Due domande: ma il fondatore della Fininvest, sarebbe riuscito ad
affermarsi fuori dall'anarchia televisiva, fuori dal Wild West e cioè in
uno di quei regimi propri delle democrazie occidentali?
In
un mercato dove una pluralità di editori è obbligata a rispettare le
leggi e le regole (lacci e laccioli?) uguali per tutti, il valore reale
di Berlusconi, quale sarebbe stato?
Studiamoci la storia della Tv commerciale La Cinq, in una democrazia
progredita: la Francia.
All'inizio del 1985, le TV francesi sono quattro: tre pubbliche, Tfl,
Antenne 2 e Fr3, e una paj-tv privata, Canal Plus, creata dal socialista
vicino a Mitterand, Andrè Rousselet.
L'anno prossimo ci saranno le elezioni e, temendo che la destra di
Chirac e di Valere Giscard D'Estaing, possa vincerle, secondo sondaggi,
Mitterand gioca d'anticipo e concede l'autorizzazione a far partire due
network privati, La Cinq e La Six, da far controllare a finanzieri
mitterandiani in modo che, se i gollisti prenderanno il potere, non sarà
facile vendere TV pubbliche con il mercato della pubblicità saturato
dalle due nuove emittenti commerciali.
La
Cinq andrà in mano per il 60% ai mitterandiani con Jéròme Seydoux,
presidente di alcune banche e più che altro della casa cinematografica
Gaumont, ricca di un prezioso magazzino. Berlusconi si propone
immediatamente.
In
Francia non ha una buona considerazione e i francesi dicono la sua è
una " télévision de paillettes à la sauce spaghetti", "Spaghetti
network". Il ministro della cultura ha dato un giudizio sprezzante: " la
televisione di Berlusconi è il cavallo di Troia della subcultura
americana". Ma c'è chi è pronto a sponsorizzarlo nell'impresa francese.
È il vicepresidente dell'internazionale Bettino Craxi, Presidente del
Consiglio italiano.
La
sera del 13 aprile 1985, il compagno Berlusconi entra all'Eliseo. Non
sapendo che effetto aveva fatto a Mitterand, lui stesso ci racconta, nel
suo modo un po’ frivolo, come è riuscito a conquistarlo: " Ad un certo
punto mi venne un colpo di genio. Appena i valletti aprirono la porta,
del ritorno, che dava su un grande salone, ho visto un pianoforte,
accelerai il passo, feci in modo di precedere il Presidente, mi sedetti
e cominciai a suonare Au revoir Paris. Avevo colpito nel segno." Lascio
immaginare a voi la scena e la possibilità che si sia verificata nel
modo descritto da Berlusconi. Ritorna qui il copione del fascino che
rompe tutti gli indugi, che facilita e impone di trattare con lui, come
fece con il vicepresidente dell'ente a cui vendere gli appartamenti di
Brugherio, l'uomo della "mafia interna" come disse lui.
Si
rivedranno ad Arcore a fine giugno e a Roma il 14 Novembre, mediatore
Craxi.
Nasce France 5, presidente Jéròme Seydoux e con lui, nel pacchetto di
maggioranza, i giornali di sinistra francesi, "L'Evènement du Jeudi" e "Libération",
amministratore delegato e direttore generale Berlusconi, col 40% di
quota azionaria.
La
stampa di destra chiama Berlusconi "il Cavaliere Spaghetti" e Berlusconi
blandisce il pubblico francese con le sue storiche frasi da dopocena: "
dopo gli spaghetti bevo beaujolais. Ai telespettatori de la Cinq
prometto beaujolais i giorni feriali e un ottimo champagne per il
"week-end". Dell'ottimo vino italiano non parla: è in Francia.
Con l'avvento delle televisioni private, la Francia si dota di regole
precise comportamentali nel rispetto della "vita economica" di tutte le
componenti dell'informazione, comprese leggi antitrust, sconosciute al
Berlusconi italiano.
Ma
la Francia socialista di Mitterand concede molto, troppo a la Cinq.
Berlusconi esulta. Vedremo in azione i liberali.
La
"grandeur" francese impone una percentuale di produzioni originali
francesi. Facoltativi i telegiornali. Le inserzioni pubblicitarie,
vietate per la TV pubblica, sono concesse alla Cinq con un tetto
pubblicitario piuttosto alto: 10 minuti l'ora. Un sacco di soldi.
Alle 20.30 del 20 ottobre 1986, il debutto. Ecco il biscione in Francia,
galà di star italiane e francesi, sontuose scenografie, magie di luci,
un kolossal.
