DAVID RAY GRIFFIN: PERCHE' LA VERSIONE UFFICIALE SUL CROLLO DELLE TORRI E' FALSA
(Tratto da www.luogocomune.net)
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NOTE E TUTTE LE FONTI USATE NELL'ARTICOLO:
[1] Entrambe le conferenze sono disponibili in formato DVD pubblicato da Ken
Jenkins
(kenjenkins@aol.com). Vedi anche Griffin, 2005c.
[2] La dichiarazione completa di Bush è stata la seguente: "Dobbiamo dire la
verità a proposito
del terrorismo. Non saranno mai tollerate le scandalose teorie della
cospirazione riguardanti gli
attacchi dell’ 11 Settembre. – infime bugie tese a spostare la colpa lontano dai
terroristi,
lontano dai colpevoli" Eccellente dichiarazione.
[3] Questo rapporto fu redatto dalla American Society of Civil Engineers (ASCE)
a nome della
Federal Emergency Management Agency (FEMA). Al pubblico fu esposta questa teoria
poco prima, con
la CNN che dichiarava poco dopo l’11 Settembre: "Il crollo, quando si verificò,
fu causato dall’
incendio… L’incendio indebolì quella porzione della struttura che rimase dopo
l’impatto… fino al
punto in cui non poteva più sostenere il carico" (CNN, 24 Settembre 2001).
[4] Il NIST descrive i crolli delle torri come esempi di "crollo progressivo"
che si verifica
quando "un edificio o una parte di un edificio crolla a causa della diffusione
sproporzionata di
una iniziale fenditura locale" (NIST Report, p. 200). Il NIST con questo implica
erroneamente che
i crolli totali dei tre edifici del WTC furono esempi specifici di una categoria
generale di
altri esempi. Il NIST sostiene inoltre che i tre crolli furono "inevitabili".
[5] L’ingegnere strutturale capo, Leslie Robertson, disse che le Twin Towers
furono progettate
per reggere l’impatto di un Boeing 707, il più grande aereo dell’epoca (1966).
Vedi anche "La
caduta del World Trade Center", BBC 2, 7 Marzo 2002. Per un confronto tra il
707 e il 767, vedi "Boeing 707-767 Comparison,"
What Really
Happened. Altrettanto significativo il
fatto che nel
1945 un bombardiere B-52 colpì l’ Empire State Building al 79° piano, creando un
varco di 6
metri. Ma non ci fu la minima indicazione che quell'incidente avrebbe potuto
causare il crollo
dell’edificio. (vedi Glover, 2002).
[6] Il rapporto del NIST (2005, pp. XLII e 171) dice: "le torri ressero
l’impatto e sarebbero
rimaste in piedi se non fosse stato per la rimozione dell’isolante e i
conseguenti incendi in
diversi piani"
[7] Sostenuto da queste autorità, lo spettacolo continuò nella dichiarazione che
"quando gli
incendi divamparono nelle torri, alimentati dal carburante degli aerei, le
colonne d’acciaio in
ciascun edifico raggiunsero alla fine una temperatura di 800°C – sufficienti per
farle cominciare
a piegarsi ed a collassare.
[8]In Griffin, 2004, pp. 12-13, cito la conoscenza di questo fatto da parte del
professor Thomas
Eagar
[9] Considerato il fatto che la dichiarazione secondo la quale gli incendi nelle
torri hanno fuso
l’acciaio è quasi un’assurdità, da un punto di vista scientifico, è incredibile
constatare che
molti giornali scientifici siano stati entusiasti nel precipitarsi a pubblicare
questa
dichiarazione. Nella settimana dopo l’11 Settembre, ad esempio , il New
Scientist pubblicò un
articolo in cui sosteneva: "Ogni torre [dopo che fu colpita] rimase in piedi per
circa un’ora.
Alla fine gli incendi divampati fusero le colonne portanti d’acciaio" (Samuel
and Carrington,
2001). Il titolo dell’articolo "La scelta progettuale delle torri ha salvato
delle vite" riflette
l’altrettanto assurda dichiarazione. – attribuita a "John Hooper, ingegnere capo
nella compagnia
che fornì consulenza ingegneristica quando il World Trade Center fu progettato"
– secondo la
quale "la maggior parte degli edifici sarebbe crollata immediatamente".
[10] Sostenere questo ovvio punto potrebbe, d’altra parte, costare caro ai
dipendenti delle
compagnie che hanno stretti legami con il governo. L’11 Novembre del 2004, Kevin
Ryan, manager
degli Environmental Health Laboratories, che sono una sezione dei Underwriters
Laboratories,
scrisse una e-mail al dottor Frank Gayle, vice direttore del Metallurgy Division,
Material
Science and Engineering Laboratory, al National Institute of Standards and
Technology (NIST). In
questa lettera, Ryan sostiene:"Sappiamo che i componenti d’acciaio erano
certificati ASTM E119.
La curva termica per questo standard richiede che i provini siano esposti a
temperature attorno
ai 1090°C per diverse ore. E come tutti sappiamo, l’acciaio usato rispondeva a
questi requisiti.
Inoltre, penso che tutti possiamo essere d’accordo sul fatto che persino
dell’acciaio senza
isolante non dovrebbe fondersi finché non raggiunge temperature prossime ai
1600°C. Il fatto che
il dottor Brown abbia suggerito che i 1090°C abbiano potuto fondere l’acciaio ad
alta resistenza
termica usato in questi edifici è un non senso." Dopo che Ryan ha permesso che
questa lettera
diventasse pubblica, fu licenziato. La sua lettera è consultabile
qui.
[11] Un noto tentativo di difendere la versione ufficiale aveva provato ad usare
l’argomento
della fusione dell’acciaio contro coloro che la rifiutavano. Sul numero del
marzo del 2005, la
rivista Popular Mechanics pubblicò un articolo dal titolo "9/11:
Debunking the Myths". Questo
articolo intende smontare quelle che sono presentate come "16 delle affermazioni
più frequenti
sostenute dai teorici della cospirazione". Una di queste "affermazioni
velenose", secondo Popular
Mechanics, deriva dal fatto che i "teorici della cospirazione" abbiano creato un
argomento da
"uomo di paglia" – fingendo che la versione ufficiale sostenga che gli edifici
caddero a causa
dell’acciaio fuso – in modo da poterlo poi smontare. Popular Mechanics "confuta"
questo argomento
da "uomo di paglia" istruendoci sul fatto che "il carburante dell’aereo brucia
dai 430° agli
815°C, non abbastanza per fondere l’acciaio (1510°C). Comunque, gli esperti
concordano sul fatto
che affinché le torri crollino le loro strutture d’acciaio non debbano fondersi,
ma che sia
sufficiente che perdano parte della loro resistenza portante." Come abbiamo
visto, l’idea che le
torri siano cadute a causa dell’acciaio fuso fu proposta all’opinione pubblica
dai primi
difensori della teoria ufficiale. Per i critici di questa teoria comunque il
mostrare l’assurdità
di tale affermazione non è attaccare un uomo di paglia. L’idea che la versione
ufficiale si basi
su questa assurda affermazione non è, in ogni caso, una delle "affermazioni più
frequenti" di
coloro che rifiutano la versione ufficiale.
