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ACQUA SU MARTE

 
 


 

LA SONDA EUROPEA TROVA L’ACQUA SU MARTE

 23 GENNAIO 2004

DARMSTADT (Germania)

C'è ghiaccio su Marte.
Secondo Vittorio Formisano, dell'Agenzia spaziale europea, la sonda Mars Express, in orbita intorno al pianeta rosso, ha rilevato la presenza di acqua ghiacciata nel polo sud.
Nel corso di una conferenza stampa alla base Esa di Darmstadt in Germania, Vittorio Formisano - uno dei responsabili della missione Mars Express - ha detto: «Abbiamo identificato dell'acqua sotto forma di ghiaccio al polo sud di Marte». La conferenza stampa al centro di controllo era stata convocata dall'Esa per dare i primi risultati scientifici della missione, in orbita intorno a Marte dal mese scorso.
I dati sono stati ricavati grazie allo spettrometro della sonda, utilizzato per analizzare la composizione del terreno. Per l’Esa si tratta di una grande rivincita dopo la perdita del robot Beagle-2, che probabilmente non è sopravvissuto alla manovra di atterraggio sul pianeta, nella stessa giornata nella quale il robot Spirit della Nasa ha interrotto le comunicazioni con il controllo missione per motivi che i tecnici dell’agenzia americana devono ancora accertare.

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 SCOPERTA DEL ROBOT OPPORTUNITY - 02 MARZO 2004

Marte un tempo aveva un tasso di umidità sufficiente a permettere lo sviluppo di forme semplici di vita.

Dunque la NASA scioglie finalmente le riserve: su Marte un tempo scorreva acqua liquida, o almeno percolava all’interno degli strati delle rocce sedimentarie di Planum Meridiani, dove il Rover 2 Opportunity, spedito là in cerca dell’ematite, avrebbe trovato ciò che invece ci si aspettava di scoprire col Rover 1 Spirit nel bacino Gusev, agli antipodi della zona equatoriale di Marte.

Lo ha annunciato la Nasa, dopo le analisi del suolo compiute dal robot Opportunity. Tuttavia, secondo l'ente spaziale Usa, finora non sono state trovate tracce evidenti di microrganismi, né viventi, né fossili.
 
La Nasa ne è ormai certa: il robot Opportunity è atterrato in una località marziana sulla quale un tempo scorreva acqua allo stato liquido.
Ad annunciarlo, non senza emozione, è stato Edward Weiler, vice-amministratore dell'agenzia incaricato delle scienze spaziali, in una conferenza stampa organizzata per comunicare le ultime novità delle ricerche in corso sul Pianeta Rosso, "conquistato" ad inizio gennaio.
"Questa zona", ha precisato, "un tempo costituiva un ambiente buono, abitabile".

James Garvin e Steve Squyres., capi-progetto dei Rover, sono convinti di essere riusciti a ricostruire a ritroso il processo con cui alcune microcavità, risultate fortemente salificate, si sarebbero formate all’interno degli strati rocciosi sedimentari in cui Opportunity le ha individuate.

Le formazioni, che appaiono associate alle misteriose sferule scoperte qualche giorno prima, mostrano la presenza dei sali cristallini di solfato di ferro e magnesio, abbinati forse a cloruri e bromuri. Particolarmente interessante la presenza di cristalli di jarosite, un solfato ferroso idratato che si forma in presenza d’acqua. È molto probabile che i sali si siano depositati per lenta evaporazione da brine acquose ad elevata salinità, penetrate per infiltrazione all’interno delle rocce sedimentarie da acque stagnanti superficiali acide, o in corrispondenza di sorgenti idrotermali.

Secondo la NASA, per poter strutturare le rocce nel modo osservato l’acqua liquida avrebbe dovuto essere presente in maniera stabile e prolungata nel tempo. In queste condizioni, la presenza di acqua salata solforata potrebbe aver avuto importanti implicazioni per lo sviluppo anche di eventuali forme viventi: sulla Terra sono infatti presenti microrganismi che traggono nutrimento dal metabolismo dello zolfo.


