Craxi, in partenza per Londra, ha chiesto al ministro delle poste, Gava,
un provvedimento urgente antipretori.
La
maggioranza è divisa: da una parte la linea Craxi-Berlusconi-Gelli,
dall'altra quella De Mita, favorevole alla regolamentazione. Gava perde
tempo e sostiene che è necessario parlarne nel Consiglio dei Ministri,
ma Craxi, il decisionista, da Londra, comunica d'imperio che il
Consiglio dei ministri è anticipato di tre giorni, in seduta
straordinaria il 20 Ottobre alle 10.30, appena tornato da Londra. Primo
punto all'ordine del giorno: un decreto "che ripristini il dominio del
buonsenso", l'affare Berlusconi. Nemmeno per l'alluvione in Polesine e
per i terremoti del Belice, in Friuli o in Irpinia era avvenuto che il
governo si muovesse con tanta fretta.
In
settori della DC si trasecola, il senatore Li pari reagisce all'ipotesi
di decreto definendolo "uno scempio, un assurdo giuridico, un
inaccettabile favore reso agli interessi economi di un singolo". Il PCI
mette a punto un opposizione dura.
Il
carro armato Craxi non arretra e minaccia: " o decreto o elezioni
anticipate". I vertici DC arretrano, cedono. Personalmente, mentre
scrivo, mi indigno e mi spavento. Ma gli italiani, dov'erano? Ma quali
politici hanno ottenuto un così largo consenso nell' italietta del CAF?
Ma gli italiani, pronti a fare le pulci ad ogni pausa del respiro del
governo D'Alema, gli italiani, dove erano nel 1984? Si impegnavano solo
a turarsi il naso? Sono preoccupato anche per gli italiani di oggi. Ma
non ci è concesso avere una destra, o meglio un centrodestra almeno
senza Berlusconi? Non ci sono uomini onesti, con un passato un po’ meno
equivoco? Ma non è il caso che qualcuno, di destra, pur restando di
destra, si indigni per QUESTA destra, illiberale nella sua nascita e con
un capo già così precocemente compromesso? Ma davvero vi possono essere
dubbi che quello che ho scritto, ricavato da stralci di giornali
dell'epoca, sia stato scritto solo perché faccio parte del mondo
dell'odio? Credete davvero che le vicende narrate siano, possano essere
inventate?
Dopo il decreto, Berlusconi cessa la serrata e già domenica 21 ottobre
riprende a trasmettere sul territorio nazionale. Ma la storiella non
finisce qui e, senza respiro e pubblicità, ve la racconteremo tutta.
Il
decreto deve essere approvato dai due rami del parlamento entro due
mesi. Il 27 novembre 1984 c'è l'importante passaggio alla Camera. La
sinistra si mostra intelligente e, rivolta alla sinistra democristiana,
dimostra l'illiceità del decreto e quando si vota: 256 deputati votano
per l'incostituzionalità del decreto e 236, a favore. Craxi è
impallinato.
Lunedì 3 Dicembre i pretori di Torino, Roma reiterano il provvedimento
per il sequestro delle apparecchiature utilizzabili per le trasmissioni
oltre l'ambito locale.
Berlusconi fa la vittima. Craxi esplode, infuriato.
Dirà Casalbore,
pretore di Torino: "Mi impressionò il fatto che
dopo che notificai alle tre emittenti Fininvest di non trasmettere oltre
la scadenza, invece dell'imputato, mi rispose, con un comunicato
durissimo, il Presidente del Consiglio".
Bettino Craxi, da animale politico, sapeva che non poteva vincere la
partita e tentò, con successo, di pareggiarla. Venne rapidamente in
soccorso di Berlusconi con un nuovo decreto. Legò le sorti del Cavaliere
a quelle della Rai, promettendo alla DC una sostanziosa fetta di Rai3
(l'informazione regionale, con un esercito di giornalisti). Fu coniato
il termine decreto Berlusconi - Agnes, efficiente direttore
democristiano della Rai. Fu approvato, non senza sussulti, alla Camera,
l'11 gennaio 1985 e passò all'esame del senato il 31 gennaio.
Quella che state per leggere è una brutta pagina della storia del Senato
della Repubblica.
È
la pagina del giorno in cui il PCI si concesse alla lottizzazione, era
morto Berlinguer. Per fortuna però, riuscì a non piegarsi ai principi.