[12] Anche Shyam Sunder, l’investigatore capo dello studio del NIST, disse: "Il
carburante dell’
aereo bruciò probabilmente in meno di 10 minuti" (Field, 2004). Lo stesso
rapporto del NIST dice
(p.179): "L’iniziale incendio del carburante dell’aereo durò al massimo pochi
minuti".
[13] Il Rapporto del NIST(2005,p.68) tentando di sostenere che l’acciaio è molto
vulnerabile a
meno che sia protetto dall’isolante, dice: "I componenti grezzi della struttura
d’acciaio possono
surriscaldarsi rapidamente quando esposti ad un incendio anche di moderate
proporzioni. Di
conseguenza, è necessaria una sorta di protezione termica, o isolamento." Come
Hoffman (2005) fa
notare, comunque: "Queste affermazioni sono senza senso, poiché ignorano
l’effetto della
conduttività termica dell’acciaio, che disperde il calore, e la considerevole
massa termica delle
90.000 tonnellate in ogni torre."Inoltre, posso solo chiedermi se gli autori del
rapporto del
NIST abbiano riflettuto sulle implicazioni della loro teoria sul ferro e
sull’acciaio che stride
nei loro stessi caminetti: forse li rivestono con nuovo antincendio dopo aver
aver acceso un
fuoco di qualche ora?
[14] Citato in "WTC 2: There Was No Inferno,"
What Really Happened
.
[15] Citato in "Tape
Sheds Light on WTC Rescuers", CNN, 4 Agosto, 2002. Le voci
dei pompieri
riportate "non mostravano alcun panico, non lasciavano intendere che stessero
perdendo il
controllo degli eventi" (Dwyer and Fessenden, 2002)
[16] Come disse Eric Hufschmid (2002, p. 33): "Un incendio non danneggia
l’acciaio a meno che l’
acciaio non vi sia esposto per un lungo…periodo di tempo".
[17] CNN, 24 Settembre, 2001.
[18] Nella lettera a Frank Gayle (cfr. nota 10, sopra), Kevin Ryan criticava il
rapporto
preliminare del NIST: "La storia non sta in piedi, non regge. Se l’acciaio di
quegli edifici si
fosse indebolito o fuso, sono sicuro che saremmo tutti d’accordo sul fatto che
sicuramente la
causa non fu l’incendio del carburante dell’aereo, per non parlare del breve
incendio in quelle
torri. Per favore, faccia tutto ciò che può per eliminare rapidamente qualsiasi
confusione sulla
possibilità che l’incendio causato dal carburante dell’aereo potesse indebolire
o fondere la
struttura d’acciaio".
[19] Cfr, per esempio, "Painful Deceptions" di Eric Hufschmid (disponibile sul
sito
www.EricHufschmid.Net); cfr. il sito di
Jim Hoffman; e il sito di Jeff King, in
particolare "Il
crollo del World Trade Center: quanto è reale la prova di una demolizione
controllata?"
[20] Incredibilmente, dopo aver spiegato come gli esplosivi debbano essere
collocati con grande
precisione per far sì che un palazzo crolli verticalmente, Loizeaux dichiara
che, vedendo gli
incendi nelle Twin Towers, aveva compreso che le torri "si sarebbero
afflosciate, quasi
verticalmente. Era l’unico modo in cui sarebbero potute crollare. Era
inevitabile". Preso atto
che il fuoco non aveva mai in precedenza fatto crollare costruzioni con
struttura portante d’
acciaio, per di più in un modo che imitava perfettamente le demolizioni
controllate, la
dichiarazione di Loizeaux stupisce. La sua società, per inciso, fu ingaggiata
per rimuovere l’
acciaio dal luogo del WTC dopo l’undici settembre.
[21] La teoria dell’incendio diventa ancora più improbabile se le sue due
caratteristiche vengono
analizzate insieme. Per far sì che il fuoco potesse aver indotto un crollo che
era incominciato
improvvisamente ed in modo totalmente simmetrico, così che (la torre) crollasse
verticalmente,
gli incendi avrebbero avuto bisogno di far cadere contemporaneamente tutte le
componenti portanti
della costruzione, sebbene essi non si fossero egualmente sviluppati attraverso
gli edifici. Come
ha scritto Jim Hoffman: "Tutte le 287 colonne avrebbero dovuto indebolirsi fino
al punto di
collassare nello stesso istante". ("The
Twin Towers Demolition"
http://911Research.wtc7.net, cfr., ).
[22] L’affermazione è probabilmente una lieve esagerazione, perché i video,
secondo molti
studenti, sembrano indicare che i crolli impiegarono circa tra gli 11 e i 16
secondi. Ma questo
sarebbe ancora vicino a una caduta libera.
[23] Come evidenzia il fisico Steven Jones: "Le torri cadono molto rapidamente
al suolo, con la
parte superiore che cade quasi tanto velocemente quanto delle macerie in caduta
libera…. Dove è
il ritardo che bisogna aspettarsi dovuto alla conservazione della quantità di
moto, una delle
leggi fondamentali della fisica? Ovvero, come i piani alti che cadono colpiscono
i piani bassi, e
l’acciaio intatto sostiene le colonne, così il crollo deve essere bloccato in
modo significativo
dalla massa d’impatto. Ma non è questo il caso. Allora, in che modo i piani
superiori hanno
potuto cadere così rapidamente e ancora conservare la quantità di moto
nell’edificio che stava
crollando? La contraddizione è ignorata dal FEMA, dal NIST e dalle analisi della
Commissione
sull’11-9 nelle quali la conservazione della quantità di moto e i tempi di
caduta non sono stati
analizzati. (Jones, 2006, )
[24] Ogni colonna, oltre essere almeno 36 per 16 pollici, aveva le pareti che
erano spesse almeno
4 pollici alla base, e si assottigliavano nei piani superiori, che hanno minor
peso da sostenere.
