FATTORI   FAMILIARI

 

Per chiudere una falla

devi inserirvi ciò che la produsse -

Se con qualcosa d'altro vuoi richiuderla

ti si spalancherà sempre più grande -

Non si può colmare un Abisso

con l'Aria.

                            Emily Dickinson                                   

 

Iperprotettività dei genitori: tendenza a decidere quello che è meglio per i propri figli, sia nelle scelte futili che in quelle importanti, a mostrarsi eccessivamente interessati e preoccupati del loro bene.

Invischiamento (mancanza di confini), all’interno della famiglia: i suoi membri tendono ad intromettersi spesso nella vita degli altri, rendendo difficile il raggiungimento della propria autonomia e la definizione di ruoli.

Perifericità del padre: spesso il padre, preso dall’impegno di lavoro, è poco presente nella vita dei  figli, e delega completamente alla madre il compito della loro educazione.

Rigidità: in queste famiglia nessun compromesso è permesso, si tende ad evitare i problemi e a non affrontarli in modo costruttivo.

Alte aspettative da parte dei genitori: sono spesso molto esigenti nei confronti dei figli, per quanto riguarda i loro studi, il lavoro, le relazioni interpersonali e la vita in genere, e critici nei confronti delle scelte che fanno in autonomia e senza la loro piena approvazione.

Familiarità del disturbo: molti studi, soprattutto quelli compiuti su coppie di gemelli, hanno dimostrato che i Disturbi del Comportamento Alimentare colpiscono spesso più persone appartenenti alla stessa famiglia.

Le nostre considerazioni: PROVIAMO A MIGLIORARE LA COMUNICAZIONE

 

Iperprotettività dei genitori:

La famiglia è, per ognuno di noi, la primaria e principale fonte di esperienza, nonché il primo tramite con il mondo esterno.

Molti autori, hanno concluso che l’anoressia nervosa è un disturbo che riflette apolineire min.jpg (19581 byte)modalità particolari di un funzionamento familiare, quali la tendenza ad evitare i conflitti, un atteggiamento eccessivamente protettivo dei genitori nei confronti dei figli, una mancanza di regole chiare e di confini tra i membri della famiglia, che risulta in una eccessiva intrusione di ciascuno negli spazi dell’altro. Allo stesso modo, le madri delle ragazze anoressiche sono state quasi tutte iperprotettive e dominanti. Sembra che in queste famiglie siano incoraggiati e premiati la disciplina e il successo, più che la conquista dell’autonomia e di una matura consapevolezza. Un’apparente armonia tra i membri della famiglia diventa il modo in cui ci si preserva dall’affrontare i problemi e si mantiene la stabilità.

Anche lo sviluppo dell’obesità e della bulimia sembra essere collegato a caratteristiche familiari particolari, come la presenza di una madre iperprotettiva ed una mancanza di calore, supporto nei confronti del soggetto. Le figlie obese si sentono colpevolizzate come se non riuscissero a perdere peso per una mancanza di volontà e di controllo.

 

Invischiamento (mancanza di confini), all’interno della famiglia

Andando in cerca alla cieca di un senso di identità e di autonomia, le giovani ragazze non accettano nulla di quanto i genitori o il mondo che le circonda possono offrire; preferirebbero morir di fame piuttosto che continuare una vita di accomodamenti.

Hannah Hoch nudo metafisico min.jpg (20550 byte)Gli studiosi hanno riscontrato tre aree di funzioni psicologiche perturbate in modo caratteristico:

- gravi disturbi nell’immagine corporea, nel modo in cui queste pazienti si vedono;

- interpretazione errata di stimoli esteriori ed interiori e, in questo campo, un modo impreciso di percepire la fame è il simbolo più marcato;

- al fondo di tutto, un senso di inefficienza paralizzante e la convinzione di essere del tutto incapaci di cambiare qualunque cosa nella propria vita.

Il frenetico bisogno di tenere sotto controllo il corpo e le sue esigenze dev’essere visto alla luce di questo senso di impotenza di fronte a tutti i problemi della vita.

