HOME PAGE PRESAGI (prossimamente) HIGHLIGHTS LA SETTIMANA HORROR RECENSIONI INTERIORA (approfondimenti) L'ALTRO CINEMA
LICAN TROPIA





VOTO





QUANTITA' DI MOSTARDA






Trama:
1815, in una foresta inospitale due sorelle vengono salvate da un indiano e ricoverate in un solitario forte. Isolate da tutto e da tutti, dovranno unirsi ai pochi superstiti per difendersi da un’orda di feroci uomini-lupo che nottetempo escono dalla foresta per attaccare l’avamposto.


Recensione:
Lupi mannari made in Canada
Il film appartiene al filone degli horror per teenager che hanno per protagonisti giovani emergenti attori (Katharine Isabelle è quella di Generazione perfetta) e si collocano nella fascia di mercato inaugurata qualche anno fa dal successo di “Scream”. In questo genere di pellicole di solito la confezione (patinata quel tanto per attirare i giovani modaioli) e il numero di spaventi conta più di tutto il resto, quindi meglio dire subito che non ci si può aspettare molto da un prodotto del genere.

Dal punto di vista della confezione il film di Grant Harvey si colloca dignitosamente nella media delle produzioni attuali: fotografia perfetta, buone ambientazioni, attori decenti. I problemi arrivano quando si tratta di prendere in considerazione la storia. “Licantropia” è il terzo capitolo della saga delle sorelle Fitzgerald unite nel sangue ma divise dalla licantropia. Se i due precedenti capitoli erano ambientati in un college dei nostri giorni, quest’ultimo film è ambientato nel 1815 e narra di come la giovane Ginger sia stata morsa da un wendingo (un uomo lupo nella trazione indiana). Le due ragazze smarrite in una foresta innevata ai limiti delle terre conosciute vengono salvate da un indiano che le condurrà in un forte sperduto. Accolte con sospetto dai pochi membri del solitario presidio, le due sorelle scoprono a poco a poco che il forte è isolato da un anno, e che nottetempo misteriose e feroci creature minacciano i suoi occupanti. Sembrerebbero esserci tutte le basi per un buon film dell’orrore: dal contesto del manipolo di eroi accerchiati da una minaccia esterna (“Il tredicesimo guerriero”, “La notte dei morti viventi”), alle atmosfere misteriose e inquietanti del luogo sperduto in zone remote del globo (“La cosa”); purtroppo però dopo una mezz’ora di buone intenzioni le premesse vengono presto disattese: i personaggi entrano ed escono di scena senza nessuna motivazione, le scene degli assalti degli uomini-lupo sono confuse e poco incisive. Anche le uniche trovate interessanti del film suonano come già sentite: il bambino mostro chiuso in una stanza ricorda quello di “Phenomena” di Dario Argento, e il metodo delle sanguisughe utilizzato per individuare chi è infetto strizza l’occhio a “La cosa” di John Carpenter.

Il punto di forza della storia dovrebbe essere la novità dell’unione-divisione delle due sorelle protagoniste, ma anche qui l’approfondimento dei personaggi lascia a desiderare, i dialoghi sono poco ispirati, e il tutto è lasciato in sospeso per poter riannodare la trama ai due prequel già usciti. Harvey punta sulla messa in scena della paura, ma questa volta il make-up dei mostri è stravisto (“Un lupo mannaro americano a Londra”), la tensione latita e la regia si limita al minimo sindacale. I canonici tre salti sulla poltrona sono assicurati ma non aspettatevi la mostarda.
(30/07/2005, Massimiliano Troni)


2004
GRANT HARVEY

nazione:
CANADA
genere:
HORROR
IMMAGINI
CAST TECNICO



































All material [unless otherwise noted] © 2005-present by Profondo Cinema. All Rights Reserved.