Si possono vedere fotografie di colonne a pagine 23 di Hufschmid, 2002. Il
motivo per cui, in
queste dichiarazioni, si è detto "almeno" è che Jim Hoffman ha recentemente
concluso che alcune
di esse erano anche più grandi. Cfr il suo articolo "The Core Structures:
The Structural System of the Twin Towers", 9-11 Research.wtc7.net, N.d.T. ). Ha inoltre scritto (in
un’e-mail datata 26
Ottobre 2005): "In precedenza, dissi che le colonne centrali avevano dimensioni
esterne di 36 per
16 pollici, ma ora credo, basandomi su articoli usciti precedentemente nell’Engineering
News
Record e su fotografie da me scattate ai primi piani della costruzione
(dell'edificio, ndt) in
mostra allo Skyscraper Museum a Manhattan, che almeno un terzo di esse fosse di
54 per 22
pollici, Inoltre, secondo l’illustrazione nell’Engineering News Record, lo
spessore dell’acciaio
alle basi era 5 pollici e non 4".
[25] Come dice Hoffman (2005), la dichiarazione del NIST riguardo questi incendi
tremendamente
intensi al centro è particolarmente assurda in quanto nel centro "c'era
pochissimo carburante;
era lontano da ogni fonte di aria fresca; aveva enormi colonne d’acciaio per
dissipare il calore,
[e] non mostra che ci fossero incendi in nessuna delle fotografie o dei video".
L’evidenza, in
altre parole, suggerisce che nessuna delle colonne centrali avrebbe raggiunto
(con l’incendio) le
altissime temperature subite da alcune delle colonne perimetrali.
[26] Il NIST basa la sua teoria principalmente sull’ipotesi per cui il crollo
sarebbe
incominciato con il cedimento delle travature. Essendo molto più piccole e meno
collegate l’un
l’altra, le travature avrebbero potuto riscaldarsi molto più facilmente, e
quindi non sorprende
che l’analisi del NIST focalizzi l’attenzione su di esse. Per far sì che la
teoria stia in piedi,
tuttavia, il NIST afferma che le travature diventarono più calde di quanto
l’evidenza stessa
dimostri. Infatti, sebbene il NIST non abbia trovato alcuna prova che l’acciaio
avesse superato
la temperatura di 1112° F (600° C), sostiene che alcune delle travature in
acciaio si
riscaldarono fino ai 1192° F (700° C) (2005, pp. 96, 176-77). Una trattazione
che si dichiara
scientifica non può arbitrariamente aggiungere 180° F solo perché gli fa comodo.
In ogni caso,
oltre al fatto che questa cifra non è supportata da nessuna prova, la teoria del
NIST si basa
anche sulla pretesa che le colonne centrali siano crollate "come conseguenza sia
del cedimento
delle giunture che della rottura delle colonne stesse," perché erano
"significativamente
indebolite dagli effetti termici" (2005, pp. 88, 180). Ma non c’è alcuna
spiegazione di come
queste colonne massicce avrebbero potuto fratturarsi, "anche se la temperatura
fosse giunta a
quei livelli". Come sottolinea uno studio uscito nel Regno Unito: "L’espansione
termica e la
reazione dell’intera struttura a questo effetto non è ancora stata descritta
fino a ora (dal
NIST)", (Lane and Lamont, 2005).
[27] La citazione riguardante lo RDX si trova nell'articolo di Tom Held,
'Hoan
Bridge Blast Set Back to Friday,'
www.jsonline.com (Milwaukee Journal Sentinel), aggiornato il 19
Dicembre 2000 ).
La citazione riguardante il DREXS si trova nel video di Hufschmid, "Painful
Deceptions"
(www.EricHufschmid.Net).
[28] In quella dichiarazione, Hoffman dichiarava che la maggior parte delle
sezioni non
sembravano essere più lunghe di 30 piedi. Successivamente corresse questo dato,
dicendo che, in
base a un’immagine aera presa 12 dodici giorni dopo gli attacchi, la maggior
parte dei pezzi
sembrava essere lunga tra i 24 e i 48 piedi, e solo alcuni oltre i 50 piedi.
Notava anche che "la
lunghezza dei pezzi ha poca somiglianza con la lunghezza delle parti d’acciaio
che si sapeva
essere state utilizzate per la costruzione", il che significa che non è
possibile sostenere con
ragionevolezza che i pezzi si siano semplicemente spezzati alle giunture.(da un’
e-mail del 27
Settembre 2005).
[29] La prova disponibile, dice Hoffman (2003), indica che le particelle di
polvere erano in
realtà piccolissime, nell’ordine di 10 microns.
[30] Hoffman ("The Twin Towers Demolition") afferma che la nube si è allargata,
nei primi dieci
secondi, fino a cinque volte il diametro delle torri. La demolizione del
Kingdome può essere
vista sul sito della
Controlled Demolition, Inc. ). La demolizione del Reading
Grain Facility può
essere vista su www.ImplosionWorld.com).
[31] Jim Hoffman, "The Twin Towers Demolition".
[32]Per la visione di questo e delle precedenti caratteristiche (eccettuate le
lastre d’acciaio),
vedi Hufschmid’s Painful Questions, il video di Hufschmid ""Painful Deceptions"
(disponibile su
www.EricHufschmid.Net); il sito di Jim Hoffman (http://911research.wtc7.net/index.html);
e il sito
di Jeff King (http://home.comcast.net/~jeffrey.king2/wsb/html/view.cgi-home.html-.html),
in
particolare "The World Trade Center Collapse: How Strong is the Evidence for a
Controlled
Demolition?".
[33] Bollyn scrive (in una e-mail del 27 ottobre 2005) che queste dichiarazioni
gli sono state
fatte personalmente nel corso di interviste telefoniche con Tully e Loizeaux,
probabilmente
nell’estate del 2002. Bollyn aggiunge che, sebbene non sia sicuro riguardo alla
data delle
interviste telefoniche, lui è sempre "molto
preciso riguardo le citazioni").
[34] La professoressa Allison Geyh (2001) del Johns Hopkins, che faceva parte di
una squadra di
investigatori di salute pubblica, visitò il luogo poco dopo l’11-9, e scrisse
che: "In alcune
fosse che ora in quel momento venivano scoperte stanno trovando acciaio fuso".
Il Dr. Keith
Eaton, che visitò il luogo un po’ di tempo dopo accompagnato da un ingegnere,
disse che gli
furono mostrate diapositive di "metallo fuso, che era ancora bollente settimane
dopo il fatto"
(Structural Engineer, 2002, p. 6). Herbe Trimpe (2002), un diacono Episcopale,
che fece da
cappellano al Ground Zero, dichiarò: "Era effettivamente più caldo sul luogo
(del crollo, ndt).
Gli incendi bruciavano sottoterra, fino a 2000 gradi, per un po’ di tempo… Ho
parlato con molti
costruttori e mi dissero che… le travi si erano fuse totalmente a causa del
calore."