Craxi, su suggerimento di Agnes, blandì i deputati comunisti con la
promessa della direzione e della gestione di un TG, quello della terza
rete Rai che veniva così lottizzata. Rai 1 alla DC, Rai 2 al PSI e Rai
3, la più debole, quella che non poteva coprire più del 70% del
territorio nazionale, era così suddivisa: il Dipartimento Scuola ed
Educazione al PRI, l'informazione regionale alla DC, un nuovo TG
nazionale e le trasmissioni di intrattenimento al PCI. Il PCI attenua
l'opposizione e il decreto passa anche al senato. È, per il PCI, la fine
della discriminazione in Rai, ma l'inizio della presa di coscienza
dell'imbroglio: la terza rete non conta niente. Non verrà mai dotata di
un numero sufficiente di giornalisti e l'investimenti saranno vicino
allo 0.
Comincia
l'"opera buffa" in Senato, i cui numerosi atti trascuriamo di raccontare
in questa sede. In sintesi emerge con chiarezza che il PCI si veste dei
panni del partito più liberale del parlamento e affronta il blocco di
potere "stalinista" governativo. Il PCI ha comunque fatto, insieme agli
indipendenti di sinistra una buona opposizione che ha convinto qualche
senatore della maggioranza. Infatti Craxi sarà costretto a mostrare i
muscoli decidendo di chiedere la fiducia. Per la seconda volta, per
salvare l'amico Berlusconi, rischia una crisi politica.
E
quello che più interessa, con il senno di poi, è proprio l'impegno di
Craxi a salvare l'amico, fuorilegge, dalla legge. Impegno che sarà ben
ricompensato nel futuro prossimo venturo. Fino alle monetine del San
Raphael.
La
seduta del senato fa letteralmente tremare le gambe per l'assurde
pretese e prese di posizione di Bettino Craxi, che non rispetta e non fa
rispettare da Cossiga, presidente del Senato, una sola regola delle
procedure di approvazione di costituzionalità dei decreti legge. Vi
rimandiamo alla lettura "Senato della Repubblica. IX legislatura, 239°
seduta, 4 febbraio 1985". In quella seduta si ha la conversione del
decreto nella legge n°10, 1985. La famigerata legge
Berlusconi.
Comunque la nuova legge rimanda anch'essa ad una legge di
regolamentazione che non sarà fatta fino al 1990, a frittata orami
apparecchiata. Craxi regala all'amico una proroga "provvisoria" e
"transitoria" fino al 31 Dicembre del 1985 che, ad onta dei vocabolari
diverrà a vigenza illimitata. Infatti il 3 gennaio 1986, scaduta la
proroga, con una nota, il sottosegretario alla presidenza, Giuliano
Amato, dice che per "essere ancora efficace, la legge n° 10 del 1985,
non ha bisogno di proroghe legislative".
E
allora, dibattiamo e chiediamoci il perché di tante regalie attraverso
forzature e stravolgimenti, ultimatum, minacce di crisi e di elezioni
anticipate per questa sponsorizzazione reciproca di Bettino e Silvio,
senza iattanza.
I
partiti sono espressione di interessi, sarebbe desiderabile d'interessi
generali, ma sappiamo che non è sempre così. Mai però si è vista una
tale saldatura tra un partito politico e un interesse particolare, una
così caparbia, irriducibile, prolungata identificazione di una parte
politica con un singolo imprenditore.
Ci
sarà o no un motivo?
Di
Craxi e Berlusconi sappiamo del loro rapporto privato, Craxi anche
padrino di battesimo della figlia Barbara, le vacanze insieme a
Portofino e Saint Moritz, l'appartamento riservato a Bettino ad Arcore,
la consonanza politica, la comune paranoia anti-PCI.
Craxi scriverà: " Le maggiori forze economiche avevano, e di certo non
hanno perso, proprie strutture e capacità d'influenza sulla Pubblica
Amministrazione e sugli Enti Pubblici con un complesso di relazioni
dirette e con un grado di penetrazione notevole diretto a predisporre e
ad indirizzare nelle direzione volute le decisioni pubbliche. Per quanto
riguarda i privati, mi riferisco innanzitutto a grandi gruppi
d'importanza nazionale e internazionale che hanno certamente agevolato o
finanziato i partiti politici e, anche personalmente, esponenti della
classe politica. Dalla Fiat alla Olivetti, dalla Montedison alla
Fininvest, alla Premafin, al gruppo Ferruzzi e tanti altri ancora.".
Davvero siamo spettatori che hanno visto un film che non è stato mai
girato?