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La
sonda europea individua aree con vapore acqueo e metano.
«Potrebbero esserci
batteri»
E’ un altro piccolo passo che potrebbe
rivelarsi interessante per la ricerca della vita su Marte.
Uno strumento imbarcato sulla sonda
Mars Express dell’Esa europea
ha rilevato che nell’atmosfera del pianeta rosso, al di sopra di
tre grandi regioni della fascia equatoriale (Arabia Terra, Elysium
Planum e Arcadia-Mnemonia),
vapore acqueo e metano coesistono in dosi
rilevanti. Interessante è notare che in corrispondenza
di queste zone, nel sottosuolo la sonda Odissey della Nasa ha scoperto
nel recente passato anche la presenza di ghiaccio d’acqua. Un legame
sembra unire i tre elementi del puzzle, già noti, prospettando ora
conclusioni importanti e ipotesi intriganti.
DUE IPOTESI
- «Nelle
aree scandagliate abbiamo misurato una concentrazione di vapore acqueo
tre volte più elevata rispetto all’alta atmosfera dove
invece è ben distribuito e uniforme - spiega Vittorio Formisano,
dell’Istituto di fisica dello spazio interplanetario dell’Inaf e
responsabile dello spettrometro Pfs raccoglitore dei dati -. Altrettanto
dicasi per il metano e ciò fa supporre una sorgente comune». Gli
scienziati si sono chiesti immediatamente quale fosse la provenienza e
due sono le ipotesi
che finora riescono a formulare. «La prima è
un’origine idrotermale - precisa Formisano -. I gas emessi da una
sorgente liquida proveniente dalle profondità per effetto del calore
sprigionato da qualche sorgente geotermica, sono inglobati nel ghiaccio
che si forma appena il liquido si avvicina alla superficie dove la
temperatura è diverse decine di gradi sotto lo zero. Però nelle zone
equatoriali, a causa delle temperature relativamente più elevate le sue
condizioni non sono stabili, per cui il ghiaccio sublima e i gas
finiscono nell’atmosfera». Secondo le riprese effettuate dagli occhi
elettronici della sonda americana Odissey a partire dal maggio 2002 il
ghiaccio d’acqua si troverebbe a circa una trentina di centimetri al di
sotto del materiale secco e rossastro che ricopre la superficie, in una
forma chiamata permafrost, che è un miscuglio solido di ghiaccio e
terriccio.
ALLA RICERCA DEI
BATTERI - «La
seconda ipotesi per spiegare le alte concentrazioni di metano
- prosegue Formisano -
è di natura biologica. In
questo caso si suppone che sotto lo strato ghiacciato dove l’acqua è
ancora liquida
possano esistere forme di vita capaci di sopravvivere in quelle
condizioni ambientali estreme generando attraverso la
loro digestione, appunto, il metano». I risultati sono stati presentati
al convegno dell’Agenzia Spaziale Italiana in corso a Ischia dedicato ad
un esame delle missioni di esplorazione marziana. «Il passo successivo
lo compirà il radar Marsis anch’esso nato in Italia e sempre imbarcato
sulla sonda europea Mars Express - commenta Simona Di Pippo responsabile
in Asi dell’Osservazione dell’Universo - Esso ha la capacità di scoprire
eventuali laghi nascosti nel sottosuolo».
NUOVE ESPLORAZIONI
- La sua
attivazione è prevista all’inizio dell’anno prossimo,
una volta completate le simulazioni per togliere il sospetto che la sua
apertura (sono due aste lunghe venti metri) possa squilibrare la sonda e
disturbare le altre osservazioni. Una parola ancora più precisa la potrà
in seguito dire il radar Sharad sempre fornito dall’Asi italiana che
sarà imbarcato su una prossima missione della Nasa.
«Naturalmente
conferme certe a favore di una delle due ipotesi si potranno avere solo
con la raccolta di campioni di permafrost da parte di una sonda
robotizzata - aggiunge Formisano -. Ma intanto abbiamo
davanti un’altra sfida interessante e riguarda l’identificazione della
natura delle molecole di altri gas scoperti nell’atmosfera».
Diverse, infatti, ne sono state segnalate dagli strumenti ed ora si
dovranno studiare quelle definite «bandiera», cioè capaci di portare
informazioni utili alla conferma della vita. Questo sarà il lavoro che
impegnerà di nuovo lo spettrometro italiano nella primavera prossima.
(fonte: Corriere della Sera)
21
settembre 2004
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