[35] Questo articolo apparso su Popular Mechanics è, ad essere sinceri,
incredibilmente mal
fatto. Oltre ai problemi evidenziati qui, nella nota 11 e nella nota 39,
l’articolo contiene
questa sorprendente dichiarazione: "Nei dieci anni precedenti l’11/9, la NORAD
intercettò solo un
aeroplano civile sul Nord America:un golfer Payne Stewart’s Learjet,
nell’ottobre del 1999." In
realtà, come ben sanno i veri ricercatori sull’11 /9, la FAA riporta, in un
comunicato stampa del
9 Agosto 2002, di aver allertato i caccia 67 volte tra il settembre 2000 e il
giugno 2001, e il
Calgary Herald (il 13 ottobre del 2001) scriveva che la NORAD aveva allertato i
caccia 129 volte
nel 2000. Estrapolando questi dati, possiamo dedurre che la NORAD ha allertato i
caccia oltre
1000 volte nei dieci anni precedenti l’11/9. La dichiarazione di Popular
Mechanics sarebbe vera
solo se in tutti questi casi, eccettuato l’incidente del Payne Stewart, i caccia
fossero stati
richiamati alla base prima di aver effettivamente intercettato il velivolo in
questione. Questo è
improbabile, soprattutto alla luce della dichiarazione, risalente a pochi giorni
dopo l’11-9, del
Maggiore Mike Snyder, una portavoce della NORAD, al Boston Globe che così
riporta le parole di
Snyder: "I caccia della NORAD intercettano per routine i velivoli" (Jonhson,
2001).
Sul motivo per cui il Popular Mechanics abbia pubblicato un articolo così
malfatto, un indizio
significativo può essere che il "ricercatore più anziano" dell’articolo era il
25enne Benjamin
Chertoff, cugino di Michael Chertoff, il nuovo capo del Dipartimento di
Sicurezza Interna (cfr.
Bollyn, 2005a). Un altro fattore rilevante è che questo articolo venne
pubblicato poco dopo un
colpo di scena in questa rivista edita dalla Hearst, nel quale il capo-editore
venne sostituito
(cfr Bollyn, 2005b). L’articolo demistificatorio del giovane Chertoff è stato
efficacemente
smentito da molti seri ricercatori sull’ 11/9, tra i quali Jim Hoffman,
"Popular
Mechanics’ Deceptive Smear Against 9/11 Truth,"
www.911Review.com, 15 febbraio 2005 ) e
Peter Meyer, "Reply
to Popular Mechanics re 9/11," . In realtà, gli articoli di
Hoffman e Meyer,
seppur concordanti su molti punti, hanno differenti approcci nel rispondere ad
alcuni punti
sollevati. Ma entrambi gli articoli dimostrano che Popular Mechanics deve ai
suoi lettori delle
scuse per aver pubblicato un articolo così ampiamente lacunoso su un argomento
di tale
importanza.
[36] Pat Dawson dell’NBC trasmetteva in un collegamento dal WTC la mattina
dell’11/9 le parole
che gli erano state rivolte dette da Albert Turi, vice assistente capo della
sicurezza del Fire
Department: "vi fu…un’altra esplosione…in una delle torri …un’ora dopo il primo
crollo…
Ovviamente aveva pensato che ci fossero effettivamente dei congegni piazzati
nell’edificio
(Watson and Perez, 2004)". Un reporter del Wall Street Journal dichiarò: "Sentii
questo boato
metallico, guardai in alto e vidi ciò che pensavo fosse solo uno strano ammasso
di piani
individuali esplodere verso l’esterno uno dopo l’altro. Pensai, «Mio Dio, stanno
buttando giù l’
edificio….Ed essi, chiunque essi fossero, AVEVANO MESSO DELLE CARICHE…e vidi le
esplosioni»
(Shepard and Trost, 2002)". Il reporter della BBC Steve Evans disse: "Ero al
pianterreno della
seconda torre… che era stata colpita… Ci fu un’esplosione…tremò tutta la base
dell’edificio…
dopo, una volta usciti da essa, vi fu la seconda esplosione seguita da una serie
di esplosioni"
(BBC, 11 settembre 2001, citato in Bollyn, 2002)
[37] Nel giugno del 2002, l’NBC ha trasmesso un estratto da un nastro registrato
l’11 / 9 che
conteneva il seguente dialogo tra pompieri alla Torre Sud:
Ufficiale: Battaglione 3 al Comando, c’è appena stata un’altra esplosione.
Ufficiale: Battaglione 3 al Comando, abbiamo un’ulteriore esplosione.
Comando: Ricevuto comandante. Ulteriore esplosione. ("911
Tapes Tell Horror Of 9/11" Part 2,
Nastri trasmessi per la prima volta da NBC, il 17 giugno, 2002 ).
Il pompiere Louie Cacchioli testimonia che, mentre stava entrando nell’atrio
della Torre Nord,
vide le porte dell’ascensore esplodere completamente e le persone venire colpite
dai rottami. "Mi
ricordo di aver pensato…come può accadere tutto questo con tale rapidità se un
aereo ha colpito
molto in alto?" Una volta raggiunto il 24esimo piano, si trovò in mezzo a molta
polvere e fumo,
cosa che reputò strana in quanto l’aereo aveva colpito l’edificio 50 piani più
in alto. Poco
tempo dopo, lui e un altro pompiere "udirono questa fortissima esplosione che
sembrava provocata
da una bomba. Era un rumore così forte, e fece saltare le luci e bloccò le
ascensori". Racconta
che, dopo essersi trascinati fuori dall’ascensore: "ci fu un’altra esplosione,
fortissima come la
prima. Questa ebbe inizio circa due minuti più tardi…[e] pensai «Dio mio, questi
bastardi hanno
piazzato delle bombe come già hanno fatto nel 1993!»… Non appena fummo giunti
alla tromba delle
scale, sentii un’altra esplosione, forte come le due precedenti. Dopo udii bang,
bang, bang,
fortissimi boati (Szymanski, 2005a). Un breve estratto della testimonianza di
Cacchioni è resa
disponibile il 24 settembre 2001 nel People Magazine, di cui alcune parti
vengono citate da
Griffin , 2004, Capitolo I, nota 74.
[38] Terri Tobin, un luogotenente dell’ufficio per l’informazione pubblica del
Dipartimento di
Polizia di New York, racconta che durante, o subito dopo, il crollo della Torre
Sud, "tutto ciò
che sentii furono delle esplosioni estremamente forti. Pensai che fossimo stati
bombardati" (Fink
and Mathias, 2002, p. 82). Un articolo sul Guardinan riporta che: "A New York,
la polizia e i
pompieri stavano portando fuori il primo gruppo degli evacuati quando crollò la
prima delle torri
del World Trade Center. Alcuni testimoni oculari riportano di aver sentito
un’altra esplosione un
attimo prima che l’edificio si sbriciolasse. La polizia dichiarò che sembrava
quasi una
«demolizione controllata»" (Borger, Campbell, Porter, and Millar, 2001).
