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Gli sguardi

Anche agli sguardi delle donne dò sempre un’attenzione particolare , le donne non più giovanissime e non ancora vecchie, che si portano dietro l’attrattiva insostituibile della loro vita vissuta. Questa diventa allora un mistero interessante tutto da scoprire. Da come chiedono un caffè al bar e accendono la sigaretta chiacchierando con l’ amica, intuisco se sono soddisfatte della loro vita, del rapporto col loro uomo o coi loro figli, oppure no. Se chiedono cioè a quel breve momento socializzante di rappresentare l’espressione del loro appagamento interiore o invece di esserne il surrogato momentaneo. In questi casi, dopo il primo impatto col loro sguardo - è determinante proprio il primo impatto - preferisco proseguire la conoscenza attraverso la voce e seguo, senza parere, la conversazione, soffermandomi sulle inflessioni, sulle pause, sulla vivacità delle riprese, sulle incrinature.

 

IL CANE

Una sera nel salotto buio dove solo lo schermo della TV metteva un riflesso di luce colorata, lei provò un bisogno incontenibile di buttarglisi addosso e di ruzzarlo, come avrebbe fatto con Bogo. Ci provo, non ci provo, alla fine gli si inginocchiò davanti, gli aprì le ginocchia e si inserì nello spazio libero, stringendolo forte dietro la schiena. Lui fu stupito e dovette essere piuttosto scandalizzato se si ritirò subito come di fronte a una violenza. Per quella sera continuarono a vedere il film in un silenzio imbarazzato, ma le sere successive la luce colorata della televisione illuminò strani avvinghiamenti di lei che infilava la testa nel grembo di lui, mentre lui le circondava le spalle con le braccia, mormorando: bambina mia.

 

INTERVISTA

Mi zittii, dispiaciuta dello scatto, ma lei aveva messo la sua mano calda sulla mia e allora aggiunsi: -Del resto, se lei vive sola, mi pare una contraddizione...- Passò qualche secondo, forse anche più, non so. Sentivo per la prima volta i rumori ovattati della città intorno a noi e la luce rosata della lampada non mi dava più noia ora che avevo detto un bel po' di quello che avevo nel cuore. Poi sentii la sua voce molto vicina che mi diceva quasi in un soffio: - Ma no, ma no, c’è stato un amore nella mia vita e proprio quando non ero più giovane. Una storia grande, di cui vivo ancora. Il mio fantasma buono. Anche se non sempre possiamo continuare ad avere con noi quelli che amiamo.

UNA CASA ISOLATA

L’altra sera, quando siamo tornati nella cucina, dove il buio era interrotto solo dal chiarore freddo dell’orologio fosforescente, mi sono allungata nella poltrona e stavo lì col muso ( peccato che non si vedesse) mentre pensavo alle sere d’estate al mio paese, quand’ero ragazzina, e alle passeggiate fantastiche che ci facevamo sullo stradone, ridendo come matte. Allora, al momento di tornare indietro, ci faceva quasi paura sapere che alle spalle ci incalzava il buio e affrettavamo il passo, frugando fra i cespugli con la pila elettrica. Quando alla svolta compariva il gruppo compatto delle case animato dalle lucine, quel po' di tensione cadeva e i nostri passi si muovevano con ritmo più tranquillo. A un certo punto mi è parso che Antonio mi attirasse verso la sua poltrona e mi stringesse forte mentre la radio cantava piano Smoke in the eyes. Non so come, ma gli vedevo gli occhi un po' lustri. Forse era solo un inganno della luce dell’orologio o forse era che stavo sognando come può capitare di sognare durante una sera di luna in una casa isolata.

Le amiche

Mentre lentamente il sonno si insinuava, rendendo le palpebre pesanti, pensò vagamente, quasi come se sognasse già, che non era del tutto vero che i suoi interrogativi erano così inutili e fuori della realtà.Sarebbe bastato forse rinascere fra cento anni per poter constatare. Sarebbero stati sufficienti a stravolgere, in qualche misura, i modi di pensare e di sentire di donne e di uomini affinché schemi predeterminati nei rapporti fra i sessi, ma anche tra razze e diversità di ogni genere finissero per logorarsi e perdere la loro carica antagonistica, pressati dall’incalzare dei contatti ravvicinati, dal coinvolgimento delle conoscenze reciproche, per formare una cultura che si sarebbe fatalmente orientata a costruire menti più libere?