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Chi ha portato i "laggioni" in Liguria?
Laggioni è il nome delle mattonelle colorate che rivestono i tetti e i pavimenti di molte chiese liguri. Sono un'invenzione degli Arabi.  Lo hanno scoperto i ragazzi della II D di Arenzano...

Il 2 dicembre, con i miei compagni di classe, ci siamo recati al Priamar, sede del museo archeologico di Savona, per partecipare al laboratorio “Che cos’è un laggione?” La nostra guida per prima cosa ci ha spiegato l’etimologia della parola laggione. Questo termine deriva dallo spagnolo azulejo, piastrella colorata, che a sua volta deriva dall’arabo zullaygiun, mentre erroneamente alcuni credevano che questa piastrella avesse preso il nome di un pesce con i riflessi azzurro-argentei.
Una serie di diapositive ci ha spiegato innanzitutto che l’uso di piastrelle colorate per abbellire edifici è antichissimo in Medio Oriente e soprattutto nei paesi arabi.
Il laggione si diffuse in Liguria a partire dalla fine del XIII sec. Come?
Lo portarono i mercanti liguri che, colpiti dalla bellezza delle decorazioni dell’Alhambra di Granada, provarono a caricare con molte altre merci anche le piastrelle. Iniziarono con piastrelle monocromatiche, in quanto le piastrelle decorate riportavano citazioni in arabo del Corano che potevano contrastare con la religione cattolica.
I primi ad acquistare e usare questo tipo di piastrelle, a forma di stella o croce, furono i monaci di S.Fruttuoso di Camogli per rivestire il pavimento dell’Abbazia. Anche nella
Commenda di Prè sono state utilizzate piastrelle gialle, verdi e marrone, con altre che hanno i decori blu di Valencia.
Altro esempio della diffusione di laggioni in Liguria è il campanile della chiesa di Sant’Agostino a Genova, decorato con piastrelle monocromatiche provenienti da Malaga e Granada e con piastrelle decorate di blu (Valencia)
Anche all’interno del Priamar, nel Castello di S. Maria del 1300, la Sala a Ombrello è decorata con piastrelle bianche, azzurre, nere e gialle( a lustro metallico) con riflessi dorati dati dalla presenza di ossido di rame.
Essendo queste piastrelle un oggetto di luss
o, potevano permettersele solo i nobili ( Castello del Priamar) e la Chiesa
Nel 1400 (Genova, Chiesa di S.
Nicolò del Boschetto) la diffusione di questo tipo di piastrella aumenta e si perfeziona anche la tecnica di lavorazione: un esempio è la Chiesa di S. Domenico a Savona (XVI sec) dove le piastrelle monocromatiche vengono alternate con piastrelle più complesse “ a cellula dipendente”( 4 piastrelle che, unite tra loro, formano un disegno) con motivi architettonici e floreali.
Il periodo di maggior diffusione dei laggioni è il XVI secolo: si usava già allora la tecnica di decorare la
piastrella da una parte e predisporre un graticcio sul retro per farla aderire meglio al muro.Abbiamo poi osservato alcune piastrelle particolari nel Priamar con decori derivati dall’unione di elementi spagnoli e savonesi come lo stemma araldico di Simonetto Fregoso, governatore di Savona: un carciofo e una fascia con motivo a treccia
Finita la parte teorica siamo passati a quella pratica; per vedere le immagini del Laboratorio, clicca qui>>>

Matteo B. Valentina M.  Marta G. II D Arenzano

 

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