[39] Teresa Veliz, che lavorava per una società di software, era al 47esimo
piano della Torre
Nord quando improvvisamente "l’intero edificio fu scosso…[poco tempo dopo] il
palazzo fu scosso
di nuovo, questa volta persino più violentemente". Veliz allora tenta di
scendere ed uscire dalla
Torre Nord. Racconta che, in questo lasso di tempo "c’erano esplosioni ovunque.
Ero convinta che
vi fossero bombe piazzate dappertutto e che qualcuno, seduto a un pannello di
controllo, stesse
schiacciando i pulsanti per le detonazioni" (Murphy, 2002).
William Rodriguez lavorava come portiere alla Torre Nord. Racconta che, mentre
timbrava il
cartellino nell’ufficio al sub-level 1 alle 9 di mattina, lui e le altre
quattordici persone
presenti nell’ufficio udirono e sentirono una massiccia esplosione sotto di
loro. Dice: "Quando
sentii il suono dell’esplosione, vibrò il pavimento sotto i miei piedi, i muri
cominciarono a
creparsi e ogni cosa iniziò a tremare…Alcuni secondi [dopo], sentii un’altra
esplosione molto
sopra di me…Sebbene al momento non lo sapessi, questo era l’aeroplano che
colpiva la torre". Il
suo collega Felipe David, che stava davanti ascensore di servizio poco lontano,
entrò nell’
ufficio con gravi ustioni sul volto e sulle braccia, gridando "esplosione!
Esplosione!
Esplosione!" Secondo Rodriguez: "Era terribilmente ustionato. La pelle si
staccava dalle mani e
dalla braccia. Le sue ferite non potevano essere state causate dall’aereo sopra,
ma solo da una
forte esplosione sotto." (Szymanski, 2005b).
L’ingegner Mike Pecoraro, che lavorava al sesto piano interrato della Torre
Nord, dichiarò che,
dopo che il suo collega gli aveva fatto notare che le luci stavano lampeggiando,
chiamarono di
sopra per scoprire cosa stesse accadendo. Fu detto loro che vi era stata una
forte esplosione e
che l’intero edificio sembrava tremare. Pecoraio e Chino quindi salirono al
livello C, dove
doveva trovarsi una piccola officina, ma era sparita. "Lì non c’erano altro che
macerie" disse
Pecoraro. "Stiamo parlando di una pressa idraulica di circa 50 tonnellate …
sparita!". Poi
andarono verso il parcheggio ma scoprirono che anch’esso era sparito: "Non
c’erano più i muri".
Al livello B, scoprirono che una porta antincendio d’acciaio e di cemento
armato, che pesava 300
libbre, "si era accartocciata come un foglio di alluminio." Infine, una volta
saliti a
pianterreno: "L’intero atrio era nero e pieno di fuliggine, non c’erano più le
porte dell’
ascensore. Da alcune pareti mancava il marmo" (Chief Engineer, 2002).
Una delle principali affermazioni degli scettici sulla versione ufficiale
dell’11-9 che Popular
Mechanics tenta di smontare (cfr. nota 11, supra) è quella secondo la quale
l’esplosivo sarebbe
detonato nei livelli inferiori della torre. La rivista, tuttavia, ignora
comodamente le
testimonianze di Veliz, Rodriguez e Pecoraro.
[40] Questo esperto è Van Romero, vice presidente delle ricerche al New Mexico
Institute of
Mining and Technology. Romero era precedentemente il direttore dell’istituto
dell’ Energetic
Materials Research and Testing Center, che si occupa di studiare gli effetti
delle esplosioni
sugli edifici.
[41] Romero, in effetti, cambiò la propria pubblica dichiarazione dieci giorni
dopo, come
riportato da Fleck, 2001. Ma come ritrattazione non è convincente. Secondo
quest’articolo
infatti: "Successive conversazioni con ingegneri strutturali ed ulteriori e più
dettagliate
visioni della cassetta" avrebbero portato Romero alla conclusione che "l’intenso
calore degli
incendi, dovuti al carburante dell’aereo, indebolirono le travi della struttura
in acciaio, a tal
punto da farle cedere sotto il peso dei piani superiori". Tuttavia non c’è
alcuna indicazione
riguardo a ciò che gli ingegneri strutturali abbiano dichiarato, o a quello che
Romero abbia
visto nella sua "maggiormente dettagliata visione della cassetta", che lo abbia
condotto a
cambiare la sua prima idea secondo la quale i crolli erano "troppo metodici" per
essere stati
provocati da qualcosa di diverso dagli esplosivi. Non ci sono indicazioni su
come l’indebolimento
delle travi avrebbe portato a un crollo totale che incominciò all’improvviso e
che avvenne
effettivamente alla velocità di caduta libera. In seguito, Romero dichiarò che
non aveva cambiato
parere. Piuttosto disse che era stato male interpretato nella sua prima
dichiarazione. "Fui male
interpretato quando dissi che credevo fossero stati gli esplosivi a far crollare
il palazzo.
Dissi solo che era così che mi era sembrato". (Popular Mechanics, 2005). Ma se
questa è la
verità, è strano che la seconda versione, scritta da Fleck, non la riportasse,
sostenendo invece
che Romero aveva cambiato parere. Romero ha chiaramente cambiato idea, o, per
essere più precisi,
la sua pubblica versione.
Un indizio sul motivo di questo cambio di versione può essere fornito da
un’altra dichiarazione
che si trova nell’articolo originale, in cui si dice che, quando il Pentagono
venne colpito,
"(Romero) e Denny Peterson, vice presidente dell’ Amministrazione e Finanze [al
New Mexico Tech],
stavano andando in un edificio vicino al Pentagono per discutere dei programmi
di ricerca del
Tech finanziati dalla Difesa" (Uyttebrouck, 2001). Effettivamente, come
riportato in un
successivo articolo sul sito della New Mexico Tech ("Tech
Receives $15 M for Anti-Terrorism Program"), l’edizione dell’Influence Magazine del dicembre 2003 definiva
Romero uno dei "sei
lobbisti che hanno fatto centro nel 2003," aggiungendo che "[la] parte più
importante del lavoro
[di Romero] è quella di fare pressioni per ottenere finanziamenti dal governo
federale e, se si
prende l’anno fiscale 2003 come riferimento, Romero è stato una superstar,
"avendo ottenuto, solo
per quell’anno, circa 56 milioni di dollari per la New Mexico Tech."
