Violenza sui minori
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"Un crimine contro l'umanità" così Puri Quisymbing, consigliere regionale dell'UNICEF ha definito la prostituzione infantile. Eppure questo crimine, dale ultime statistiche, viene praticato in ogni parte del mondo in maniera sempre crescente. Dal Brasile, alla Russia all'Asia ogni anno vengono coinvolti un milione di nuovi bambini in un affare di cinque miliardi di dollari.
Sono soprattutto le bambine tra gli otto e i sedici anni, ma in alcuni casi la media si abbassa fino ai quattro.
Nel Nordeste brasiliano e in zone della Thailandia settentrionale ci sono villaggi privi di adolescenti, trasferitisi tutti nelle periferie delle grandi città e coinvolti nel giro della prostituzione.
In molti casi si può parlare di vera e propria schiavitù. La bambina, che finisce in un bordello, è costretta a pagare un vero e proprio riscatto. Il debito viene imposto dal tenutario e il conto si allunga con la spesa dei nuovi vestiti, degli alimenti e nel caso di malattie di medicine fornite dallo stesso proprietario. È facile comprendere come per molte di loro spesso non ci sia via d'uscita.
La prostituzione minorile è strettamente legata al turismo sessuale, una delle maggiori industrie in espansione nei paesi del Terzo mondo. Se da un lato l'offerta, per le teribili condizioni di vita, è in crescita, dall'altro è in forte aumento la domanda.
Così la prostituzione minorile diventa per i governi uno strumento per procurarsi valuta straniera e ridurre il deficit della bilancia dei pagamenti.
In Thailandia il turismo si è triplicato. I principali sostenitori di questa vergognosa industria sono gli americani, gli europei e i giapponesi. L'altro grande gruppo che affluisce nel mercato asiatico o in Brasile è costituito dai pedofili. Questo mercato non viene scoraggiato neanche dalla paura dell'AIDS. L'allarme è stato lanciato dal servizio di Immunologia del Baylor College di Houston, nel duemila dieci milioni di bambini risulteranno affetti dall'AIDS e oltre due milioni e mezzo moriranno.
Secondo un rapporto della commissione parlamentare in Brasile circa otto milioni sono i meninos da rua, mezzo milione le bambine costrette a prostituirsi, circa mille l'anno vengono assassinati dalle squadre di poliziotti incaricati di "ripulire" le strade. Nello Sri Lanka sono oltre 10 mila i ragazzini che vivono di prostituzione. Nelle Filippine si stimano oltre un milione e 200 mila minori di strada, molti di loro legati almercato del sesso. Si parla di oltre 200 mila in Thailandia. In tutta l'Asia esiste un'autentica tratta delle donne, più del 47% delle 75 mila donne tailandesi emigrate in Giappone sono costrette a prostituirsi nei locali di Tokio. Denunce hanno parlato di donne rapite al confine tra il Pakistan e l'Afghanistan e vendute per seicento rupie (venticinque dollari) al chilo.
Molti di questi paesi hanno legislazioni avanzate contro la prostituzione minorile, ma gli abusi e le violenze sono spesso coperti sia dai governi sia dalla polizia, anzi secondo i racconti delle prostitute bambine i primi clienti sono proprio i poliziotti.
La vita di questi bimbi è brevissima e gli unici aitui per tirare avanti sono le droghe e l'alcol. Il detto più comune di Patpong, la strada del sesso di Bangkok è "a dieci anni sei una giovane adulta, a venti una donna vecchia, a trenta sei morta".
Questi bambini non hanno coscienza dei loro diritti elementari o del perché soffrono, anche se c'è un livello crescente di risposta. Nel documento finale del secondo congresso nazionale dei bambini e bambine di strada di Brasile si è evidenziato che violenza non è solo essere torturati e uccisi, ma anche non avre una casa decente, non potere andare a scuola, non avere diritto all'assistenza.


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