La scoperta di questo senso di incapacità è stata una sorpresa: le ragazze sono tracotanti e caparbie e a prima vista danno l’impressione di essere forti e piene di vigore.

 

Perifericità del padre

Talvolta la figura paterna è in posizione periferica nella famiglia. Gli impegni di lavoro, il modello culturale, ormai superato in una società in cui sia l’uomo che la donna lavorano fuori casa, lo portano a delegare quasi completamente il compito di seguire i figli alla madre. Ciò però può generare nei figli un senso di abbandono e di inadeguatezza, per cui finiscono erroneamente per considerarsi poco importanti per il genitore. Inoltre, durante l’adolescenza, talvolta le figlie entrano in conflitto con la madre, mentre risulterebbe più armonico il rapporto con il padre.

 

Alte aspettative da parte dei genitori: LA GABBIA DORATA

Una famosa psichiatra americana (Hilde Bruch) ha ritenuto molto significative queste parole confidatale da una paziente anoressica: fin da bambina, Ida aveva sentito di non meritare magritte the difficult crossing min.jpg (17978 byte)tutti i privilegi e i benefici offerti dalla famiglia perché le era sembrato di non essere sufficientemente brillante. Le venne in mente un’immagine: lei era come un passerotto in una gabbia dorata, troppo insignificante e semplice per la sua casa lussuosa, ma anche privata della libertà di fare quello che veramente avrebbe voluto. Fino a quel momento aveva parlato soltanto degli aspetti di eccezionalità del suo ambiente d’origine; ora invece cominciò a parlare di sofferenze, limitazioni e obblighi che comporta il crescere in una casa ricca. Rifacendosi all’immagine del passero, disse che le gabbie son fatte per grandi uccelli multicolori che mettono in mostra le loro penne e si accontentano di saltellare qua e là nella loro gabbia. Lei si sentiva di essere del tutto diversa, come un passerotto che non dà nell’occhio ma è pieno di energia e vuole stendere le ali e spiccare il volo per conto suo; non è fatto per la gabbia.

Molte ragazze si esprimono in modo simile, usando perfino immagini quasi identiche, per dire che tutta la loro vita è stata dominata dal desiderio di soddisfare le aspettative dei loro familiari e dal timore di essere impari, meno brave di altri e pertanto causa di grosse delusioni. L’angoscia e lo scontento di fondo contrastano con la provenienza di queste ragazze da famiglie le quali a prima vista fanno una buona impressione e in cui è stato provveduto a tutto quello che una ragazza può avere bisogno per il suo benessere fisico e sviluppo intellettuale.

 

Rigidità

Le ragazze tendonelio marchegiani deus ex machina min.jpg (13418 byte)o a dipingere un quadro positivo della loro famiglia. Si tratta in parte di una negazione diretta dei fatti o del timore di trovarsi costretti a manifestare una critica; ma è anche espressione di un eccessivo conformismo: quello che dicono i genitori è sempre giusto e le ragazze si rimproverano per non essere abbastanza buone.

Secondo gli studiosi in molte famiglie si poneva l'accento su un comportamento educato e i genitori erano fieri della loro bambina perfetta che non aveva mai manifestato i comuni atti di insubordinazione infantile, come il contraddire, la caparbietà o l'ira. Infatti, la mancata espressione dei sentimenti, specie di quelli negativi è una regola generale finché non si manifesta il problema e l'antica bontà cede il passo a un negativismo indiscriminato.

Molti giovani si preoccupano moltissimo dell'impressione che fanno, di quello che la gente penserà e dell'immagine che debbono dare.

 

Familiarità del disturbo

Molti studi, soprattutto quelli compiuti su coppie di gemelli, hanno dimostrato una certa familiarità del disturbo, nel senso che colpisce più persone appartenenti alla stessa famiglia. In realtà, quello che spesso succede è che il contagio passi, oltre che attraverso i media, anche all’interno di un nucleo familiare. Atteggiamenti e comportamenti rispetto al corpo, al cibo, al modo di vivere la propria individualità, vengono tramandati dai genitori ai figli, o imitati tra fratelli e cugini.