Alla luce del fatto che Romero non abbia mai fornito nessuna motivazione
scientifica per il suo
cambiamento di opinione non sembra ingiustificato dedurre che la vera ragione
sia consistita
nell'aver realizzato, forse forzato da ufficiali governativi, che se non avesse
ritirato
pubblicamente le sue dichiarazioni iniziali, la sua efficacia nel far pressione
al governo
federale per farsi assegnare sovvenzioni si sarebbe ridotta notevolmente. Romero
sicuramente nega
tutto ciò dicendo: "I teorici della cospirazione se ne sono venuti fuori dicendo
che il governo
mi ha costretto a ritrattare. E' la cosa più lontana dalla verità" (Popular
Mechanics, 2005). Ma
in un caso o nell'altro queste sono proprio le parole che ci aspetteremmo da
Romero. Avrebbe
potuto scansare l'accusa soltanto fornendo un accurato resoconto di come gli
edifici avrebbero
potuto crollare, in quella maniera, senza l'uso di esplosivi.
[42] Come ha spiegato Dwyer, i resoconti orali "originalmente furono raccolti
per ordine di
Thomas Von Essen, che era il commissario dei vigili del fuoco l'11 settembre
2001, che disse di
voler mettere per iscritto quei resoconti prima che fossero rimodellati dalla
memoria
collettiva".
[43]
I resoconti orali dell'11 settembre sono disponibili al sito web del New
York Times. Devo
molto a Matthew Everett che ha scovato e mi ha fornito praticamente tutte le
dichiarazioni che ho
tratto da questi resoconti.
[44] Come molti altri, Dixon ha indicato che più tardi si era convinto ad
accettare
l'interpretazione ufficiale, aggiungendo: "Credo che ad un certo punto abbiamo
capito che era
semplicemente crollato. Per questo motivo le finestre sono state sparate fuori,
non per
un'esplosione, sono state sparate fuori e basta". In questo articolo, tuttavia,
mi sono
concentrato su cosa i testimoni hanno vissuto e pensato nei primi momenti
facendo distinzione da
quale interpretazione essi avrebbero poi accettato.
[45] Alcune testimonianze hanno inoltre menzionato la creazione di una nube di
polvere dopo le
esplosioni. Un pompiere ha detto: "Sono stati sentiti dei forti rumori di
esplosione.... e poi
fummo ricoperti da detriti e polvere" (NYT, Viola, p. 3). Un altro ha
dichiarato: "E' stato
quando è arrivato l'inferno. C'è stata come una grossa, enorme esplosione... il
vento ci ha
investiti.. poi tutta la polvere... ed ogni cosa è stata oscurata" (NYT, Rivera,
p. 7). Il
tenente William Wall ha affermato: "Sentimmo un'esplosione. Alzammo lo sguardo e
l'edificio stava
venendo giù... abbiamo corso un poco ma poi fummo investiti dalla nube" (NYT,
Wall, p. 9). Il
paramedico Louis Cook dopo aver detto che c'era "un'incredibile quantità di
polvere e fumo" ha
aggiunto che c'era "senza esagerare quasi un piede e mezzo (mezzo metro, ndt) di
polvere sulla
mia macchina" (NYT, Cook, pp. 8, 35).
[46] Anche se ci manteniamo generosi nel valutare l'errore e concediamo una
probabilità di 1 su
10 (probabilità molto più alta di 1 su 100 o di 1 su 500) che ognuna delle
undici caratteristiche
possa presentarsi senza l'uso di esplosivi, la probabilità che tutte e 11 si
manifestino insieme
è di uno su 100 miliardi (questo calcolo, con la sua assunzione molto generosa
di una probabilità
di 1 su 10, assume che le variabili siano indipendenti le une dalle altre. Per
maggiore
completezza, se solo 6 fossero indipendenti mentre le altre 5 fossero correlate
le une alle altre
avremmo ancora una probabilità di 1 su un milione. Invece con una probabilità di
1 su 100 ed ogni
caratteristica indipendente dalle altre avremmo una probabilità di 1 su dieci
elevato alla
22esima potenza).
Dovendo aggiungere nel calcolo della probabilità il fatto che tutte queste
caratteristiche si
sono manifestatate in tre edifici e nello stesso giorno, questa diventa così
infinitesimamente
piccola da non potere essere disinta da zero.
D'altra parte, se fossero stati usati esplosivi negli edifici, allora ci sarebbe
stata un'alta
probabilità per tutte e 11 le caratteristiche di manifestarsi in tutti e tre gli
edifici. Per
questo ragionamento sono indebitato verso James Fetzer, che --- tramite il suo
saggio "'Teorie
della Cospirazione': Il caso dell'11 settembre" --- lo ha ispirato, e con Paul
Zarembka, che mi
ha aiutato per la sua formulazione definitiva.
[47] un sommario carino del ragionamento usato per giungere a questa conclusione
è stato fornito
da Nila Sagadevan (comunicazione e-mail dell'8 Novembre 2005) in risposta ad una
persona che gli
chiedeva "Ma quindi stai dicendo che i piani sono semplicemente caduti giù come
se non ci fosse
nulla a sostenerli?". Confermando che quello era precisamente ciò che stava
dicendo, suggerì poi
il seguente esperimento mentale:
Immagina un pesante cavo di acciaio, abbassato da un'alta gru, ben assicurato al
centro del piano
più alto (il 110) di una delle due torri.
Ora immagina che quel piano sia, in qualche modo, disaccoppiato dal resto della
struttura sotto
di esso.
Evoca il tuo genio personale e ordinagli di far scomparire magicamente tutti e
109 i piani e le
strutture portanti al di sotto del blocco che ora è comunque sostenuto.
Quello che ora abbiamo è il nostro piano di cemento armato penzolante a 415
metri (1350 piedi)
dal suolo, sostenuto da un cavo attaccato alla nostra gru immaginaria.
Ora fai tagliare il cavo al genio
Il tuo 110imo piano ora cadrà liberamente nell'aria ed impatterà al suolo dopo
circa 9 secondi
(che è più o meno quanto han impiegato i piani più alti di entrambe le torri a
raggiungere il
terreno).
Ora, immagina uno scenario diverso. Non disaccoppieremo il piano più alto né lo
assicureremo ad
un cavo con una gru.
Invece chiederemo al nostro genio di "ammorbidire" tutte le colonne di supporto
dei 109 piani
sottostanti.
Non è forse vero che ognuno di questi piani e delle sue strutture portanti, ora
ammorbidite,
inizierà immediatamenet a deformarsi sotto il peso del 110imo piano?
E non è altrettanto vero che la deformazione rallenterà la caduta dell'ultimo
piano, continuando
ad offrire gradatamente resistenza alla sua discesa?
Non dovrebbero questi "arresti" viscosi progressivi – l'acciaio deformato, con
l'aiuto dei chiodi
sradicati, i bulloni tagliati e le saldature strappate --- rallentare
significativamente la
caduta dell'ultimo piano?
