Il Crawl (o Stile Libero) è lo stile più veloce a causa della propulsione continua, della posizione aerodinamica del corpo e dalla posizione vantaggiosa dei muscoli di trazione più grandi del corpo.

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Tecnica
Posizione del corpo: Prona ed orizzontale (per evitare la resistenza frontale).
Il peso della testa deve essere sostenuto dall'acqua per evitare tensioni al collo. L'attaccatura dei capelli deve essere in linea con la superficie dell'acqua. E' preferibile un buon movimento di gambe, per facilitare tale posizione.
I velocisti usano un colpo di gambe più forte dei fondisti e adottano una posizione più sollevata; la gambata è dunque più ampia e la schiena è inarcata con il collo rilassato per non danneggiare l'assetto e la respirazione. Tale posizione si può mantenere al max. per 400m a causa della formazione di acido lattico sproporzionato alla velocità ottenibile. Visto l'aumento della resistenza non tutti sono d'accordo sull'utilità di tale posizione. Bisogna considerare che su tale posizione incide l'ossatura pesante/leggera e la velocità.
Bracciata: Ciclica ed alternata;si divide in fase di presa, trazione, spinta e recupero.
Il recupero inizia quando il braccio, conclusa la fase propulsiva si trova ancora sotto la superficie dell'acqua. Nel recupero il gomito è il primo ad uscire per poi piegarsi con la mano in posizione perpendicolare. La mano è portata velocemente in avanti diretta verso la superficie dell'acqua con palmo basso. Questo grazie all'aiuto della rotazione delle spalle; il gomito è alto e, a metà traiettoria aerea, si fissa all'angolo d'entrata ed il braccio si stende man mano che le dita entrano in acqua. Il braccio va esteso al massimo in avanti ad una profondità di circa 9cm. Durante il recupero l'ascella deve essere visibile. I muscoli maggiormente impegnati sono il Trapezio e il Deltoide.
La presa inizia quando la mano perfora l'acqua ruotata leggermente in fuori. Una volta disteso il braccio in linea con la spalla (che non deve avanzare), questo scende secondo una traiettoria curvilinea orientata verso l'esterno. Il gomito si fissa e non va spinto all'indietro. L'effetto propulsivo è ridotto, in quanto è orientato verso il basso.
Durante la trazione, l'arto avvicinandosi al punto più esterno della curva, comincia a flettersi; mentre l'avambraccio continua a flettersi sul braccio, con gomito alto, la mano è richiamata verso l'interno, fino a raggiungere e superare la linea mediana, con braccio perpendicolare al corpo (il gomito è a circa 95-100°). E' il momento di massima propulsione.
Segue la spinta nel quale l'avambraccio si distende e la mano spinge dietro, dirigendosi anche verso l'esterno, fino a sfiorare la coscia e verso l'alto per riconquistare la superficie. All'uscita della mano (dopo il gomito), il palmo è verso l'alto.
La mano deve disegnare una "esse", prima verso l'esterno e poi verso la linea mediana; questo allo scopo di trovare punti con acqua ferma (la massima velocità della mano può essere raggiunta solo per una frazione di secondo; poi deve cambiare direzione per evitare di scivolare nell'acqua). La sua funzione è importantissima.
Coordinazione bracciata: Quando un braccio è in trazione, l'altro è in recupero (dal 60% della bracciata a più del 60%, a seconda della sufficiente o insufficiente idrodinamicità).
Si possono fare 6, 4 o 2 gambate per bracciata. In particolare, in quest'ultima la gamba destra spinge in basso quando il braccio sinistro va in presa. Si può dare più forza con le gambe o con le braccia. In tal caso esse fanno un movimento più corto, anche per quanto riguarda l'allungo.
Rollio del busto: All'entrata della mano in acqua, la spalla va in avanti e in alto, con corrispondente affondamento delle anche. All'uscita della mano le anche si sollevano e ruotano in avanti. Permette una miglior penetrazione, in quanto il braccio può distendersi maggiormente guadagnando cm., migliora l'intervento dei muscoli, ottimizza i movimenti della mano, favorisce la respirazione. Non deve però essere eccessivo, impegnando troppo le gambe. Il rollio deve essere più accentuato nella parte in cui si respira. All' aumentare della flessibilità del braccio, si riduce il rollio.
