.
Pensiamo a che cosa hanno rappresentato storicamente le guerre di
religione, i conflitti razziali, le lotte di classe, le crociate di vario
tipo, le esplosioni di tipo sportivo... (per citare i fenomeni più noti).
Un fanatico è fanatico sempre, perché la sua personalità è malata. E il
fanatico va curato non semplicemente nelle manifestazioni ma nelle cause.
Ne indichiamo sinteticamente alcune:
*
bassa stima di sé: il
fanatico ha la convinzione che
*
insicurezza: il
fanatico ha la sensazione che ogni incrinatura nei suoi ideali sia un
cedimento su tutto il
fronte;
* paura
degli altri: per cui invece del dialogo e del confronto il fanatico
ricorre sempre al confronto e allo scontro...
*
povertà di sentimenti: il
fanatico si trova a suo agio solo nel mondo delle idee e della
razionalità...
IL
«SOTTOBOSCO» DELLA RELIGIOSITÀ
Religiosità
immatura e religiosità malata
Nell'intricato sottobosco della
religiosità si possono incontrare non pochi comportamenti... discutibili.
Per una più facile esemplificazione distinguiamo:
Si tratta di tutti quegli atteggiamenti che, accettabili in una età, sono
assolutamente inadeguati in un'altra.
Si verificano quando si ha una religiosità:
· sentimentale.
Più che una ricerca di Dio è una ricerca esasperata di emozioni forti, di
grandi entusiasmi... L'emozione rimane fine a se stessa: non modifica la
vita...
· moralista.
Identifica la religiosità con gli obblighi morali (precetti). A monte sta
il «complesso della statua» (un bisogno grande di essere ammirati
per le proprie qualità... morali). Quasi assente il senso della gratuità
nei rapporti con Dio...
· ritualista.
È il trionfo dell'esteriorità sulla interiorità. «ln
principio era il rito» e non già la persona. A monte sta un bisogno
grande di autoaffermazione e di sicurezza...
· Istituzionalistica.
Tende a identificare l'esperienza religiosa con le varie
istituzioni (chiese, gruppi, movimenti...). Anche qui a monte c'è un grosso
bisogno dì autostima: l'istituzione risponde a questa richiesta...
· miracolistica.
È caratterizzata
da un forte gusto per lo straordinario, del fantastico... L'originalità
dell'uomo è negata. Tutto è attribuito a Dio che appaga bisogni e attese
umane. Dio è il grande demiurgo che dispone dell'uomo e del creato come di
un gran meccano, che egli compone e scompone a suo piacimento...
Forme
devianti
Qui entriamo nella religiosità
a rischio. Si tratta di risposte nevrotiche (inadeguate) o psicotiche
(alienanti) a delle esigenze fondamentali del soggetto
· religiosità ansiogena. È quella
che a partire qualsiasi situazione genera sproporzionati stati ansia.
Parliamo di:
- «difesa
ad oltranza»: il soggetto vive in permanente stato di allerta. Demoni,
spiriti cattivi, castighi divini... fanno capolino ad ogni angolo;
- «moralizzazione
del quotidiano»: un esasperato manicheismo porta a vedere in tutto,
anche nelle cose più semplici e quotidiane, l'aspetto di male;
- «negazione del corpo» come
fonte di male e corruzione per lo spirito. Negazione quindi dei sentimenti,
delle pulsioni, del piacere;
- «paura della responsabilità»
motivata da un invincibile senso di colpa che può sopravvenire al terrore
delle conseguenze per le scelte fatte;
- «distorsione dell'immagine di
Dio» a cui vengono sottratte alcune caratteristiche per sottolinearne
altre. È dominante il
dio-legge, giudice, punitore. Ciò che dà fastidio è «sentirsi»
in colpa più che la colpa medesima. Il soggetto non cerca una liberazione,
ma una rassicurazione...
· Religiosità
isterica. Forse più che le vistose manifestazioni (tremori,
convulsioni, dolori fisici...) questo tipo di deviazione si rivela con forme
più "larvate» (es. la paura delle pulsioni sessuali che spinge
a una lotta esasperata per escluderle dal proprio orizzonte, oppure
l'alterazione delle funzioni sensoriali che porta a percepire cose che non
esistono o viceversa...)
·
Religiosità
schizofrenica:
è caratterizzata
Conclusioni
È bene
mettere subito in guardia dalle facili catalogazioni e dalla tentazione di
riconoscersi in una o più delle situazioni sopra accennate. Niente di
facile, ma è questione di misura. Diciamo, come regola generale, che le
persone veramente coinvolte... non si riconoscono.