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   di Giuliana Parigi

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               In fondo al lago

[ Franco Angeli - Marina ]Aveva una lucentezza particolare il lago. Pensò che fosse piacevole immergersi per recuperare ancora non sapeva cosa.
Lo aveva chiamato un amico perché la nuova donna del suo amico ecc.ecc. Quella specie di passaparola o catena di S. Antonio, che tutti conosciamo, era arrivata fino a lui, campione di sub. Non aveva potuto dire di no.
All'appuntamento però non c'era nessuno.
Scaricò con perizia e meticolosità tutta l'attrezzatura; controllò, guardò l'orologio e poi si avviò lungo il pendio del lago tenendo d'occhio la "sua roba".
Lussureggiava di verde e di fiori; cercò la saponaria, ma forse non era il tempo giusto.
Decise di mettersi in costume e fare un tuffo; una tranquilla nuotata lungo la riva sempre con l'occhio rivolto alla sua attrezzatura, s'intende! Si era appena messo in costume e la sua figura troneggiava possente, quand'ecco dal vialetto delimitato da oleandri in fiore, vede arrivare una figura femminile coperta da una tunica bianca, scalza, e con in testa un foulard rosa acceso addobbato a turbante.
Sorrideva e faceva gesti di saluto.
Fece tutto lei: presentazioni, spiegazioni, far apparire un domestico che si occupasse dell'attrezzatura, dirigerlo alla villa nascosta da una fitta vegetazione, farlo accomodare in un salotto all'aperto, servirgli una bibita rinfrescante….
Lui, in costume da bagno, si sentiva nudo come un verme ed inerme.
Quando si arrivò al dunque di cosa doveva recuperare in fondo al lago,lei cominciò un discorso quanto mai confuso, che prendeva le mosse da molto lontano ed era costellato da tragedie, misteri, gelosie, ripicche, liti, sgarbi… peggio di un romanzo di appendice.
Non riusciva a seguirla.
Intanto, lei, si era levata la tunica rimanendo con un minuscolo prendisole a righe oro e rosso; aveva calzato dei sandali piatti infradito con un complicato legaccio lungo la gamba a mo' di serpentello. Per ultimo liberò la testa dal turbante rivelando una pelata lucida come il lago.
Per riprendersi dallo stordimento di quella recita di parole e gesti, lui chiese brusco che arrivasse davvero al dunque: che cosa doveva recuperare, dove e quanto era il compenso.
Guardando altrove gli disse che aveva già provveduto al recupero lei personalmente, quella notte e che tutto era già in viaggio verso l'estero. Sospirò. Gli porse una busta con una cospicua somma con la preghiera di tenere la bocca chiusa.
E lo invitò a pranzo. Lo pregò moltissimo.
Lo consumarono, sotto un pergolato, insieme ad altri tre o quattro ospiti.

Rivestito e caricato tutto, mentre faceva ritorno in città, continuava a pensare di aver sognato: [ Andy Warhol - Ladies & Gentlemen ]ma i soldi erano reali!!
Riandava a quella figura femminile inquietante e accattivante… a tratti gelida, a tratti focosa. Teatrale.
Era stata tutta una messa in scena per farsi vedere insieme ad uno molto più giovane di lei…? Anche quell'insistere perché non si rivestisse….

Di lì a pochi giorni lo richiamarono.
Ritornò sul lago. Che oscenamente scintillava ancora.
Secondo le disposizioni lasciate dalla signora, doveva essere lui a recuperare il suo corpo; era già stato pagato.
"…. e pensare, disse il medico, che in pratica era già guarita. Ma le si era ammalata l'anima e non ce l'ha fatto capire…"
Tutti assentirono.
A lui, quelle parole, gli fecero tornare in mente un dettaglio che gli era sembrato una stravaganza: la testa rasata.
Lo stomaco gli faceva male per lo sconforto di non essere riuscito a distinguere la realtà dalle apparenze.
Era lei che aveva nascosto? O loro che non avevano visto?