SE C'È ACQUA C'È VITA
Il robot ha analizzato una serie di strati sedimentari, trovandovi tracce di solfati e altri minerali che si formano soltanto o prevalentemente in presenza di acqua. La scoperta fa pensare che, se vi era vita all'epoca in cui quelle rocce si formarono, allora essa poté non fermarsi soltanto a forme elementari, ma svilupparsi in modi più complessi.

Finora, tuttavia, gli strumenti del robot non hanno rinvenuto tracce di vita di alcun genere. "La Nasa ha organizzato la missione esplorativa con i rover espressamente per controllare se almeno una parte della superficie marziana avesse un ambiente permanentemente umido, in grado di ospitare forme di vita", ha detto un altro specialista dell'ente spaziale Usa, Joohn Garvin. "Oggi abbiamo prove sufficienti per una eccitante risposta: sì".

Steve Squyres della Cornell University, responsabile principale della strumentazione di Opportunity, ha confermato che lo studio delle formazioni geologiche presso il luogo di atterraggio del laboratorio mobile mostra che l'acqua allo stato liquido presente era in quantità sufficiente a determinare mutamenti nella composizione chimica degli strati geologici. "Siamo stati in grado di leggere gli indizi palesi che l'acqua ha lasciato dietro di sé, confermandoci nella nostra conclusione", ha detto Squyres.
Squyres ha detto di non sapere quale processo abbia portato l'acqua sul pianeta. Tuttavia, "di qualsiasi cosa si sia trattato, nulla del genere è oggi in atto su Marte".

MINERALI CHE SI FORMANO IN ACQUA
Opportunity è ormai da cinque settimane su un letto roccioso che si estende al lato di un piccolo cratere. La sonda ha condotto una serie di analisi su alcune rocce presenti sul posto, fra cui una battezzata "El Capitan", trovandovi forti quantità di zolfo in solfati di magnesio, ferro e altri elementi. Ha trovato anche tracce di jarosite, un particolare solfato di ferro.

Sulla Terra, questi minerali si formano nell'acqua, e la presenza di jarosite suggerisce un ambiente dotato di una certa acidità, come nei pressi di una fonte calda.
John Grotzinger, geologo del Massachusetts Institute of Technology, ha detto che la presenza di acqua appare anche da osservazioni di tipo visuale. Nella roccia El Capitan sono stati riscontrati piccoli vuoti, sferule e stratificazioni.
I vuoti, che un tempo potevano contenere sali minerali, si formano nelle rocce quando cristalli salini si aggregano in un ambiente con alte concentrazioni di sali. La roccia, insomma, ha l'aspetto che avrebbe se fosse stata a lungo sommersa in un mare.
Anche le sferule potrebbero essersi formate come precipitati di soluzioni saline all'interno di una roccia porosa. Il fatto che la loro distribuzione sia casuale dimostra ulteriormente che si formarono quando la roccia era immersa nell'acqua salata.
Le stratificazioni possono essersi formate tanto per l'azione dell'acqua, quanto, successivamente, per quella dei venti.

CONFERME
"Abbiamo trovato una stupefacente quantità di sali", ha detto Benton C. Clark III, membro del gruppo di gestione del robot. I sali erano non soltanto in superficie, ma anche nelle stratificazioni delle rocce, sondate con la trivella di Opportunity.

"L'unico modo in cui una tale concentrazione di sali può essersi formata", ha aggiunto Clark, "è in seguito alla loro dissoluzione nell'acqua, che poi è evaporata, lasciandoli nell'ambiente".

Non è ancora stato possibile stabilire in quale epoca Marte avesse mari e, presumibilmente, laghi e fiumi. "E' molto, molto difficile desumere una datazione in base semplicemente alle immagini", ha detto il responsabile della strumentazione di Opportunity, Steve Squyres. "Né si può fare osservando la composizione delle rocce con gli strumenti del robot. Ciò di cui avremmo bisogno è di campioni del suolo riportati sulla Terra".

Squyres ha detto di non sapere quale processo abbia portato l'acqua sul pianeta. Tuttavia, "di qualsiasi cosa si sia trattato, nulla del genere è oggi in atto su Marte".