Ma
la Cinq non decolla facilmente perché i programmi Fininvest non
incontrano il gusto dei francesi .
Il
16 marzo le destre vincono le elezioni, Chirac diviene primo ministro e
comincia la coabitazione con Mitterand.
Il
nuovo ministro delle Comunicazioni è un liberale che esordisce:"
Vogliamo eliminare le deplorevoli condizioni alle quali i socialisti
hanno dato la concessione a la Cinq, rete cui si sono accordati vantaggi
esorbitanti e ingiustificati"
Pochi mesi dopo la legge di riforma è pronta. Si toglie la concessione a
Berlusconi e Seydoux per ritrattarla in termini più "liberali". La Cinq
non viene spenta, nel rispetto dei telespettatori. Si attende il
riassetto che arriva nella primavera del 1987. si contendono La Cinq una
scalata di sinistra capeggiata da "Le Mond" e una di destra guidata
dall'antisemita, delatore di ebrei e partigiani e dispotico Robert
Hersant, chiamato "Hersant il villano".
Proprietario di una trentina di testate giornalistiche tra cui "Le
Figarò", " France Soir" e "l'Aurore", ha una sua filosofia: "una notizia
falsa diffusa dall'impero dei media è dieci volte più vera, nella testa
della gente, di un'informazione vera data da un piccolo giornale di
provincia".
Il
compagno Berlusconi non esita un istante: sceglie il filonazista Hersant,
professandogli ammirazione.
È
il primo ribaltone. Ma Chirac non lo accetta dicendo che nella Cinq non
vuole infiltrati. Lo giudica un commerciante di zuppa italiana e aveva
detto che dopo le elezioni lo avrebbe accompagnato alla frontiera con il
foglio di via. Batosta per Sua Emittenza. Ma Hersant lo vuole, per il
suo magazzino, e decisive sono le pressioni di Craxi, pur sempre
Presidente del Consiglio di un grande Paese.
Ma
gli ascolti decretano la sconfitta della Cinq e i TG Berlusconiani,
riverenti e preteschi, sullo stampo di quello di Fede e Liguori, vengono
definiti "La Pravda" chiracchiana. Le perdite sono rilevanti e l'ex
compagno Berlusconi ci rimette 200 miliardi!
In
un mercato di libera concorrenza vera, con altre reti private, come la
Six e Canal plus, ha perso!
Altro guaio, le regole. Come in Italia, Berlusconi non rispetta il tetto
pubblicitario e viola la prescrizione di trasmettere una quota minima di
ore autoprodotte. Forse pensa che anche in Francia ci sia un controllo
negligente e remissivo, ma sbaglia il calcolo e, in assenza del consenso
craxiano, viene multato esemplarmente con 15 miliardi. Che pagherà con
ritardo, dopo l'accusa di morosità. Ci racconta il Sole 24 Ore il 14
Aprile 1988 " tempi duri per la Cinq, l'emittente francese di Silvio
Berlusconi e Robert Harsant è trascinata in giudizio per morosità; la
rete televisiva si è vista congelare i conti bancari su decisione
dell'autorità giudiziaria francese" Un complotto? Anche in Francia?
Non è finita.
Maggio 1988 alle elezioni presidenziali vince ancora Mitterand che
scioglie il parlamento, stavolta i socialisti vincono e finisce la
coabitazione. Diviene Primo Ministro il "compagno" Michel Rocard. Ed è a
questo punto che Berlusconi, incline ad adeguare spregiudicatamente il
comportamento politico alle convenienze e agli interessi, ripesca
l'antica casacca e l'ex compagno torna ad essere il compagno Berlusconi.
Vuol rovesciare Harsant, senza più protettori nel governo.
Organizza un ribaltone, o meglio un contro ribaltone al ribaltone già
consumato. Raccoglie con un tramestio silenzioso ed oscuro l'appoggio di
una compagnia di assicurazione con il 19% del pacchetto azionario e
convince il suo primo socio, Seydoux, che continuava ad avere un 10%.
Rovescia l'uomo cui aveva manifestato tanta ammirazione, Harsant. Farà
così anche per la conquista della Mondadori, con la probabile complicità
della magistratura corrotta.
Ma
Harsant, scopre il gioco e attacca con una controversia legale
ricorrendo al Tribunale Amministrativo: la spunta e annienta Berlusconi
allontanandolo da qualsiasi ruolo operativo. Torna in Italia con la coda
tra le gambe e dirà: " Se in Francia il biscione non ha attecchito, è
perché non ci hanno mai lasciato gestire in pace la televisione"
Non l' hanno lasciato lavorare.