Tutto questo non farebbe impiegare all'ultimo piano molto più di 9 secondi per
terminare infine
la sua caduta in cima alla pila dei detriti dei piani inferiori e l' arrestarsi?
Ma l'11 Settembre 2001 ogni piano di ogni torri cadde come se al di sotto di lui
non esistesse
nient'altro che aria.
Perchè questo accadesse ogni colonna di supporto (che offriva cioè resistenza)
al di sotto di
ogni piano che stava collassando avrebbe dovuto essere tolta via.
Soltanto degli esplosivi ben posizionati possono riuscirci.
Questo è ciò che accade nelle demolizioni controllate.
Il ragionamento di Sagadevan non viene intaccato significativamente se diciamo
che il tempo di
crollo era più vicino ai 15 secondi, poiché questo tempo è ancora molto vicino
al tempo di caduta
libera in aria.
[48] Gli investigatori ufficiali si accorsero di avere meno autorità delle
squadre di pulizia, un
fatto che ha spinto lo Science Commitee della Camera dei Rappresentanti a
riportare che "la
mancanza di autorità fornita agli investigatori di confiscare i pezzi di metallo
per sottoporli
ad esami prima che fossero riciclati ha portato alla perdita di importani
elementi di prova"
[49] Baosteel riciclerà i rottami del World Trade Center
Eastday.com, 24
gennaio, 2002.
[50] La rimozione fu, inoltre, portata a compimento con estrema cura, perche "il
carico
consisteva in materiale altamente sensibile". Ogni camion fu equipaggiato con
uno strumento di
localizzazione del veicolo, connesso al GPS. "Il software registrò ogni viaggio
ed ogni
locazione, inviando segnali di allerta se il veicolo viaggiava fuori rotta, se
arrivava tardi
alla sua destinazione o se deviava dalle aspettative in qualche altra maniera...
un autista... si
attardò in una pausa pranzo di un'ora e mezza... fu lincenziato [Emigh, 2002].
[51] New York Times, 25 Dicembre, 2001. Questa protesta fu ripetuta dal
professor Abolhassan
Astaneh-Asl, professore di Ingegneria Civile alla University of California di
Berkeley, che
affermò: "Dove avviene un incidente automobilistico e due persone vengono uccise
conserviamo
l'automobile sino a processo concluso. Se un aereo cade, non solo teniamo la
carcassa ma
raccogliamo tutti i rottami, li portiamo in un hangar e li rimettiamo assieme.
Questo se muoiono
anche solo 200, 300 persone. In questo caso invece abbiamo tremila morti. Ed
abbiamo una delle
più importanti.. costruzioni fatte dall'uomo. Il mio desiderio è che avessimo
fatto tutto ciò che
era nelle nostre facoltà... Raccogliere tutto questo acciaio, trasportarlo in un
luogo apposito.
Invece di riciclarlo.... Dopotutto questa è una scena del crimine e dobbiamo
riuscire a capire
esattamente ciò che è accaduto" (Notiziario CBS, 12 Marzo, 2002)
[52] Bloomberg stava in quel momento raccomandando precisamente ciò contro cui
Bill Manning,
l'editore di Fire Engineerin, aveva indirizzato i suoi avvertimenti quando
scrisse "Per come è lo
stato delle cose ora... l'investigazione in merito all'incendio ed al crollo del
World Trade
Center risulterà solo in un quantitativo di carta e di ipotesi generate al
computer" (Manning,
2002). Ciò che Bloomberg desiderava e Manning temeva è esattamente ciò che
ritroviamo nel
rapporto del NIST. Anzi a dire il vero è anche peggio. Il fisico Steven Jones,
dopo aver
rimarcato che "non ci sono esempi di crolli di grattacieli dovuti al fuoco" e
che anche il
"modello reale [computer] – del NIST - non collassò " risponde: "semplicemente,
il NIST inventò
ipotesi generate dal computer per ogni modello "grave" e poi questi modelli
furono ulteriormente
modificati per ottenere i risultati desiderati. Il rapporto del Nist, aggiunge
Jones, ammette
questa procedura, dicendo a pagina 142: "Il modello più grave ... fu usato per
l'analisi globale
di ciascuna torre. Un set completo di simulazioni fu applicato quindi a [questo
caso]. Dove i
risultati delle simulazioni differivano dalle evidenze fotografiche e dai
rapporti dei testimoni
oculari [ad es. ci fu un completo crollo] gli investigatori corressero i dati"
(Jones, 2006)
[53] "Baosteel riciclerà i rottami del World Trade Center"
[54] Bill Manning scrisse "Il danno strutturale causato dagli aerei e
dall'accensione esplosiva
del carburante non furono sufficienti a tirare giù le torri. Fire Engineering ha
buone ragioni
per credere che l' 'investigazione ufficiale' benedetta dalla FEMA è una farsa
"mezza cotta"
della quale si possono già essere impossessate forze politiche per portare
avanti i propri
interessi i quali sono, con un eufemismo, molto distanti da una completa
rivelazione. A parte il
beneficio marginale ottenuto da un'osservazione visiva delle prove nella
passeggia, durata tre
giorni, condotta dai membri dell'ASCE investigation committee – descritta da una
fonte loro
vicina come una "gita turistica" -- nessuno sta cercando le prove di nulla" (Manning,
2002).
[55] Guardare la sezione "Le scoperte dell'ASCE sulla sulfidazione dell'acciaio"
in Hoffman,
2005.
[56] Per prove visive consultare Hoffman, "I fotogrammi video del crollo della
torre Nord: prove
visive del crollo della torre Nord." 9-11 Research.wtc7.net n.d.
(http://911research.wtc7.net/wtc/evidence/videos/wtc1_close_frames.html).
[57] Il ruolo di Marvin Bush nella compagnia è menzionato da Craig Unger, 2004,
p.249
[58] L'affermazione di Forbes è inserita
qui.
[59] Per la dichiarazione completa di Giuliani consultare "Chi
ha detto a Giuliani che il WTC stava per crollare il 9/11?), What Really Happened, n.d.; può essere ascoltato
qui.
[60] Come evidenzia Hufschmid "le foto mostrano che le spettacolari fiamme
scomparirono
velocemente e poi il fuoco... lentamente diminuì" (2002, p.38)
[61] "Se .. l'intenzione era di incolpare gli incendi per il crollo," Peter
Meyer ha scritto
"allora l'ultimo tempo utile per le torri di collassare avrebbe potuto essere
appena prima che
gli incendi si spegnessero. Poiché l'incendio della torre sud fu il risultato
della combustione
di meno combustibile.., allora il fuoco nella torre sud inizio ad affievolirsi
per primo....