LA MISSIONE CONTINUA
Ora seguiranno ulteriori ricerche.
La speranza, inconfessata ma tangibile, è che alla fine Opportunity trovi tracce di microrganismi simili a quelle, assai controverse, riscontrate anni fa in un meteorite di presunta origine marziana.

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Opportunity sulla sponda di quello che un tempo era un mare

Annuncio della Nasa: su Marte c'era acqua salata

Era un deposito d’acqua salata profondo almeno 10 centimetri. Crescono le probabilità che il Pianeta Rosso ospitasse la vita.

NEW YORK - Il robot americano Oppurtunity ha svelato che su Marte c'è stata in passato presenza di acqua salata nella quale si sono formate le rocce esaminate dal rover. Acqua che avrebbe potuto permettere la nascita della vita. «Siamo convinti che il robot Opportunity si trovi ora sulla sponda di quello che un tempo era un mare salato», ha detto Steve Squyre, astronomo della Cornell University e capo della squadra scientifica che analizza i dati inviati a terra dai laboratori automatici fatti discendere dalla Nasa su Marte.

Già all’inizio del mese gli scienziati avevano annunciato che la conformazione geologica incontrata dalla sonda era coerente con la presenza di acqua in tempi remoti. Ora possono essere più precisi. Si trattava di un deposito d’acqua salata - un polla o un vero e proprio mare - profondo, nella zona esplorata da Opportunity, almeno una decina di centimetri.

VITA - La scoperta aumenta le prove che un tempo Marte fosse un mondo molto più caldo di oggi, con un’atmosfera più densa, molta umidità e le condizioni adatte allo sviluppo di forme di vita. Squyres ha parlato apertamente di "mare", ma in realtà gli scienziati non sono in grado di dire le dimensioni dell’antico corpo d’acqua. Potrebbe essere stato un lago salato incluso in un deserto, o un deposito di sale periodicamente inondato dall’acqua.

SPERANZE E PROGETTI - Per avere risposte più sicure, si dovrà aspettare una missione che riporti a terra campioni di rocce da analizzare. La Nasa ha fissato per ora la data del 2013 per portarla a termine. L’ente spaziale americano vorrebbe inviare una missione sul pianeta rosso ogni 26 mesi, con l’obiettivo di arrivare a una spedizione umana. Il presidente Usa George W. Bush l’ha indicata come obiettivo, senza tuttavia fissare una data.

Secondo le fotografie inviate da Opportunity, il suolo marziano nella zona in cui si trova il robot mostra increspature e concentrazioni saline: prove - secondo gli scienziati - che le rocce si formarono in presenza di acqua salata. Questi risultati - ha detto il vice-amministratore della Nasa Ed Weiler - «ci stimolano a espandere il nostro ambizioso programma teso a scoprire se su Marte vivessero organismi microscopici, e se un giorno potremo viverci noi».

23 Marzo 2004

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Ancora conferme da Spirit e Opportunity

Nonostante abbiano sulle spalle quasi un anno di lavoro i due rover americani Spirit e Opportunity non intendono fermarsi e trovano nuove conferme sulla passata presenza di acqua liquida su Marte.
Spirit ha trovato per la prima volta tracce di goethite, un minerale presente anche sulla Terra che si forma solo in presenza di acqua liquida.
Nel frattempo, dall'altra parte del pianeta, Opportunity è uscito dal cratere Endurance dopo averci trascorso gli ultimi sei mesi. Subito ha ripreso alcune nubi molto simili ai cirri che si vedono qui da noi. Secondo gli esperti sono costituite da ghiaccio d'acqua.
 

17 Dicembre 2004

 

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Su Marte scorre acqua anche recente

Una sonda ha rivelato nuovi sedimenti in un'area che era già stata fotografata nel 1999 e che allora non ne presentava tracce.

Sembra proprio che finalmente ci sia la prova: su Marte ci sarebbe l’acqua. Non solo ghiaccio, ma acqua liquida. E’ probabile che si trovi nel sottosuolo ma che talvolta scorra in superficie per brevi periodi. La prova è immortalata in alcune immagini ottenute dalla sonda Mars Global Surveyor fra il 2004 e il 2005

Alcune foto di Marte catturate da una sonda della Nasa hanno rivelato infatti  indizi della presenza di acqua formatasi anche in tempi recentissimi sul pianeta rosso. Tracce di nuovi sedimenti sono state notate in un area che era già stata fotografata nel 1999 e che all'epoca non presentava quelli che sembrano detriti trascinati dall'acqua. Lo ha annunciato l'agenzia spaziale americana.