 

Le nostre considerazioni: PROVIAMO A MIGLIORARE LA COMUNICAZIONE

In tutte le relazioni interpersonali, nella famiglia quanto con gli amici, spesso i problemi hanno alla base una difficoltà di comunicazione.

Talvolta il clima educativo rigido e riservato è solo una ripetizione di ciò che i genitori hanno appreso nella loro infanzia. Così era stata la loro educazione e, almeno in apparenza, aveva funzionato benissimo. Spesso genitori poco affettuosi sono loro stessi delle vittime di una educazione in cui era considerato un errore un eccessiva esternazione dei propri sentimenti. Non sanno essere affettuosi, perché nessuno ha mai insegnato loro come esserlo. Se provassimo a parlarne in famiglia, si potrebbero chiarire molte posizioni.

Per quanto riguarda le alte aspettative a cui si sentono chiamate certi ragazzi, alla base può esserci un problema di comunicazione. I genitori, specie di ceto benestante, vorrebbero dare ai figli tutte quelle opportunità che sono loro mancate: sport, danza, corsi di vario genere, ecc., ma i figli, specie quelli più maturi e sensibili, possono interpretare tutta questa varietà di offerte come una richiesta di eccellere in ognuna di queste attività. Possono interpretare i commenti sui risultati raggiunti in chiave più negativa di quanto in realtà non lo siano, scambiare una risposta brusca, dettata dalla stanchezza o dal nervosismo, per un rimprovero o una nota di biasimo. E questo, alla lunga, può diventare un grosso peso, peso che non era nelle intenzioni dei genitori infliggere ai figli. Il loro intento era invece quello opposto. Occorrerebbe parlare di più, chiarirsi senza trincerarsi nelle proprie convinzioni e spesso noi ragazzi siamo troppo orgogliosi per affrontare l’argomento.

Inoltre i genitori talvolta ritengono erroneamente che i figli, soprattutto se si mostrano magritte the good omens min.jpg (16787 byte)particolarmente bravi e maturi, non abbiano più bisogno di coccole e carezze, e noi ragazzi siamo troppo orgogliosi per fare capire quanto in fondo le desideriamo. Ci chiudiamo in noi stessi, in una falsa immagine di durezza e superiorità, che scoraggia ulteriormente i genitori ad avvicinarci. Si crea così un circolo vizioso, che nessuna delle due parti avrebbe voluto, solo per orgoglio e difficoltà nel comunicare e nel mostrarci quali siamo veramente.

E’ una dato di fatto che la vita, così frenetica ed in continua evoluzione, mette in crisi la capacità di stare assieme e di parlarsi in famiglia. Spesso noi ragazzi dialoghiamo meglio al pc, in internet, che attorno alla tavola durante la cena ed in troppe case la televisione accesa fa da sottofondo all’ora di pranzo, così si sta perdendo il piacere di stare assieme e di parlare. Ma la mancanza di dialogo fa sì chi si smarrisca la capacità di capirsi, che si fraintendano le intenzione degli altri e porta a rinchiudersi in se stessi.

Questa capacità va recuperata, all’inizio non sarà certo facile, ma, alla distanza, permetterà di superare molti problemi.

E’ significativo il fatto che Ida, la ragazza che aveva descritto la propria vita in famiglia, come quella di un passerotto in una gabbia dorata, nel momento in cui cominciò a fare chiarezza dentro di sé, diede alla stessa similitudine una spiegazione diversa. Aveva ancora l’idea di essere stata chiusa in una gabbia, ma le sembrava di averla creata lei stessa. "Una volta che si è creato un modello di sé, è questo modello a diventare una gabbia". Con l’aiuto e l’affetto di chi le sta accanto, Ida è riuscita ad infrangere la gabbia che lei stessa si era costruita. Ora è libera, fiera di essere quella che è, dei suoi scopi e di quanto ha raggiunto, ma soprattutto contenta di vivere la sua vita.

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