Coloro i quali stavano controllando la demolizione perciò dovettero far
collassare la torre sud
prima della nord" (Peter Meyer, n.d.).
[62] Il comandante della divisione EMS (Emergency Medical Services) John
Peruggia affermò che gli
fu detto che "La torre nord era in pericolo di un crollo quasi imminente". Il
tecnico medico
Richard Zarrillo, evidentemente un collegamento tra OEM e EMS, affermò che gli
fu detto che "gli
edifici stavano per collassare". Il maresciallo dei vigili del fuoco Stephen
Mosiello ed il suo
vice, assistente capo della sicurezza, Albert Turi usarono anche loro il plurale
("edifici") nel
riportare quello che sentirono da Zarrillo. Turi riferì anche che quando a
Zarrillo fu chiesto
"da dove stiamo prendendo questi rapporti?", la sua replica fu "lo sapete, non
ne siamo sicuri,
lo sta riferendo L'OEM giusto adesso" (NYT, I racconti orali di Peruggi,
Zarrillo, Mosiello e
Turi)
[63] Nel "Una breve storia dell'OEM (Office of Emergency Management) di New York
City" leggiamo
"!996: per un ordine esecutivo viene creato l'OEM cittadino. Il direttore
risponde direttamente
al sindaco e presta servizio al direttore locale della
Difesa civile.
[64] "La città.. inizialmente rifiutò l'accesso ai registri delle investigazioni
.. alla
commissione sul 9/11" ma "lasciò perdere quando fu minacciata un'azione legale"
(Dwyer, 2005b)
[65] Glanz (2001) scrisse che "esperti affermarono che nessun edificio simile,
un moderno
grattacielo con anima in acciaio, era mai collassato per un incendio non
controllato."
[66] Per fotografie e discussioni, consultare Hufschmid, 2002, pp. 62-56 e la
sezione intitolata
"i "furiosi" incendi al WTC 7" in "Gli incendi al World Trade Center (non così
caldi eh?),"
Global
Research, 27 Settembre, 2004 .
[67] FEMA, 2002, capitolo 5, sezione 6.2 "Probabile sequenza di crollo,"
discussa in Griffin,
2004, p.22
[68] Hufscmid, 2002, p. 64. Il crollo dell'edificio 7 ha anche lui tutte le
caratteristiche delle
convenzionali demolizioni controllate, come l'inizio improvviso e poi il crollo
a velocità
prossime a quelle di caduta libera – che per l'edificio 7 significa sotto i 7
secondi. Queste
somiglianze alle normali implosioni sono state commentate da Dan Reather.
Mostrando un video del
crollo dell'edificio 7 sulla CBS quella stessa sera, Rather disse che
"richiamava alla mente
quelle immagini che abbiam visto tutti troppo spesso in televisione prima,
quando un edificio
viene distrutto deliberatamente tramite della dinamite ben piazzata per tirarlo
giù" (Notiziario
CBS, 11 Settembre, 2001). Video del crollo dell'edificio 7, che raramente sono
apparsi nella
televisione nazionale, possono essere visionati in vari siti internet, come
www.geocities.com/killtown/wtc7.html and www.whatreallyhappened.com/wtc7.html.
In particolare è
molto buono per questo scopo il DVD di Eric Hufschmid, "Painful Deceptions"
(disponibile al
www.EricHufschmid.Net).
[69]
Implosion World.com.
[70] Steven Jones, lettera e-mail, 10 Ottobre 2005.
[71] Confronta Norman, 2002 e il Firehouse Magazine, 2002a e 2002b
[72] Il comandante Frank Fellini disse che la zona del crollo fu stabilita
"cinque o sei ore"
prima che l'edificio venisse giù, il che vorrebbe dire intorno a mezzogiorno
(NYT, Fellini, p.3).
Questa tempistica è conforme alla testimonianza di un vigile del fuoco il quale
disse di "aver
sentito rapporti di un possibile crollo del World Trade Center 7 durante tutto
il giorno" e
quello di un altro che affermò: "girammo lì intorno per ore aspettando che
l'edificio sette
venisse giù"
(NYT, Murray, p. 12, and Massa, pp. 17-18).
[73] Anche i terremoti, che avrebbero potuto produrre dei crolli parziali,
tuttavia non avrebbero
mai potuto causare un crollo quasi totale.
[74] "Gli investigatori federali conclusero che fosse stato in primo luogo
l'impatto degli aerei
e, più specificamente, gli incendi che divamparono in modo estremo sin dalla
nascita a causare il
crollo degli edifici. Dopo che gli aerei colpirono,... molto dello spray di
protezione
antincendio nella zona di impatto fu rimosso, lasciando la struttura portante di
acciaio esposta
e mortalmente vulnerabile all'intenso calore" (Dwyer e Flynn, 2005, p. 252).
Questi coautori
(p.253) appoggiano anche la pretesa del NIST – che è totalmente insostenibile
(Hoffmann, 2005) –
che il crollo divenne "inevitabile."
[75] Dwyer, infatti, scrisse un articolo intitolato "L'enorme archivio produce
nuovi punti di
vista sul 9/11,"
New York Times, 13 Agosto, 2005. Ma non menziona tra "i nuovi
punti di vista"
quello che verrebbe suggerito dalle testimonianze sulle esplosioni.
[76] L'affermazione di Silverstein è stata citata in molti posti, tra cui Morgan
e Henshall
(2005). Una critica di questo libro intitolata "9/11 rivelato? Nuovi libri
ripetono false teorie
della cospirazione," pubblicato dallo
U.S.
State Department, sostiene che "il
proprietario si
stava riferendo al fatto di ritirare un contingente di vigili del fuoco fuori
dall'edificio in
modo da salvare vite umane poiché questo appariva instabile". Ma questa è a
stento
un'interpretazione plausibile, specialmente data la frase seguente ed il fatto
che in un'altra
parte del documentario (PBS, 2002) sentiamo questa espressione utilizzata con il
significato di
"tirare l'edificio giù".
[77] L'affermazione di Silverstein può essere
visionata (o ascoltata su di un
file audio). Per
un dibattito consultare Baker, n.d.
[78] Currid, casualmente, fu
rieletto presidente nel 2002
[79] Lettera alla rivista LA Times del 18 Settembre, 2005, da William Yarchin di
Huntington
Beach, California, in risposta ad un'intervista con me sulla stessa rivista,
condotta da Mark
Ehrman, intitolata "Diventando agnostico riguardo il 9/11", pubblicata il 28
Agosto, 2005.
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Traduzione di: Roberto Toso, E. R., M. R., Carlo Brevi, M. P., Marco
Bollettino
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Diritti: fair use / limitati a Internet. Si prega in ogni caso di citare fonte e
autori della
traduzione.
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