La Guerra di Corea
[giugno 1950 - luglio 1953]

  1. Il dopoguerra
  2. 38º parallelo
  3. L'intervento dell'ONU
  4. Le prime fasi del conflitto
  5. Dall'intervento della Cina alla guerra di posizione
  6. L'armistizio

Torna ad inizio pagina Il Dopoguerra

La corea fu tra i primi banchi di prova della Guerra Fredda, senz'altro il più evidente segno della particolare situazione internazionale che si andava concretizzando fin dalla fine della seconda guerra mondiale.

Il crollo dell'impero giapponese aveva causato ad oriente un enorme vuoto di potere, pronto ad essere colmato dalle potenze comuniste: la Corea, infatti, si trovava proprio fra l'incudine del regime nazionalista e corrotto di Syngman Rhee nel Sud ed il martello dell'ambizioso regime comunista di Kim Il Sung, instauratosi al Nord, entrambe però manovrate da USA ed Unione Sovietica, cui era stato affidato rispettivamente il sud ed il nord della penisola.

Torna ad inizio pagina 38° parallelo

Per quarant'anni i giapponesi fecero della Corea un proprio protettorato, situazione che cessò nel 1945 con la sconfitta nipponica. La Corea fu allora dichiarata libera in virtù di quanto stabilito nella Conferenza del Cairo del novembre 1943, che imposero come limite delle zone di influenza USA ed URSS il 38° parallelo. Terminata l'alleanza provvisoria contro le forze dell'Asse, le due superpotenze andavano assumendo in quegli anni posizioni sempre più ostili mentre la Cina di Mao costituiva una nuova incognita nei già precari equilibri dello scacchiere orientale. La tensione fra le due zone crebbe al pari dell'influenza russa e americana, sfociando in sempre più frequenti scaramucce sul confine. Il 15 agosto 1948 venne proclamata la Repubblica della Corea del Sud, seguita il 12 settembre da quella del Nord.

MacArthur insieme al generale Sheperd, comandante della flotta del Pacifico, visitano il 5° battaglione marines sotto il comando del colonnello Murray.

Entrambe ambivano a diventare padrone dell'intera penisola ma fu il Nord a prendere per primo l'iniziativa. Il 25 giugno 1950 l'esercito nordcoreano varcava il 38° parallelo marciando su Seul con 80.000 uomini.

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La Corea del Sud ricorse immediatamente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (URSS assente), riuscendo ad ottenere la condanna della Corea del Nord come aggressore, ordinandole il cessate il fuoco e disponendo l'invio di un contingente di 180.000 uomini, perlopiù americani, sotto il comando del generale Mac Arthur. Già in agosto la testa di ponte del corpo di spedizione ONU era stata stabilita nel sud della penisola. L'esercito nordcoreano, intanto, continuava con successo l'offensiva nel sud.

Torna ad inizio pagina Le prime fasi del conflitto

Dicembre 1950, marines americani attendono l'assalto, appoggiati dai bombardieri.
Truppe americane marciano verso il confine con la Cina a nord.

I nordcoreani dimostravano prima fase del conflitto un netto vantaggio sui nemici: l'esercito comunista era avanzato in tutta la Corea del Sud, risparmiando solamente la zona di Busan, dove gli alleati avevano stabilito la testa di ponte.

Lo sbarco di Incheon (settembre 1950) da parte delle truppe ONU inaugurò la controffensiva alleata che si preoccupò di tagliare i rifornimenti ed il supporto alle basi logistiche ai nordcoreani per poter continuare l'avanzata verso il confine manciuriano. Mac Arthur si sarebbe fermato solamente sulle rive del fiume Yalu, al confine con la Cina.

Mao Tse Tung non attese di trovarsi gli americani sull'uscio di casa per mobilitare il suo esercito ed il 27 novembre 1950 i cinesi passavano il confine in supporto della Corea del Nord.

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Truppe cinesi marciano verso il fiume Yalu
Missili incendiari colpiscono i rifornimenti nordcoreani.

Nel 1951 Seul si trovò nuovamente minacciata dalle forze comuniste, come già era accaduto nella prima avanzata nordcoreana del giugno '50. La situazione allora era però resa ancora più pericolosa dalla presenza cinese. Mac Arthur propose all'allora presidente Truman l'impiego della bomba atomica sui cinesi, senza ottenere nulla oltre al progressivo allontanamento dalla linea più conciliante sostenuta dal presidente. Così nell'aprile 1951 a Mac Arthur succedette il comandante dell'8ª armata americana Matthew Bunker Ridgway. Due mesi più tardi il conflitto si assestò sull'attuale confine in una guerra di posizione che si sarebbe protratta fino al luglio 1953.

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Il generale Clark firma l'armistizio a Panmunjom il 27 luglio 1953. L'intervento della Cina ha influito pesantemente sul conflitto.

I colloqui di pace iniziati il 10 luglio 1951 a Keasong e proseguiti a Panmunjeom raggiunsero nel luglio '53 l'accordo sul confine fra nord e sud del paese, ponendo come linea armistiziale il fronte del 26 maggio 1951 e stabilendo entro lo stesso una zona smilitarizzata. Anche dopo l'armistizio la tensione fra le due Coree rimase alta, senza peraltro assumere i toni del conflitto. Una conferenza internazionale tentò di risolvere definitivamente il problema coreano: apertasi il 25 aprile 1954, si concluse appena il giorno seguente con un nulla di fatto.

Da sinistra: il leader nordcoreano Kim Jong ed il presidente sudcoreano Kim Dae Jung. Nonostante le atrocità perpetrate dal regime nordcoreano, un accordo fra nord e sud della penisola è diventato prioritario.

Ancora oggi le due Coree si affacciano sullo stesso confine del '53 mentre sensibili segnali di apertura soprattutto da parte del presidente sudcoreano Kim Dae Jung, premio Nobel per la pace, che nel giugno del 2000 ha avviato a Pyongyang uno storico vertice con il collega nordcoreano Kim Jong, profilando in un prossimo futuro l'unificazione della penisola.

Assieme alle testate nucleari russe e americane, in via di ulteriore ridimensionamento, le due Coree rimangono infatti fra gli ultimi simboli della Guerra Fredda.

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