La Nasa ha reso pubbliche le immagini scattate da Mars Global Surveyor, una sonda che nelle ultime settimane ha cessato di trasmettere dati a Terra dopo anni di attività. Le foto sottoposte alla nuova analisi risalgono al settembre 2005 e sono state confrontate a immagini delle stesse zone scattate nel 1999. «Queste osservazioni - ha detto Michael Meyer, che guida il programma di esplorazione su Marte della Nasa - offrono l'indizio più forte fino a oggi che l'acqua occasionalmente scorre ancora sulla superficie di Marte».

Solo tracce di acqua su Marte ma nessuna evidenza diretta di acqua sul pianeta rosso. Vale a dire che l'acqua su Marte, al momento, non è stata ancora vista. Così l'Agenzia Spaziale Italiana (ASI) ha commentato l'annuncio della Nasa relativo ai dati inviati dalla sonda americana Mars Global Surveyor. «Le dichiarazioni fatte dalla Nasa riguardano il fatto che sono state viste evidenze di acqua liquida su Marte in tempi recenti», ha spiegato il responsabile delle attività di esplorazione del Sistema Solare dell'ASi, Enrico Flamini. In altre parole, ha aggiunto, «gli strumenti del Mars Global Surveyor hanno evidenziato tracce della presenza di acqua, ma l'acqua allo stato liquido su Marte non l'hanno ancora vista». Sicuramente, ha aggiunto, evidenze di tracce di acqua su Marte «sono molto importanti e confermano i fenomeni di erosione previsti ormai da molti modelli del pianeta».

I ricercatori propongono una spiegazione: a partire da falde sotterranee, l’acqua si spingerebbe fino all’esterno e comincerebbe a scorrere seguendo le discese. Prima di trasformarsi in ghiaccio, a causa della bassa temperatura del pianeta, l’acqua avrebbe il tempo di scorrere per periodi sufficientemente lunghi da formare i depositi osservati. Questi si estendono per alcune centinaia di metri: sono indizi molto evidenti ma le certezze arriveranno solo quando l’acqua di Marte verrà individuata, ovunque si nasconda.

 

Nelle due immagini a confronto lo stesso cratere nella zona denominata Terra Sirenum fotografato a sinistra nel 1999 e, a destra, il 24 aprile 2005. Nella foto a destra si nota una striscia bianca che secondo gli scienziati della Nasa evidenzia la presenza di detriti che si sono spostati nel canalone proprio spinti dall'acqua fuoriuscita dal suolo. (Afp/Nasa)

 

«Lì forse c'è vita»

Oggi è sicuramente una superficie desertica, ma non si può escludere che sia stato ricco d'acqua, e che ce ne sia ancora nel sottosuolo. Lo suggeriscono varie formazioni geologiche, e se c'è acqua forse c'è vita.

Notizie dalla Nasa infatti ci informano che la tanto attesa scoperta di acqua su Marte pare veramente avvenuta. Che al Polo sud di Marte ci fosse ghiaccio d'acqua lo aveva già mostrato un esperimento italiano sulla sonda europea Mars Express. Ora però sembra che alcune variazioni fra un'immagine di Marte e un'altra, precedente, mostrino proprio l'avvenuto scioglimento di una formazione di ghiaccio.

 Ma perché tanto interesse per il ritrovamento dell'acqua su Marte? La presenza di acqua è strettamente legata alla possibilità di vita. Già i primi robot, Viking 1 e Viking 2, atterrati su Marte nel 1976, cercarono indizi della presenza di forme di vita elementari, ma senza successo. La ricerca continua da parte delle due sonde della Nasa — Mars Global Surveyor e Mars Odissey — che ricevono i dati dei due robot Spirit e Opportunity, e da parte della sonda europea Mars Express.