Respirazione: Bisogna espirare tutta l'aria prima di girare la testa (questo per evitare che il biossido di carbonio rimasto nei polmoni, accumuli acido lattico).
La testa gira quando il braccio è passato sotto il petto. All'uscita della mano, la bocca emerge; il mento è vicino alla spalla e la bocca è protetta dall'onda di ritorno creata dalla testa. Mentre il braccio viene riportato avanti, si inspira; viso e braccio entrano insieme. La testa deve ritornare non sulla linea mediana del corpo, ma rollare assieme alle spalle oltrepassando questa linea di almeno 15° (l'orecchio opposto deve emergere leggermente); così facendo si assicura equilibrio alla nuotata.
Si può respirare da un solo lato o da entrambi (più vantaggioso). Evitare un qualsiasi sollevamento del capo, per non fare troppa resistenza.
La respirazione viene ritardata in agonismo, in quanto trattenendo l'aria si può avere un miglior assetto.
Gambata: Movimento alternato in prevalenza sul piano verticale, dove un arto è in fase discendente, mentre l'altro è in fase ascendente. Quando ci si deve riallineare, il movimento è anche in diagonale (facilitato dal movimento del bacino). La maggior fase propulsiva si ha quando il movimento va dall'alto verso il basso. Tutto l'arto è interessato, dall'anca alla punta dei piedi (non devono mai emergere, ma la pianta del piede deve rompere l'acqua). Grazie alla flessione del ginocchio (più si flette, più la gamba deve essere in profondità per non far uscire il piede) e all'estensione del piede, all'inizio la spinta è parallela alla linea di avanzamento. Successivamente la spinta va verso il fondo (utile per galleggiare, ma non per avanzare). Alla fine del calcio, la gamba è tesa con l'altra gamba che ha terminato il recupero, usando il ginocchio leggermente piegato. Il piede deve essere disteso per aumentare la spinta e rivolto verso l'interno, nella fase discendente, rilassato in quella ascendente.
Il movimento parte dalla coscia che inizia a scendere con ginocchio piegato più basso del piede; segue poi il calcio del piede verso il basso. Infine la gamba viene riportata in alto dritta.
La gambata è più o meno laterale nel momento del recupero a seconda del movimento del gomito meno o più alto (dalla parte opposta al recupero per compensare lo spostamento laterale dei piedi).


Progressione didattica dopo l'ambientamento e le prime propulsioni:
1) Muovere le gambe facendo lo scivolo. Tenere le braccia in varie posizioni (la posizione più idrodinamica è quella con entrambe le braccia distese ai lati della testa). Far attenzione a: le gambe non devono essere troppo piegate, troppo sotto o fuori dall'acqua, il piede deve essere disteso con il tallone che rompe l'acqua, il corpo orizzontale, la testa sotto, le bolle in evidenza.
2) Muovere le braccia. Si può iniziare anche muovendo un solo braccio con o senza pause. Le gambe possono anche non muoversi; quindi si può o camminare o usare una tavoletta in mezzo alle gambe. Si può fare da soli o a coppie (lateralmente, o avanti e dietro con in mezzo un tubo su cui appoggiare i piedi). Si può variare il tipo di esecuzione della bracciata. Far attenzione a: le braccia devono essere dritte e devono fare una bella rotazione, passando vicino alla testa e gambe, le mani non devono sbattere nell'acqua.
3) Fare la respirazione. Si può iniziare camminando, per poi aggiungere il movimento delle gambe, facendo tenere sempre un braccio vicino alla testa e l'altro sempre vicino al fianco (posizione "Superman"). La testa può rimanere all'inizio sempre ferma da un lato; acquisita una corretta posizione si può muovere. Successivamente il braccio dalla parte della respirazione va mosso insieme alla testa. Far attenzione a: il mento deve essere vicino alla spalla, l'orecchio deve essere dentro l'acqua (quando viene girata la testa), non bisogna guardare avanti. Soffiare tutta l'aria prima di uscire per riprenderla. Evitare eccessive rotazioni delle spalle. All'inizio è preferibile non respirare ad ogni bracciata, ma almeno dopo ogni 2 o 3 cicli.
4) Fare la nuotata completa.
5) Perfezionare i movimenti. In particolare per quanto riguarda la bracciata, piegare il braccio con gomito alto immaginando di avere sul fianco una cerniera e di doverla aprire con le dita della mano. Provare le remate (vedi "Altre nuotate").