Ad un primo approccio le strutture del San Mauro nel loro complesso (fondazioni, paramenti murari, pilastri, archi e volte) non mostrano dissesti di particolare gravità, ed il loro stato di conservazione sotto il profilo statico, può dirsi sóddisfacente. Una fessurazione non preoccupante, sull'osse mediano della facciata e del campanile, sembra imputabile alla spinta delle volte. Seria invece l'alterazione dei paramenti murari perimetrali e dei corrispondenti intonachi interni affrescati per l'umidità ascendente dalle fondazioni, che ha portato, assieme all'abbondante proliferazione di alghe ed a non poche manomissioni, alla quasi totale scomparsa dei cicli figurativi. All'esterno vistosi fenomeni di erosione dei conci, ed in particolare l'alveolizzazione, evidenziano le alterazioni caratteristiche dell'azione combinata degli agenti atmosferici con l'umidità di risalita. Ulteriori danni si sono pure prodotti per le infiltrazioni di umidità, in particolare perimetralmente al corpo di fabbrica, dal manto di copertura, del tipo detto "astrecu", interessato da abbondanti depositi superficiali.
Il pavimento interno, in battuto, appare notevolmente sconvolto e manomesso, particolarmente nella zona presbiteriale; ciò nonostante sono ancora conservati i livelli dei piani di calpestio, più elevati nel presbiterio rispetto alle tre navate.
Dai vani delle porte e delle {nestre sono scomparsi, ovviamente, i serramenti; alcuni vani sono stati murati. Il portichetto anteriore, di cui restano i muri laterali, è un'aggiunta recente come documenta la foto Palumbo (circa 1930), mentre l'abside è ancora ben conservata.
Volendo avanzare delle prime e sommarie ipotesi di restauro si può iniziare col dire che, per un risanamento statico, potrebbe bastare la riduzione del carico dei rinfianchi, la ricucitura con imperniazione delle fessurazioni, oltre alla risarcitura di quest'ultime.
L'umidità ascendente potrebbe venire adeguatamente intercettata con il taglio meccanico, a livello appena superiore al piano di spiccato, delle murature perimetrali ed inserimento di uno sbarramento orizzontale con resine.
La presenza, all'interno, degli affreschi sconsiglia di sostituire dall'esterno i conci più danneggiati ed erosi con la tecnica del "cuci e scuci"; più idoneo appare invece, per assicurare un'adeguata protezione ai paramenti, il trattamento periodico degli stessi con idrorepellenti, naturalmente reversibili e da scegliere dopo specifiche indagini di laboratorio.
Per impedire ulteriori e future infiltrazioni dal manto di copertura sembra inevitabile il suo rifacimento in perfetta analogia, dopo la collocazione di una guaina impermeabilizzante elastomerica.
Pure il pavimento potrebbe venire integrato con altro analogo, mentre i nuovi serramenti dovrebbero assicurare una corretta ventilazione naturale, per non sconvolgere irrimediabilmente l'attuale situazione microclimatica.
Per concludere non sarà superfluo ricordare che i futuri auspicabili interventi non potranno naturalmente prescindere da un accurato rilievo, condotto su basi di massima scientificità, dello stato di conservazione di ogni singolo elemento costitutivo, e che le tecniche di restauro, per assicurare la perfetta conservazione degli affreschi, dovranno preventivamente venire individuate con ogni possibile indagine di laboratorio.

Se nel Salento si volesse trovare un esempio probante di come non sempre la fortuna critica di un monumento segna anche quella della sua conservazione e manutenzione la piccola chiesa di San Mauro presso Gallipoli che in realtà si trova nel feudo di Sannicola è li che si offre alla constatazione dei fatti. Non che sia mai stata oggetto di studi monografici o particolarmente approfonditi, ma nessuno studioso di arte bizantina o semplicemente di cose salentine, ha potuto evitare un riferimento, un accenno, una citazione e qualche pagina di osservazione Non si contano poi gli appelli che intellettuali, conoscitori, appassionati, associazioni hanno lanciato dalle pagine di giornali e riviste perchè la piccola chiesa insieme alla vicina e sempre trascuruta chiesa, di San Salvatore fosse oggetto di atienzione per un accurato restauro.
Come però succede sempre in queste cose, le competenze, i ruoli e i poteri sono cosi maldefiniti che se nel frattempo il monumento crolla, palazzo Vernazza a Lecce insegna, nessuno ne ha colpa. La Soprintendenza ai BAAAS non può intervenire perchè il monumento è proprietà privata e nessuna legge consente allo Stato il restauro di proprietà privata.
La proprietà privata potrebbe avvalersi del contributo rlello Stato se però consentisse poi il godimento pubblico del bene culturale; ma non vuole consentire. L'ente locale, in questo caso il comune di Sannicola, si è sin quì disinteressato, piuttosto che favorire ur accordo tra le parti, forse perchè non ha mai sentito il monumento come parte della storia del suo territorio, individuato sempre come di pertinenza gallipolina.
Italia Nostra fa l'ennesima denuncia in cui ricorda l'importanza di questa singolare testimonianza artistica del Salento del XII sec. che, sinché non verrà restaurato, rimarrà sempre una citazione, un riferimento, un accenno, nelle pagine della cultura e della pittura delle origine in Puglia, perchè gli studi non possono progredire se non è consentita una lettura globale e chiara degli affreschi.
Questa mostra intende proporre l'attenzione sul monumento in termini nuovi. Oltre che segnalare con precisione lo stato di consevazione e il punto di degrado e presentare per la prima volta tutto il programma iconografico, fornisce i dati catastali perchè si possa giungere al vincolo e alla notifica del monumento per motivi di interesse storico-artistico, punto di partenza essenziale per iniziare un discorso serio e concreto per la sua salvaguardia e la sua conoscenza.
San Mauro esterno QTVR San Mauro interno QTVR