D'altra parte Marte è il luogo più favorevole, dopo la Terra, per ospitare forme di vita elementare. Infatti ha una tenue atmosfera, essenzialmente di anidride carbonica, che però da luogo a un debole effetto serra che mantiene la temperatura entro limiti sopportabili. Per esempio all'equatore la temperatura può variare da circa 15 gradi centigradi di giorno a -80 di notte. Marte, come la Terra, presenta le stagioni, perché il suo equatore è inclinato rispetto al piano dell'orbita di circa 25 gradi, un valore molto simile a quello terrestre di 23,5 gradi; come la Terra anche Marte ruota attorno al proprio asse con un periodo di poco superiore a quello terrestre, 24 ore e 37 minuti. In confronto a Mercurio e alla Luna, completamente privi di atmosfera e dove la temperatura passa, rispettivamente, da quasi +400 e +100 gradi centigradi nelle parti illuminate dal Sole a valori inferiori a -100 nelle parti non illuminate, e a Venere, la cui densa atmosfera ha prodotto un tale effetto serra da portare la temperatura a circa 500 gradi centigradi, Marte rappresenta quasi un paradiso.
 

7 Dicembre 2006

(fonte: Corriere della Sera)

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Marte, radar italiano scopre crateri nascosti

Si chiama Marsis: con i suoi occhi elettronici sta riscrivendo la storia geologica del pianeta rosso. Lo rivela la rivista Nature.

Uno dei misteri più intriganti di Marte comincia a dissolversi grazie agli «occhi elettronici» del radar italiano Marsis che ruota intorno al Pianeta Rosso. capace di scandagliare il sottosuolo con le sue onde in grado di penetrare sino ad alcuni chilometri in profondità.
Appena entrato in azione dimostrava subito la sua capacità rivelando l’esistenza di alcune strutture ghiacciate sotterranee. Ma ora è andato oltre.

Lungo le orbite che ha percorso ha rivelato il vero volto nascosto dell’emisfero nord del pianeta che dalle fotografie appare sostanzialmente piatto e segnato da rari crateri tanto da far supporre che fosse il fondale di uno sterminato oceano. La piattezza del suolo a nord considerato più giovane geologicamente, contrasta enormemente con l’emisfero sud il quale si mostra invece ricco sia di colline e montagne sia di crateri e giudicato anche più vecchio. Questo era appunto l’enigma; una diversità che i planetologi non erano finora riusciti a spiegare.

Adesso si è scoperto che i grandi deserti del nord nascondono in realtà una popolazione numerosa di crateri: finora lungo le poche orbite elaborate ne sono stati contati undici con diametri variabili dai 130 ai 470 chilometri e collocati ad una profondità tra 500 metri e cinque chilometri.

Tra i due emisferi non esiste in realtà una grande diversità: pure quello settentrionale è stato bersagliato dai bolidi cosmici ed ha un’età intorno ai quattro miliardi di anni, quindi vicina all’altra metà. Fiumi di lava e ceneri hanno poi ricoperto i crateri scavati occultandoli alle rilevazioni ottiche ma non a quelle radar di Marsis che li ha smascherati.

Un’evoluzione che rivela, al contrario di quanto si pensava, un mondo sempre più vivo come ha dimostrato la scoperta nei giorni scorsi dell’acqua zampillata dal sottosuolo negli ultimi sette anni.

14 dicembre 2006

(fonte: Corriere della Sera)

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Ora ne siamo certi.

Ora ne siamo certi: nel polo sud di Marte abbonda il ghiaccio d’acqua.

Al punto che se potessimo scioglierlo insieme a quello del polo nord, l’intero pianeta sarebbe ricoperto da un mare profondo in media 20 metri. A confermarcelo sono i nuovi dati raccolti dalla sonda europea Mars Express attraverso uno dei suoi strumenti: MARSIS, un potente radar realizzato in gran parte in Italia.

Oltre che ai poli, grosse quantità di ghiaccio d’acqua potrebbero trovarsi anche in altre regioni, nascoste nel sottosuolo a poche decine di metri dalla superficie.

23 Marzo 2007

(fonte: www.cieloblu.it)

 

continua(la foresta marziana)  >>>

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